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Storia di Yara. Partenza di Mireia Cap.3 P. 1


di Membro VIP di Annunci69.it Lorella65Trav
25.08.2024    |    1.502    |    14 9.7
"“Buongiorno, amiche mie!” esclamò con un sorriso che le illuminava gli occhi..."

La mattina dopo, Mireia non venne a fare colazione e tutte noi eravamo molto preoccupate che non stesse bene dopo la sodomizzazione durata per oltre tre ore ma il “Professore” che vedemmo, con grande meraviglia, arrivare per la prima volta nella saletta, ci disse.
“Buongiorno ragazze. Questa mattina, Mireia non ci sarà.”
“Come mai, le è successo qualcosa?'” chiese “Undici” con evidente apprensione.
“No, è solo che ieri sera ha fatto molto tardi con due “vecchie” amiche che erano venute a farle visita e sono state insieme fino a tarda notte e, perciò, sta ancora dormendo.” rispose.
“Erano forse, le due signore che abbiamo visto, oh!... scusi, volevo dire, abbiamo intravisto quando sono arrivate ieri?” chiesi.
“Sì, proprio loro. Belle vero?” chiese come se stesse “tastando il terreno”.
“Molto belle, anzi, davvero stupende.” intervenne “Dieci” che, devo dire, fin dalla prima volta in cui l'avevo conosciuta e osservata, avevo notato che spesso si passava la lingua sul labbro inferiore mentre parlava, in villa, con qualche collaboratore particolarmente bello e soprattutto se black.
Certo, poteva semplicemente essere un modo tutto suo di scrutare le persone ma, avevo avuto la sensazione che fosse piuttosto interessata, se non addirittura attratta, da quello che c'era dentro i “pacchi” parecchio voluminosi anche se i collaboratori avevano il divieto di avvicinarsi troppo alle ragazze che stavano diventando proprio belle e, perciò, molto desiderabili.
Il professore, la guardò per qualche secondo ma sembrava che la sua mente fosse occupata da un pensiero importante e, quando passò un paio di volte le dita della mano sul mento e, poi, sulle labbra chiuse, ebbi la certezza che era in dubbio se dire qualcosa o no.
Infatti, dopo una manciata di secondi, ci disse.
“Andiamo nel mio Studio perché devo dirvi una cosa che riguarda ciascuna di voi e, questo non è il posto più adatto.”
Dopo essere entrati, ci invitò a sederci su un grande divano mentre lui restò in piedi appoggiato alla scrivania.
“Bene ragazze, oramai siete tutte abbastanza grandi e siete qui per realizzare il vostro sogno e, perciò, credo che sia giusto che vi dica il perché della presenza di quelle due “signore “qui ma, soprattutto, nella camera di Mireia.”
“Credo di cominciare a capire il collegamento tra le due “signore” e la conclusione della terapia ormonale di Mireia. “ si lasciò sfuggire “Undici” mordendosi, però subito il labbro inferiore come per volersi in qualche modo punire per aver detto quella frase ma il “Professore” sembrò tranquillo.
“Sì, hai detto giusto, mia cara. Un collegamento, in effetti, c'è ma prima vi devo chiarire che le due non sono due bellissime donne ma due splendide trans.” replicò il “professore” con calma.
“Come lo diventerà, tra qualche tempo anche Mireia?” chiesi a mia volta.
“Esatto, e come lo diventerete sicuramente anche voi quattro.” rispose con un leggero sorriso.
“Ma, Mireia non è già una splendida trans?” chiese “Dieci”.
“Certo che lo è e lo diventerà ancora di più dopo gli interventi chirurgici già programmati e che la trasformeranno in una straordinaria bellezza di donna ma con quel qualcosa in più che le donne genetiche non hanno né potrebbero avere.”
“La preghiamo, non ci faccia stare sulle spine.” chiesi con un po' di sfrontatezza visto che sapevamo bene che cosa erano venute a fare ma non sapevamo nulla riguardo al perché l'avessero scopata per due volte di seguito e, soprattutto, perché Mireia fosse così felice che le rompessero il culo.
“Ok, adesso vi spiego tutto.” rispose il “Professore” dopo aver trattenuto per un attimo il respiro.
Poi disse “La terapia ormonale che trasforma il corpo, le lezioni della logopedista che servono per imparare ad avere una voce quanto più femminile possibile e gli interventi chirurgici che agiscono sul viso, sul collo e, ovviamente sul seno ingrandendolo nella misura che più piace ed anche sul sedere rendendoli davvero molto femminili, sono sicuramente importantissimi e giocano moltissimo sulla femminilizzazione di una aspirante trans .
Ma c'è un passaggio altrettanto importante e forse fondamentale che, ognuna è libera se farlo o meno a seconda di che tipo di trans vuole diventare, che attiene ad un ulteriore, e per certi versi lo è, completamento del percorso che è quello che Mireia da sempre desiderava avvenisse, ovvero l'apertura e la conseguente rottura dell'ano e, poi, di tutto il tratto delle visceri fino dentro le profondità più remote, soprattutto nel caso in cui le dimensioni siano davvero notevoli.”
“Ma è molto doloroso?” chiesi con l'aria di quello che non sa.
“Solo la prima volta perché dopo che sarà stato ben aperto, il dolore sarà solo un ricordo, e lascerà il posto da un immenso piacere al punto che, dopo, non se né potrà più fare a meno.” rispose.
“Io lo farò di sicuro! E' quello che desidero da sempre e, se fosse possibile, lo farei già oggi stesso se le due Trans non sono già andate via.” esclamò “Dieci” con occhi che erano diventati ardenti.
“Anch'io” esclamò “Dodici” mentre “Undici” era molto pensierosa e sembrava un po' titubante come, peraltro, lo ero io ma non perché non mi piacesse l'idea ma solo perché lo ritenevo una cosa sì importantissima ma che era ancora prematuro pensarci.
“Calma ragazze, capisco la vostra voglia di diventare femmine ma ogni cosa a tempo debito e per adesso, dovete pensare solo a seguire il vostro percorso!” esclamò il “Professore”.
Tornammo, allora, nella grande mansarda ma il pensiero di ognuna di noi, era chiaramente focalizzato su Mireia e su quanto ci aveva detto il “Professore”.
Avanzammo in totale silenzio e con le scarpe in mano e camminando sulle punte delle dita dei piedi, dirette ognuna nella propria stanza ma, all'improvviso, passando davanti a quella di Mireia, la sentimmo canticchiare anche se lo faceva sottovoce.
“Dieci”, che era ovviamente la più interessata a quel tipo di femminilizzazione di cui ci aveva parlato il “Professore” e alla quale comunque aveva assistito attraverso la tapparella ma, lo era anche, e forse soprattutto, perché era quella più vicina a fare quell'esperienza, ci guardò e ci fece segno se eravamo d'accordo a bussare alla porta.
Annuimmo con la testa e lei bussò con la delicatezza che la situazione richiedeva.
Passarono un po' di secondi durante i quali non successe nulla, per cui pensammo che la nostra amica non avesse voglia di aprire.
Poi, ad un tratto, sentimmo girare la chiave nella toppa, la porta si aprì e lei comparve sull'uscio.
“Buongiorno, amiche mie!” esclamò con un sorriso che le illuminava gli occhi.
“Come stai?” le chiedemmo quasi all'unisono.
“Molto bene, davvero molto bene.” rispose mentre con un cenno della mano ci invitava ad entrare.
“Eravamo molto preoccupate non avendoti vista a colazione” le disse “Undici”.
“Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sto benissimo e sono molto felice. E' solo perché, stanotte non riuscivo a dormire un po' per la felicità di essere stata finalmente femminilizzata e un po' perché mi faceva ancora un po' male la pancia e dietro e perciò mi sono addormentata solo quando era quasi l'alba ma adesso è passato tutto e il mio ano è già tornato quasi a com'era prima. Grazie, comunque, per essermi così tanto amiche, la vostra vicinanza e il vostro affetto mi fanno sempre molto bene e mai, come in questo momento, per me così importante.”
Tirammo tutte un respiro di sollievo e fummo felici della sua felicità ma io non resistetti a chiederle.
“Ti ha fatto molto male quando Isabela ti aperto la prima volta, con quel bastone di carne così tanto grosso che sembrava impossibile potesse entrare?”
“Beh, devo dire che quando l'ho visto in tutto il suo vigore, ho avvertito un brivido lungo la schiena e, quando poi, mi è comparso davanti anche quello di Brenda, ancora più lungo e largo, quel brivido si è tramutato, ma solo per qualche istante, in un brivido di paura.
Tuttavia, quello che stavano per farmi, era esattamente ciò che volevo e, perciò, mi sono apprestata ad affidarmi alla loro amicizia e alla loro esperienza ma non posso nascondere che quando ho sentito che l'ano aveva ceduto di botto, un dolore lancinante mi ha trafitto lasciandomi senza fiato seguito, subito dopo, da un secondo e ancora più prolungato dolore quando la cappella, spinta dalla grossa asta, mi rompeva in lungo e in largo anche la parte più interna.
Il rito della femminilizzazione, però, richiedeva che anche un altro cazzo, molto più grosso, completasse il lavoro ed io, ingenuamente pensavo che avrebbe trovato la strada già ampiamente aperta e che, quindi, non avrei sentito di nuovo un dolore così forte.
Invece, quando anche Brenda mi prese per i fianchi e con un deciso colpo in avanti entrò, quel lancinante dolore si ripresentò con una forza immensa perché l'ano cedette di nuovo in larghezza così come cedettero tutti i tratti delle visceri per tutta la lunghezza dell'asta.” concluse Mireia.
“Ma, allora non è vero che il dolore che si prova, viene poi sostituito da un intensissimo piacere?”
“Certo che è vero. Infatti, mentre il bastone di Brenda andava avanti e indietro dentro di me, poco alla volta cominciai a sentire un leggero piacere che, più mi inculava più aumentava fino a portarmi in uno stato di estasi che mi estraniava dal sentire dentro di me quell'andirivieni, e così fu anche per la seconda volta in cui mi sodomizzarono con ancora più forza. “
“Scusa se te lo chiedo, ma perché questo è un passaggio così fondamentale?” chiesi.
“Posso rispondere per me ma credo anche per moltissime altre trans. Vedi, le donne avendo la figa come organo sessuale, possono fare sesso non solo con la bocca ma anche, ovviamente, con la vagina che, tra l'altro, è fornita della clitoride che è in assoluto il punto più sensibile e che porta ad orgasmi molto più intensi di quelli vaginali.
Noi, invece, abbiamo solo la bocca e, perciò, possiamo godere e far godere solo con quella ed ecco perché ho deciso di fare quello che ho fatto ieri notte perché, facendomi aprire in lungo e in largo il culo, adesso, ho quella che viene definita “figa anale” che, anche se a me non piace come termine, penso di poter dire che in qualche modo ci dà la possibilità di dare e ricevere piacere perché l'ano è pieno di terminazioni nervose sensibilissime che regalano godimenti intensissimi.”
“Sì certo, capisco. Ma anche le donne genetiche, però, hanno l'ano.” esclamai con qualche nota di rammarico nella voce.
“E' molto giusta la tua considerazione, brava! Ma sembra, tuttavia, che non tutte amano il sesso anale, tant'è che moltissimi maschi ci cercano per questo ma non solo per questo” rispose.
Questa risposta mi fece, allora, riconsiderare la mia posizione “attendista” riguardo a quel tipo di femminilizzazione e fu, in quel momento che decisi che lo avrei accettato anch'io quel passaggio.
Una settimana dopo, Mireia venne a salutarci dicendoci che si sarebbe assentata per almeno cinque/sei mesi e forse più per sottoporsi agli interventi chirurgici già programmati, presso due cliniche private, nella massima riservatezza e, soprattutto, altamente specializzate oltre ad essere assolutamente affidabili perché legatissime al “Professore”.
“Sono contenta per te” le dissi con grande affetto.
“Mi mancherete tantissimo” rispose Mireia con altrettanto affetto.
“Quando tornerai, faremo una grande festa e sono sicura che sarai pure più bella delle tue amiche che ti hanno fatto diventare femmina anche dietro.” le disse “Undici” con grande entusiasmo.
Due giorni dopo, Mireia partì. La vedemmo entrare in una delle auto di grossa cilindrata guidata da due collaboratori del “professore” vestita con un semplice abito lungo al ginocchio, scarpe con tacchi bassi e con un trolley abbastanza piccolo e, prima di entrare, si girò a guardare la villa e a salutarci con la mano.
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