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Parte 4 : Il Padre dello Sposo


di Membro VIP di Annunci69.it Stefy_Mant
16.03.2025    |    2.375    |    1 8.8
"Lo presi in bocca con passione, temendo sarebbe stato l'ultimo assaggio che ci avrei dato e lui mi lasciò fare, gemendo a ogni mio movimento di lingua e di..."
A tenere l'ultima busta in mano salì un po' di malinconia anche a me. Ciò che iniziò come un gioco provocatorio, l'andare a letto con l'uomo che quasi rovinò il matrimonio dei miei, finì per prendermi anche un pezzo di cuore. Del resto era un uomo affascinante, amante focoso e attento, una brava persona che con piccoli gesti esprimeva forti emozioni. Forse anche io stavo perdendo un po' la testa per lui, a quanto pare assomigliavo a mamma ben oltre l'aspetto fisico, ma ora il gioco sembrava volgere al termine... l'ultima fantasia che aveva preparato per lei. La busta sembrava più recente e ben presto capii il perché.
"Cara Anna,
spesso ti sei divertita con i racconti delle mie avventure erotiche, credo tanto quanto mi sono divertito io a immaginare le situazioni in cui ti sei cacciata tu. Però credo che una ti colpì particolarmente e ricordo il modo in cui ti toccavi mentre te la raccontavo e il modo in cui mi sei saltata addosso alla fine, chiaramente pensando a quella. Era la mia sveltina con la mia cognata poco prima del suo matrimonio. Non abbiamo poi approfondito cosa ha suscitato in te, ma spesso me lo sono chiesto e quindi perché non ricreare la cosa noi due? Certo, non sarà una sveltina, poi per me starai benissimo vestita da sposa… ti ho sempre adorata quando ti vestivi di bianco con quella pelle candida in cui la lingerie sembrava sparire. So che sarà più complicato del solito, e spero di averci preso con l'abito, ma credo sarà una situazione fantastica per entrambe.
Ti voglio, Giorgio"
Sotto, compariva una seconda parte del messaggio e questa volta rivolta a me:
"Cara Stefania,
mi è piaciuto realizzare queste fantasie con te ma, già dal primo gioco, ho smesso di vedere tua madre per vedere te. Sei una ragazza unica, con tratti di tua mamma ma libera dal peso che spesso la rendeva malinconica. Questa è una fantasia molto particolare e non so se sarà di tuo gradimento perciò sentiti libera di chiamarmi e dirmi di lasciar perdere o di proporre qualcosa di tuo. Però qualora decidessi di viverla con me ti chiedo di non farmi fare il ruolo del cognato, vista la mia età, ma magari del padre dello sposo che forse mi è più congeniale. A presto piccola, un bacio dei nostri!"
Fui felice di non essere la sola ad aver sentito questa sensazione e tutto sommato la fantasia in questione era in linea con una che mi girava per la testa da tempo, anche se si trattava di una "prima notte di nozze" e non di una "scappatella prima delle nozze". Gli scrissi subito un messaggio: "a presto, bel suocero", per confermare la mia partecipazione.
Arrivò quindi il fatidico giorno e lo raggiunsi a casa per ripetere il rituale del nostro primo gioco. Notai subito quanto ci tenesse, tutto questa volta era nuovo e adatto al mio fisico: un corpetto bianco che esaltava il mio accenno di seno, delle calze bianche che si nascondevano bene sotto una gonna di tulle semitrasparente e delle scarpe da sposa della mia taglia, il tutto poi unito da un velo ornato di fiori. Mi truccai e indossai il tutto, poi mi persi a fissarmi allo specchio. Stavo bene come sposa e la gonna nascondeva bene l'intimo facendomi sembrare quasi una ragazza seria pronta al grande passo. Mi ripresi e lo chiamai; pochi istanti dopo bussò ed entrò in camera da letto elegantissimo come sempre.
"Cara, ti ho sentita un po' turbata al telefono prima, che succede?" disse dando inizio al gioco. "Tuo figlio... ieri sera mi ha confessato di avermi tradita col suo capo durante l'ultimo viaggio di lavoro, non so se me la sento di andare avanti" così presentai il mio contributo al gioco. Mi abbracciò e ci sedemmo sul letto dove, accarezzandomi le spalle nude, mi parlò dell'importanza del compromesso nel matrimonio e del perdono degli errori che si possono commettere, rimarcando che anche il figlio doveva accettare la cosa nel momento in cui fossi io quella con un attimo di debolezza. Verso la fine del discorso fece scivolare la mano lungo la mia schiena arrivando al culo, che poi palpò con decisione. Io posai la mano sul suo pacco, che già mostrava accenni della sua crescita. Ci fissammo negli occhi prima di lasciarci andare a un bacio, toccandoci a vicenda. Portò anche l'altra mano sul mio fondoschiena, prendendomi di peso e portandomi su di lui; la gonna iniziò a strapparsi e lui completò l'opera lasciandomi solo con corpetto e autoreggenti. Continuammo a baciarci e lui iniziò a massaggiarmi il buchetto, tornato alle sue solite dimensioni dopo la nostra pausa di qualche giorno. Lo sentivo eccitarsi con le mie moine strozzate dai baci appassionati che ci davamo. Lo sentivo ormai pronto a esplodere, io pure. Mi alzai giusto per mettermi in ginocchio davanti a lui mentre liberava il mostro che aveva tra le gambe. Lo presi in bocca con passione, temendo sarebbe stato l'ultimo assaggio che ci avrei dato e lui mi lasciò fare, gemendo a ogni mio movimento di lingua e di bocca. Poi mi prese la testa e iniziò a scoparmi di bocca, anche se con cura mi mise a dura prova con quel calibro, ma mi piaceva essere alla sua mercé. Me lo sfilò dalle labbra e mi prese per mano, facendomi appoggiare alla parete di faccia. Due colpi e qualche palpata sul culo, poi eccolo inserirsi pian piano dentro di me, con solo un po' di saliva a bagnare il tutto. Oggi era tosto e la cosa mi piaceva. Urlai di dolore, ma anche di piacere e lui mi prese per i fianchi facendosi strada dentro di me. Una lenta e dura penetrazione mi faceva sentire la sua schiava, ma nel giro di poco il mio corpo prese le sue misure permettendogli di scoparmi con vigore come sempre. Io godevo con quel look da sposina innocente che veniva presa dall'uomo più proibito. Mi girò, sollevandomi sul muro mentre col membro continuava a sfondarmi senza sosta, e io volevo che continuasse ancora e ancora. Mi prese in braccio e mi lasciò sul letto, iniziando a spogliarsi e io mi liberai da quel corpetto che mi stava togliendo il fiato. Mi si gettò sopra, con una mano che mi teneva ferma e l'altra che riportava il suo pene dentro di me. Ripresi ad ansimare e urlare di piacere mentre lui mi fissava con un sorriso diabolico, stantuffandomi con la sua solita forza. "Sì, ti voglio tutto dentro di me" urlai fuori controllo e lui, sempre pronto, mi sollevò le gambe dalle caviglie buttando tutta la sua dotazione nel mio corpo. Ero in estasi. Si sfilò per riprendere fiato e io mi misi in ginocchio sul letto, con fare provocante e il buchetto apertissimo in bella vista. Non poté resistere. Arrivò dietro di me tornando subito dentro e mi prese con una mano il fianco e l'altra il collo, immobilizzandomi, mentre scaricava le ultime forze a colpi di pene. Lo sentii gemere, col pene piantato dentro di me che esplodeva. Si sfilò di nuovo e senza perdere un colpo prese un bicchiere dal comodino portandolo sotto il mio buchetto pulsante, raccogliendo il seme colante. Capii il suo gioco e presi le natiche allargandolo, aumentando la colata. Il bicchiere si riempì fino a quasi metà e lui me lo porse con un sorrisetto birichino in volto. Io lo presi al volo e lo svuotai in fretta, lasciando le ultime gocce colare nella mia bocca aperta. "Bravo, vorrai diventare nonno anziché di nuovo papà" scherzai e lui rise di gusto prima di abbracciarmi e baciarmi. Dopo il piccolo rituale della doccia ci rivestimmo in modo più casual per buttarci sul divano, drink in mano, come la prima sera. "E ora?" chiese un po' preoccupato e meno sicuro di sé. "E ora questo" dissi, porgendogli una lettera. "Ho scritto un paio di pensieri, poi starà a te vedere se coincidono con i tuoi o meno. Però aprila con calma, ora rilassiamoci e parliamo d'altro". Mi assecondò e parlammo di quanto sarei rimasta ancora lì, un po' sulla mia vita da donna in Italia e un po' della sua vita da sessantenne single in cerca. Poi arrivò la domanda più difficile. "Le dirai qualcosa?" chiese, un po' imbarazzato. Rimasi in silenzio, a riflettere. Ancora non sapevo se aprirmi di questo con mia madre, non sapevo il suo punto di vista su ciò e cosa le avesse lasciato. Avevo paura di aprire una vecchia ferita o, peggio ancora, rompere il rapporto che avevamo costruito dal mio coming out. "Non so" risposi, alzandomi. Ci salutammo e lui si mise a fissarmi con la mia lettera in mano mentre sparivo verso le scale.

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