trio
FRALEAND #1


18.04.2025 |
421 |
3
"Ma questo non ci appartiene, non siamo capaci di accontentarci..."
Siamo una coppia. Siamo due, ma ci muoviamo e pensiamo come un corpo ed un'anima. Franci, un giorno, tra il serio ed il faceto, si sporge da quello che, per 25 anni era stato il nostro confine (la coppia) e mi dice - al congresso, la scorsa settimana, ho puntato una collega. Il mio viso si fa serio. Non capisco se scherza o meno, per cui decido di sondare il terreno buttandola sullo scherzo e le chiedo - spero avessi l'assicurazione!! - dico, abbozzando un sorriso.
Il suo, di viso, rimane imperturbabile, per cui capisco di averne pestata una e cerco di ritirarmi in buon ordine, facendole segno di continuare. Pare sia a disagio, ma desiderosa di parlare, condividere, ed allora la sprono - dimmi - le intimo, sono curioso!!
A quel punto ecco venir fuori ciò che tutti gli uomini desiderano ... ma io sono complicato!! Mi dice - sono fortemente attratta da una collega! Sai che quella eventualità mi ha sempre attratta e che sono decisa a voler fare il passo. Ma non si aspettava ciò che le dissi, - questo è tradimento, uomo o donna poco importa - la scioccai. Sembrava il discorso di un retrogrado primitivo, ma invece mi aprii e le dissi - se però lo condividessimo, lo scenario cambierebbe, saremmo ancora, e sempre, noi: SemprenoidueDeF - come siamo sempre stati.
Ed ecco che, cominciamo a valutare, pensare. Io cerco, mi documento, ed approdo ad un sito di incontri. Glielo propongo e, superato lo stupore iniziale, accetta. Ed è lì che inizia la nostra seconda vita, insieme, come sempre. Ed è così che penso al nick più appropriato, butto giù qualche tentativo e poi, finalmente, eccolo lì, dove è sempre stato, il nostro inizio, il nostro tutto, a rappresentare cosa siamo, cosa vogliamo essere e come vogliamo giocare: SemprenoidueDeF.
Franci si stranisce, non capisce, dubita, mette in discussione me, le mie scelte, la mia proposta, se stessa. Ma ormai il grosso era fatto, ci eravamo sporti e non si poteva più tornare indietro. E' stato un periodo intenso, in cui ritagliavamo tutti gli spazi dalla vita "verticale" per trovarne di liberi per la nuova vita "orizzontale", ed il nostro desiderio pian piano cominciava a prendere forma, escludendo tutto, o quasi, e lasciando solo ciò che ci accendeva. Ma la nostra vita ordinaria, i nostri pregiudizi, i nostri preconcetti ci rallentavano. Erano tante le opportunità ... se solo ci fossimo voluti accontentare. Ma questo non ci appartiene, non siamo capaci di accontentarci. Dopo tutto la nostra vita insieme va bene, è perfetta, scopiamo sempre, bene, ed ogni volta meglio di prima, ma quel mondo, quella remota eventualità continua ad attrarci. Pensavamo di dover decidere sempre, prima, chi ci andasse bene e chi no. Continuavamo a decidere, aprioristicamente, chi poteva, e doveva, attrarci, incasellando i vari profili nei quali ci imbattevamo nelle categorie di appartenenza: bionda, bruna, zoccola, troppo lesbica, troppo poco lesbica, punta Andrea, lavora qui, lavora lì. Ed in ultimo, la categoria per noi più pericolosa: è sposata! Senza sapere che lei, proprio lei, era proprio nascosta lì ... ALESSIA.
Già dal primo contatto, Alessia ci spiazza. E' sincera, diretta ... e sposata. Franci è spaesata, non capisce come sia possibile. Come è possibile che quella donna, così garbata, così elegante, così schietta, la attragga così tanto ed allo stesso tempo la atterrisca. Mentre è fuori a lavoro, e continua a chattare con Alessia, mi scrive « minchia è sposata». Anche io resto spiazzato, neanche a me collimava tanto l'idea che mi ero fatto di lei. Ma qualcosa di strano covava, sotto la cenere del perbenismo, del preconcetto, e Francesca ne rimane travolta. Mi continua a ripetere che era carina, dolce, garbata, ma era sposata. Ma per fortuna Alessia aveva tante armi nella faretra, e Francesca, da donna intelligente, le riconosce il merito di rappresentare una sorprendente anomalia in questo mondo, fatto di festini e sesso da palestra. Dove tutti cercano, e nessuno offre. Ed è lì, in questa sacca senza tempo che cresce la sua, e la mia, attrazione verso una donna che, né eravamo certi, ci avrebbe riservato ancora tante sorprese.
LA JACUZZI
Ormai la macchina che ci avrebbe portati a lei era in movimento, e nulla avrebbe potuto fermarla. E loro due, insieme, continuavano a spingere sull'acceleratore, verso la nostra distruzione, o verso il Nirvana. Chi lo sa! Ed a mia insaputa, cominciano a fare una delle cose che rende un incontro ffm molto eccitante: complottano.
Complottano contro di me, organizzando un incontro per festeggiare il mio compleanno: compio 50 anni! Prenotano una struttura elegantissima nei dintorni e fissano la data, a ridosso della quale Francesca mi informa che una coppia di amici “orizzontali” ci avrebbe ospitato in una bella location, con idro, e tante coccole. Per cui ci avviamo, ed arriviamo in anticipo. Saliamo in camera, ed apriamo con la combinazione. Non c'era nessuno!! Non ho neanche il tempo di stupirmi che suonano alla porta. Franci mi chiede di aprire mentre lei prepara la vasca. Non appena apro la porta vedo lei. Noi non cerchiamo una virago, e lei non lo era, ma ti colpiva subito con la franchezza del suo volto, la voluttà del suo corpo e la sensualità. Impacciato la faccio entrare, e le offro da bere, senza ancora riuscire a capire che, quella sera, non ci saremmo stati altri che NOI. Noi tre, e solo noi tre, a dividerci quel poco spazio, ma tanto ci bastava.
Cogliendo la sorpresa nei miei occhi, Franci si avvicina - lei è Alessia! Mi, e ci, siamo fatti un regalo, e stasera giocheremo insieme - mi dice. Immediatamente vengo colto da sentimenti contrastanti di stupore, gioia, impazienza. Ma né noi, né lei, amiamo correre e le sue parole ci ravvivano - preferisco essere lenta; la lentezza è la mia amica e non amo i tipi veloci - dice con franchezza. Ero in estasi, e vedevo Franci scalpitare. Mi avvicino a lei, e pian piano, comincio a spogliarla, mentre Alessia non smette mai di fissare questa scena. Francesca rimane in piedi, nuda, davanti a me, con lo sguardo malandrino della nostra amica che faceva capolino da sotto la mia spalla. Pensai di far lo stesso con lei, spogliarla pian piano, ma volevo che si abituasse gradualmente a noi, così dissi a Franci - spogliala, io preparo l'acqua dell'idro, preparo tre ginger beer ghiacciate, e ci accomodiamo - ma ero affamato. Vidi un tremito attraversare lo sguardo di mia moglie, ed Alessia lo colse, avvicinandosi. Franci le tolse la giacca del tailleur, lasciando le sue spalle nude. Una leggera canotta di raso le contornava le spalle, mettendo in risalto il seno prosperoso. In men che non si dica, dopo aver preparato il cestello a bordo vasca, mi giro e le vedo entrambe, nella penombra, che camminavano, mano nella mano, verso di me.
Mi passano davanti, oltrepassandomi, ed entrano insieme nella vasca. Un minuto dopo ero già dentro, desideroso di assistere a quel meraviglioso spettacolo di due donne che flirtano. Non mi interessava neanche esserne coinvolto, ma gioivo di essere uno spettatore privilegiato. Per quasi un'ora le nostre mani non smisero di cercare, intrufolarsi, ispezionare. Le loro bocche si univano, poi bisbigliavano. Poi si girarono entrambe, all'unisono, come se si fossero date la voce, verso di me invitandomi ad avvicinarmi. Io e Franci ci stringemmo a lei. Avevo i brividi, nonostante la temperatura dell'acqua fosse perfetta. Al che Alessia, solleva il seno facendo sporgere l'areola fuori dall'acqua, e mi sussurra all'orecchio - ciucciami il capezzolo come se ti allattassi! - con molta naturalezza. La temperatura cominciò a salire. E mentre io descrivevo cerchi sempre più stretti con la lingua, le loro di lingue si intrecciavano, muovendosi avanti ed indietro. Ansimando. Al che mi alzo, e la mia erezione era tutt'altro che nascosta. Prendo Alessia per la mano, e con l'altra Francesca, e le aiuto ad uscire dirigendoci verso il lettone. Le lenzuola candide, e fresche, ci aspettavano. Lungo il tragitto afferro le cinture di spugna delle accappatoio date in dotazione nella struttura, faccio accomodare Alessia supina sul letto, e le divarico dolcemente le gambe, legandole con le cinture ai lati del letto. Il suo fiato si fa corto, ansima, mentre Franci mi sostituisce baciandole voluttuosamente il seno, il collo, le labbra. Nel frattempo, con molta lentezza, risalgo l'interno coscia che sembra essere molto sensibile, ed arrivo alla sua figa. Era bagnata, ma non sembrava proprio acqua della vasca. Mi poggio il viso sul monte di Venere, e mentre Franci non le da tregua, i suoi movimenti mi invitano ad assaggiarla. Le divarico lentamente le grandi labbra, e salendo leggermente faccio lo stesso con le piccole labbra, fino ad esporre il suo clitoride. Ma volevo che fosse lei ad autorizzarmi, per cui tentenno (intenzionalmente) continuando a massaggiarla e le parlo, invitandola a condividere i suoi desideri. Senza neanche farmi finire - ti prego, assaggiala - mi sussurra. Allora punto dritto al clitoride. Adoro succhiare il clitoride, magari ad intervalli, trattenendolo in bocca tra lingua e palato, per qualche secondo prima di rilasciarlo e soffiarci sopra. Ci scambiamo uno sguardo complice con Franci, e ci scambiamo di posto. Alessia si avvinghia alla mia schiena, mentre io la stringo e la abbraccio. Mi sussurra all'orecchio - ti voglio dentro di me - ed arrossisce. Al che mi allontano con fermezza dicendole - sai che le regole non sono queste. Quello che chiedi ce lo dobbiamo guadagnare, e tu corri troppo. Adesso penso che sarai punita! - le dissi con dolcezza. Allora mi metto sopra di lei, con la mia testa tra le sue gambe, ed insieme a Franci le diamo ciò che merita. Le slego e sollevo le gambe mentre il mio pene affonda nella sua bocca, guidato dal ritmo che lei stessa mi impone stringendomi le natiche. Allora Franci indossa il suo strap-on, si avvicina, e centimetro dopo centimetro, affonda nella sua figa mentre io mi avvicino per baciarla. Sembriamo i membri di una orchestra affiatata ed i desideri di una sono anticipati dall'altro.
A quel punto temevo che mi raffreddassi, per cui, mentre Franci la penetrava, massaggiandole il clitoride, io mi metto a cavalcioni su di lei, con i glutei sul suo seno, le sollevo dolcemente la testa e senza dover aggiungere altro, mi invita con lo sguardo a metterlo in bocca, dedicandosi con pazienza e mestiere a contornarmi il glande con la lingua, le labbra. Sono al settimo cielo. Ma Alessia ci voleva fare un regalo. Ci chiede di fermarci, mi scosta e si mette sopra di me. La bacio, e vedo il clitoride fare capolino dalla labbra. Lo afferro, e quasi contemporaneamente Alessia mi agguanta e comincia a succhiare con decisione. E, come se riuscisse a coordinare decine di input contemporaneamente, si gira un attimo verso Franci, si afferra le natiche divaricandole e, con la voce rotta dal desiderio, dice a Franci - entra nel mio culetto. Lo spasmo della penetrazione le fa inarcare la schiena, ma io la tengo ferma, stringendole i glutei. E tutta quell'energia repressa, Alessia la scarica sul mio pene, tempestandolo di baci, leccate, e succhiate. Anche Francesca si accorge del ritmo mutato, e aumenta le battute al minuto, affondando fino alle palle in silicone dello strap-on, che sbattono sui glutei di Alessia, che ingoia sempre più in profondità, fin quando, in un crescendo di urla, mugugni e sudore, veniamo insieme.
Ma le sue attenzioni non finiscono qui. Si gira allora verso Francesca, con gli occhi iniettati di sangue, e le dice «non credere di essertela risparmiata tu. Adesso aspettiamo che Andrea si ripigli, e ci scambiamo i ruoli! Abbiamo tutta la notte davanti».
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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