tradimenti
Myrna cap 20

24.03.2025 |
1.999 |
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"Phil mi piacque subito, non solo era un abile oratore, capace di rendere avvincente qualunque storia, ma era anche capace di rimanere in silenzio ad..."
La cena con Phil non fu solo piacevole, ma a dir poco eccezionale sotto molti punti di vista. Dopo avermi confessato d’aver corrotto Julia per sapere tutto di me dopo avermi vista all’iniziazione nel club, mi disse di non avere quasi più stimoli sessuali, dopo aver abusato a lungo di psicofarmaci, e che gli era rimasto solo il piacere di guardare. Non voleva però assistere a prestazioni fatte da professioniste, preferendo donne ‘vere’ con una spiccata attitudine all’esibizionismo, e che ovviamente avessero anche ben pochi tabù.Mi parlò anche del suo lavoro come manager di una grossa multinazionale, molto più grande di quella dov’ero io, e come se non bastasse d’aver ereditato una piccola fortuna alla morte della madre.
Compresi che quel che cercava non era solo una donna ben predisposta verso il sesso, ma che avesse anche la capacità, oltre che la voglia, di sperimentare situazioni sempre nuove, senza in alcun modo sottometterlo fisicamente o in altro modo.
Phil mi piacque subito, non solo era un abile oratore, capace di rendere avvincente qualunque storia, ma era anche capace di rimanere in silenzio ad ascoltarmi, anche se cercai di parlare il meno possibile e ancor meno del mio quasi ex marito.
Finimmo di parlare molto tardi, rimandando così alla serata seguente il mio debutto come sua compagna di giochi.
“Hai in mente qualcosa di particolare ?” gli chiesi prima di lasciarlo.
“Sì ma non ti dirò nulla, altrimenti che sorpresa è ?” mi rispose ridendo.
“Ride bene chi ride ultimo.” conclusi prima d’uscire dalla sua macchina ed entrare nel portone di casa mia.
Dopo aver cenato da sola, mi ritrovai stranamente nervosa mentre aspettavo le nove, ora alla quale sarebbe passato a prendermi Phil, per ‘provarmi’ come sua sweet. Avendo ben capito che mi sarei potata ritrovare nella stessa situazione che si era creata con altri, cioè nel farmi ricoprire di soldi per scopare con chi volevo, non volevo in alcun modo deludere l’aspirante cornuto.
Iniziai così a cercare dentro l’armadio qualcosa che potesse accendere la mia fantasia, trovando alla fine qualcosa di tanto semplice quanto sensuale. Presi infatti un semplicissimo abito giallino, la cui unica caratteristica era quella di chiudersi dal davanti grazie ad una lunga lampo, in modo da potermi spogliare in meno d’un secondo. Come intimo scelsi quello che definivo ‘perizoma virtuale’ in quanto era composto da due sottili strisce di raso, che non coprivano nulla neanche davanti, visto che di fatto s’andava ad infilare proprio fra le grandi labbra. Conclusi la mia mise con un reggiseno che lasciava completamente scoperto il seno, pur sorreggendolo dal basso grazie ad un ferretto, e dei sandali con un tacco vertiginoso.
“Certo che sei proprio una gran puttana.” dissi a me stessa mentre mi guardavo allo specchio “Ma, del resto, stasera voglio esserlo sino in fondo.”
Phil fu puntualissimo, e credo anche un po’ deluso dopo che salii in macchina, non sapendo cos’avessi sotto quel vestito un po’ banale.
“Dove mi porti di bello ?” gli chiesi non appena mise in moto la macchina.
“Non molto lontano dove c’aspetta un mio amico.” mi rispose con nonchalance
“Ti va bene se non facciamo conversazione ?”
“Sì perché ?”
Non risposi alla sua domanda, ma feci scorrere tutta la lampo del vestito sino ad aprirlo completamente, per leggere poi nel suo sguardo un grandissimo stupore.
“Dimmi solo una cosa, questo tuo amico ha un bel cazzo ?” gli chiesi mentre mi succhiavo un dito.
“Sì… sì.” mi rispose ancora scioccato per la mia audacia.
“Allora è meglio che mi prepari per lui.” gli dissi infilandomi nella passera il dito ancora ricoperto dalla mia saliva.
Il viaggio durò credo una decina di minuti, durante i quali non smisi mai di toccarmi sempre più lascivamente, mentre lui si limitò a sfiorarmi una coscia. Mentre una mano era stabilmente dentro il piccolo perizoma, con l’altra mi passavo in continuazione un dito fra le labbra, mormorando frasi sconce che lasciavano poco spazio all’immaginazione, su cosa avrei fatto una volta trovato un vero maschio.
Phil fermò la macchina all’interno di un piccolo parcheggio sotterraneo, e poco dopo s’avvicinò un giovane di bell’aspetto.
“E’ lui il tuo amico ?”
“Sì, si chiama Vladimir e non è la prima volta che lo faccio venire qui dentro.” mi rispose facendo scendere il finestrino dal mio lato.
“Allora Vladimir vuoi sentire come mi sono bagnata mentre venivamo qui ?” dissi al ragazzo allargando ancor di più le gambe.
Lui non mi rispose, ma fece scivolare una mano dal seno fino all’interno delle cosce, per poi palparmi con un certo vigore la passera. Mi ritrovai ben presto tutte e quattro le mani degli uomini che mi toccavano, anche se solo Vladimir la teneva fra le mie gambe, facendo entrare spesso una o due dita dentro. L’eccitazione arrivò a picchi elevatissimi, tanto che fu quasi una liberazione vedere il ragazzo aprirsi i pantaloni, e far uscire una bella mazza ancora un po’ floscia.
“Ma che bel cazzo !” esclamai prendendoglielo in mano “Peccato che così dovrò provvedere da sola a tenermi in caldo la fica.”
Mi ero infatti resa conto che Phil non mi avrebbe mai toccato fra le gambe, così mentre masturbavo Vladimir, ripresi a sditalinarmi, anche se questa volta con ben altra passione.
Quando la mazza dello stallone divenne dura mi tolsi il vestito, che oramai era solo d’impiccio, per mettermi quasi carponi sul sedile, e dopo aver tirato fuori la testa dal finestrino, prendere fra le labbra quella grazia divina.
“Phil non vuoi sentire com’è bagnata la mia fica ?” dissi all’uomo mettendo un piede sul tappetino della macchina per poter aprire meglio le gambe.
“Solo se posso anche baciarti il culo.” mi rispose e non mi restò quindi che annuire prima di ributtarmi sul pene dello stallone di turno.
Phil mi dimostrò d’avere un tocco quasi magico, il suo era un continuo massaggio unito al premere un dito contro il clito, senza però entrare mai dentro. Inoltre, mi baciava le chiappe quasi sfiorandole con le labbra, rallentando quand’era vicino al loro interno, ed accelerando quando invece s’allontanava.
“Perché non esci dalla macchina così ti scopo ?” mi chiese Vladimir tirando fuori dalla tasca un preservativo.
“Dammelo !” gli risposi quasi afferrando la bustina che aprii senza problemi per tirare fuori il preservativo, che gl’infilai usando anche la bocca.
A quel punto non mi rimase che scendere dalla macchina, e piegarmi contro la portiera con la testa appena dentro, e le gambe ben aperte in attesa d’esser scopata.
Vladimir mi buttò dentro tutta la sua nerchia senza trovare alcun attrito, e del resto ero tanto vogliosa e quindi bagnata, da render quasi superfluo il lubrificante del preservativo. Iniziai subito a godere come una pazza, ma non per questo non notai che Phil era rimasto al suo posto, quasi impassibile, e che soprattutto non si stava toccando in alcun modo.
Il ragazzo dietro di me invece si stava dando un gran daffare, tanto che mi ritrovai con tutto il tronco dentro l’abitacolo.
“Ti piace, lo ti si legge in faccia.” mi disse Phil accarezzandomi il viso.
Io non gli risposi, ma glie feci passare una mano dietro la testa, che poi spinsi verso la mia per poterlo baciare. Lui all’inizio quasi si tirò indietro, ma poi si lasciò andare e ci scambiammo così lunghi baci, non molto sensuali ma non per questi non carichi di significato.
Quell’uomo infatti era ben diverso dai soliti cornuti che frequentavano la villa di Julia, avendo con loro solo la passione per il guardare e nulla più. Phil non si sarebbe mai fatto sottomettere, e neanche partecipato passivamente ad un rapporto, se non per preparare la donna al suo amante, mettendosi poi quasi in disparte, come se avesse paura di disturbare.
“Vuoi che lui m’inculi ?” mormorai a Phil per non farmi sentire da Vladimir.
“Solo se lo vuoi tu.” mi rispose quasi con dolcezza.
Spinsi il ragazzo indietro lasciandolo un po’ interdetto, ma non appena mi piegai sul cofano della macchina, e gli aprii le chiappe comprese subito cosa doveva fare.
Se prima era stato un vero stallone, ora si rivelò in tutti i sensi un animale, ma del resto ero stata io a chiedergli d’esserlo offrendomi in quel modo. Lo slavo, infatti, non solo m’afferrò saldamente per i fianchi, ma iniziò a sbattermi contro la macchina come un ossesso, facendo uscire ogni tanto la sua mazza dal mio sfintere, solo per rimetterla con ancora più forza. Tutto ciò non faceva però che accrescere il mio piacere, anzi oramai più mi trattavano come una cagna, più godevo tirando fuori il mio lato più perverso.
Phil si era tirato un po’ indietro, ma non per questo non stava vedendo come godevo con quell’uomo dietro di me che mi sbatteva davanti a lui. Quello che mi parve strano è che continuava a non toccarsi in alcun modo, anzi teneva le mani sul volante come se volesse metterle in mostra.
Vladimir si fermò solo quando comprese che stava venendo, e a quel punto mi prese per un braccio per tirarmi verso di lui. Non so perché ma una volta che gli tolsi il preservativo, non volli portarlo all’orgasmo con una semplice sega, facendo cadere il suo sperma per terra, quasi a dimostrargli d’averlo usato come un giocattolo buono solo a farmi godere.
Lui però non se la prese in alcun modo, anzi si rimise a posto i pantaloni per poi salutarci e sparire dietro di noi.
“Programmi per la serata.” mi disse Phil portandomi il vestito.
“Sì tu.” gli risposi buttando dentro l’auto l’abito, per poi baciarlo sul collo.
“Myrna ... lo sai … io.” bofonchiò con ben poca convinzione.
“Tu stai zitto. Se vuoi che sia tua il patto è chiaro, devi godere anche tu ma solo con me, perché di mezzi segaioli ne ho piene le palle.”
“Sì ma io…”
“Non puoi esser peggio di altri uomini, quindi taci e lasciami fare.”
Gli poggiai una mano sul pacco mentre ripresi a baciarlo sia sul collo che vicino alla bocca, poi gli aprii i pantaloni per tirargli fuori il cazzo. Rimasi sorpresa non tanto delle sue dimensioni, che erano sì modeste ma avevo visto ben di peggio, quanto al fatto che nonostante tutto quello che era successo, fosse ancora molliccio.
“Adesso rilassati e lascia fare a me.” gli sussurrai all’orecchio iniziando a masturbarlo.
Pian piano il suo membro cominciò ad avere un’erezione degna di questo nome, così non mi rimase che accucciarmi davanti a lui per concludere quella che per lui era un’impresa. Gli passai la lingua da sotto i testicoli fino alla cappella, e quando iniziai a succhiarlo credetti che fosse quasi sul punto di venire.
Phil diceva parole senza senso, mentre io trattavo la sua mazza in modo ben diverso da come avevo fatto poco prima con Vladimir. Se infatti con lo stallone il mio scopo era stato solo quello d’eccitarlo, adesso volevo solo fargli avere un gran bell’orgasmo, come sicuramente non provava da tempo, e per questo ci misi tutta la passione di cui ero capace.
Quando sentii il primo schizzo sul palato, compresi che i miei sforzi erano stati ripagati, ed accolsi quasi con gioia tutto il piacere senza quasi muovere la bocca.
“Che dici mi merito un bacio ?” gli dissi una volta che mi fui alzata e messa difronte a lui.
“E che domanda è.” mi rispose prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
Ci baciammo a lungo, come due adolescenti al loro primo appuntamento, senza badare al fatto che io ero quasi nuda, e lui coi pantaloni abbassati.
“Ti riporto a casa.” mi disse staccandosi da me “Ma domani sera andiamo a cena, voglio che il nostro rapporto sia chiaro, ma soprattutto duraturo.”
“Stai tranquillo è quello che voglio anch’io.” gli risposi rimettendomi il vestito prima di risalire in macchina.
Phil mi riportò davanti casa, e una volta davanti al portone bloccò inavvertitamente le portiere.
“Scusami non mi sono mai abituato alla sensibilità di questi comandi.” mormorò sboccandole per poi alzare leggermente la voce “Però a questo punto voglio chiederti se posso avere l’esclusiva di averti con me, ovviamente alle condizioni che decideremo insieme.”
“No, e non prenderla come un’offesa.” gli risposi mettendogli una mano fra le mie “Sei una persona fantastica, e con te so che non avrei mai problemi d’intesa, ma non voglio un legame fisso con chi non mi può dare tutto di cui ho bisogno, e con tutto intendo anche il sesso.”
“Va bene almeno sei stata onesta, ti prego solo d’accettare questo piccolo regalo come ringraziamento per la bella serata.” mi disse dandomi un pacchetto e subito dopo un bacio sulla guancia.
Uscii dalla sua macchina certa d’aver fatta la scelta giusta, pur sperando di poterlo rivedere per poterci divertire insieme.
Una volta entrata aprii il regalo scoprendo che era un bel bracciale in oro, poi mi buttai sotto la doccia, non tanto per lavarmi quanto per schiarirmi le idee. Avevo trovato un uomo che era sì un guardone, ma non un sottomesso o un pervertito, e visto chi frequentavo questo era già un passo avanti.
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