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Myrna cap 23


di MissSerena
14.04.2025    |    243    |    2 9.4
"Da allora avevo incontrato molti uomini che di fatto volevano solo guardare, ma coi quali non c’era mai stato nessuno spiacevole incidente, e che a quel..."
Il giorno seguente alla sottomissione di Tina, ma soprattutto di Goffry, chiamai Julia per rendicontarla su quanto accaduto, e anche per spiegarle cos’avevo in mente per lo spettacolo che la donna avrebbe dato nella sua villa.
“Non vedo grossi problemi.” mi rispose lasciando trapelare un certo entusiasmo “Ovviamente dovremmo fare tutto all’aperto, ma c’è un prato che potremmo usare, e di certo dovrei mettere delle telecamere per poter trasmettere quanto succede all’interno, in modo che tutti possano guardare. Quindi se mi dai un paio di giorni per organizzare, si potrebbe fare sabato sera, che è la serata ideale per un’orgia in piena regola.”
“Va benissimo, lascio a te ogni aspetto dell’organizzazione, per il resto stai tranquilla che quella gran troia di Tina farà tutto ciò che dico senza fiatare.”

Quel fatidico sabato sera arrivai alla villa molto presto, non tanto per prepararmi, quanto per assicurarmi che fosse tutto in ordine, pur sapendo che con Julia andavo sul velluto.
“Certo che a volte sei proprio perversa !” mi disse la titolare vedendomi fin troppo indaffarata.
“In realtà sono quei due a tirare fuori il peggio di me.” le risposi sorridendo “Non tanto Tina che in fondo è brava solo se scopa, quanto lui che è davvero una nullità, e non intendo solo dal punto di vista sessuale. Vedi qui vengono molti uomini che vogliono essere dei gran cornuti, ma lui non ha davvero nessuna attitudine per poter esser definito anche lontanamente un uomo, se poi pensi che sta sotto ad una che è fin troppo facile da sottomettere, e che lo mette sotto come vuole !”
“Va bene però lei la preparo io, non che non mi fidi di te, ma voglio essere la prima a riempirle il culo.”
Ridemmo entrambe della sua battuta, poi un suo assistente ci disse che la coppia era arrivata, così la lasciai per andarmi a preparare.
In realtà dovevo solo indossare un completo push-up e tanga di lattice nero, guanti e stivaloni a mezza coscia di pelle anche loro neri. Guardandomi allo specchio mi resi conto d’essere un misto fra una puttana e una dominatrice, ma quel che più importava era il fatto che mi piacessi in quelle vesti così estreme.
Pensai a quando il mio ex marito m’aveva chiesto per la prima volta di mettergli le corna in sua presenza, e di come ben presto la situazione fosse degenerata concludendosi col divorzio. Da allora avevo incontrato molti uomini che di fatto volevano solo guardare, ma coi quali non c’era mai stato nessuno spiacevole incidente, e che a quel punto considerassi fare la sweet come una vera e propria vocazione, oltre che un lavoro molto remunerativo.
Non ebbi però tempo di ammirarmi troppo che da fuori mi giunse la voce di Julia per farmi sapere che Tina era pronta, così uscii dal mio camerino dopo essermi parzialmente coperta con un mantello, ovviamente nero.
“Allora sei pronta a diventare una perfetta troia ?” chiesi a Tina prendendo il capo del guinzaglio che le era stato fissato al collo tramite un collare.
“Sì e non vedo l’ora.” mi rispose la donna che ancora ignorava cosa avessi pensato per lei.
La guardai un attimo, e dovetti ammettere che si era preparata benissimo, non tanto per il suo intimo, un comune reggiseno a triangolo e un perizoma di dimensioni minime, oltre a delle calze autoreggenti a rete, il tutto bianco latte, quanto per scarpe con tacco e zeppa stratosferici che quasi le impedivano di camminare in modo naturale, ma che la rendevano una perfetta puttana da strada.
“Bene andiamo.” le dissi portandola nel piccolo giardino dove era stato preparato un divano in finta pelle da pochi soldi per la sua iniziazione come performer.
In realtà davanti al divano c’erano alcuni tavoli, prenotati da tempo com’era ormai prassi in questi casi, dove coppie danarose avevano pagato più che una discreta cifra per assistere allo spettacolo, ben sapendo che non ne sarebbero rimaste deluse, mentre la maggior parte dei presenti era nei saloni dove poteva assistere all’orgia seduti in comode poltrone. Come promesso Julia aveva fatto sistemare quattro telecamere agli angoli del divano, che trasmettevano le immagini a dei maxischermi messi di lato, in modo che tutti potessero ben vedere quello che la donna stava subendo, oltre a quelli presenti in diverse stanze della villa. Fra i presenti nel giardino c’erano un paio di signore col proprio cuckold ai piedi e l’amante di turno al loro fianco, diverse coppie di scambisti, e Keya una mistress che a volte cercava coppie slave proprio in queste occasioni, oltre ovviamente a Goffry che si era messo quasi di lato.
Conoscevo Keya più di fama che di persona, essendo quasi una leggenda vivente in fatto di dominazione, e non mi stupii più di tanto nel vederla quella sera, credendo che forse era alla ricerca di nuovi clienti.
“Signore e signori questa è Tina.” dissi al pubblico dopo aver fatto camminare la donna un paio di volte in cerchio “Tina è pronta a affrontare la prova che la consacrerà come una vera puttana moglie di un grandissimo cornuto, ma per una volta sarò io ad iniziare lo spettacolo, ma state tranquilli alla fine sarà lei ad avere il culo talmente sfondato da fare schifo.”
Feci sistemare Tina carponi sul divano, e dopo aver fatto letteralmente volare il mio mantello, iniziai a sculacciarla piano, ma aumentando la forza dopo che presi un piccolo paddle, col quale la colpì diverse volte fra le gambe, facendola gemere, ma non di dolore.
“Sei una piccola cagna vogliosa.” le dissi mentre le sfilavo il perizoma che subito dopo le infilai in bocca “Ora vediamo se sei pronta a farti sfondare il culo.”
Presi un dildo non molto grande e liscio, che come il paddle avevo fatto sistemare ai bordi del divano, e nonostante sapessi che Julia le avesse riempito lo sfintere con del gel lubrificante, sputai diverse volte sulla punta del toy, oltre che sul buchetto di Tina. Il dildo le entrò dentro come una comune supposta tanto era stata lubrificato, e ciò mi fece pensare che quell’oggetto era del tutto inutile, così mi feci portare del gel col quale mi cosparsi la mano.
Tina comprese immediatamente le mie intenzioni, ma invece di dire qualunque cosa, s’aprì le chiappe come a dirmi di fare ciò che volevo. Entrai quindi con due dita, che diventarono presto tre, poi quattro, per finire col sodomizzarla con tutta la mano mentre coll’altra le massaggiavo la passera.
Udii indistintamente frasi di stupore fra il pubblico, che ero certa non s’aspettava una sodomizzazione così estrema quasi all’inizio di un’orgia, ma del resto Tina era forse la donna coll’indole più da troia che avessi mai conosciuto. Del resto lei stessa non pareva soffrire in alcun modo, anzi a tratti quasi spingeva il culo all’indietro come a cercare una penetrazione maggiore.
A quel punto decisi di passare alla fase successiva dell’iniziazione, così le infilai nuovamente il dildo nel culo, prima d’andarmi a sedere sulla spalliera del divano, per poterle mettere la passera davanti alla faccia.
“Inizia a leccare che dopo viene il bello.” le dissi spostando il tanga di quel tanto che bastava per scoprirmi il sesso, che lei iniziò subito a leccare quasi con avidità.
Stranamente non provai alcun piacere nel farmi leccare la passera, così senza ulteriore indugio afferrai il guinzaglio, in modo che non potesse scappare in alcun modo, ed iniziai a pisciarle in faccia.
“Bevi troia, bevi come se il mio piscio fosse champagne, e te lo dico subito questo è solo l’aperitivo.”
Tina all’inizio cercò di evitare i miei zampilli d’urina, ma poi comprese qual era il suo destino, così aprì la bocca ed iniziò a bere, mentre dal pubblico qualcuno applaudiva soddisfatto dello spettacolo.
Per essere più comoda feci sdraiare Tina per terra per poi mettermi a cavalcioni sul suo viso, ma non paga del poterle pisciare in faccia, ripresi il paddle per colpirla sul seno e sulle gambe.
“Lecca bene altrimenti ti faccio bruciare la pelle.” le ordinai quando finii di urinarle in bocca, ma non ci fu bisogno di dar seguito alle mie minacce perché Tina passò la lingua ben dentro la mia passera.
“Che ne dite, è giunto il momento di far sfondare perbene il culo a questa troia ?” chiesi quindi al pubblico dopo essermi alzata in piedi e riafferrato il guinzaglio.
“Sì sì falla sfondare.” fu il coro unanime di chi assisteva all’iniziazione.
“Bene allora entrino gli uomini, e si dispongano su due file.”
Dal lato destro entrarono sei uomini già nudi, con alcuni di loro esibivano una discreta erezione, che si disposero come avevo richiesto. Portai davanti a loro Tina, facendola camminare a quattro zampe per farle prendere il membro in bocca del più vicino, per un breve pompino, ripetendo poi lo stesso copione per tutti gli altri.
Quando ebbe finito di prendere mazze in bocca, gli uomini la fecero mettere in mezzo, per poi pisciarle addosso a turno, e nonostante la copiosità dei getti, Tina bevve la maggior parte di quell’urina senza proferire parola, davanti agli occhi increduli del marito.
A quel punto Rico, un ragazzone mulatto che avevo eletto a capo del branco, portò la donna un paio di metri più vicina al pubblico, per farla mettere carponi e sodomizzarla seduta stante, mentre un altro ragazzo le chiudeva la bocca col suo membro.
“Certo che questa puttana l’hai sfondata tanto che il mio cazzo dentro il suo culo ci balla !” mi disse ridendo Rico.
“E voi inculatela in coppia.” gli risposi anch’io ridendo “E stai tranquillo che non aspetta altro.”
Usando tutta la sua forza Rico girò Tina senza far uscire la sua mazza da dentro di lei, fino a ritrovarsi lui di sotto, quasi offrendo la donna ad uno degli altri ragazzi del branco. Fu quello più magro a mettersi davanti Tina per sodomizzarla insieme a Rico, e con tutta quella carne dentro lo sfintere alla donna uscì ben più di un gemito di dolore, ma non disse nulla per fermare l’orgia.
Quello che ne seguì fu quasi incredibile, non tanto per la violenza spesso fine a stessa, quanto per l’accanimento che misero quegli uomini nel brutalizzare analmente Tina, lasciandole solo prendere fiato, se così si può dire, quando la mettevano in mezzo per pisciarle addosso uno dopo l’altro, per poi riprendere a sodomizzarla sempre in due alla volta.
Guardai prima il pubblico, che ormai non faceva che incitare i sei stalloni a non smettere nella loro azione, poi Goffry che mi sembrò quasi non credere ai propri occhi, nel vedere quella che sino a poco più di un paio di mesi prima era la sua tranquilla moglie, trattata peggio di un animale.
Alla fine Tina fu sdraiata per terra e gli uomini le vennero in faccia, poi fui invitata a dare il mio contributo e non mi rimase che urinare sul suo viso coperto di sperma.
“Non credevo che potessi resistere a tanto.” dissi alla donna che a malapena si reggeva in piedi.
“Neanch’io ma è stato incredibile, ora non dico che lo rifarei domani, ma adesso so che di fatto non ho limiti.” mi rispose fiera di quel che stava affermando.
Non so perché ma quelle parole mi fecero disprezzare ancor di più suo marito, che già consideravo una nullità, ma al quale volli distruggere ogni rimasuglio di dignità.
“Credo che a questo punto sia necessario invitare qui il gran cornuto di questa altrettanto gran troia, quindi Goffry vieni qui vicino a noi senza fare troppe storie.” dissi ad alta voce in modo che tutti potessero sentirmi.
Lui venne sul prato camminando a testa bassa, ben sapendo che non mi sarei limitata a ridicolizzarlo solo con le parole. Infatti quando fu davanti alla moglie, gli tirai fuori il pene in vistosa erezione, e lo masturbai brevemente fino a farlo venire sulla pancia di Tina.
“Ora sapete tutti perché quest’uomo è cornuto, non dura un cazzo !” dissi ridendo e facendo scoppiare l’ilarità fra il pubblico “Adesso porta tua moglie a fare una doccia, e mi raccomando lavale bene il culo perché stasera l’ha usato tantissimo.”
La coppia uscì di scena fra l’ultimo applauso del pubblico, che subito dopo ne fece uno a me per premiare l’idea dell’iniziazione di Tina.
Stavo per rientrare nel camerino quando fui fermata da Keya, che era stranamente da sola.
“Posso farti i miei complimenti per come hai trattato quella puttana ?” mi chiese con naturalezza “Ma soprattutto vorrei chiederti se hai voglia di discutere con me di un certo progetto che ho in mente.”
Trovai quasi innaturale tutta quella gentilezza da parte di una donna che era la più grande dominatrice della città, ma forse proprio per questo accettai senza pensarci troppo.
“Va bene se ci vediamo domani per un aperitivo ? Facciamo alle sei da Harold ?”
“Va benissimo, a domani.” le risposi per dirigermi dove mi sarei cambiata e lavata, senza però mai smettere di pensare a cosa quella donna avesse in mente per me, ma in fondo mi bastava aspettare meno di ventiquattrore.
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