tradimenti
Myrna cap 11
di MissSerena
17.01.2025 |
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"“Myrna lei è veramente splendida, questa guepière le sta d’incanto..."
“Credimi, di pervertiti ne ho visti tanti, ma come Edward…”Ero seduta a prendere un aperitivo con Angela dopo aver ripreso a fare la escort, e nonostante la conoscessi molto bene, stentavo a credere alle sue parole.
“Scusa ma non capisco, ti paga per stare nuda davanti a lui che non fa niente ?”
“No mi paga per vedermi scopare con un altro ! In pratica fa il guardone limitandosi a qualche carezza sul viso, se proprio è in giornata, altrimenti se ne sta lì zitto e fermo in poltrona.”
“Scusa è qual è il problema ? In fondo ti paga per scopare e se poi lo fa un altro a te che importa ? E poi credimi che non è l’unico, il mio ex alla fine era una macchina di seghe, che si faceva una dietro l’altra mentre io gli scopavo in faccia.”
“Non lo so è che odio l’esibizionismo, e con lui mi sento come se fossi in una vetrina.”
Ripensai a quando avevo scopato con Leon con mio marito nella stanza accanto che ci guardava attraverso delle webcam, e che in quell’occasione non avevo avuto alcun imbarazzo.
“Perchè non me lo cedi ? Intendo questo Edward, tanto a te non piace e ti prometto che se qualcuno mi chiede di portare un’amica chiamo te.” le proposi incuriosita da quell’uomo che lei non sopportava.
“Myrna sinceramente speravo che me lo chiedessi, ora ti mando un messaggio coi suoi contatti così non lo devo più vedere.”
Non trovai nulla di strano nell’atteggiamento di Angela, anche perché in fondo ognuna di noi aveva i suoi piccoli tabù, o pratiche che cercava d’evitare come la peste, quindi pagai il conto e mi diressi verso casa.
Il giorno seguente che era martedì, mi chiamò Edward per chiedermi un incontro, per spiegarmi un po’ nervosamente quali erano i suoi desideri.
“Da parte mia non c’è nessun problema.” gli dissi per tranquillizzarlo “Dimmi solo se c’è un abbigliamento che prediligi.”
“Amo il nero.” fu la sua sintetica risposta.
“Va bene allora ci vediamo da te venerdì sera alle nove.”
“Ma dove cazzo abita questo qui !”
Raramente bestemmio in macchina, ma per trovare la casa di Edward nominai diversi santi e alcune Madonne, ma del resto anche il navigatore satellitare era andato in tilt. Alla fine riuscii più per fortuna che per bravura, a trovare la sua casa, o per meglio dire il villone dove abitava, con un ritardo abbastanza contenuto.
Non feci quasi in tempo a suonare al campanello del portone, che un distinto sessantenne in smoking mi venne ad aprire.
“Buonasera Myrna sono Edward, ha avuto problemi a trovarmi ?” mi chiese dopo aver fatto un perfetto baciamano.
“Sì ma nulla d’insormontabile.” gli risposi affascinata da quell’ingresso che era grande quasi come tutto il mio appartamento.
“Venga le faccio strada, e le posso chiedere se la nostra comune amica Angela le ha già parlato di quel che chiedo ?” mi disse mentre salivamo al piano superiore
“Sì e da parte mia non c’è alcun problema nel soddisfare le sue richieste, in ogni caso se c’è qualcosa in più di cui vorrebbe parlare non abbia nessun problema a dirmelo.”
“”Credo di no, a proposito gradisce dello champagne ?”
“Sì grazie.”
“Lo troverà in camera, solo prima d’entrare dovrà togliersi il vestito, anzi siamo arrivati, lì c’è una sedia dove poggiarlo insieme alla borsa.”
“Per cortesia mi tira giù la lampo ?” gli chiesi dandogli le spalle.
“Certamente.”
In realtà volevo solo capire se aveva dei problemi a toccare un corpo femminile, e una volta che la chiusura fu in basso, mi tolsi il vestito per poi sistemarlo sulla sedia insieme alla mia pochette.
“Myrna lei è veramente splendida, questa guepière le sta d’incanto.”
“Grazie Edward lei è troppo gentile.”
Trovavo un po’ ridicolo darsi del lei, ma avevo un certo timore a passare al più confidenziale tu, e del resto era lui a dettare le regole.
“Prego s’accomodi e si vada a sedere sul letto, Lorenz sarà qui a momenti.”
Dopo neanche un minuto arrivò un uomo piuttosto tarchiato e neanche troppo bello, del tutto privo di capelli ma con un sorriso a dir poco radioso che Edward mi presentò come Lorenz.
“Vi stappo una bottiglia e poi vi lascio fare ciò che volete.” ci disse il padrone di casa mentre prendeva lo champagne dal cestello col ghiaccio che aveva preparato.
Lorenz mi portò un flute per poi sedersi al mio fianco e brindare al nostro incontro, ma quasi senza staccare mai lo sguardo dal mio corpo seminudo.
Finito il brindisi Edward prese i due flute, che poggiò sul comodino, per andarsi a sedere su una grossa poltrona sistemata proprio davanti al letto, come se volesse dirci che potevamo iniziare a fare sesso.
“Che ne dici di spogliarti e poi venire qui a tenermi un po’ di compagnia.” dissi con voce sensuale a Lorenz mentre scivolavo sul letto sino ad avere fuori i soli piedi.
Lui s’alzo per iniziare a togliersi i vestiti, e come ebbe il petto nudo, gli poggiai i piedi sugli addominali quasi volessi massaggiarli con le mie estremità.
“Fammi vedere la fica.” mi disse afferrandomi le caviglie per spalancare le gambe.
Gli spostai il perizoma quel tanto che bastava per scoprire la passera, poi lui quasi s’inginocchiò davanti a me per poterla baciare con una passione che raramente si trova in un uomo. Lorenz si dimostrò molto di più del solito stallone buono solo ad usare la nerchia, infatti passò a lungo la lingua intorno alle grandi labbra, prima di scendere verso il clitoride e quindi ancor più giù sino a sfiorarmi il buchetto. Il suo lento lavoro di lingua, appoggiato talvolta dalle dita che usava quasi sempre per potermi leccare meglio, mi fece dimenticare della presenza di Edward, col risultato che ben presto ero io a voler scopare ancor più di lui.
“Ma tu sei ancora mezzo vestito.” gli dissi passandomi sensualmente un dito sul labbro inferiore “E io non so ancora se hai un bel cazzo.”
“Basta che vieni qui e ti togli la curiosità.” mi rispose alzandosi in piedi.
Mi avvicinai a lui muovendomi gattoni per poi rimanere sulle ginocchia una volta arrivata al bordo del letto, quindi gli aprii i pantaloni mentre gli baciavo il petto. Quello che tirai fuori dai calzoni era una mazza a dir poco notevole, seppur ancora abbastanza floscia, ed il solo pensiero che presto m’avrebbe scopata mi fece salire l’acquolina in bocca, che mi tolsi in parte accogliendo quel bel bastone fra le labbra.
“Perché non ti togli quelle ridicole mutandine così posso scoparti ?” mi domandò prima di darmi un lungo bacio in bocca che mi sciolse come un ghiacciolo sotto il sole.
“Ecco fatto !” gli risposi facendo volare via il perizoma per poi sdraiarmi quasi sul bordo del letto con le gambe ben aperte.
Lorenz mi prese miscelando alla perfezione mascolinità e passione, facendomi sì sentire la sua mazza dentro di me, ma senza procurarmi alcun male, spingendo dentro quel palo di carne sapendo bene quando si doveva fermare, e quando invece doveva forzare la mano.
Iniziai a gemere di piacere ad ogni suo affondo, aumentando il volume quando lui mi fece scivolare al centro del letto per potersi mettere sopra di me. Oramai Edward era del tutto uscito dalla mia mente, dove c’era solo Lorenz che mi scopava come se fossi una regina.
Anche quando ci girammo sul letto era sempre lui a dettare il ritmo, che era un cocktail di violenti affondi e dolci sali e scendi che non potevano non farmi uscire di testa. Nonostante non fossi certo una verginella, non avevo mai trovato un uomo del genere, che poneva davanti a tutto il piacere della propria partner, avendo fra l’altro una mazza di tutto rispetto.
Alla fine mi ritrovai carponi sul letto con lui che adesso forzava un po’ di più l’andatura, ma del resto anche Lorenz era pur sempre un uomo con tutti i suoi limiti, anche se posti decisamente in alto.
Quando si tirò indietro oramai prossimo all’orgasmo, presi uno dei due flute e lo misi sotto la sua cappella, per poi segarlo e farlo venire nel bicchiere. Per far eccitare ancor di più Edward versai dello champagne nel flute per poi berne tutto il contenuto, passandomi alla fine la lingua sulle labbra, come se non volessi perdermi una goccia di quei due liquidi così diversi.
“Adesso riempimelo tu.” dissi ad Edward allungando bicchiere e bottiglia “Non sai come mi ecciti bere queste belle bollicine.”
Lui ubbidì in uno stato quasi di trance, poi una volta bevuto con tutta calma lo champagne, andai a sdraiarmi vicino a Lorenz che non aveva mai smesso di guardarmi con un atteggiamento fra il divertimento e lo stupore.
“Spero tu ti ricarichi in fretta, perché io ho ancora voglia di cazzo.” gli dissi sfiorandomi con due dita il seno e la passera.
“Con una come te vicino è difficile non voler continuare a scopare.” mi rispose mettendo una mano sopra quella che avevo sul pube.
Lentamente iniziammo a toccarci a vicenda mentre i baci si facevano sempre più audaci, sino a diventare quasi una gara a chi riusciva ad imprigionare la lingua dell’altro con la propria. E se la mia mano era oramai saldamente sulla sua mazza, le sua non smetteva di farmi uno strano massaggio, fatto sì di tocchi ma anche di piccole penetrazioni, che mi fece bagnare tanto da inzuppare le lenzuola.
Alla fine gli salii sopra mettendogli la passera in faccia, in modo da potergli afferrare il bastone con una mano e ricoprire di piccoli baci la cappella, prima che questa finisse nella mia bocca, sino a che non raggiunse una completa erezione.
Lorenz però non rimase in alcun modo fermo, anzi mi allargò il più possibile le grandi labbra, in modo da farci passare in mezzo la lingua, facendomi fremere ogni volta che questa arrivava al clitoride.
“Ora basta giocare.” mi disse facendomi quasi cadere sul letto “Una come te dev'essere scopata il più possibile, altro che preliminari.”
Non ci fu bisogno che muovessi un solo muscolo, che lui si mise dietro di me, e dopo avermi alzato una gamba, mi penetrò ancor più facilmente di prima, facendomi godere fin dal primo affondo.
Nonostante fosse fin troppo piacevole quella posizione, anche perché sentivo le sue mani toccarmi su tutto il corpo, volevo di più quasi non mi bastasse replicare quanto fatto poco prima. Così scivolai in avanti per poi rimettermi carponi sul letto, ma questa volta alzando al massimo il sedere e poggiando una mano sulla passera quasi a volergli impedire di prenderla.
Lorenz però mi dimostrò per l’ennesima volta d’esser un vero maschio alfa, infatti m’infilò un pollice dentro il sesso, facendolo poi roteare diverse volte in modo da bagnarlo il più possibile coi miei umori, prima d’infilarmelo nel retto.
“Davvero lo vuoi nel culo ?” mi chiese riprendendo a scoparmi come un potente toro da monta.
“Sì perché vuoi l’invito scritto.” gli risposi quasi ridendo, ma ben sapendo che era ciò che voleva sentire.
Nonostante mi stessi comportando come una vera troia, lui mi sodomizzò con un certo garbo, ma una volta allargato a dovere il mio sfintere, continuò aumentando sempre il ritmo, quasi volesse sfondarmelo per il puro piacere di farlo. Io però godevo anche in quei momenti, anzi forse ancor più di prima tanto che ebbi un orgasmo talmente violento da farmi perdere la cognizione delle cose e del tempo. Lorenz da parte sua continuò come se niente fosse quella che sembrava più essere un’opera di demolizione, che un vero e proprio rapporto sessuale consenziente, ma del resto ero stata proprio io ad istigarlo in modo fin troppo palese.
Questa volta Lorenz non mi diede modo di far alcun giochetto col suo seme, ma semplicemente mi venne dentro inondandomi il retto col frutto del suo orgasmo, che mi diede n minimo di sollievo dopo quella furibonda cavalcata.
Lasciandomi basita, una volta finito Lorenz s’alzò per rivestirsi, salutare Edward ed andare via, senza dirmi una sola parola, quasi fossi un’estranea in quella stanza, e non più la sua compagna di giochi.
“Devi scusarlo ma è fatto così.” mi disse Edward porgendomi i miei vestiti “Del resto non credo t’interessi uno come lui solo per fare due chiacchiere.”
“No però è strano davvero !” gli risposi iniziando a rivestirmi “Insomma una parola poteva anche dirla, che ne so anche un semplice grazie o ciao…”
“A proposito di grazie ecco la tua busta.”
Lo vidi prendere una piccola busta dalla tasca interna e mettermela nella borsetta, e non so perché mi fidai, cosa che non avevo mai fatto con nessun cliente. Così come non era nel mio stile scambiare solo poche parole prima d’andarmene, ma del resto quella era stata tutto tranne che una serata normale.
Aprii la busta solo una volta arrivata a casa mia scoprendo che c’era ben più di quanto pattuito.
“Però il guardone è un vero affare.” pensai prima d’infilarmi sotto la doccia “Con lui sono sicura che i bei cazzi non mancheranno mai, ed è anche molto generoso, quindi volendo sono due piccioni con una fava. E sono sicura di risentirlo ben presto, e non sarà solo per un bis di stasera.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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