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Camilla 3/4


di MissSerena
03.02.2025    |    4.731    |    6 9.8
"Ci mettemmo d’accordo perché lei venisse da me sabato sera alle nove, e subito dopo dissi a Carlo di fare lo stesso, ma anticipando il suo arrivo di..."
Era passato poco più di un mese da quando avevo umiliato Carlo grazie ai miei due amici spagnoli, e sinceramente mi ero quasi dimenticata di lui e della sua scarsa dotazione in quanto a pene.
Stavo rientrando a casa dopo aver passato un pomeriggio a far finta di fare shopping in centro, quando lo vidi vicino al portone con l’aria del cane bastonato, e lo sguardo tanto basso da rasentare il marciapiede.
“Signora Camilla so che non mi vuol più vedere, ma la prego di lasciarmi spiegare, anche perché lei è l’unica persona che in fondo mi ha capito.” mi disse prima ancora che riuscissi ad aprire bocca.
“Va bene sali, ma ti do cinque minuti; quindi, preparati il discorsetto e vedi di convincermi a non buttarti di nuovo fuori di casa.” risposi con tono severo, anche se in realtà ero molto curiosa dallo scoprire cosa mi volesse dire.
Lo trattai con estrema freddezza sia sull’ascensore, che una volta entrati nel mio appartamento, sino a quando non mi sistemai comodamente sul divano, lasciandolo in piedi neanche fosse un maggiordomo.
“Allora cosa mi vuoi dire.” domandai mentre m’accendevo una sigaretta.
“Vede Signora Camilla, quando mi ha mandato via l’altra volta sono uscito di qui pieno di dubbi, ma ho voluto far finta che non fosse successo nulla, o perlomeno che la realtà era un’altra, anche se non sapevo quale. Poi ho conosciuto una ragazza, e all’inizio andava tutto ben, sino a ieri quando l’ho trovata a letto con un altro, e da quel poco che ho visto direi molto ben dotato. Quando ho provato a chiedere una spiegazione lei ha subito iniziato ad insultarmi, a dirmi che ero un mezzo uomo con un quarto di cazzo e cose del genere, insomma quello che mi diceva lei quando lo faceva con altre persone. Ieri sono scappato via in preda alla rabbia, ma poi pensandoci bene ho compreso che essere un cornuto è il mio destino, e prima l’accetto e meglio è. Ora però vorrei che fosse lei ad istruirmi nel mio nuovo ruolo, se non altro perché è una donna d’esperienza, il che non vuol dire che sia vecchia, anzi è molto giovanile, ma allo stesso tempo sa quel che fa e perché.”
“Certo che sei proprio un coglione !” esclamai non appena ebbe finito di parlare.
Lui non disse nulla, ma abbassò la testa come se sapesse che quello era il minimo che potessi rispondergli dopo aver sentito la sua confessione.
“Dimmi come si chiama questa ragazza che t’ha reso per l’ennesima volta un cornuto.”
“Lara Signora Camilla.”
“Bene allora faremo così, tu adesso mi lasci il suo numero e te ne vai, in modo che io possa parlare da donna a donna con lei, anche se poi non è che sia molto da dire visto che hai un cazzo indegno di questo nome. Dopo averla sentito penserò a qualcosa che per te renda indelebile per tutta la vita, il fatto che sei del tutto inutile dal punto di vista sessuale, e che già devi considerare un piacere poter assistere alle tue corna. Sia ben chiaro che, se fallirai quest’ultima possibilità non solo rischi d’uscire dalla finestra invece che dalla porta, ma con me avrai chiuso in modo definitivo, e se ti farai di nuovo vivo farò in modo che il mondo sappia del verme che hai fra le gambe, sono stata chiara ?”
“Sì Signora Camilla, chiarissima come sempre.”
Carlo mi passò il numero di Lara prima d’andarsene, e non riuscii a resistere più di qualche minuto prima di chiamare la ragazza.
Fu una lunga telefonata che non fece che confermare le mie convinzioni su quello che poteva essere Carlo all’interno di una coppia, di fatto il Bancomat per pagare ogni sfizio della donna che aveva accanto, compreso il piacere di guardarla mentre era con un altro. Lara non solo si trovò sulla mia stessa lunghezza d’onda, ma mi fece nascere un’idea tanto perversa quanto a modo suo divertente, su come umiliare Carlo e renderlo al contempo ancora più sottomesso al mio volere.
Ci mettemmo d’accordo perché lei venisse da me sabato sera alle nove, e subito dopo dissi a Carlo di fare lo stesso, ma anticipando il suo arrivo di mezz’ora, e ordinandogli di mettere trecento euro in una busta.

Come d’abitudine Carlo fu puntualissimo, presentandosi con un vestito molto elegante, dentro il quale però era chiaramente impacciato.
“Cosa ti turba.” gli domandai vedendolo irrequieto.
“Non lo so, forse sono questi soldi.” mi rispose prendendo la busta col denaro “Non capisco cosa ci devo fare.”
“Semplicemente li darai alla persona che arriverà fra poco, dopodiché la seguirai in camera dove sai già quello che accadrà.” gli dissi con la massima calma “Adesso dammi una mano con la lampo di questo vestito così iniziamo a divertirci.”
In realtà non avevo alcun problema con la chiusura di quel semplice tubino, ma volevo fosse lui a togliermelo lasciandomi con la miglior lingerie nera del mio armadio, un completo push-up, tanga e reggicalze che avrebbe fatto resuscitare un morto, col plus delle calze con la riga dietro che mi rendevano ancor più seducente.
“Vedi se tu fossi un vero uomo mi salteresti addosso strappandomi quel poco che indosso.” gli dissi sdraiandomi languidamente sul letto “Invece dovrai pagare qualcuno perché mi faccia godere, ma come se ciò non bastasse, non potrai neanche sfiorarti quel vermicello che hai fra le gambe, e dirti soddisfatto se alla fine ti permetterò di farti una sega.”
Più parlavo e più lui diventava paonazzo, anche perché non smisi mai di sfiorarmi il seno e le gambe, e credo che per lui fu quasi una liberazione quando sentì suonare il campanello.
Senza che ci fosse di dire nulla, Carlo andò ad aprire e non vedere la faccia che fece quando vide Lara, fu l’unica gioia che mi mancò.
La ragazza venne dritta verso la mia camera, per fermarsi una volta arrivata alla porta, e li aspettare che il suo ex ragazzo le desse la busta con la cifra pattuita. Una volta che il denaro fu nella sua borsetta, Lara si tolse il vestito per salire sul letto a gattoni, mettendo così in bella mostra un culo a dir poco perfetto, davanti agli occhi ancora increduli di Carlo. Avevo dato uno sguardo ai suoi profili social, e mi era parso chiaro che non solo fosse una gran bella ragazza, ma del tipo che sa quel che vuole e come ottenerlo. Una del genere non poteva stare con Carlo per amore, ma soprattutto non poteva reggere a lungo la parte della santarellina, prima di andarsi a fare una sana scopata con chi era in grado di soddisfarla.
Con lei non ci fu alcun dialogo prima che le nostre bocche s’unirono in un lungo, languido bacio, con le mani che poco dopo andarono a cercare i gancetti del reggiseno per farli poi volare via.
Spinsi con delicatezza Lara sul letto per poi sdraiarmi su di lei e riprendere a baciarla sulle labbra, ma ben presto la mia bocca ebbe voglia di bel altri frutti. Lentamente scesi sul collo per poi arrivata con la lingua all’incavo del seno la diressi verso il capezzolo destro, che si ergeva come un obelisco su una collina. Dopo averlo leccato a lungo feci con lo stesso con quello sinistro prima di scendere sino alla sua passera, che era già umida dall’eccitazione.
A quel punto la ragazza mi stupì mettendosi a carponi col sedere proprio davanti alla faccia di Carlo.
“Guarda come mi fa godere una donna, impotente che non sei altro.” gli disse con disprezzo prima di concedersi totalmente a me.
Senza più alcun pudore Lara prese a toccarsi il sesso mentre io le tenevo aperte le chiappe per infilarci la lingua dentro, sino ad usarla come un piccolo pene per sodomizzarla. Quando sostituii la lingua con un dito, per la ragazza fu come avere una piccola doppia penetrazione, ed i suoi gemiti salirono subito d’intensità.
“Vedi Carlo se tu fossi un uomo mi spingeresti via per incularla con tutta la tua forza.” dissi al ragazzo che aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite per l’eccitazione “Ed invece sei lì che non puoi neppure farti una sega, col cazzetto che ti starà esplodendo dentro le mutande per quanto sei arrapato. E lo sai perché è così ? Perché sei un piccolo impotente, ora dillo con me sono un piccolo impotente.”
“Sono un piccolo impotente.” disse a voce tanto bassa da rendere quasi incomprensibili le sue parole.
“Non abbiamo sentito, parla più forte o oltre ad essere senza cazzo sei pure senza voce !”
“Sono un piccolo impotente.” disse quasi fosse per lui una liberazione affermare il proprio stato d’inutilità sessuale.
“Vorrà dire che farò la tua parte visto che tu sei maschio solo all’anagrafe.” gli risposi ridendogli in faccia,
Presi dal mio cassetto dei giochi lo strap-on più grosso che avessi; quindi, lo feci leccare un po’ a Lara prima d’inginocchiarmi dietro di lei per poterla scopare, umiliando così ancor di più Carlo.
La passera della ragazza era così pregna d’umori, che il fallo nonostante le sue ragguardevoli dimensioni, le entrò dentro senza che quasi ci fosse bisogno di spingerlo, e una volta che mi fui sistemata al meglio, presi a fotterla di gran carriera.
Scopare una come Lara era già di sé un piacere, se non altro perché gemeva in modo osceno, ma davanti a uno come Carlo il piacere era doppio, ma arrivò all’apice quando la ragazza s’andò a sedere sulle gambe del guardone, per poi quasi invitarmi a continuare.
“Vedi come mi fa godere Camilla senza cazzo ?” gli disse dopo che avevo ripreso a fotterla “Lo sai che hai fatto male a scappare l’altra sera ? Perché, se fossi rimasto mi sarei fatta riempire la fica di sborra, così poi tu avresti potuto leccarla, a proposito hai mai leccato la sborra di un uomo vero ?”
“No Lara non l’ho mai fatto.” rispose il ragazzo con un filo di voce.
“Tranquillo che imparerai a farlo, così come a fare pompini, e se sarai bravo te lo farò anche prendere nel culo, perché hai il culo vergine giusto ?”
“Sì Lara.”
“Camilla fai vedere al senza cazzo come s’incula una donna.” mi disse Lara spingendo in alto il sedere.
“Non aspettavo altro, e del resto hai un culo che è un invito a nozze.” le risposi poggiando la punta del fallo contro il suo buchetto.
Nonostante desiderassi sodomizzarla con forza, mi trattenni e lo feci con fin troppa calma, facendole scivolare nel retto lo strap-on un centimetro dopo l’altro, sino a metterglielo tutto dentro. Anche quando iniziai a spingere non ebbi alcuna fretta, anche perché godevo troppo nel sentirla umiliare quel ragazzo, al quale mancava sempre meno per mettersi a piangere.
“Tu non puoi immaginare quanto stia godendo con un cazzo finto nel culo, e di come goda ancor di più con uno vero che mi sbatte senza sosta.” gli disse prima di sputargli in faccia “Mentre tu non solo ce l’hai piccolo ma duri meno di cinque minuti, e dopo bisogna anche dirti che mi hai fatta godere, mentre è già tanto non riderti in faccia. Adesso inginocchiati e leccami la fica, almeno servi a qualcosa.”
Carlo scivolò giù dalla sedia per ubbidire a Lara, che subito dopo presi a scopare con sempre più foga sino a portarla all’orgasmo in breve tempo.
“Mio Dio mi hai devastata, ma è stato bellissimo.” mi disse Lara dopo essersi ripresa un attimo.
“Grazie però ora tocca a me, anzi non voglio che mi scopi, ma usare il senza cazzo che tanto non vede l’ora di rendersi utile.” le risposi mentre mi toglievo lo strap-on per poi sedermi sul bordo del letto.
“Va bene però a te ci penso io, e tu inutile baciale i piedi che tanto non puoi fare altro.” ordinò la ragazza a Carlo mentre si metteva al mio fianco.
Lara iniziò a baciarmi con sempre più frenesia, mentre la sua mano frugava fra le mie gambe, con le dita che sembravano impazzire quando arrivarono al clito. Il suo modo di toccarmi non era certo quello di una giovane ragazza inesperta del sesso saffico, ma ciò non mi stupì più di tanto, anche perché iniziai a godere sempre di più, con Carlo che oramai aveva metà del mio piede in bocca.
Quando n’infilò dentro la passera tre dita messe a cuneo venni quasi senza rendermene conto, abbandonandomi al piacere come se fosse la ricompensa per aver organizzato la serata perfetta.
“Adesso tocca a te alzati e tira fuori quella cosa che hai fra le gambe.” dissi a Carlo non avendo in mente nulla di preciso se non umiliarlo ancora un po’.
Lui si spogliò in un attimo, mostrandosi in tutta la sua pochezza, con quel piccolo pene in piena erezione che non poteva che far ridere.
“Ti va un pompino ?” gli chiese Lara mentre gli rideva in faccia.
“Sì perché ?”
“Allora sdraiati che vediamo quanti secondi resisti prima di venire.”
Carlo si mise sul letto, dopodiché la ragazza si sistemò al suo fianco per prendergli il pene in bocca, mentre io guardavo la sveglia sul comodino. Dopo neanche un minuto lui le venne in bocca, ma a quel punto partì la vendetta di Lara che gli chiuse il naso con le dita, e non appena lui aprì la bocca, ci rovesciò dentro il suo stesso sperma.
Lui non provò in alcun modo ad opporsi, ma deglutì senza fiatare, rimanendo fermo come una statua.
“Ora vattene, io ho voglia di restare ancora con Lara senza guardoni in giro.”
“Certamente signora Camilla, mi rivesto e vado via.” mi rispose mentre prendeva i suoi vestiti “Posso solo chiederle quando potrò chiamarla ?”
“Lo farò io, e di questo puoi esserne certo. Tu preparati solo a pagare il conto, al resto penserò io.”
Lo vidi rivestirsi prima di andarsene, e mi parve fin troppo felice per quello che aveva subito, ma ci pensò Lara a farmelo togliere dalla testa.
E lo fece facendomi godere per ore.
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