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Lui & Lei

Veronica 2/3


di MissSerena
10.03.2025    |    2.527    |    3 9.8
"“Filippo fai piano, altrimenti ti mando a fanculo e senza ritorno..."
Avevo passato tre giorni fuori città per un corso d’aggiornamento, e non vedevo l’ora di poter stringere Veronica fra le mie braccia. Dopo il nostro primo rapporto cercavamo di stare il più possibile insieme, ma senza farsi scoprire soprattutto dai suoi vicini di pianerottolo, e così ogni scusa era buona per suonare alla porta dell’altro per poi fare l’amore.
Col passare del tempo iniziai a sentirmi quasi inadeguato per una donna del genere, e così cominciai a farle sempre più spesso dei regali, usando le scuse più futili, come se quello fosse il modo giusto per tenere accesa la fiamma della passione.
Lei accettava sempre i miei regali ricambiandoli col miglior sesso che avessi mai fatto, ma anche in quei momenti mi sentivo ‘sbagliato’, come se la dovessi pagare per poterla poi portare a letto.
Tornato dal mio corso non appena arrivato a casa, Veronica mi chiamò dicendomi di andare nel suo ufficio dopo le venti, perché era dovuta rimanere al lavoro sino a tardi, e che di conseguenza era meglio vederci li, lontani da occhi indiscreti.
Vedendo che era inutile partire in quel momento, ne approfittai per fare una doccia e radermi alla perfezione; quindi, indossai un bel vestito per poi prendere la macchina e andare da lei.
Veronica lavorava in un piccolo ufficio di commercialisti all’ultimo piano di un palazzo che la sera rimaneva quasi del tutto deserto, avendo pochi appartamenti che non fossero dedicati al lavoro.
“E’ permesso ?” dissi dopo aver suonato il campanello e visto che la porta era aperta.
“Vieni pure sono nella stanza in fondo.” mi rispose una voce che riconobbi subito come la sua.
Quella che stentai a riconoscere fu invece Veronica, che non solo si era truccata in modo pesante ma non volgare, e che indossava un vestito lungo con due profondi spacchi su ogni gamba, che fuoriuscivano ad ogni suo piccolo movimento.
Vedendola in modo così diverso dal solito rimasi senza parole, e non riuscii a dire nulla di serio neanche quando si mise davanti a me, per poi mettersi in modo molto sensuale, un dito in bocca che poi passò fra le mie labbra.
Senza dire nulla tornò vicino al punto dal quale era partita, per sistemarsi davanti ad un lungo specchio, facendo sì che potessi vedere anche la sua immagine riflessa.
“Ingegnere vuol lasciarmi qui sola soletta a guardarmi in tutta la mia bellezza ? O forse preferisce venirmi vicino e farmi sentire donna come piace a me ?”
Quasi corsi da lei prendendola alle spalle, e subito le mie mani si poggiarono sul suo seno che scoprii mentre le baciavo senza sosta il collo, ben sapendo quanto fosse sensibile in quel punto. Lei mi lasciò fare, offrendomi il suo collo sinuoso mentre teneva leggermente reclinata la testa, e quando si girò verso di me, le nostre labbra si fusero in una sola, per dar vita ad un bacio così lungo da sembrare infinito.
“Non credi che questo vestito sia di troppo ?” mi sussurrò in un orecchio lasciando per un attimo la mia bocca.
Con un po’ di goffaggine riuscii a far scendere la lampo del suo abito, che senza più alcun sostegno cadde a terra, facendo sì che Veronica si mostrasse in tutta la sua bellezza, coperta per modo di dire da un perizoma che nascondeva alla vista solo la passera. Pur non essendo la prima volta che la vedevo praticamente nuda, in quell’occasione mi parve ancor più bella, come se fosse avvolta da un’invisibile coperta fatta di puro fascino che la rendeva meravigliosa.
Eccitato oltre ogni ragione, mi buttai su di lei coprendola di baci dalla bocca ai capezzoli, salendo e scendendo con la bocca come se non ci fosse un domani. Tutto quello che stavo facendo non doveva però esser ciò che voleva Veronica, che per un po’ si godette le mie coccole, ma che ad un certo punto ruppe gli indugi e s’accucciò fra le mie gambe.
“Forse non l’hai capito ma stasera voglio scopare.” mi disse mentre mi apriva i pantaloni “Quindi vedi di fare l’uomo oppure te ne puoi anche andare.”
Non l’avevo mai sentita parlare in modo così esplicito, ma non ebbi molto tempo per ragionare, che lei mi prese l’asta in bocca ed iniziò a leccarmela, portandomi ben presto ad avere il massimo dell’erezione.
“Sì, succhiami il cazzo.” le dissi dopo aver messo le mani fra i suoi capelli per esser io quello che dettava il ritmo “Anzi sai cosa ti dico ? Alzati e mettiti davanti allo specchio così ti guardi mentre ti scopo.”
“Questo è il parlare che mi piace.” mi rispose mettendosi in piedi per poi piegarsi un po’ contro lo specchio “Sono tre giorni che ti voglio e ora sono solo tua.”
Le spostai il perizoma quel tanto che bastava perché non fosse d’intralcio; quindi, la penetrai entrando in lei come una lama nel burro tanto era eccitata.
“Mm così… mettimelo dentro tutto… voglio sentirmi donna, la tua donna.”
“Tu mi fai impazzire ! Non smetterei mai di scoparti !”
Continuai a fotterla cercando di non perdere mai la presa, e di rimanere in piedi allo stesso tempo, ma quella che per me era un’astinenza fin troppo lunga, mi giocò un brutto scherzo, e durai solo qualche minuto prima di farle capire che stavo venendo.
Veronica allora si girò per inginocchiarsi davanti a me, e prendermi la mazza in bocca ben sapendo che le sarei venuto fra le labbra, ma non disse nulla quando le schizzai il mio piacere nella gola. Quasi fosse una dolce vendetta non lasciò il mio pene quando finii di venire, anzi continuò un lentissimo lavoro di labbra e lingua, che mi portò in poco tempo ad una nuova erezione.
“Adesso vedi di non fare il coniglio.” mi disse piegandosi sulla scrivania per offrirmi nuovamente il suo sesso bagnato “Sai anch’io ho bisogno di un bell’orgasmo.”
Anche se trovavo alquanto strano che lei fosse così esplicita, non dissi nulla e feci esattamente quello che Veronica desiderava, così feci entrare la mia mazza nella sua passera sempre più bagnata, ed iniziai a spingere con una discreta forza.
“Sì Filippo così, fammi sentire tutto il tuo gran cazzo, dai fammi godere, dai sbattimi ancora.”
Se prima ero stato io a cedere molto velocemente al piacere, ora fu lei a venire quasi subito, lasciandomi stupito, ma non per questo non felice d’aver fatto avere un orgasmo la mia donna.
Mi ritrovai così fermo dentro di lei non sapendo bene cosa fare, ma come per magia da una sua mano spuntò una boccetta d’olio che fece cadere nel solco delle sue chiappe.
“Sai cosa vuol dire questo non è vero ?” mi chiese ben sapendo che non avrei saputo cosa dire.
“No cioè sì, però è meglio che parli tu.” le risposi farfugliando.
“Che adesso ti ungi il cazzo e poi me lo metti dietro, ma stai ben attento a non farmi troppo male o finisce qui, chiaro ?”
“Sì sì stai tranquilla so cosa fare.”
In realtà non avevo la più pallida idea di come muovermi, non avendo mai sodomizzato una donna, e non potendo certo prendere ispirazione da qualche scena porno, dove di solito la donna veniva presa con molta forza.
Così presi la boccetta con l’olio per ungermi la mazza, ed avendo paura di farle troppo male, abbondai col lubrificante tanto da ritrovarmi l’attrezzo lucidissimo. Puntai quindi la cappella contro il buchetto di Veronica, ed iniziai a spingere cercando di andarci molto piano, ma a causa dell’uso eccessivo dell’olio, la mazza entrò tutta dentro quasi senza che me ne accorgessi.
Lei in principio non disse nulla, anzi mi sembrò quasi sollevata che l’avessi penetrata sino in fondo senza farle sentire alcun dolore, ma non appena provai a muovermi mi disse a chiare lettere che le stavo facendo male.
“Filippo fai piano, altrimenti ti mando a fanculo e senza ritorno.”
“Ci sto provando !” le risposi quasi con stizza “Ma con tutto quest’olio è come fare dei buchi nell’acqua !”
“Allora stai fermo che provo a muovermi io.”
Vedere il fondoschiena di Veronica che si muoveva ora contro la scrivania, ora contro il mio basso ventre, era già di per sé uno spettacolo unico, tale da farmi godere come un pazzo. Ma il pensiero che si stava scopando da sola era qualcosa d’indescrivibile, col plus che era la prima volta che mi donava il suo culo.
Per fortuna dopo alcuni minuti il suo sfintere si era sufficiente allargato per permettermi d’esser io quello che si muoveva, ma non per questo mi misi a spingere come un pazzo, anzi all’inizio fui forse più lento di lei volendomi gustare ogni attimo di quel rapporto.
Solo quando fu Veronica stessa a sdraiarsi sulla scrivania, divenni un po’ più brutale, anche se prima le infilai la mazza nella passera, quasi a volerla ricoprire ancor di più di umori, per poter dopo andare più velocemente.
“Sì, così mettimelo tutto dentro ! Voglio sentire tutto il tuo cazzo dentro il culo e non provare a venire prima di me.” mi disse mentre si toccava la passera quasi non le bastasse il piacere che le stavo dando.
Non pago di quello che stavo facendo, la feci sistemare carponi sul tappeto per poterla prendere con ancora più passione, e una volta che le fui nuovamente dentro, mi lasciai andare senza più alcun freno inibitore.
“Ti piace prenderlo nel culo non è vero ?” le dissi mentre la sodomizzavo senza sosta “Scommetto che te lo sei fatto mettere dietro da chissà quanti uomini prima di me.”
“No solo da mio marito e poche volte, perché mi faceva sempre male e lo facevo smettere prima di venire.”
“E perché oggi è diverso ?”
“Perché tu sei diverso, sei troppo buono per farmi davvero male.”
“In realtà ti sei solo stancata di fare la santa e vuoi essere anche un po’ troia.” pensai senza però avere il coraggio di dirlo, ma nonostante tutto quello che mi passava per la testa non smisi un attimo di scoparla sino a quando non fui prossimo all’orgasmo.
“Fammi sborrare come prima.” le dissi mettendomi davanti a lei
Veronica si mise in bocca tre dita che poi s’infilò dentro la passera, poi fece scivolare la mia mazza fra le sue labbra, e mi fece venire senza darmi la possibilità di dire o fare alcunché.
La feci quindi alzare per baciarla con tutta la passione che avevo addosso, senza badare al mio stesso sperma che aveva ancora in bocca, anzi trovandolo oltremodo eccitante sentire il mio stesso orgasmo.
“Posso chiederti come mai di questa sorpresa.” le chiesi mentre riprendevamo fiato seduti entrambi sulla sua scrivania.
“E’ per dimostrarti che non devi fare dei regali se vuoi che stia con te. Tu mi piaci e non m’importa se potresti quasi essere mio figlio, sei dolce e generoso, con te il sesso è favoloso, solo non hai ancora capito che non devi avere alcun complesso d’inferiorità nei miei confronti, ma goderti il mio amore e tutto quello che ti posso dare.”
Poco ci mancò che mi mettessi a piangere, ma l’abbracciai tenendola a lungo stretta a me, quasi volessi farle capire che avevo compreso ogni sua parola, e che ero d’accordo con lei.
Alla fine, ci rivestimmo per tornare a casa, dove iniziai a pensare quale sorpresa potessi farle, al posto del solito regalo che avevo già in mente di comprarle.
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