trio

Petra


di MissSerena
17.09.2024    |    2.360    |    2 9.8
"" "Quello non me lo voglio far scappare, anche se ha una bocca che è una meraviglia, questa me lo sta succhiando alla grande..."
Sogno o realtà di una mia lettrice ?

Più mi guardo allo specchio e più mi piaccio, ma del resto come potrebbe essere altrimenti ?
E' vero che ho quarant’anni, che un filo di cellulite ha fatto la sua comparsa sul mio bel sedere, e che il seno è così in alto grazie a un piccolo intervento di chirurgia, ma tutto il resto è roba mia.
Ho un viso che potrà non piacere a tutti, ma almeno non è anonimo, senza quelle labbra a canotto o gli zigomi tanto alti da far ridere. La pancia è più soda di quella di molte ragazzine, grazie più a un costante impegno in palestra, che all'alimentazione visto che mi piace il buon cibo e ho seri problemi nel limitarmi.
E poi ci sono le gambe, il mio vero pezzo forte, quello che mi piace mostrare senza ritegno, indossando quand'è possibile abiti a mezza coscia che le lascino libere di farsi vedere. Non solo ho le gambe toniche, ma sono anche belle lunghe, qualche invidiosa dice anche troppo lunghe, dritte come due righelli, e muscolose sì ma non troppo, insomma due bei capolavori di anatomia femminile.
Mentre do l'ultimo sistemata al trucco penso a che serata m'aspetta, e non posso che esser felice. Infatti ho appuntamento con Pablo, un dominicano che non sarà una gran bellezza, ma in compenso ha un cannone fra le gambe che sa usare bene anzi benissimo. L'ho conosciuto per caso quando è entrato per errore nel mio ufficio, e neanche a dirlo dopo un quarto d'ora stavamo scopando sulla mia scrivania come se non ci fosse un domani. Lo considero il tipico uomo che conosci da nubile poi non ti sposi più, peccato per me che l'abbia trovato solo dopo aver divorziato da quell'idiota di mio marito, uno che preferiva il calcio in tutte le sue forme alla sottoscritta.
Avrei potuto invitarlo direttamente a casa mia, magari facendomi trovare già in lingerie in modo da evitare tempi morti, ma il mercoledì sera mi piace uscire, fosse solo per guardare tutti quei coglioni attaccati alle televisioni a vedere le partite, mentre le loro donne li fanno cornuti dal primo all'ultimo.
Mentre prendo le chiavi della macchina mi do un'ultima occhiata allo specchio, il vestito blu elettrico è tanto stretto che sembra quasi dover esplodere da un momento all'altro, magari iniziando a rompersi dal seno esaltato ancor di più da un push-up con le bretelline regolate al minimo, quel che serve non solo per rialzarlo, ma per renderlo maggiormente invitante.
Il viaggio fino alle "Mosche bianche", il locale scelto per l'appuntamento, è breve e per fortuna trovo parcheggio non lontano dall'entrata, ma in quel breve tragitto a piedi sento ben più d'un fischio indirizzato verso di me. Qualcuno fa anche un fin troppo esplicito apprezzamento al mio seno, ma non gli do alcuna importanza, così entro nel locale dove c'è già Pablo che m'aspetta al bancone.
Le donne presenti mi lanciano occhiate di fuoco, ma forse sono ancora più infuriate quelle dei loro compagni quando mi vedono abbracciare il mio cavaliere, che non esito a baciare anche se di sfuggita.
E' fin troppo chiaro che non ci siamo incontrati lì per caso, e che prima o poi finiremo a letto, posto dove mi vorrebbe portare la maggioranza degli uomini presenti, che invece si devono accontentare di donne banali e magari anche più pudiche.
Io invece sono tutto tranne che pudica, seduta su quell'alto sgabello non perdo occasione di mostrare le gambe, ma soprattutto di toccare il mio uomo ben felice di ricambiare, mentre i calici di Franciacorta vanno via uno dopo l'altro.
"Pablo che ne dici se pago e andiamo via, anche se far esplodere i cazzetti di questi sfigati è davvero divertente, non trovi ?" gli chiedo prendendo la borsetta.
"Perchè non dici che lo fai apposta, in fondo io non ci trovo nulla di male." mi risponde con un bel sorriso.
Pago il conto, ma come mi alzo per andare via, lui mi mette una mano sul fianco, che fin troppo velocemente arriva la mio sedere, al che rispondo baciandolo sul collo.
"Questa te la faccio pagare." gli sussurro all'orecchio, anche se in fondo sono felice di quel piccolo esibizionismo.
Saliti in macchina non facciamo che poche centinaia di metri, che lui m'indica un ragazzo in tuta da ginnastica che dice essere un suo amico di nome Gus, un biondo canadese soprannominato bazooka.
"Perchè questo strano nome ?" gli chiedo incuriosita.
"Perchè ce l'ha grosso come il mio." mi risponde ridendo.
"Non ci credo, quindi è meglio controllare." dico accostando la macchina.
Gus s'avvicina non appena Pablo lo chiama, e visto da vicino ha una faccia da mezzo delinquente, con un vistoso tatuaggio sul collo, ma il mio interesse è verso altre zone del corpo. che certamente non hanno visto l'inchiostro.
"Senti Gus, qui il tuo amico dice che l'hai più grosso del suo, però io non ci credo." gli dico con tutta la malizia di cui sono capace.
Lui non mi risponde, ma con estrema nonchalance tira fuori la mazza che mi ritrovo dentro l'abitacolo per fortuna in una zona non troppo illuminata.
"Allora bella signora, dici che riesco a farti godere ?" mi domanda ridacchiando.
A questo punto sono io a non rispondere, ma gli prendo il membro in mano quasi a saggiarne la consistenza che è notevole, prima di sfiorarlo con le labbra.
"Credo che ci sia solo un modo per sapere se riesci a farmi godere, ma anche chi fra voi due ce l'ha più grosso, quindi sali in macchina e andiamo da me."
Gus si rimette in tutta fretta la sua bestia nei pantaloni, prima di salire dietro di me, così posso ripartire verso casa mia, con Pablo al mio fianco che non solo non stacca mai la mano dalla mia coscia, ma mi descrive al suo amico come "Una gran maiala alla quale il cazzo non basta mai",
Il che sarà anche vero ma è certo bello da sentirsi dire davanti a un estraneo.
Il viaggio in ascensore è un continuo scambi di baci e di toccate reciproche, col risultato che arriviamo al piano col mio vestito che lascia ben scoperto il sedere.
"Sei proprio una troia esibizionista." mi sussurra Pablo mentre apro la porta con la sua mano ben salda sul mio sedere.
"In realtà non c'è nessuno, e poi sai che me ne frega dei miei vicini." gli rispondo per poi ritrovarmi quasi spinta nel mio piccolo salotto.
I due mi mettono subito in mezzo, e mentre Gus m'infila la lingua in bocca e una mano dentro il tanga, Pablo quasi si mangia il mio sedere, fra piccoli morsi e lunghe leccate date sempre con grande sapienza. So bene che contro la loro irruenza posso ben poco, così mi limito a togliere la maglietta al canadese per baciargli i pettorali che sembrano scolpiti nel marmo, per poi piegarmi quel tanto che basta per arrivare a ciò che più desidero, la sua mazza.
Tanta è la mia voglia d'avere fra le labbra quel bel membro, che quasi non mi ricordo che dietro di me c'è una altro uomo, al quale basta spostarmi di poco il tanga, per potermi penetrare mandandomi direttamente in estasi.
"Che t’avevo detto amico mio, Petra è una davvero una gran porco, e stai tranquillo che con lei le maialate non mancano mai. Poi guarda che gran culo che ha, sembra quasi una calamita per il cazzo."
"Quello non me lo voglio far scappare, anche se ha una bocca che è una meraviglia, questa me lo sta succhiando alla grande."
I due stalloni continuano a dirmene di tutti i colori, ma soprattutto a scoparmi senza darmi un attimo di tregua, con uno che si prende la mia passera mentre l'altro me lo mette in bocca. Anche quando mi fanno sdraiare sul tavolo la musica non cambia di una nota, anzi Gus mi mette il fuori il sedere quel tanto che basta per potermi sbattere ancor meglio, tenendomi ben salde le gambe mentre mi trivella senza pietà.
In mezzo a dei maschi del genere non posso che godere immersa in un orgasmo senza inizio né fine, senza riuscire a dire nulla e non solo perché ho sempre in bocca la nerchia di uno dei due.
Per stare più comodi Pablo mi prende in braccio per portami a letto, dove mi butta per scherzo neanche fossi un sacco di patate, ma non me la prendo per nulla, anzi mi sistemo carponi per poi allargarmi le grandi labbra, neanche ci volesse l'invito per farmi scopare.
"Lo so che lo vuoi anche nel culo." mi dice il dominicano infilandomi la mazza nella passera e un dito nel buchetto "Ma stai tranquilla che poi ti sfondiamo anche quello, sempre si possibile aprirtelo ancora di più."
Vorrei rispondergli, ma Gus mi chiede subito la bocca con la sua nerchia ricoperta dei miei stessi umori, e con quel sapore in più è irresistibile
Come avevano fatto prima nell'altra stanza, i due mi sbattono come un fuscello ricoprendomi d'insulti ai quali rispondo incitandoli a dare di più, ma è difficile se non impossibile stabilire chi dei tre goda maggiormente dato che chi non parla geme quando non urla di piacere.
Dei due Gus è certamente il più irruento, come se volesse farmi vedere di non esser da meno del suo amico, che da parte sua appena può m'infila un dito nel buchetto, quasi ci fosse bisogno di stimolarmi in quel modo.
Alla fine mi ritrovo sdraiata col un paio di dita nella passera, mentre i due ragazzi mi vengono in bocca uno dopo l'altro, riempendomi il palato col loro dolcissimo seme, che gusto sino all'ultima goccia.
"Certo che sei proprio una gran troia." mi dice Pablo quasi sbattendomi la sua mazza in faccia "Di quelle a cui il cazzo non basta mai."
"A me sembra che l'abbiamo trattata da signora." gli risponde Gus imitando l'amico "A meno che non vogliamo usarla davvero come un puttana, e intendo al centouno per cento."
Le loro parole non mi fanno affatto paura, e non mi scompongo neanche quando mi fanno inginocchiare davanti ai loro scettri un po' flosci, ordinandomi di ridargli vita senza però usare in alcun modo le mani, che mi costringono se pur senza alcuna violenza, a tenere dietro la schiena.
Il gioco mi piace anche perché la loro dominazione è più presunta che reale, visto che non solo non oppongo alcuna resistenza, ma godo nel ridare sostanza a quei membri che presto mi ritroverò dentro, e poco importa se davanti o dietro.
Come prima il canadese è quello che più si diverte a farmi sentire una poco di buono, ma è anche il primo a scoparmi quasi saltandomi sopra, mentre l'amico mi tiene i piedi in modo che abbia le gambe ben spalancate.
"Cazzo a mettertelo dentro non c'è più gusto tanto sei aperta." mi rimprovera Gus "Vediamo se hai il culo più stretto o se sei sfondata anche li."
Pablo sempre tenendomi per i piedi, fa sì che alzi il sedere quel tanto che basta all'altro per sodomizzarmi da vero animale, e ringrazio il cielo d'aver messo un bel po' di vasellina nel retto prima d'uscire. Il risultato è che il porco mi riempie lo sfintere quasi senza accorgersene, facendomi sentire però un bel po' di dolore, tanto che quasi urlo per il male.
"Taci così impari a riempirti il culo con chissà che cosa." mi rimprovera lui "E poi tanto lo so benissimo che fra meno d'un minuto gemerai come una cagna in calore."
La sua è una previsione fin troppo facile, ed infatti una volta abituata al suo randello inizio a godere come prima, e la situazione non cambia quando mi fanno mettere carponi in modo che uno si possa prendere il culo e l'altro la bocca.
Anche se vuota ho la passera in fiamme, con gli umori che mi colano copiosi lungo le cosce, ma so che non posso chiedere nulla perché tanto non verrei ascoltata. Così quando mi ritrovo Gus davanti lo spingo con forza sino a farlo sdraiare sul letto, per poi impalarmi su di lui e dar sfogo alla mia voglia di cazzo.
Pablo però mi dà giusto il tempo d'avere un piccolo orgasmo, per poi prendermi il didietro con tutta la forza che ha addosso. In poche parole è come mettere le dita in una presa della corrente tanto è forte la sensazione che provo, ma per fortuna meno spiacevole di una scossa elettrica, pur arrivando anche questa dritta al cervello.
Urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni, ma il mio è quasi un canto alla gioia tanto è grande il piacere che provo anche al primo affondo del caraibico.
"Vedo che la signora gradisce due cazzi dentro." mi dice con non poca ironia.
"Certo che li voglio, e del resto non volevate una puttana da scopare ? Eccomi sono qui, ora fate la vostra parte." gli rispondo quasi a voler gettare un guanto di sfida.
Quello che segue è sesso allo stato puro, con loro due che non smettono mai di prendermi insieme, e poco conta chi ho davanti e chi dietro, visto che mi martellano entrambi senza pietà.
Ma poi chi la vuole la loro pietà ?
Non io che invece voglio solo godere con ogni poro della mia pelle, con ogni terminazione nervosa, con ogni muscolo che posso o non posso muovere.
Godo a tal punto che riesco a non sentirli, ma in compenso ascolto il mio corpo che è un solo fremito di puro piacere, ma del resto era quello che volevo quando sono uscita di casa, e poco importa se per strada abbia caricato un altro uomo che è salito in macchina coll'unica idea di scoparmi.
Per un attimo mi vedo allo specchio, e quella riflessa non è certo la Dottoressa Petra Benedictis dell'ufficio presenza, una donna della quale tutti hanno un rispetto quasi reverenziale nonostante non sia certo una che guarda il mondo dall'alto verso il basso.
Quella riflessa è una donna che ha compreso che il sesso è uno dei piaceri primari della vita, ma ancor di più che non si deve fare alcun problema ad averlo, e poco conta se non ci sia alcun sentimento.
Mi ritrovo quasi senza accorgermene carponi, con Pablo prima e Gus subito dopo, che mi vengono nel retto, quasi a certificare che mi hanno trattato come una puttana, lasciandomi senza forze al centro del letto, col loro seme che lentamente cola fino alle lenzuola.
Non li sento mentre si rivestono per poi andarsene, ma sono sicura che mi hanno promesso che torneranno per "finire l'opera".
So che dovrei alzarmi se non altro per pulirmi e cambiare le lenzuola, ma non ne ho nessuna voglia, preferendo rimanere ad annusare il letto che ancora sa di sesso. Non so quanto rimango ferma al centro del letto, ma quando mi alzo lo faccio a malincuore, ed arrivare al bagno mi sembra un'impresa epica.
Mentre sono a cavalcioni sul bidè che aspetto l'acqua calda, allungo una mano sul buchetto ancora pieno del seme dei due uomini, per poi portami le dita sotto in naso per annusarne per l'ultima volta l'odore. Mi lavo solo perché è un atto dovuto, e quando torno in camera mi butto subito sul letto, fra le lenzuola ancora sporche del piacere di Gus e Pablo.
"Domani vi cambio, per stasera saprete ancora dei loro cazzi, e di tutto il piacere che hanno saputo darmi." dico alla mia biancheria da letto quasi mi potesse ascoltare.
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