Gay & Bisex
Il culo parte seconda

17.03.2025 |
3.293 |
9
"“Ma io non ho mai fatto uno strip..."
Viste le tante richieste di un seguito, ho deciso di scriverlo sperando che piaccia come la storia originale.Le sue ‘istruzioni’ erano fin troppo chiare, e del resto Salvatore non era un uomo che si perdeva in chiacchiere inutili.
“Vestiti da scolaretta troia e metti la gabbia così non ti vedo il mezzo cazzo che hai. Prepara uno dei tuoi giochi da pervertito e aspettami alle nove, e vedi non farmi fare brutta figura perché porto un amico.”
Sapevo che prima o poi avrebbe allargato il nostro ménage, ma se da una parte speravo che le sue fossero solo vuote minacce, dall’altra farmi scopare da due uomini era sempre stato un mio sogno.
Così mi preparai con ancor più cura del solito, per far sì che non solo Massimo diventasse Demetra, ma che questa fosse quanto di più arrapante si possa immaginare.
Dopo essermi truccata in modo fin troppo appariscente, esagerando col mio amatissimo rossetto rosso fuoco, misi sulla gabbietta che nascondeva il mio pene, un piccolo tanga bianco, che esaltava il mio bel culo. Scelsi poi una camicetta verde che annodai sopra l’ombelico, e una mini plissettata tanto corta da non riuscire a nascondermi le chiappe, per finire la mia mise con delle calze nere a rete larga e degli stivaletti anch’essi neri.
Sistemai quindi al centro del comò un dildo anale in plexiglas, con un’estremità a forma di cuneo e l’altra a palla, mettendo poi di lato un piccolo flacone di lubrificante pur sapendo che Salvatore non me l’avrebbe mai fatto usare.
Non feci in tempo a pensare se fosse tutto a posto che sentii suonare il campanello, e dopo aver dato un’occhiata all’orologio, mi resi conto che erano le nove, così andai ad aprire con le gambe che un po’ mi tremavano per l’emozione.
Salvatore entrò come suo solito quasi spingendomi di lato, per poi presentarmi il suo amico Antonio, che era tutto tranne che un bell’uomo, essendo basso e piuttosto sovrappeso, con le braccia quasi ricoperte da coloratissimi tatuaggi.
“Vedi Antonio questo frocio che si fa chiamare Demetra non solo fa dei pompini meravigliosi, ma ha un culo che è un favola.” disse quello che era in fondo il mio amante abituale al suo amico palpandomi il sedere “Ora digli cosa vuoi che faccia e la puttana eseguirà ogni tuo ordine com’è abituata a fare con me non è vero troia cazzuta ?”
“Sì signor Salvatore ogni suo desiderio è un ordine.” risposi senza neppure pensarci, come se fosse qualcosa di automatico che usciva dalla mia bocca “Se volete andiamo in camera così state più comodi.”
Di solito non amo che mi si trattasse male, ma con Salvatore era tutto diverso, non solo perché lui conosceva solo quel linguaggio osceno e scurrile, ma anche perché rappresentava quel maschio Alfa che non ero mai stato, quasi fosse un concentrato di testosterone pronto ad esplodere. Con lui il mio essere Demetra usciva fuori lasciando fuori dalla porta il ragionier Massimo Arcieri con tutti i suoi problemi, non dando alcuna importanza a come mi trattasse perché l’importante era solo godere.
I due mi seguirono nella mia camera per poi sedersi ai piedi del letto, lasciandomi in piedi in attesa di una loro disposizione, che non tardò ad arrivare.
“Spogliati e vedi di farci arrapare.” mi disse Antonio quasi ridendo.
“Ma io non ho mai fatto uno strip.” risposi non sapendo cosa fare.
“Dai non è difficile, ti spogli e muovi il culo visto che le tette non le hai.” continuò il tatuato “Però se vuoi ti metto la musica così è più facile.”
Lo vidi prendere lo smartphone e poco dopo nella camera suonava la musica di Joe Cocker di “Nove settimane e mezzo”. Con molto imbarazzo iniziai a spogliarmi partendo dalla camicetta, per poi togliermi la minigonna e girarmi di spalle verso di loro per fargli vedere il mio sedere, che cercai di muovere in modo aggraziato, prima di scendere con la schiena in avanti per sembrare ancora più disponibile.
“Nuda, nuda.” mi dissero i due amici quasi in coro.
Così non mi rimase che sfilarmi anche il tanga, rimanendo con la sola cintura di castità, la cui visione fece ridere Antonio.
“Sai la troia che mi scopo ce l’ha così piccolo che non serve neanche la gabbietta.” disse rivolgendosi a Salvatore.
“Non è che questa abbia una minchia degna di questo nome, solo che mi fa ridere vedergliela e così gli dico di usare quel guscetto di plastica.” rispose Antonio “E tu facci vedere come ti piace prenderlo nel culo.”
A quel punto mi andai a sedere nella piccola poltrona che avevo in camera, per poi mettere le gambe sui braccioli ed iniziare a toccarmi l’ano dopo aver leccato per bene un dito. Il solo fatto di masturbarmi davanti a due uomini mi fece salire una gran voglia d’esser posseduta come una puttana da marciapiede, così per farli eccitare ancora di più presi il dildo che coperto da ben poca saliva, prese il posto del mio dito nel retto.
Quando m’infilavo qualcosa nel retto immaginavo sempre che quello fosse solo un preliminare per far eccitare un uomo, e ora che lo stavo facendo davanti a ben due maschi mi sembrava di sognare ad occhi aperti.
In realtà non ero mai stata un’esibizionista, anzi avevo sempre avuto paura a mostrami come Demetra, ma in quei momenti era tutto diverso, come se si trattasse di uno strano gioco dove ognuno alzava sempre più l’asticella della perversione.
“Volete che faccia tutto da sola o preferite giocare col mio culetto.” dissi mettendomi carponi fra di loro, senza però aver mai tolto il dildo dal sedere.
Fu Antonio a prendermelo dalle mai per poterlo usare lui, all’inizio con una certa grazia, ma poi dandomi un assaggio di quello che inevitabilmente sarebbe successo, spingendo il gioco erotico sempre più a fondo e con maggior velocità, facendomi mugolare di piacere.
“Sentila la puttana !” esclamò Antonio “Scommetto che non vedi l’ora di prenderlo nel culo non è vero ? Intanto fammi un bel bocchino così poi t’inculo e vediamo come godi con una bella minchia dentro.”
Senza perdere un secondo mi girai verso di lui e gli sbottonai i pantaloni, facendogli uscire una gran bella mazza, più o meno grande come quella del suo amico, che da parte sua continuò a scoparmi col dildo. Presi a succhiargli il membro quasi con foga, non vedendo l’ora che gli diventasse duro per potermi fare suo.
“Avevi ragione amico mio.” disse Antonio all’altro uomo “Questa puttana ha una bocca meravigliosa, migliore di quella della troia come lui che mi scopo quando ho tempo, però adesso bisogna vedere se sa usare bene anche il culo.”
“Troia girati ! Così Antonio te lo può sbattere nel culo come meglio crede.” mi ordinò Salvatore dandomi una sonora manata su una chiappa, come se ci fosse bisogno di dirmi qualcosa, vogliosa com’ero di farmi scopare da entrambi.
Mentre mi giravo Salvatore si spogliò, e non ci fu bisogno di aprire bocca che glielo presi fra le labbra per prepararlo al suo turno, mentre l’altro si sistemava dietro di me. Antonio si comportò come aveva fatto prima quando m’aveva sodomizzata col dildo, entrò delicatamente per poi aumentare sempre di più il ritmo, sino a quando questo non divenne un vero e proprio assalto al mio ano.
“Dillo che ti piace fare la troia e prenderlo nel culo.” mi disse Antonio tirandomi per i capelli e facendo sì che si liberasse la mia bocca.
“Sì sono una troia e mi piace il cazzo.” risposi mentre godevo in modo osceno.
“E stasera cazzo avrai anzi cazzi perché ti scoperemo tutti e due.”
Quando i due uomini si diedero il cambio ero oramai prossima all’orgasmo, ed infatti bastarono due violenti affondi da parte di Salvatore per farmi venire, anche se loro non s’accorsero di nulla, presi com’erano a scoparmi culo e bocca.
Col tempo mi parve quasi che i due facessero a gara a chi entrava con più forza dentro il mio ano sempre più dilatato, ma in fondo io pensavo solo a godere e per quello non c’era mai limite.
Non ci trovai nulla di strano quando Antonio si sdraiò al centro del letto per poi farmi salire su di lui, ma quando vidi Salvatore mettersi davanti a me ebbi un brivido di paura che non avevo mai provato.
“Adesso vediamo quanto sei puttana con due minchie dentro il culo.” mi disse il mio vicino di casa sistemandosi fra le mie gambe.
“Ti prego fai piano.” gli risposi ben sapendo che era inutile cercare di farlo desistere dal suo intento.
Il solo sentirmi dentro la sua cappella mi fece vedere le stelle per il dolore, ma quando cercò di spingere dentro il resto della mazza, trovò tanta resistenza da dover desistere.
“Dove hai il lubrificante ?” mi domandò in preda alla rabbia.
“Sul comò.” risposi con un po’ di sollievo.
Salvatore si unse la mazza per poi far cadere un po’ d’olio anche su quella del suo amico che l’aveva tirata quasi del tutto fuori, poi si rimise come prima e m’infilò dentro la punta del suo membro.
I due uomini iniziarono a spingermi dentro i loro randelli praticamente insieme, fermandosi quando sentivano anche loro dolore, quello stesso dolore che per me era quasi insopportabile anche se non osavo dire nulla. Com’era inevitabile alla fine mi ritrovai tutti e due i membri nel retto, dopodiché fu una tempesta mentale come non ne avevo mai provate.
Da un lato mi sentivo il culo in fiamme, come se invece di due peni ci fosse una spada incandescente, che mi aprisse in due. Dall’altro mi sentivo piena come solo una doppia penetrazione può far provare, ma anche una puttana senza più alcun limite.
Dalla mia bocca uscivano solo frasi senza senso, quando non erano spezzoni di parole, ma del resto stavo godendo in un modo che era impossibile da descrivere. Ero come in trance, in uno stato dove piacere e dolore si fondevano perfettamente regalandomi sensazioni uniche, tanto meravigliose anche nella loro da farmi chiedere perché non le avessi volute provare prima.
I due uomini compresero subito che non potevano entrarmi dentro insieme, così lo fecero in modo alternato facendo sì che avessi sempre una delle loro mazze ben piantata nel culo. Sentivo che m’insultavano in dialetto, e anche se oramai qualcosa capivo vista la poca varietà di Salvatore nel darmi della puttana in tutte le forme e maniere, feci finta di non comprenderli e concentrarmi unicamente sul piacere che mi stavano dando.
Quando poi mi fecero girare in modo d’avere Antonio dietro e Salvatore sotto, la musica divenne celestiale, tanto che iniziai ad avere un orgasmo dopo l’altro, arrivando anche a riempire la gabbietta col mio sperma.
A differenza di quanto aveva fatto il mio vicino di casa poco prima, Antonio riusciva a muoversi più velocemente, facendo sì che le penetrazioni aumentassero la frequenza e con loro il piacere.
“Tu sei una delle più grandi puttane che abbia mai scopato.” mi disse il tatuato oramai prossimo all’orgasmo “Anzi sei la più puttana di tutte.”
“E tu scopami come la più puttane di tutte.” gli risposi in preda al piacere.
Salvatore mi fece spostare solo per venirmi in faccia come suo solito, mentre Antonio mi schizzò il suo orgasmo dentro lo sfintere, per poi farsi pulire la mazza mentre il suo sperma mi colava giù dall’ano.
I duo uomini si rivestirono senza dirmi nulla, lasciandomi sola con la faccia e le gambe sporche del loro orgasmo, ma soprattutto tanto distrutta da far fatica a muovermi.
Non so quanto tempo rimasi immobile sul letto prima di riuscire ad andare in bagno per lavarmi, ma una volta seduta sul bidè lo scorrere dell’acqua tiepida intorno all’ano fu fonte di un nuovo piccolo piacere. Mi tolsi la cintura di castità per potermi pulire il pene, e quindi tornai sul letto dove crollai distrutta ripensando a quanto era successo. Due uomini mi avevano quasi violentata ma io avevo goduto forse più di loro, e per la prima volta mi sentii davvero una puttana, ma anche una persona che non aveva più paura di nascondersi e di mostrarsi per quello che era.
Di fatto era nata una nuova Demetra.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Il culo parte seconda:
