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tradimenti

Camilla 1/4


di MissSerena
17.01.2025    |    240    |    0 6.0
"“Effettivamente c’è ben poco da ragionare,..."
Se il rapporto fra Luigi e me era durato pochi anni, giusto quelli per togliergli un po’ di soldi prima di un divorzio consensuale, e ritrovarmi con un buon assegno per il mantenimento e un appartamentino in centro, quello con sua figlia Gabriella era stato incredibilmente ottimo fin dal primo giorno che c’eravamo incontrate.
La ragazza all’epoca sedicenne era uno “spirito libero”, e più di una madre che la controllasse, cosa che non ero assolutamente in grado di fare, aveva bisogno di un’amica che la consigliasse nei momenti difficili, e in quel ruolo non avevo nulla da rimproverarmi. Gabriella non solo m’aveva confessato i suoi primi rapporti coi ragazzi, ma anche quelli meno tradizionali con qualche sua amica, sino ai primi triangoli con una coppia più adulta.
Al momento del divorzio col padre aveva da poco compiuto vent’anni, e s’era fidanzata con Carlo il classico bravo ragazzo con la faccia da scemo, che a occhio a letto era tutto tranne che uno stallone. Mi era parso fin da subito che, mentre lei voleva solo farsi pagare ogni sfizio, a lui interessasse più farsi vedere con una bella ragazza che altro.
Pur non avendo alcuna voglia di fare la morale a Gabriella, e del resto chi ero io per poterla fare senza passare per un’ipocrita, un giorno decisi di chiederle qualche spiegazione per una relazione che mi sembrava solo d’apparenza.
“Guarda è inutile che ti nasconda che a letto Carlo non vale un centesimo.” mi disse quasi si dovesse liberare di un peso “Infatti ho un paio di ragazzi che, quando vogliono mi scopano come si deve, mentre con lui alla fine è meno di una sveltina, e per giunta devo anche dirgli che m’ha fatto godere.”
“E lui lo sa che è un gran cornuto ?” le domandai con un pizzico di curiosità.
“Se non l’ha capito vuol dire che è più cretino di quanto possa pensare, però non è che posso chiedergli se lo sa, o se gli va pure bene portare le corna.”
Passarono un paio di settimane da quella discussione, durante le quali incontrai più volte Carlo, facendomi sempre più l’idea che in fondo fosse solo un pupazzo che bisogna solo saper muovere. Ma prima ancor che pensassi a un piano per metterlo in ridicolo, fu lui a venirmi a cercare durante una mostra di un amico pittore.
“Signora Camilla posso chiederle un minuto, vorrei domandarle un paio di cose su Gabriella, vede io penso che mi tradisca ma non ne sono sicuro.” mi disse con una goffaggine unica al mondo.
“Sì ma solo se togli il signora e mi dai del tu, però non credo che sia il caso di parlare qui, magari potresti passare da me domani pomeriggio verso le quattro, che ne dici ?” proposi ben sapendo che avrebbe detto di sì, cosa che fece con stupido entusiasmo.
Ovviamente chiamai subito la mia figliastra, spiegandole anche come poteva far finire sotto i tacchi l’ego di quel ragazzo, e lei accettò subito non aspettando altro.

Il giorno seguente ero prontissima a umiliare Carlo, ma anche a divertirmi un po’ con Gabriella, cosa che non avevo mai fatto almeno sotto quel punto di vista. Indossai quello che sembrava un semplice tubino rosso, ma che aveva un taglio fatto apposta per esaltare il mio seno, senza che avessi bisogno d’indossare sotto qualcosa, e per sentirmi ancora più perversa non misi neanche le mutandine.
Carlo arrivò in perfetto orario portandomi una scatola dei miei cioccolatini preferiti, che accettai molto volentieri prima di farlo accomodare sul divano. Lui mi raccontò dei suoi dubbi, ed io finsi di ascoltarlo con vivo interesse, per poi iniziare la mia piccola guerra psicologica.
“Caro ragazzo parliamo chiaro, ma tu almeno hai un bel cazzo ?” gli chiesi cercando di non mettermi a ridere “Diciamo almeno venti centimetri, perché altrimenti mi spieghi come fai a far godere una donna ?”
“Ma Gabriella non s’è mai lamentata !” mi rispose iniziando a diventare rosso come un peperone.
“Magari non vuole umiliarti e finge che le piaccia, ma rispondi alla domanda, ce l’ha grosso oppure no ? E non mi dire che non hai mai visto un porno o non sai come dev’essere un signor cazzo.”
“No, ecco così grande no, però ….”
“Però cosa ? Almeno duri a lungo, diciamo più d’un quarto d’ora preliminari esclusi ?”
“No neanche quello, però .…”
In quel momento suonò il campanello, così andai ad aprire ben sapendo che era Gabriella. Lei non finse neppure un minimo di stupore nel vedere il suo ragazzo in casa mia, ma partì in quarta umiliandolo in modo plateale.
“Vedi ma’ lui è sì un bravo ragazzo, ma a fare sesso è l’ultimo del mondo, e io quando scopo voglio godere e non fingere neanche fossi un’attrice di porno. Ma non solo non capisce quanto sia ridicolo a letto, ma fa pure il geloso e poi viene a chiedere consiglio a te, insomma cosa dovrei fare se non mettermi a ridere ?”
“Casomai ci sarebbe da piangere.” le risposi tenendole il gioco “Certo che, se Carlo è così scarso a letto, come può lamentarsi se poi tu cerchi altrove quello che lui non può darti, o forse credi che una ragazza possa rinunciare al sesso solo per amore.” chiesi al ragazzo che oramai era completamente nel pallone.
“No, però ecco …. insomma, io non vi credo …. cioè, davvero per voi sono importanti le misure.” balbetto Carlo non sapendo d’essere completamente caduto nella mia rete.
“Se vuoi chiamo uno che mi scopo.” gli chiese allora Gabriella “Anzi so che è in zona così la finiamo con questa pagliacciata.”
La ragazza in realtà s’era già messa d’accordo con Ghai, un ragazzo algerino che non avrà avuto tutta la cultura di Carlo, ma in compenso era più che ben dotato.
Ghai arrivò in pochi minuti, e come lo vide Carlo si trovò subito in soggezione, visto che fisicamente era quasi il doppio di lui, ma il bello doveva ancora venire. Gabriella, infatti, quasi gli saltò addosso, per poi tornare in piedi e mettergli la mano sugli attributi, che la tuta attillata metteva ben in risalto.
“Credo che a questo punto bisogna fare un confronto.” dissi infilando la mano dentro la tuta di Ghai “Se non altro per stabilire cos’è un bel bastone, e cosa invece un’inutile bacchetta.”
Lentamente tirai fuori la mazza dell’algerino, che seppur ancor floscia, era già un bel vedere, per poi andare da Carlo sapendo che non avrebbe retto il paragone.
“Te lo devo tirare fuori io o fai da solo ?” gli dissi con molta ironia.
Lui s’abbassò i pantaloni per mostrarci un pene che a occhio era la metà di quello dell’altro ragazzo.
“Che ti dicevo ma’, come posso godere in modo serio con un cazzetto del genere.” mi disse Gabriella mentre baciava Ghai tenendogli la mazza in mano.
“Effettivamente c’è ben poco da ragionare,.” dissi avvicinandomi a Ghai “Però se vuoi Carlo puoi rimanere, almeno capisci com’è scopare sul serio una donna, o forse dovrei dire due donne ?”
Lo sfigato borbottò qualcosa mentre io e la mia figliastra iniziammo a spogliarci a vicenda, e denudare allo stesso tempo l’africano al quale non doveva sembrar vero di poterlo fare con due donne.
Quando Ghai s’andò a sedere al centro del divano io mi sistemai alla sua sinistra, mentre Gabriella prese posto a destra anche per mostrarsi meglio al suo quasi ex fidanzato, mettendosi carponi con le gambe fin troppo aperte. Senza che ci fosse bisogno di dire nulla iniziammo a leccargli il pene ed i testicoli, che divennero lucidi una volta ricoperti di saliva, ma soprattutto duri come il marmo.
Stavo per ‘suggerire’ alla mia figliasta di montare quello stallone, quando vidi carlo che si stava masturbando, e non persi l’occasione per umiliarlo ancora di più.
“Tu lurido guardone, mani dietro la schiena e non provare a fiatare.” gli ordinai mentre prendevo una calza da un cassetto, con la quale gli legai i polsi in modo che non potesse più toccarsi “E’ giusto che soffra un po’ visto che credevi d’essere un uomo in grado di far godere una donna, mentre con quel cosetto puoi giusto scoparti una gallina.”
Carlo accettò di buon grado i miei insulti per rimettersi seduto, ma era fin troppo chiaro che stava soffrendo come un cane sia per l’umiliazione, sia per il non poter dar sfogo ai suoi istinti.
Una volta sistemato il guardone, Gabriella si mise su Ghai per prendere la sua mazza nella passera, iniziando a gemere come se fosse la prima volta che godeva con lui. Non avevo mai visto la mia figliasta scopare con un ragazzo, e la trovai subito irresistibile tanto da non poter rimanere ferma, ma avvicinarmi a lei anche se il mio primo scopo era sempre quello di ridicolizzare Carlo.
“Non trovi che Gabriella abbia un culo meraviglioso.” dissi al cornuto toccando quello della ragazza “Scommetto che avresti voluto anche metterglielo dentro, intendo quella cosa insignificante che hai fra le gambe e che consideravi fosse un cazzo degno di questo nome.”
L’oramai sottomesso iniziò a piangere, anche se in principio provò a nasconderlo cercando d’usare le spalle per coprire le lacrime, ma era fin troppo chiaro che avevo ucciso il suo orgoglio, anche se volevo ancora di più
“Gaby che ne dici di mollare un po’ quel bel ragazzo e lasciarmelo giusto il tempo di farmi godere.”
“E a me poi ci chi pensa ?” mi rispose con una voce carica di malizia
“La mia bocca.” le risposi sdraiandomi su un piccolo tavolino che non avevo mai usato per quello scopo “Mettimi la fica davanti alla faccia e poi vediamo se non godi.”
Gabriella fu molto veloce ad allargare le gambe davanti alla mia bocca, mentre Ghai s’inginocchiava fra le mie cosce, per poi infilarmi dentro la passera la sua mazza. Eccitata com’ero non offrii nessuna resistenza alla penetrazione, così anche se si trattava di un gran pene, quello m’entrò tutto con pochi affondi, mandandomi subito in estasi. Nonostante provassi un grandissimo piacere, volli mantenere la parola data a Gabriella e così presi a leccarle il sesso con fin troppa devozione, cosa che lei gradì non poco, almeno a sentire quello che le usciva dalla bocca.
“Cazzo ma’ mi fai godere più tu con la lingua che quello col suo moscerino.” mi disse quasi schiacciandomi il suo sesso sulla faccia, prima di allungarsi in modo da poter toccare il mio con le dita.
Gabriella iniziò a stimolarmi il clito da vera maestra, mandandomi ben presto in estasi anche perché Ghai mi scopava senza darmi un attimo di sosta.
L’orgasmo arrivò come una forte scossa, lasciandomi con la bocca aperte piena degli umori della mia figliastra, e poco dopo venne anche Ghai schizzandomi il suo seme sopra il pube. Da vera porcella Gabriella ne prese un po’ per portarmelo alla bocca, dando via a un bacio che d’incestuoso aveva ben poco, ma era al top della perversione.
“Che ne facciamo di quello ?” mi chiese la ragazza indicando Carlo “Secondo me gli stanno esplodendo le palle e non vede l’ora di farsi una sega.”
“Credo che tu abbia ragione, solo voglio vederlo col cazzetto in mano.” le risposi prima di andare a liberare le mani del ragazzo, che però non mosse un muscolo.
“Com’è ti vergogni di farti una sega davanti a noi” dissi ridendogli in faccia “Oppure sei troppo timido e speri che sia io a farti godere.”
Carlo era oramai sull’orlo di una crisi di pianto, ma non volevo mollare la presa in alcun modo e portarlo al livello più basso possibile di autostima, così gli presi il pene in mano e non ci volle molto per farlo venire.
“Bravo il mio cornutello, ora puliscimi la mano della tua schifezza e fallo senza fiatare.”
Il ragazzo pur mostrando chiaramente del ribrezzo per quello che stava facendo, mi leccò la mano ripulendola del suo sperma, e quando non ci fu più traccia del suo orgasmo la strusciai sul suo sedere.
“Adesso che sai qual è il tuo ruolo con una donna vedi di toglierti dai coglioni.” gli dissi mentre m’accendevo una sigaretta.
Lui si rivestì in tutta fretta per poi quasi scappare da casa mia, e mandare qualche minuto dopo un messaggio a Gabriella per dirle che non voleva più stare con lei.
“Lasciami il suo numero così poi mi diverto un po’ con questo stronzo.” dissi alla mia figliasta “Voglio proprio vedere quanto riesco a divertirmi con uno così.”
“Scusa ma a te piace il cazzo, quindi che ci fai con lui ?” mi chiese Ghai.
“Gli faccio pagare il conto !” gli risposi facendo ridere tutti quanti “In fondo è solo un guardone; quindi, con me avrà di che vedere, e lo spettacolo si paga sempre.”
Rimanemmo ancora un po’ a parlare di Carlo prima di andare nella mia camera, e “discutere” un paio d’ore di cose molto più interessanti.
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