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Myrna cap 03


di MissSerena
29.10.2024    |    4.161    |    6 10.0
"“A chi lo dici, è una settimana che non mi faccio una scopata degna di questo nome..."
Quel giorno avevo un appuntamento con Leon verso le due del pomeriggio, ma diversamente da quanto accadeva di solito, si era deciso di vedersi a casa sua. Leon aveva un piccolo appartamento in un nuovo grande centro residenziale, dove tutti garage erano sotterranei, per far sì che in superficie ci fosse più verde possibile.
Ben conoscendo la focosità di Leon avevo deciso di mettere le mutandine in borsetta, così sotto il vestito fin troppo attillato, indossavo solo il reggiseno, giusto per non dare scandalo.
Per pura coincidenza non solo eravamo arrivati praticamente insieme, ma trovato parcheggio nello stesso settore, facendo così che ci si vedesse non appena scesi dall’auto.
“Ma guarda il caso, esco dalla macchina e vedo una fata.” mi disse lui venendomi incontro.
“Almeno poi non ti puoi lamentare che non sono puntale.” gli risposi ridendo
Arrivammo così insieme davanti all’ascensore, che però era ai piani alti, così nell’attesa che ne scendesse uno, iniziammo a baciarci con sempre più ardore, tanto che lui mi palpò tanto il sedere che quasi lo scoprì.
“Non vedo l’ora di portarti su da me e scoparti fino a sfinirmi.” mi disse mentre le sue mani si facevano sempre più audaci.
“A chi lo dici, è una settimana che non mi faccio una scopata degna di questo nome.”
Presi com’eravamo nell’amoreggiare come due ragazzini, non c’accorgemmo che un ascensore era arrivato al piano, e quando si aprirono le porte ero ancora attaccata a lui, che non aveva mai tolte le mani dal mio sedere.
Dall’ascensore uscì una donna che, come ci vide fece un, lungo fischio, ma che subito dopo mi riconobbe facendomi cadere nel panico più totale.
“Ma guarda guarda, la signora Myrna ! È strano ma vero non bacia il marito ma un bel ragazzo di colore !”
Era Alice, una mia ex compagna d’università con la quale avevo quasi gareggiato a maialate, prima di sposarmi e fingere di mettere la testa a posto. Lei era fisicamente rimasta quasi la stessa, longilinea come poche, coi capelli rosso mogano tagliati corti, ma a differenza dei tempi dello studio adesso non era più vestita come una stracciona, ma con un impeccabile completo giacca e pantalone di ottima fattura.
“Alice carissima, qual buon vento.” dissi quasi balbettando non sapendo come uscire da quell’imbarazzante situazione.
“Sono appena stata ad un appuntamento di lavoro proprio in questo palazzo, e quando esco chi vedo ? La mia ex compagna d’università, al momento signora rispettabile, con la lingua in bocca ad un uomo e il culo mezzo scoperto. Dimmi secondo te cosa dovrei pensare, forse che metti le corna a quel pollo pieno di soldi che hai sposato ?”
“Se non ricorda male neanche tu sei tanto una santa …”
“È vero, ma io non mi sono neanche mai sposata tanto meno per interesse.”
Alice aveva fin troppa ragione, ma a quel punto dovevo pensare a qualcosa per non farmi ricattare da lei.
“Alice andiamo dritte al sodo, a te il cazzo piace almeno quanto a me, ed il mio amico è tranquillamente in grado di soddisfare entrambe; quindi, che ne dici di unirti a noi e poi dimenticare che ci siamo viste ?”
La mia era una proposta fin troppo audace, ma del resto non avevo nessuna idea di come convincere Alice a non dire nulla a mio marito, che fra l’altro conosceva anche se solo per motivi di lavoro.
“Sei sempre anche mezza lesbica ?”
“Tu che dici.” le risposi prima di baciarla infilandole la lingua in bocca.
In realtà non ero mai stata attratta in modo particolare dal sesso saffico, pur avendolo praticato soprattutto ai tempi dell’università, ma in quel momento avrei fatto qualunque cosa pur di soddisfare ogni richiesta di Alice.
Quando staccai le mie labbra da quella mia ex compagna di studi, Leon avendo capito la mia situazione, prese subito il mio posto ben desideroso di finire a letto con due donne.
Così si ritrovò ben presto in mezzo a noi due, e se prima aveva solo una mano sul mio sedere, poco dopo aveva l’altra poggiata su quello di Alice.
“Forse è meglio salire da me prima che si unisca qualcun altro.” ci disse Leon scherzando ma non troppo.
In ascensore fu tutto uno scambio d’effusioni molto soft, ma una volta entrati nell’appartamento dell’uomo fu tutta un’altra musica.
Ci ritrovammo subito in cucina anche perché era la stanza più vicina alla porta d’ingresso, ed io finii in mezzo a loro, con Leon alle mie spalle che m’alzò subito il vestito per mettermi una mano fra le chiappe, e Alice davanti che non smetteva mai di baciarmi, e appena vide che sotto ero nuda, allungò una mano per toccarmi la passera. A quel punto mi tolsi l’abito che oramai era solo d’intralcio, per farmi poi sganciare il reggiseno da Leon e rimanere quindi del tutto nuda, pronta a scagliarmi su Alice che invece era ancora vestita.
Quasi con rabbia le feci volare via la giacca prima d’aprirle i pantaloni che finirono per terra insieme alle mutandine, quindi la feci girare in modo da dare entrambe di fianco all’uomo che ci vide toccarci a vicenda mentre ci scambiavamo baci sempre più languidi.
“Mio Dio due donne che fanno l’amore davanti a me !” esclamò Leon vedendoci sempre più prese nei nostri giochi “Credo che sia il sogno nascosto di qualunque uomo.”
“Eh no bello mio.” gli rispose Alice girandosi verso di lui “Tu devi soddisfare entrambe, e guai a te se fallisci.” concluse sorridendo.
Così mentre lei cambiò la mia bocca con quella del padrone di casa, io m’abbassai per tirare fuori la nerchia di Leon, per ricoprirla di baci e piccole leccate veloci. Ben presto però mi ritrovai Alice vicino a me, ma non ci fu la classica lotta fra donne per prendersi lo scettro del maschio, ma piuttosto una sottile complicità per farlo eccitare il più possibile, alternandosi sulla mazza e sui testicoli, quando non mettevamo la prima fra le nostre bocche.
“Direi di passare a qualcosa di più divertente.” mi disse Leon mettendoci le mani fra i capelli per farci alzare “Myrna credo sia il caso d’iniziare con la tua amica non credi ?”
“Certo che sì, tanto con te il cazzo non manca mai.”
Alice si spostò contro l’isola della cucina per poi alzare una gamba, e a quel punto mi bastò aprirle la passera con le dita per farla penetrare da Leon.
“Scopala pure come meglio credi, questa all’università ha passato più esami usando la fica che aprendo i libri.” dissi all’uomo che presi a baciare colta da un assurdo sentimento di gelosia.
“Perché tu sei una santa ?” mi rispose un po’ stizzito Leon “O dovrei ricordarti che sei sposata ? Vuoi il mio cazzo ? Prendi pure il suo posto ma mentre lo prendi leccale la fica, almeno servi a qualcosa di utile.”
La donna si spostò con la velocità di una gazzella, mettendosi sopra l’isola stessa con le gambe ben aperte, e a me non rimase che prendere il suo posto, allungandomi per poterle leccarle la passera, con ancora l’odore della mazza del mio amante.
“Mm brava la mia Myrna.” mi disse Alice tenendomi stretta la testa fra le sue gambe “Fammi godere mentre racconto a questo bell’uomo di quando giravi senza mutande per farti scopare dagli assistenti. La signora ti ha mai detto di quando se n’è fatta cinque in fila, uno dopo l’altro per vincere una scommessa ?”
“Io non lo so chi di voi due è la più troia, però finitela d’insultarvi e pensate a godere. Se volete io sono qui.” ci disse Leon andandosi a sedere sul divano.
L’uomo però aveva ragione da vendere, Alice ed io pensavo solo a prenderci a parole mentre invece era molto più intelligente fare del buon sesso con chi non voleva altro.
“Alice riprendi tu e prometto niente più cazzate.” le disse mentre mi sedevo vicino a Leon
Lei si mise a cavalcioni sull’uomo per impalarsi, e non appena quella gran mazza sparì dentro la sua passera, m’avvicinai a lei per baciarla, e allo stesso tempo allungare una mano sul suo buchetto, ma solo per stimolarlo senza entrarci in alcun modo.
“Myrna non fare la timida.” mi disse Alice quasi ridendomi in faccia “Mettimi quel dito nel culo altrimenti non ti lascio il posto.”
“Eccoti accontentata.” le risposi infilandole l’indice nell’ano “E vediamo se poi sei di parola.”
Lei continuò a cavalcare Leon ancora per un po’, per poi alzarsi e lasciarmi il posto, dicendomi però di prenderlo dando le spalle all’uomo.
Visto che per me era indifferente l’accontentai, ma non appenai m’impalai sulla mazza di Leon compresi perché lei m’aveva chiesto d’assumere quella posizione. Alice, infatti, non rimase al mio fianco come avevo fatto io con lei, ma s’inginocchio fra le mie gambe per potermi leccare la passera, come se l’avere dentro quel bel bastone di carne non fosse sufficiente per godere.
“Mm così mi fai impazzire.” mormorai gemendo.
Lei però sembrava non esser paga del piacere che mi stava donando, così poggiò due dita sulla mazza di Leon, che m’entrarono dentro con questa, facendomi godere ancor di più, arrivando quasi alla soglia dell’orgasmo. Alice però non aveva nessuna intenzione di farmi venire, così quasi mi tirò via prendendomi per un braccio, per poi fare alzare anche l’uomo, che a quel punto si rese conto d’esser finito con due mezze ninfomani alquanto scatenate.
“Vieni qui vicino a me.” mi disse Alice mettendosi carponi sul divano, invitandomi a fare come lei.
Non appena mi ritrovai al suo fianco, non solo s’incrociarono le nostre bocche, ma soprattutto le mani che quasi corsero verso la passera dell’altra, in attesa che Leon decidesse chi prendere per prima.
Lui scelse Alice, forse più per una sua immaginaria regola dell’alternanza che altro, così non mi rimase che titillarle con dolcezza il clitoride mentre veniva penetrata con un certo furore.
Il maschio della situazione però voleva almeno provare a farci godere con uguale intensità, così iniziò a passare dall’una all’altra, lasciandoci toccare a vicenda, mentre le nostre bocche sembravano ormai incollate fra di loro.
“Visto che siete abbastanza lesbiche perché non vi mettete una sull’altra così godete anche di più ?” ci propose Leon che, come al solito, aveva ragione da vendere.
Così mi sdraiai sul divano e Alice si mise sopra di me nel più canonico dei sessantanove, e subito Leon riprese la sua opera di cannoneggiamento sulle nostre passere.
Farsi scopare da quell’uomo mentre Alice me la leccava mi portò rapidamente all’orgasmo, che fu talmente intenso da spegnere ogni lume del mio cervello. Tanto che impiegai ben più d’un secondo fosse solo per riprendere fiato. Subito dopo toccò a Alice che s’irrigidì tanto che quasi cadde dal divano, ma che subito dopo sembrava uscita da un centro benessere tanto era fresca.
“Ora che ne dite di pensare anche un po’ a me.” ci disse l’uomo che era l’unico del terzetto a non esser venuto.
“Certo siediti qui che ci pensiamo noi due.” gli rispose Alice alzandosi e permettendo così a me di fare lo stesso.
Lui s’accomodò al centro del divano, permettendo così a noi due di prenderci cura della sua mazza, succhiandola ora l’una ora l’altra, sino a portarlo all’orgasmo, che solo per caso finì nella bocca di Alice, prima di passarlo alla mia. Quasi senza badare a lui riprendemmo a baciarci con la scusa di scambiarci all’infinito il frutto del suo piacere, finendo con l’andare a prenderlo direttamente alla fonte quando le nostre bocche si ritrovarono quasi asciutte.
Passammo tutto il resto del pomeriggio ad amoreggiare, e così potei scoprire che ad Alice piacevano più le donne che gli uomini, tanto che mettemmo quasi in disparte Leon che pure non era il tipo che si tirava indietro quando si trattava di sesso.
Anche quando uscimmo insieme dal suo appartamento, nell’ascensore che ci riportava alle rispettive auto, non fu altro che un continuo baciarsi e non si trattò solo di sfiorarsi con le labbra, ma di qualcosa di ben più passionale.
Rimanemmo d’accordo sul risentirci, ma non potevo immaginare che lei mi avesse preso alla lettera, ma che non avrei aspettare molto per ricevere la sua chiamata.

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