tradimenti
Sveltina in garage


24.04.2025 |
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"Il giovane, senza esitazione, la penetrò senza preservativo, il cazzo che la riempiva con un affondo, la fica di Lisa che lo stringeva, calda e bagnata, ..."
Lisa, una donna insaziabile, viveva con un desiderio costante che le bruciava dentro, la fica sempre pulsante, pronta a bagnarsi a ogni minimo stimolo. Stava scendendo in garage al livello -2 dall’ottavo piano dove lavorava, un ufficio di consulenza finanziaria a Milano. Indossava un tailleur grigio aderente, la gonna che le accarezzava le cosce, una camicetta bianca che lasciava intravedere il pizzo del reggiseno, e tacchi che risuonavano nell’ascensore. Al settimo piano, le porte si aprirono, e un giovane entrò, alto, moro, con un fisico scolpito sotto la camicia aderente, occhi verdi che la penetravano, e un profumo di sandalo e muschio che la colpì come un fulmine. Lisa, che spesso sedeva a gambe aperte per il suo desiderio costante, sentì la fica bagnarsi all’istante, il perizoma fradicio, un’ondata di lussuria che la travolgeva.Le porte si chiusero, e Lisa, incapace di resistere, decise di agire. Fece finta di inciampare, un gemito falso che le sfuggì dalle labbra, e si buttò addosso al giovane, il corpo che si schiantava contro il suo, le mani che cercavano appiglio. Lui la sorresse con prontezza, le sue braccia forti che la avvolgevano, “Tutto ok?” chiese, la voce profonda, mentre Lisa, rialzandosi, gli sfiorò il pacco con la mano, un gesto lento, deliberato, sentendo il cazzo già duro sotto i pantaloni, un’asta che prometteva piacere. “Scusa,” sussurrò, la voce roca, gli occhi che lo fissavano con lussuria, “sono stata maldestra.” Ma il giovane capì, un sorriso che gli increspava le labbra, il desiderio che si accendeva nei suoi occhi, “Non c’è problema,” rispose, la voce carica di tensione.
Lisa, porca com’era, non perse tempo: con un movimento rapido, gli slacciò i pantaloni, il cuore che batteva forte, la paura che qualcuno potesse salire in ascensore, il rischio che la eccitava ancora di più. Tirò fuori il cazzo, duro, pulsante, un’asta di 18 cm che odorava di maschio, di desiderio, e si inginocchiò, la bocca che lo accoglieva con avidità, le labbra che si chiudevano intorno alla cappella, la lingua che danzava sul glande, assaporando il sapore salato. Succhiava con maestria, la testa che si muoveva avanti e indietro, il cazzo che le scivolava in gola, un risucchio osceno che echeggiava nell’ascensore, il pensiero di essere scoperta che la faceva bagnare ancora di più, la fica che gocciolava, il pavimento sotto di lei che si macchiava delle sue gocce.
Arrivati al livello -2, le porte si aprirono sul garage semivuoto, e Lisa, con un gesto rapido, lo trascinò in un angolo buio, tra due auto, il cuore che le martellava nel petto, il desiderio che la consumava. Si tolse la gonna, il perizoma fradicio che cadeva a terra, e si appoggiò contro il muro, le gambe aperte, la fica esposta, un lago di nettare che implorava di essere profanato. Il giovane, senza esitazione, la penetrò senza preservativo, il cazzo che la riempiva con un affondo, la fica di Lisa che lo stringeva, calda e bagnata, un pugno di velluto che lo accoglieva. “Scopami, ti prego,” gemette Lisa, la voce roca, mentre lui iniziava a pompare, ogni colpo un’esplosione di piacere, il suono della carne che sbatteva contro la carne, i gemiti soffocati di Lisa che riempivano il garage, il profumo di sesso che saturava l’aria.
Lisa sentì il primo orgasmo montare, il corpo che tremava, il cazzo che colpiva il punto giusto, e venne, un urlo soffocato che le sfuggì, la fica che si contraeva, uno squirt potente che schizzava sul pavimento del garage, un lago di piacere che rifletteva la luce fioca, il liquido che colava, un segno della sua natura di porca. Ma non era sazia: “Prendimi il culo, ti supplico,” implorò, la voce carica di lussuria, mentre si girava, offrendo il culo sodo, un altare pronto per essere profanato. Il giovane, con un ghigno, le sputò sull’ano, lubrificandolo, e la penetrò, il cazzo che scivolava dentro, il culo di Lisa che si apriva, un misto di dolore e piacere che la faceva gemere, i colpi che diventavano sempre più violenti, sfondandola, il suono della carne che sbatteva, il garage che echeggiava della loro lussuria.
Lisa sentì un secondo orgasmo montare, questa volta anale, il corpo che vibrava, il cazzo che la devastava, e venne di nuovo, un altro squirt che schizzava dalla fica, il pavimento ormai fradicio, il piacere che la scuoteva, il pensiero di essere una porca che la mandava in estasi. Il giovane, sentendo l’orgasmo avvicinarsi, le disse, “Voglio venirti in bocca,” la voce roca, e Lisa, con un sorriso da troia, si inginocchiò, la bocca aperta, pronta ad accoglierlo. Lui si masturbò rapidamente, il cazzo che pulsava, e sborrò, un’esplosione calda che le inondava la bocca, il viso, la sborra che colava sul mento, e Lisa, con passione e desiderio, ingoiò tutto, succhiando ogni goccia, il sapore salato che le riempiva la gola, il piacere di essere usata che la saziava.
Si ricompose, il perizoma di scorta che tirava fuori dalla borsa, il corpo ancora tremante, e lo baciò con passione, la lingua che danzava con la sua, il sapore della sborra ancora sulle labbra. Gli sussurrò all’orecchio, “La prossima volta riempimi la fica, io prendo la pillola,” la voce carica di lussuria, mentre gli toccava ancora il cazzo, un’ultima carezza, prima di salutarlo con un sorriso da porca, il cuore che batteva forte, la fica che già pulsava di nuovo, pronta per il prossimo incontro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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