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Dott.ssa Angela: Un Prezzo da Pagare Part. 4


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
27.04.2025    |    296    |    2 7.6
"Antonio scopò Angela con forza, ogni affondo che la faceva urlare..."
(Epilogo)
Il letto king-size, coperto di seta rossa, era un campo di battaglia intriso di sudore, sperma e umori, il profumo di incenso e sandalo che si mescolava al muschio di sesso, un’afa che avvolgeva i corpi esausti di Angela e Camilla. La musica elettronica, con i suoi bassi profondi, pulsava come un cuore vivo, sincronizzandosi con i loro respiri affannati. Dopo circa trenta minuti di pausa, il villino 12 si rianimò. Antonio rientrò, il ghigno di un burattinaio del piacere, seguito da Marco, Luca, Carlo e Paolo. Nella sua mano, due dildi rossi da 20 cm brillavano sotto le lanterne, posati con cura al lato del letto come promesse di un’ultima danza. «Pronte a finire in bellezza, troie?» chiese Antonio, la voce roca, e Angela e Camilla, i corpi ancora tremanti, si scambiarono un’occhiata complice, i loro profumi – gelsomino e lavanda – che si intrecciavano nell’aria calda.
Carlo prese il controllo, il suo amore per Angela che si intrecciava alla perversione. «Sul letto, amore mio», ordinò, accarezzandole il viso con una tenerezza che contrastava con il fuoco nei suoi occhi. Angela si distese, le gambe a penzoloni dal bordo, la fica e il culo esposti, il corpo che brillava di sudore. Camilla si posizionò sopra di lei, in un 69 osceno, la faccia rivolta verso l’altro lato del letto, la sua fica bagnata che premeva sulla bocca di Angela, il profumo di lavanda che la inebriava. Con le mani, Camilla afferrò i piedi di Angela, spingendoli lungo i suoi fianchi, una presa che sollevava il culo di Angela, aprendolo in modo indecente, il buco dilatato che pulsava. «Cazzo, guardate che troie», ringhiò Antonio, il cazzo già duro, mentre Marco afferrò uno dei dildi rossi. «Camilla, questo è per te», disse, sputando sul silicone prima di infilarlo lentamente nel culo di Camilla, che gemette, il buco stretto che si apriva sotto la pressione, il suono bagnato che si mescolava alla musica. Angela, sotto, leccava la fica di Camilla, la lingua che danzava sul clitoride, amplificando il piacere del dildo.
Luca, il nipote ventenne di Angela, si inginocchiò tra le sue cosce, la lingua che leccava il culo aperto, il sapore di sperma e umori che lo faceva grugnire. «Zia, sei un sogno», sussurrò, prima di affondare il cazzo nel suo ano, un colpo secco che strappò un urlo ad Angela. Ogni affondo era un’esplosione, il suono bagnato che echeggiava. Carlo, accanto, masturbava la fica di Angela, le dita che pizzicavano il clitoride. «Godi, amore mio», disse, gli occhi pieni d’amore. Angela squirtò con violenza, un fiotto che bagnava il letto, il viso di Camilla, il pavimento, un urlo che era estasi: «Cazzo, Luca, sfondami il culo!» Camilla, sopra, colava umori nella bocca di Angela, il dildo nel culo che la spingeva al limite, la lingua di Angela che la faceva esplodere. «Angela, sto venendo, cazzo!» gridò Camilla, un orgasmo che la scuoteva, un fiotto di squirt misto a una piccola pisciatina che le sfuggì nell’eccitazione. Angela, persa nel suo orgasmo, ingoiò tutto, il sapore acre che la faceva gemere, il profumo di lavanda e piscio che saturava i suoi sensi.
Davanti a Camilla, Paolo e Marco si alternavano sui suoi capezzoli, le lingue che li succhiavano, i denti che li pizzicavano, mentre Antonio le porgeva il cazzo. «Succhialo, troia», ordinò, e Camilla, con il dildo ancora nel culo, lo prese in bocca, la lingua che accarezzava l’asta, il sapore salato che era un rituale. «Sei bellissima, Camilla», sussurrò Paolo, accarezzandole il viso, il suo amore che brillava. Camilla gemette, il suono soffocato dal cazzo di Antonio, il dildo che Marco spingeva dentro e fuori, il suo corpo che vibrava.
Carlo chiamò Paolo. «Tocca a te, inculala», disse, indicando il culo di Angela. Paolo si posizionò dietro Angela, il cazzo duro che premeva contro il suo ano devastato. «Angela, sei pronta?» chiese, la voce carica di desiderio. Quando affondò, Angela urlò, il piacere che era un fuoco. «Cazzo, Camilla, il tuo uomo mi sta inculando come un porco!» gridò, le parole oscene che accendevano l’aria. Carlo, masturbando la fica di Angela, la portò a un nuovo orgasmo violento, lo squirt che schizzava, un urlo che era liberazione: «Paolo, sborrami nel culo, cazzo!» Paolo, con un grido, venne, fiotti caldi che le riempivano l’intestino, e Camilla, eccitata, arrivò di nuovo, le dita di Marco nella sua fica che la spingevano oltre il limite. Non si trattenne, pisciando nella bocca di Angela, un fiotto caldo che Angela ingoiò, il sapore che la travolgeva, il profumo di sesso che era ovunque.
Angela, il culo devastato, tremava, ma Carlo non era soddisfatto. «Antonio, prendila», ordinò, il desiderio di vedere il culo di Angela usato che lo consumava. Antonio si posizionò, il cazzo che affondava nel suo ano con forza, ogni colpo che la faceva gemere. «Sei una troia perfetta», ringhiò, portandola vicino all’orgasmo ma senza venire. Marco lo seguì, inculandola con un vigore animalesco, il cazzo che la spingeva al confine del piacere. Carlo, infine, prese il secondo dildo rosso. «Amore, questo è per te», disse, infilandolo nella fica di Angela mentre la inculava, il doppio stimolo che la fece esplodere. «Carlo, cazzo, sto venendo!» urlò Angela, un orgasmo che la scuoteva, lo squirt che bagnava le lenzuola, il dildo che amplificava ogni sensazione. Carlo sborrò nel suo culo, fiotti caldi che la riempivano, sussurrando: «Ti amo, Angela.»
Camilla, nel frattempo, si era spostata dalla faccia di Angela, distendendosi accanto a lei, le loro bocche che si incontravano in un bacio famelico, le lingue che si leccavano, il sapore di sperma, piscio e umori che era un elisir. Marco la scopava nella fica con forza, il dildo ancora nel suo culo, ogni affondo che la faceva sobbalzare. «Cazzo, Camilla, sei stretta», grugnì Marco, mentre Antonio le leccava e masturbava la fica, la lingua che danzava sul clitoride. Camilla venne, un orgasmo che la squassava, uno squirt che inondava la faccia di Antonio, un urlo che era estasi: «Sì, Marco, sborrami dentro!» Marco sborrò, fiotti caldi che le riempivano la fica, mentre Paolo accarezzava i capezzoli di Camilla con amore, sussurrando: «Sei mia, Camilla.»
Tutti, stremati, si adagiarono sul letto, i corpi intrecciati, il profumo di sesso che saturava l’aria. Solo Antonio non era venuto. Paolo, con un sorriso, disse: «Chi si merita il premio di Antonio?» Angela e Camilla, ormai complici senza inibizioni, si girarono a pancia in su, tirando su le gambe in modo osceno, le fiche esposte, grondanti di sperma e umori. «Quale preferisci, Antonio?» chiesero all’unisono, le voci cariche di sfida e desiderio. Erano diventate zoccole da monta, trasformate da quella notte. Antonio, ghignando, prese i due dildi rossi. «Prima un regalino», disse, infilando un dildo nel culo di Angela, l’altro in quello di Camilla, i buchi che si aprivano con un suono bagnato, i loro gemiti che riempivano la stanza. Poi si posizionò davanti alla fica di Angela, con un sorriso complice di Carlo, che le accarezzava le tette, strizzando i capezzoli. «Prendila, Antonio», disse Carlo, la voce piena d’amore. Antonio scopò Angela con forza, ogni affondo che la faceva urlare. «Ti metto incinta… sììì!» ringhiò, sborrando nella sua fica, fiotti caldi che la riempivano. Angela, baciando Carlo, si liberò in un nuovo orgasmo, lo squirt che schizzava, un urlo che era completamento: «Carlo, ti amo!»
Antonio, soddisfatto, si alzò, porgendo a entrambe una chiavetta USB. «Tutti i video incriminanti, troie. Se volete altri incontri, scrivetemi», disse, il tono che era un invito, non più una minaccia. Il ricatto si era dissolto, lasciando spazio a una passione condivisa, un’intimità che completava il desiderio. Antonio uscì, seguito da Marco e Luca, le loro risate che svanivano nel profumo salmastro del mare.
Nel villino, la musica si abbassò, lasciando solo il suono dei respiri e del mare in lontananza. Paolo si inginocchiò accanto a Camilla, i suoi occhi castani che brillavano d’amore. «Camilla, ti amo», sussurrò, prendendole il viso tra le mani. «Vuoi metterti con me? Voglio svegliarmi ogni giorno con te.» Camilla, il cuore che batteva, sentì le lacrime pizzicarle gli occhi. «Paolo, sì», disse, la voce rotta dall’emozione, gettandogli le braccia al collo. Si baciarono, un bacio lento, profondo, le labbra che si cercavano come amanti destinati, il sapore di lavanda e passione che era casa. Camilla si lasciò trasportare, il corpo che si scioglieva contro il suo, un amore che sbocciava dalla lussuria.
Carlo, accanto ad Angela, la prese tra le braccia, il suo amore che era un faro. «Angela, sei la mia troia, ma sei tutto per me», disse, baciandola, un bacio che era possesso e devozione. Angela, riscoperta in questa veste, non più solo porca ma regina del piacere di Carlo, ricambiò, il cuore che batteva per lui. «Ti amo, Carlo, portami dove vuoi», sussurrò, affidandosi a lui, il corpo che vibrava di amore. Si baciarono, le lingue che danzavano, il profumo di gelsomino che si mescolava al suo sudore, un’unione che trascendeva la carne.
Quella notte, i quattro rimasero nel letto maxi, i corpi intrecciati sotto le lenzuola di seta. Angela e Camilla, mano nella mano, vibravano di una complicità estrema, un legame forgiato nel piacere e nella vulnerabilità. I loro respiri si sincronizzavano, il profumo di lavanda e gelsomino che si mescolava al sandalo, il mare che cantava fuori. Il debito era stato pagato, ma era nata qualcosa di più: una passione che aveva trasformato il ricatto in un’ode al desiderio, un’intimità che completava le loro anime.

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