Racconti Erotici > Prime Esperienze > Castello, castello delle mie brame
Prime Esperienze

Castello, castello delle mie brame


di GiocoConTeXXX
04.03.2025    |    491    |    2 9.2
"L'ho tenuto a bada finora per non darti l'impressione sbagliata, ma la verità è che mi piaci..."
Immagino sempre più vicino il rumore dei tuoi pensieri tra la frizione, il freno e l’acceleratore.
Lo sento più forte mentre si ferma al semaforo.
La tentazione della retromarcia è lì… ad ogni traversa… Eppure procedi. Avanti. La città alle spalle, persa nel buio dello specchietto.
Sono le 21.30.
Arrivi al punto d'incontro concordato.
"Il castello è proprio come appariva nelle sue foto" pensi.
La piazzetta in cui parcheggi l'auto è deserta, silenziosa e rischiarata dalle luci del castello, che svetta solitario e suggestivo. Sul lato meno illuminato contro un muretto ci sono io, da qualche minuto aspetto nella penombra per non attirare l'attenzione dei pochissimi abitanti di questo borgo, che fortunatamente sembrano essersi già ritirati per la notte. La noia e le abitudini qui regnano sovrane e io e te rischieremmo di essere lo spunto perfetto per un chiacchiericcio indiscreto.
Scendi dall'auto, dai una rapida occhiata nella mia direzione ma sembri non curarti della mia presenza, statica e scrutatrice, a qualche decina di metri da te. Ti dirigi verso il lato passeggero e recuperi il cappotto. Mentre lo infili, la tua voce nell'aria mi raggiunge.
"Ho l'impressione che qualcuno mi stia aspettando".
Parole sfrontate e beffarde, pronunciate con un tono tra la provocazione e il sorriso. Mi sfidi subito. Atto coraggioso, per essere un incontro tra perfetti sconosciuti e fuori dalla tua comfort zone. Anche dalla mia, a voler essere onesti. Tu conosci il mio viso in foto ma non questo luogo né il posto in cui ti condurrò, mentre io sono nel mio ambiente familiare ma totalmente al buio riguardo al tuo aspetto.
Sfida. Curiosità. Adrenalina.

Inizio ad avvicinarmi lentamente, ma dopo quelle poche parole pronunciate per istigare in me una reazione mi dai di nuovo le spalle.
Sono a due passi da te, mi percepisci ma non puoi ancora vedermi.
Chiudi l'auto e ti volti.
"Ciao"
"Ciao, eccoci finalmente"
La tensione non è completamente dissolta, ma si è affievolita quanto basta per sorriderci e scambiarci un rapido abbraccio.
Tra un "com'è andato il viaggio?" e un "che ci faccio qua?" ci avviamo meccanicamente all'estremità della piazzetta, forse entrambi ci sentiamo troppo esposti e senza riparo, tanto dal naturale imbarazzo che proviamo ora quanto dagli occhi degli abitanti che forse si celano dietro qualche finestra buia.
Ti faccio strada verso il castello, ti avevo promesso che ne valeva la pena. Passeggiamo intorno alle mura che ci sovrastano e tra i fari che lo illuminano, respiriamo l'aria fresca e chiacchieriamo a voce bassa, tra la consueta circospezione e la riverenza di questo silenzio notturno che ci circonda.
Siamo tutto sommato a nostro agio, perlomeno io lo sono. Mi piaci e percepisco lo stesso da te, ma non voglio sembrare arrogante perciò ti chiedo di passeggiare ancora un po' nel borgo per lasciar fluire la conversazione e la spontaneità. Ti conduco per le viuzze, schiviamo un paio di passanti girando al primo angolo disponibile e davanti al bar del paese acceleriamo il passo divertiti.
Risate. Complicità. Brivido.
Davanti a un portone di legno mi fermo.
"Sarebbe qui".
Sorridi e capisco che posso infilarmi all'interno. Saliamo in religioso silenzio al piano superiore e oltrepassiamo la porta del vicino, la mia è proprio di fronte.
L'interno è caldo e accogliente, con un piccolo soggiorno e la stanza in cui lavoro. Faccio un mestiere particolare, di cui ti avevo parlato per spiegarti il motivo della discrezione. Pur consapevole di giocare alla roulette russa, mi sei sempre sembrata una persona con la testa sulle spalle, cauta e coscienziosa e questo mi ha dato la sicurezza -e forse anche l'incoscienza- di invitarti qui. Non so ancora come andrà la serata, ma la prima mezz'ora trascorsa insieme ci conferma che questo incontro, rischioso per entrambi per motivi diversi, è stato un azzardo azzeccato.

Ora che siamo nel mio luogo sicuro mi lascio andare e ti stuzzico con qualche battuta maliziosa, per capire se anche tu provi il mio stesso principio di eccitazione. L'ho tenuto a bada finora per non darti l'impressione sbagliata, ma la verità è che mi piaci.
Mi avvicino e ti sfioro. Faccio scorrere le mie mani lungo il tuo corpo esplorandolo sopra i vestiti e tu fai lo stesso. Petto contro schiena. Non ti ritrai, anzi, il tuo corpo preme contro il mio. Il calore si diffonde, il sangue inizia a ribollire e l'eccitazione sale ancora di più. Ti sfugge un gemito che mi attizza, un lamento di piacere che mi risuona nel cervello.
Ti voglio.
Senza preavviso mi inginocchio davanti a te, ti avevo promesso anche questo. Ci scambiamo un sorriso malizioso, mentre le fantasie tratteggiate e abbozzate nei messaggi cominciano a prendere vita. Senza fretta inizi a sbottonare i pantaloni e il mio sguardo saetta continuamente tra le tue mani operose e i tuoi occhi, per cogliere ogni minimo indizio di desiderio e per incitarti, per comunicarti che sono impaziente di assaporarti. Ti liberi dei pantaloni abbandonandoli sul pavimento e accompagni il mio viso verso di te, accarezzandomi la nuca. Appoggio le labbra allo slip, sei bollente. Ti accarezzo con la mano per prolungare questa attesa che ci rende famelici, ti tengo sulle spine. Alzo gli occhi sui tuoi e le tue labbra increspate e socchiuse mi accendono ancora di più, percepisco la tua voglia prepotente che invoca la mia bocca e la mia lingua e non desidero altro che fartele sentire.
Fissandoti negli occhi, prendo i lembi laterali del tuo slip e lo accompagno verso le cosce. Struscio le labbra e il naso sulla sommità del tuo pube liscio e il profumo della tua pelle rovente e della tua eccitazione mi frusta il cervello, mentre cerco di dominare l'istinto primordiale di averti in modo animale.
Voglia. Labbra. Umori. Lingua.
Sei così bagnata ed eccitata che il sangue mi ribolle. Sono giorni che voglio assaggiarti e sentire il tuo sapore nella mia bocca, ma non sapevo se me l'avresti concesso. Lo speravo, ma le incognite di questo incontro erano tante ed ora sei finalmente esposta e nuda dalla vita in giù davanti a me.
Cerco traccia del tuo imbarazzo, ma non ne trovo. Al contrario, ti lasci andare e allarghi leggermente le gambe, mi fai spazio in modo che il mio viso si incastri perfettamente all'altezza del tuo clitoride, che tocco e lecco con cura. Sospiri mentre mi accarezzi la nuca e le spalle, forse vuoi assicurarti che non smetta. Non ho intenzione di farlo, non finché non mi regalerai un primo orgasmo nella mia bocca, che non tarda ad arrivare. Così, in piedi e con le gambe che ti tremano, dopo appena un'ora che ci conosciamo mi accontenti e mi mandi fuori di testa mentre lecco le tue gocce di piacere.
I tuoi ansimi soffocati per non attirare orecchie indiscrete si calmano poco a poco. Guardare il tuo viso appagato mi gratifica e al tempo stesso mi eccita da impazzire. Tacitamente invertiamo i ruoli, muovendoci con estrema naturalezza.
Ci spogliamo del tutto e libero finalmente la mia erezione dura e gonfia dai jeans, provando un sollievo enorme. Mi siedo sul divano, nudo e senza pudori. Ti osservo e ti sfido ancora. Adoro essere sfacciato e provare a metterti in difficoltà, soprattutto ora che le tue barriere sono meno solide. Voglio farti arrossire mentre la mia erezione scoppia davanti al tuo viso, voglio vedere se avrai il coraggio di ingoiarmi tutto.
"Tutto il cazzo di un perfetto sconosciuto, lo accetterai?" mi chiedo mentalmente, mentre lo prendo alla base e lo stringo, accompagnando i movimenti della tua bocca. La tua lingua scorre su tutta l'asta e lecca la punta alternandosi con le labbra che mi avvolgono. Ti guardo e ti tengo i capelli all'indietro, ogni tanto te lo sfilo dalla bocca e ti schiaffeggio le labbra, le guance e lo strofino sulla metà inferiore del tuo viso. Non ti scosti, credo che il mio cazzo ti piaccia particolarmente. Ogni volta che lo allontano dalla tua bocca torni a cercarlo e ripetiamo questo giochino più volte perché mi eccita particolarmente. Mentre lo succhi, una mano va a schiaffeggiarmi le palle e premio questa tua iniziativa con un sorriso e infilandoti un dito in bocca non appena ti stacchi per asciugarti la saliva. Sento avvicinarsi l'orgasmo mentre immagino di sporcare il tuo viso con una mia calda e abbondante venuta.
Chiudo gli occhi e lo faccio, lo faccio per davvero. Imbratto il tuo viso venendo con un respiro affannato e sommesso, ti guardo nuovamente in questi attimi di orgasmo in cui godo a fiotti bollenti e il tuo sguardo mi incita a sborrare fino all'ultima goccia.
Sono nella pace dei sensi con la testa vuota e leggera, quasi sorpreso dal piacevole esito di questo incontro dalle mille incognite. Menomale che, alla fine, la retromarcia non l'hai messa.
Castello. Euforia. Rivediamoci.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Castello, castello delle mie brame:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni