Cappuccino con crema

Il bar era un'esplosione di suoni e profumi, un palcoscenico di vite che si incrociavano. Fabio e Sara, seduti a un tavolo appartato, si studiavano con la curiosità di chi scopre un territorio inesplorato. Attorno, il via vai di chi corre al lavoro, di mamme che portano i figli a scuola, di giovani che perdono la mattinata e la corsa del mattino milanese.
"Allora," disse Sara, un sorriso malizioso che le illuminava il viso, "in chat mi hai detto che sei un avvocato. Immagino che tu sia abituato a maneggiare situazioni... complicate."
Fabio sorrise, con un lampo di malizia negli occhi. "Solo quando ne vale la pena," rispose, abbassando la voce. "E tu, Sara? Cosa ti aspetti dal nostro caffé, in una mattinata come questa? Gli incontri di conoscenza non sono tutti uguali."
"Diciamo che ho un debole per le emozioni forti, e volevo capire se c'è la compagnia giusta," sussurrò Sara, sfiorandogli la mano con le dita. "E tu, Fabio? Sei un tipo da emozioni forti?"
Fabio deglutì, sentendo un brivido di eccitazione che gli percorreva la schiena. "Dipende da cosa intendi per 'emozioni forti'," rispose, avvicinandosi a lei. Si era tenuto distante, lasciando il giusto spazio fino a quel momento, ma era chiaro che il ghiaccio si era infranto come cristallo delicato. Erano ancora due sconosciuti, ma attratti verso lo stesso centro.
Sotto il tavolo, le loro mani si incontrarono, intrecciandosi in una danza sensuale. Sara fece scivolare la mano sulla coscia di Fabio, risalendo lentamente verso l'inguine. Lui sussultò, un gemito strozzato che si perse nel brusio del bar.
"Ti piace questo?" sussurrò Sara, la voce roca di desiderio, senza nemmeno guardarsi attorno.
"Da morire," rispose Fabio, chiudendo gli occhi, abbandonandosi alla sensazione. Sotto sentiva già crescere le aspettative e il cuore pompare più forte. Volevano entrambi provare la stessa cosa.
Sara slacciò il bottone dei jeans di Fabio, la mano che si muoveva con una sicurezza spiazzante. Lui gemette di piacere, il corpo che tremava di desiderio. Voleva sembrare tutto d'un pezzo, ma gli occhi erano già colmi di fiamme e il respiro profondo.
Sotto il tavolo, la mano di Sara si mosse con abilità, accarezzando e stringendo, esplorando ogni centimetro del suo membro. Da schiacciato che era nei boxer, stava crescendo velocemente. E cresceva ancora, e ancora, incontenibile.
Fabio ansimò piano, cercando di soffocare il suono, un sussurro di piacere che si perdeva nel brusio del bar.
"Sei così duro," sussurrò Sara, sentendo il membro di Fabio pulsare nella sua mano. "Mi piace."
Fabio, desideroso di ricambiare, fece scivolare la mano sotto la gonna di Sara, trovando la sua intimità. Lei sussultò, un gemito di sorpresa e piacere che le sfuggì dalle labbra. Impugnava lo scettro del potere, eppure era diventata in un attimo vulnerabile.
"Fabio..." sussurrò Sara, la voce roca di desiderio.
"Shhh," rispose lui, baciandola piano, cercando la punta della lingua con la sua. "Non ti fermare."
Le loro mani si muovevano all'unisono, creando una sinfonia di piacere. Fabio sentiva il corpo di Sara tremare sotto le sue dita, lei sentiva il calore del suo cazzo pulsare nella sua mano.
"Sei così umida," sussurrò Fabio, sentendo le dita scivolare nella sua intimità. "Ti fa impazzire farlo qua in mezzo a tutti, vero?"
"Sei un porco," gemette Sara, fintamente scandalizzata, la testa reclinata all'indietro ma gli occhi puntati su di lui. "Voglio che mi tocchi ancora."
Continuarono, divisi da un cappuccino profumato sul tavolo e nascosti dal caos che imperversava nel locale. Composti, ma in piena vista, con il godimento più montato della schiuma nella tazza. Sempre più veloce, fissando ognuno a fondo gli occhi della sconosciuta anima a cui stavano per dare l'orgasmo.
Un ultimo gemito strozzato, un grido silenzioso di piacere, ed entrambi raggiunsero l'apice. Il loro piacere si fuse in un'onda di calore. Fabio sentì il suo seme riversarsi nella mano di Sara, lei sentì le sue dita scivolare nella sua intimità scossa da spasmi.
"Oh, Fabio," sussurrò Sara, aprendo gli occhi, trovando quello sguardo intenso, cercando di contenersi. "Sei incredibile. Non pensavo di poter venire così."
"Anche tu, Sara," rispose Fabio, baciandola di nuovo, questa volta più intensamente. "Sei la compagna ideale per scoprire quante altre cose non sappiamo di poter fare."
Si scambiarono un sorriso complice, un segreto condiviso in mezzo alla folla, un'intesa che andava oltre le parole. Poi, come se nulla fosse accaduto, ripresero la loro conversazione, sorseggiando il cappuccino, mentre sotto il tavolo, l'eco del piacere indugiava nell'aria, un promemoria indelebile di un incontro proibito.
"Allora," disse Sara, portandosi la mano ricoperta del godimento di lui alla bocca, per saggiare appena con la punta della lingua, prima di pulirsi nei tovaglioli del bar come si trattasse di ordinaria crema, "quando ci rivediamo?"
"Quando vuoi," rispose Fabio, prendendole la mano. "Ma la prossima volta, prometto di portarti in un posto più... appartato."
Sara rise, un suono cristallino che si perdeva nel brusio del bar. "Non ci provare," rispose, stringendogli la mano. "Abbiamo appena iniziato ad esplorare il mondo."