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Souvenir per il Sol Levante


di Membro VIP di Annunci69.it Soul_Ronin
28.02.2025    |    267    |    1 8.0
"Lo vestì con la sicurezza di una geisha, saltando poi a cavalcioni su quella che sarebbe stata l'esperienza che cercava da quando si era innamorata del Bel..."
Fabio camminava tra le vivaci strade di Milano, con il sole pomeridiano che illuminava il mondo intorno a lui con calde sfumature dorate. Era una giornata primaverile qualunque, fino a quando il suo telefono emise un ping che lo fece sobbalzare. Un messaggio, direttamente sull'app. "Ciao! Sono Yuki, in Italia per una settimana. Ti ho visto online qualche volta, anche se non ti ho mai scritto... sei sempre gentile e so che non hai problemi con i selfie."
Un sorriso intrigato si dipinse sul viso di Fabio. Era sempre affascinato dall'idea di un incontro casuale e, soprattutto, dalla personalità avventurosa di una donna come Yuki. Immaginava dove volesse andare a parare, anche se ancora non sapeva fino a dove si sarebbero spinti. Lei era una donna più grande, decisa, affascinante. Con un pizzico di audacia, si decise: “Perché no?” E così, il destino di un mattino piccante era tracciato.
Il giorno seguente, si trovarono in un bar affollato, e il profumo delle paste fresche permeava l'aria. Quando Yuki entrò, il tempo sembrò bloccarsi. I suoi occhi a mandorla scintillavano di curiosità, mentre il sorriso sul suo viso emanava un’energia contagiosa. Indossava un vestito aderente che esaltava le sue curve, modeste ma ben delineate, stampando nella mente di Fabio un’immagine indelebile. “Fabio!” esclamò lei, avvicinandosi con passo deciso. Fece un enorme sorriso. “Sei anche più affascinante di quanto sperassi!”
La battuta le scivolò dalle labbra con una facilità disarmante, e lui si sentì avvolto da un’ondata di euforia, quasi come se una scintilla fosse scattata nell’aria. Tra i convenevoli di una nuova presentazione, lei saltò presto al motivo reale del suo approccio. “Da noi si dice che gli italiani sono noti per la loro… virilità” continuò Yuki, con un sorriso malizioso che le danzava sul volto. “Vengo qua tutti gli anni, ma ho sempre avuto voglia di scoprire tutto ciò che questa terra ha da offrire.”
L’atmosfera si caricò di un’intimità palpabile come un anello di fumo attorno a loro. “Dove ti porta questa curiosità?” chiese Fabio, soppesando ogni parola, mentre un brivido di eccitazione percorreva la sua schiena.
“Il mio hotel è qua dietro,” rispose Yuki con un colpo preparato, “vorrei tanto portare a casa... un souvenir speciale, questa volta.”
Giunsero nella stanza, semplice ma ordinata. L’aria era vibrante di anticipazione. Yuki, con la sua frizzante gioia di vivere, tirò fuori il telefono. “Possiamo fare dei selfie insieme?” disse, mentre il suo sguardo si posava sul viso di Fabio come se stesse esaminando un’opera d’arte. Le mani di lei si avvicinarono, intrecciandosi con quelle di lui, mentre il suo cuore accelerava.
“Voglio che questo momento sia indimenticabile” sussurrò Yuki, avvicinandosi sempre di più e lasciando percepire il calore della sua presenza. “Non stiamo solo scattando foto, stiamo creando ricordi.” Con un gesto audace, Yuki sollevò le sopracciglia e aggiunse: “E i tuoi… dettagli unici renderanno ogni scatto ancora più speciale.”
Fabio trattenne il respiro mentre l’energia tra loro diventava tangibile. “Dobbiamo assicurarci che le nostre foto non siano solo normali” propose, a voce bassa. “Aggiungiamo tutti i particolari che vuoi. La timidezza non ci serve ora.”
Mentre continuava a scattare foto, Yuki si avventurò in ogni angolo del suo mondo – toccando, esplorando, e immergendosi in un desiderio che sembrava crescere con ogni scatto. “Non posso credere che lo sto facendo davvero!” esclamò, i suoi occhi brillanti di meraviglia. “Le mie amiche non ci crederanno mai!”
"Allora è per questo che fai le foto? Per farle vedere alle tue amiche?" domando lui, curioso.
Yuki lo baciò. "Mi invidieranno tantissimo." Gli passò il cellulare, scendendo velocemente a mettersi sulle ginocchia.
Non titubò nemmeno un istante, smentendo ogni diceria sul presunto contegno delle donne del suo paese. Slacciò i pantaloni di lui, li tirò forte in basso insieme ai boxer neri, e rimase per qualche istante immobile a fissare la nudità di Fabio che si stava alzando, ingrandendo, indurendo.
"Oh mio Dio" commentò spontanea. Abbassò il viso sorridente e delicato e lo usò per prendere le misure, poggiandosi la verga di carne proprio in mezzo, a coprirle dalla bocca alla fronte. "Oh mio Dio, è più lungo della mia faccia!" Scoppiò a ridere da sola, in un misto di eccitazione e ansia. "Fammi una foto!"
La prima inquadratura fu l'inizio di un set fotografico che nessuno dei due si era veramente aspettato. Continuarono con un'allegria incontenibile, sincera e spensierata, mentre lei riempiva desiderosa la memoria del cellulare con i propri ritratti alle prese con quello che iniziò a chiamare in continuazione "il mio cazzone italiano".
Lo assaggiò avidamente, incapace di metterlo tutto in bocca, sempre più eccitata. Riprese il cellulare e cominciò a scattare da sola, assicurandosi di scegliere le migliori angolazioni che facessero capire quanto si sentiva fortunata a succhiare un cazzo che riempiva le sue fantasie da anni, ma mai aveva stretto tra le mani.
A un certo punto si rialzò in piedi, schioccando un rapido bacio sulle labbra di Fabio. "Voglio provarlo dentro" disse senza mezzi termini.
"Sicura, Yuki? Minuta come sei, potresti fare fatica la prima volta."
Ma lei, già con il profilattico scartato, non attese. Lo vestì con la sicurezza di una geisha, saltando poi a cavalcioni su quella che sarebbe stata l'esperienza che cercava da quando si era innamorata del Bel Paese.
"Se all'inizio faccio io," commentò espirando piano "vado fino a dove riesco. Tu però devi fare una cosa."
Fabio aveva le mani sul culo piccolo e sodo della sua nuova amica giapponese, la cappella che sfiorava le labbra gonfie e bagnate fra le gambe di lei e lo sguardo fisso sul suo volto felice. "Dimmi, cosa vorresti che facessi?"
Yuki si abbassò, prendendo quella dura virilità fino a sentire le palle. La sua boccuccia era spalancata in un urlo silenzioso. Riuscì a malapena a sussurrare: "Devi continuare a fare le foto."
La mattinata scivolò in un vortice di urla intense e sguardi sconvolti. Gli scatti divennero sempre più tremendi, mentre i due ridevano e godevano insieme, mentre il mondo esterno scompariva nella loro intesa. La magia di un sogno proibito diventava realtà e, grazie al desiderio di Yuki, non sarebbe scomparsa una volta terminato l'incontro.
Alla fine, stremata, lei si lasciò andare fino a cadere sul pavimento della sua camera d'hotel.
Fabio la ammirò, tra il preoccupato e l'ammirato.
"Stai bene?" le chiese. Era stata selvaggia.
“Questa sarà una storia che porterò con me per sempre” disse Yuki, il suo volto illuminato da una gioia pura.
Quando il calore di mezzogiorno iniziò a filtrare dalle tende, Yuki si girò verso di lui e, con un sorriso pieno di complicità, sussurrò: “Non dimenticherò mai questo souvenir.” Prese il cellulare, scelse una foto, e gliela fece vedere con estrema soddisfazione: lei che guardava in camera con gli occhi luccicanti e il cazzo duro di Fabio stretto tra le labbra.
In quel momento, nel cuore pulsante di Milano, sia Fabio che Yuki capirono che stavano scrivendo un capitolo speciale della loro vita, un racconto fatto di desideri e connessioni che promettevano di riscaldare i loro cuori per un tempo incalcolabile.
"Spero ti sia piaciuto questo tuo viaggio in Italia" le disse Fabio, prima di lasciarla a riprendersi nella sua comoda stanza.
Lei gli scoccò un bacio dalla distanza. "Le mie amiche non hanno idea di cosa si perdono" disse. "Ma stai sicuro che appena torno a casa, non faranno altro che domandarmi di te."
"E tu diglielo", la salutò lui infine.
"Che cosa?"
"Che la prossima volta che tornerai qui, troverai ancora il tuo cazzone italiano pronto a darti tutto quello che avrai sognato di provare per un anno intero."
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