Prime Esperienze
UN NUOVO INGANNO
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23.02.2025 |
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"Lei mi guardò stranita e mi chiese il motivo, le risposi: “Te l’ho detto, voglio fare un gioco”..."
Eravamo entrambi seduti sul letto di quell’appartamento che nei nostri ultimi incontri era stato lo scenario di cose che mai avrei pensato un giorno potessero diventare reali assieme a lei.Ce ne stavamo uno di fronte all’altra sorseggiando dell’ottimo prosecco e ridendo a stupide battute a doppio senso.
Guardavo le sue guance arrossire ogni volta che le chiedevo se avesse desideri o fantasie piccanti, quel suo imbarazzo mi faceva impazzire.
Improvvisamente le dissi che volevo fare un gioco, quindi da un cassetto del comodino tirai fuori un passamontagna e la sua mascherina per gli occhi.
Lei mi guardò stranita e mi chiese il motivo, le risposi: “Te l’ho detto, voglio fare un gioco”.
Presi il suo bicchiere e lo appoggiai a terra, poi indossai il passamontagna e inizia a mangiarla tra le gambe.
“Mmm, sei il mio uomo misterioso e cattivo” disse sogghignando.
In pochi istanti la sentii bagnare e le sue mani sulla mia testa spingevano affinché la mia bocca potesse divorarla.
In breve tempo raggiunse un orgasmo lasciandosi andare ad un urlo che sembrava riecheggiare in tutta la sua stanza.
Rimanendo tra le sue gambe la guardai e lei, con aria stravolta, mi disse: “Mi gira tutto, deve essere quello che ho bevuto”
Scoppiammo di nuovo a ridere.
Fece per alzarsi dal letto dicendo: “Ora tocca a me”, ma la fermai subito rispondendole che non avevo ancora finito con lei.
Alle zampe del letto avevo preparato delle catene con attaccate alle estremità delle polsiere.
Debora non aveva mai fatto mistero riguardo quanto le piacesse essere immobilizzata in quel modo, si fidava di me e questo era molto eccitante.
Strinsi forte la prima al suo polso: “Fa male? Riesci a liberarti?”, rispose: “No”.
Bloccai al letto anche l’altro polso.
Guardandola così sentii il mio cazzo inumidirsi in una maniera assurda.
Sorridendo mi chiese il perché avessi il passamontagna e lei risposi che faceva tutto parte del gioco.
Mi alzai e dai piedi del letto tirai fuori un’altra coppia di catene che avevo preparato prima alle zampe, un paio di cavigliere erano agganciate alle estremità.
Le strinsi forte alle sue caviglie lasciandola con le gambe completamente spalancate.
Mi assicurai che fosse comoda, nonostante costretta a rimanere in quella posizione e lei sembrò molto divertita dalla cosa.
Presi da terra il suo bicchiere e glielo avvicinai alla bocca, tenendole la testa la aiutai a bere.
Le misi infine la mascherina così che non potesse vedere anche questa volta quello che sarebbe successo.
Scesi al piano di sotto per prendere dell’acqua, ma in realtà fu un pretesto per aprire la porta al nostro ospite a sorpresa.
Mentre lui si preparava io tornai da Debora e dopo averla baciata le misi il mio cazzo sulle labbra inumidendole.
Lei passò la lingua per asciugarle, poi spalancò la bocca accogliendo il mio membro duro e iniziò a succhiarlo con foga.
In passato avevo orchestrato una situazione molto simile per lei, era stato quello che io avevo definito: “Il primo inganno”.
Questa volta però tutto aveva un sapore diverso: la nostra maturità, ciò che nel tempo avevo potuto farle provare capendo i suoi limiti, la consapevolezza da parte mia che conoscendola sotto la luce della perversione potevo comprendere come raggirare alcuni ostacoli e raggiungere l’obbiettivo che di volta in volta la rendeva sempre più porca e curiosa.
Guardai nella penombra della stanza e vidi Fabio completamente nudo, con addosso solo il passamontagna.
Si toccava guardando Debbi legata al letto con il mio cazzo in bocca.
In passato eravamo stati colleghi e negli anni abbiamo continuato a mantenere i rapporti frequentandoci con le corrispettive consorti ed uscendo a cena qualche volta.
Mai ci aveva sfiorato l’idea di andare oltre al rapporto di amicizia e a dirla tutta non era nemmeno il tipo di uomo che piace a Debora.
Questo rendeva tutto ancora più piccante.
Inoltre Fabio era una persona seria, senza grosse paranoie e donatore AVIS, cosa fondamentale per ciò che avevo in mente.
Lasciai spazio a lui togliendomi dalla bocca di Debora e in silenzio si sdraiò tra le sue gambe.
Lei indossava un body che a fatica poteva contenere il suo seno per via della generosa scollatura sul davanti.
Anche il cavallo era aperto e si intravedeva la pelle chiara e rasata di fresco.
Negli ultimi tempi mi era sembrato che Debbi non fosse più tanto sicura delle sue forme.
Se prima sorridendo amava definirsi “leggermente curvy” ora non scopriva più con disinvoltura il suo corpo davanti ad estranei e continuava a ripetere che doveva trovare il modo per andare a fare un po’ di sport.
Io cercavo di rassicurarla dicendole che il tipo di vita che ultimamente conducevamo aveva portato dei cambiamenti anche ai nostri corpi, ma che prima o poi sarebbero arrivati tempi migliori.
Proprio per questo nei giorni precedenti a Fabio avevo chiesto di non spogliarla completamente lasciando il suo ventre coperto, a meno che non fosse stata lei la prima a volersi togliere tutto.
Personalmente continuava a piacere quello che in lei vedevo, toccavo e sentivo con le mie mani soprattutto nei nostri momenti di intimità.
E visto i messaggi di apprezzamento che ricevevo sul sito di Annunci non ero l’unico a trovarla eccitante, proprio per le sue curve.
Fabio prese a masturbarla con la bocca tenendola per i fianchi, con una mano salì poi sul suo seno per giocare con i suoi capezzoli turgidi.
Mi guardò e io, dopo aver fatto partire la registrazione video, gli feci un cenno con la testa, quindi iniziò a penetrarla.
Nonostante il passamontagna che gli copriva il viso notai chiaramente il suo sorriso mentre mi guardava, questo probabilmente dovuto allo stupore di ciò che gli avevo detto nei giorni precedenti all’incontro: “Vedrai che seguendo le mie indicazioni lei non si accorgerà e non sospetterà che sia un altro a scoparla”.
Ed ero cerco di questo, perché non era la prima volta che la mettevo in situazioni del genere.
Per questa serata però avevo voluto spingermi un po’ oltre e rischiarmela scegliendo una persona che avesse una dotazione maggiore rispetto la mia.
Fabio inoltre fu molto diretto: “Lei mi piace molto e non ti nascondo che mi è capitato spesso di desiderarla, sarà difficile tenere a freno l’animale che la sua immagine scatena in me”.
Debora incassava i colpi, godeva e urlava di piacere.
Mi avvicinai al suo orecchio dicendole che era bello vederla così porca e che morivo dalla voglia di riempirla ovunque.
Lei sorrise e rispose con la voce rotta: “Non mi sembra di fare chissà cosa”, ignorando di cosa l’avessi resa protagonista.
Rincarai la dose chiedendole se sentiva quanto fossi eccitato e come il mio cazzo sembrava più grande e grosso del solito ricevendo come risposta: “Il tuo cazzo mi piace sempre e in ogni modo”.
Fabio sorrise e non perdeva il ritmo: lui era il corpo, io la voce… e il folle.
“Oltre che piacerti in ogni modo ti piace anche in ogni posto?”.
Debbi sospirò mostrando un po’ di esitazione, io aggiunsi subito: “Voglio mettertelo dietro”.
Fabio si fermò e io dissi a Debora: “Vado a prendere giù l’olio”.
In realtà questa mossa servì perché lui potesse lasciarci soli nella stanza nel caso lei avesse voluto scoprire i suoi occhi.
Dopo averle fatto credere di essere tornato in camera la slegai per farla stare un po’ comoda mi chiese dell’acqua e si tolse la mascherina.
Si guardò attorno strofinandosi gli occhi come appena sveglia.
La baciai e le chiesi nuovamente se le andasse di provare a prenderlo dietro.
Con lei l’anale è un’incognita e visto che non lo concede con tanta facilità è sempre meglio accertarsi che sia il momento giusto perché lei decida di farlo e non lo veda come una imposizione.
“Proviamo” rispose e aggiunse: “Fammi bere prima”.
Le passai nuovamente la bottiglia di acqua ma lei indicò quella di prosecco, ne buttò giù un paio di sorsi e si abbassò le spalline del body per toglierlo.
Calò infine la mascherina sugli occhi e fece un sorriso, facendo capire di essere pronta.
La aiutai a sdraiarsi sul letto a pancia in giù, agganciai nuovamente i moschettoni ai suoi polsi e alle caviglie e sporgendomi dal parapetto invitai con un cenno Fabio a salire.
Gli passai la bottiglietta contenente l’Olio Johnson e lui ne fece cadere dall’alto ricoprendole la parte bassa della schiena e i glutei.
Diede poi vita ad un massaggio che da sensuale si trasformò in pochi istanti a più spinto.
Fabio aveva un paio di dita nella figa di Debora, un altro le sfiorava il buchino e nel mentre le mordeva una natica provocandole degli spasmi e dei brividi ben visibili.
Probabilmente lei in quel momento provava eccitazione anche per il fatto di essere immobilizzata, cercava di scalciare ma le sue caviglie erano bloccate costringendola a rimanere ferma.
Io filmavo tutto e sentivo i miei boxer fradici sulla parte davanti.
Avrei voluto mettere il mio cazzo in bocca a Debbi mentre lei era legata e lui la scopava, condividerla come fatto in passato con altri.
Ma la mia idea per quella serata era molto diversa.
Fabio le si mise sopra per strusciarle il cazzo tra le natiche che teneva spalancate con le mani, lasciandole visibilmente esposto il buchino.
Infilò la cappella grossa e lucida, ma lei lasciò andare un urlo soffocato.
“È troppo grande”, disse.
Per un momento pensai che si sarebbe accorta del mio inganno, ma con grande sorpresa aggiunse: “Ungilo di più e fai piano”.
Fabio mi aveva detto avrebbe portato del Pop, una sostanza che ci avrebbe aiutati a rilassarci essendo sia afrodisiaco che un eccitante.
Mentre lui si lubrificava io avvicinai la boccetta al suo naso e le sussurrai di inspirare.
Lei obbedì e poi, dopo un colpo di tosse, mi chiese cosa fosse.
“È una cosa che mi hanno consigliato di usare in situazioni come questa, dimmi cosa senti, che effetto fa”.
Rispose semplicemente: “Scopami!”.
Fabio si mise nuovamente sopra a Debora e provò nuovamente a penetrarla, questa volta ottenendo ottimi risultati.
Guardavo quell’uomo con il passamontagna scopare il culo della mia compagna bendata e legata al letto, il tintinnio delle catene che si muovevano erano assieme ai suoi gemiti una colonna sonora perversa e perfetta per ciò a cui stavo assistendo.
Continuavo a girare attorno a loro filmando la scena, mi avvicinavo al viso di lei per immortalarne le espressioni di dolore misto godimento, riprendevo il corpo sudato di Fabio, il suo viso coperto, quel grosso cazzo che entrava ed usciva dal culo unto e arrossato di Debora.
Dentro di me pensavo con un pizzico di invidia: “Che stronza, ci sono volte che non vuole nemmeno io mi avvicini lì dietro e guarda ora come prende quello di Fabio senza saperlo”.
Tutto era eccitante soprattutto perché lei, grazie al mio compagno di giochi che si era dimostrato un ottimo complice, un leggero stordimento dovuto a ciò che aveva in precedenza bevuto e al Pop che le era stato d’aiuto per rilassarsi, non aveva avuto fino a quel momento alcun sospetto e si stava godendo la serata.
Fabio volle liberarle le caviglie, le lasciò il viso schiacciato al letto e il culo in alto.
In quella posizione lui riusciva a penetrarla in profondità e pensai gliel’avrebbe sfondato.
Lei sembrava gradire nonostante di tanto in tanto avevo l’impressione provasse dolore, che pareva comunque voler sopportare.
Lui aveva sempre la bottiglia di olio a portata di mano, la indirizzava verso il buchino rimasto socchiuso ogni volta che le toglieva il cazzo e premendo lasciava fuoriuscire un getto che glielo riempiva e lubrificava di nuovo, quindi ricominciava a penetrarla.
Mi avvicinai al suo orecchio e le dissi di ripetere cosa io le stessi facendo: “Mi stai inculando!”.
“Ripetilo, non ho sentito!” e lei alzando sempre di più la voce ripeteva: “Mi stai inculando! Mi stai inculando!”.
Fabio non riuscì a resistere ancora quindi scaricò tutto il suo sperma dentro il culo di Debora.
Le gambe gli tremavano per lo sforzo e per il modo in cui quella posizione lo aveva messo a dura prova.
Lei rimase immobile, con il culo in aria e visibilmente esausta oltre che dolorante.
Lui si rialzò e io continuai a filmarlo fino a quando non scomparve al piano di sotto lasciandoci finalmente soli.
A quel punto appoggiai il mio telefono sul comodino, mi tolsi i boxer e imitai la posizione con cui Fabio l’aveva riempita.
Sentii il mio cazzo scivolarle dentro al culo senza alcuna fatica, era caldo e lubrificato dallo sperma di Fabio.
Mentre la scopavo dall’alto del soppalco vidi Fabio salutare prima di uscire in silenzio dall’appartamento.
Non riuscii a resistere molto e scaricai dentro Debora, spingendo a fondo e facendole capire quanto mi facesse impazzire in quel momento.
Lei stese le gambe, le liberai i polsi per poi crollare al suo fianco su quel letto fradicio.
Toccandosi dietro chiese se fosse sangue, sul momento mi spaventai ma in realtà era solo il nostro liquido che le usciva.
Nei mesi precedenti ero venuto a conoscenza di una confidenza che aveva fatto ad un’amica.
Le aveva raccontato di aver sognato di essere prigioniera in un luogo buio, freddo e sporco, incatenata ad una rete e a disposizione di uno sconosciuto incappucciato che abusava di lei ogni volta ne avesse voglia.
A detta sua, trovava questa cosa spaventosa ma allo stesso tempo eccitante.
Inizialmente avrei quindi voluto mostrarle il video della serata che era appena terminata e chiederle se ancora ritenesse eccitante una cosa del genere, quasi a volerla punire per quella sua fantasia che non aveva voluto confessarmi.
Pensai poi di fare tesoro di questa nuova esperienza e di lasciare passare un po’ di tempo per organizzare situazioni sempre più simili a quel sogno di Debora, per spingerla ancora un po’ oltre e guardarla nuovamente incatenata e messa a disposizione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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