Prime Esperienze

Venga!


di GuardoneMonello
26.02.2025    |    12.094    |    10 9.2
"Mi asciugo grossolanamente, quindi leggo il messaggio..."
Sto uscendo dalla doccia, quando sento il suono di una notifica proveniente dal mio cellulare.
Mi asciugo grossolanamente, quindi leggo il messaggio. È il mio andrologo di fiducia, che mi avvisa che la visita delle ore 18.00, per la quale mi stavo preparando, sarebbe stata effettuata da una sua collega, a causa di un suo impegno improvviso e improcrastinabile.
"Una donna andrologo? Ma allora esistono veramente!" penso e sorrido, mentre il mio organo deformabile mostra i primi entusiasmi.
"Lo so, un uomo razionale non la pensa in questo modo. Così fanno i ragazzini e i morti di figa."
"Io andrò lì a fare una visita, ok? E lei è soltanto un medico, va bene?"
"Non cambierà nulla rispetto a quando mi visita il mio andrologo. Intesi?"
Cerco di tranquillizzarmi e di prepararmi psicologicamente per questo evento inedito, ma sento l'esigenza inconscia di profumarmi e curarmi più del solito. Mi vesto bene: indosso un paio di jeans, una camicia bianca, un gilet e un paio di scarpe eleganti. Mi metto il cappotto ed esco.

Salgo in macchina e inizio a guidare verso lo studio del mio specialista di fiducia, oggi utilizzato temporaneamente dalla sua sostituta, la dott.ssa Alessia Boccavanti. E già il nome...mi fa sognare.
Più mi avvicino alla mia destinazione, più aumenta l'ansia per la visita e per la figura che farò con la dottoressa.
Parcheggio l'auto. Citofono.
"Venga!" mi risponde una suadente voce femminile.
"Ah, partiamo bene!" penso io ironicamente.
Mentre salgo le scale penso che sicuramente la dottoressa sarà una anziana signora di aspetto poco gradevole, quindi mi tranquillizzo...eppure quella voce, no cazzo, lo sento, non può che appartenere a una donna giovane e maiala.
Quando arrivo davanti alla porta, vedo un uomo uscire tutto contento e soddisfatto dallo studio.
"Mah, avrà sicuramente ricevuto una buona notizia sulla sua salute", mi dico.

Busso sulla porta socchiusa.
"Entri!" mi risponde la voce di prima.
Apro la porta e vedo una meraviglia vivente dirigersi verso di me. Chiudo la porta. La sala d'attesa è vuota.
Lo splendore umano mi tende la mano per presentarsi.
"Buonasera, sono Alessia, piacere di conoscerla. È la prima visita che fa con me, vero?"
"Sì, è la prima volta. Sono Marco Bagnaletto. Ho...ho l'appuntamento proprio ora, alle 18.00."
"La vedo un po' teso. Come mai?"
"Sa, sono sempre stato visitato da uomini..." rispondo io con una voce prima decisa e poi sempre più flebile.
Noto un sorrisetto poco professionale da parte della dottoressa, che però poi si ricompone.
"Non si preoccupi. È naturale che ci sia un po' di imbarazzo all'inizio. Mi segua."
Seguo il rintocco dei suoi tacchi, mentre il mio sguardo cade inevitabilmente su quelle gambe avvolte in quei collant che la dottoressa, o meglio Alessia, porta sotto il suo camice.

Entriamo nello studio del dottore, che già conoscevo molto bene.
"Prego, si segga." mi dice Alessia mentre mi versa un bicchiere d'acqua da una caraffa.
"Bevi un sorso, così ti passa la paura!" aggiunge, lasciandomi sconcertato per il passaggio dal Lei al tu.
Ma si sa che sono io che mi faccio le seghe mentali...e chissà se sarebbero state solo mentali.
Comunque bevo l'acqua e faccio dei respiri, quindi mi tranquillizzo momentaneamente, mentre la dottoressa disinfetta il lettino con una soluzione a base di ipoclorito di sodio, di cui riconosco l'odore caratteristico.
Noto anche un piacevole sottofondo musicale, che usava sempre anche il mio dottore per mettere i pazienti a proprio agio.

"Ora ti spogli e ti stendi sul lettino, va bene?"
Salgo sul lettino, mi stendo e mi abbasso i pantaloni e i boxer, mentre Alessia si disinfetta le mani e si mette dei guanti in lattice, che poi disinfetta di nuovo. Si avvicina a me con una visiera e un faretto a led. Noto un certo interesse nel suo sguardo. Interesse scientifico, senz'altro. Accende la piccola torcia e con l'altra mano mi scappella completamente il cazzo.
"Qui va tutto bene, non ci sono problemi. Ma perché non ti circoncidi?"
"Non voglio soffrire inutilmente se non ne ho bisogno."
"Un piccolo sacrificio per accontentare noi donne potresti anche farlo. Lo sai che dureresti di più?"
"Il dottore la pensa diversamente, quindi non ci ho mai pensato."
"E per forza, lui è maschio! Glielo dirò io, non preoccuparti. Comunque il tuo pene è in ottima salute...e anche bello attivo, vedo!"
La dottoressa Boccavanti aveva notato che l'oggetto della sua indagine aveva manifestato una vistosa crescita dimensionale e non aveva saputo fare a meno di comunicarmelo. Il suo atteggiamento non mi convinceva già dall'inizio, ma stava diventando sempre più sospetto.
Oh, sarò sempre io ad avere la mente sporca, eh?

"Bene. Ora devo palparti i testicoli per controllare che siano in buona salute. Tranquillo, eh?"
Prende il testicolo sinistro tra il pollice, l'indice e il medio e comincia a massaggiarlo dolcemente. A me piace moltissimo e tendo a chiudere gli occhi in segno di godimento.
Intanto lei mi chiede quanti rapporti sessuali ho in un anno, più o meno.
"Circa due all'anno, dottoressa."
"Così poco? Cerca di averne almeno uno al mese. E se non trovi una donna vai a puttane! Cazzo te ne frega."
Io sono allibito. Non ho mai sentito un medico pronunciarsi in questi termini. Il mio pene sta quasi per eiaculare.
Mi trattengo giusto in tempo, un secondo prima di causare un disastro.
"Scusa dottoressa. Sono sincero: mi sta mettendo leggermente a disagio con le Sue domande."
"Scusa Marco, ma io lo dico per il tuo bene. Francamente a me dispiace sempre quando un bell'uomo in buona salute non si gode la vita come dovrebbe. E poi ci sono degli studi che dicono che i benefici dell'attività sessuale superano i rischi."

La dottoressa si sarà innervosita, perché passa a tastarmi il testicolo destro con una maggiore velocità, provocandomi un'eccitazione maggiore. A questo punto, non riesco più a trattenermi. Sborro.
Il mio sperma schizza sulla visiera di Alessia, che evidentemente lo sapeva già che sarebbe andata così...quella TROIA.
"Ah, ah, ah! Ah, ah, ah!" ride la dottoressa di 'stocazzo.
"Scusa, dottoressa. Sono mortificato." dico io un po' imbarazzato, un po' divertito, ma soprattutto molto arrapato.
"E di che?" - risponde lei - "Che c'è di più naturale di una sborrata! Mi accade spesso di provocarle."
"I tuoi testicoli funzionano bene, a quanto pare." - continua - "E, a parte gli scherzi, ho riscontrato una normale consistenza."
"Sei sano come il tuo pesce, Marco!" conclude.
A quel punto scoppio a ridere anch'io, rompendo definitivamente l'imbarazzo.

"E adesso la visita è finita? Di già? Mi mandi via?" le chiedo. Intanto mi pulisco e mi rivesto.
"Sì, Marco. La visita è finita, io sono un medico e sono sposata. Ma..."
"Ma?"
"Alle 23.30 ti aspetto al parcheggio degli autobus di via Garibaldi. Io e mio marito facciamo carsex. Non mancare. E fatti prima il bidet..."
"Ma...dottoressa, sei davvero una..."
"Una? Vabbè dai, ho capito. Me lo dice sempre anche mio marito. Io non sono solo una vera dottoressa in calore, io sono LA PIÙ GRANDE ZOCCOLA. E stasera te ne accorgerai."
Mi prescrive la ricetta di un detergente intimo con pH più favorevole alle mie esigenze, effettuo il pagamento e mi appresto a salutare Alessia. Prima di andarmene lei mi mostra le tette.
"Ci vediamo stasera allora. Zoccola."

Quante prime volte quella sera! La prima volta da un'androloga svitata e ninfomane, la prima volta a un carsex.
Quando arrivo nel parcheggio, noto un'auto che se ne andava. Il conducente è il cliente che mi aveva preceduto prima della mia visita. Noto un'altra auto che mi lampeggia coi fari, quindi parcheggio e mi avvicino a piedi a quella macchina. Dentro ci sono la nostra zoccolessa con il marito. Lei è nuda, con indosso solo delle calze a rete autoreggenti, delle decolleté con tacco alto e...un guinzaglio. Sì, il marito la teneva a guinzaglio quella cagna. Aveva delle belle tette, di media dimensione, e un po' di pelo sul monte di Venere.

Arrivato in prossimità dell'auto, il marito apre il finestrino.
"Ciao Marco! Grazie per essere venuto. Mia moglie mi ha parlato di te."
"Buonasera. Spero che tua moglie abbia parlato bene di me."
"Mi ha detto che scopi poco. Stasera cerchiamo di rimediare, di farti entrare in un giro...capito?"
"Vizioso?" rispondo.
"È mio dovere professionale garantirti una vita sessuale appagante" dice la zoccoressa.
"Già cominci a fare la troia?" - risponde il marito - "Dai, mettiti il camice e il fonendoscopio e fai un pompino al tuo paziente".

Alessia indossa il camice e il fonendo di oggi e apre lo sportello del suo lato.
"Signor Marco, venga, che risolviamo il suo problema. Venga!"
Io faccio il giro e mi posiziono davanti a lei, abbasso la zip ed estraggo l'oggetto dell'approfondimento clinico.
Lei me lo prende in mano e lo scappella.
"Ora provvedo a lubrificarlo per effettuare una prova di scorrimento viscoso".
"Vada, vada, zoccoressa. Io intanto provvedo a lubrificarle le tette".
Lei sputa sul mio cazzo e comincia a masturbarmi, mentre io tocco e massaggio i suoi capezzoli, sotto gli occhi divertiti del marito. In seguito mi fa un pompino, controllato ritmicamente dal marito mediante il suo guinzaglio.

Successivamente il marito slega il guinzaglio e ordina ad Alessia di salire nuda sul cofano anteriore dell'auto, con le gambe aperte. "Leccale la figa" mi suggerisce il regista.
Io lo assecondo con piacere. Infilo la lingua alla ricerca delle grandi labbra, e poi del clitoride. Lo succhio con le labbra e poi lo bacio. Lei, la signora vagina, si apre e si bagna, mentre le auto transitavano ignare sulla strada dietro di noi.
"Ora alzati e stenditi nell'abitacolo" dice alla moglie.
La zoccoressa obbedisce. Io apro uno sportello e il marito l'altro. Lui la penetra da dietro, tenendola dai piedi, e io dalla bocca. Aveva due labbra rosse e carnose e i suoi occhi azzurri iridei gemevano di piacere. Ogni tanto le tolgo il cazzo da dentro per farle prendere fiato.
Poi riprendo. La stantuffo per bene, sperimentando diversi punti della sua bocca, poi lei fa uno scatto in avanti e se lo prende tutto fino in gola, inseguita dal marito da dietro.
In quel momento veniamo tutti e tre contemporaneamente. Ci concediamo un urlo liberatorio e poi ci mettiamo a ridere.

Ci puliamo e ci rivestiamo.
"Allora, che ne dici di mia moglie?"
"Una gran bella scoperta, direi, ma posso chiederti una cosa, Alessia?"
"Dimmi pure, Marco" dice lei.
"Ma tu fai così con tutti i tuoi pazienti?"
"Io faccio delle normalissime visite e do normalissimi consigli. Sono i pazienti che perdono la testa per me perché sono troppo figa, e allora io ci sto e li invito, perché mi fa piacere e perché faccio realmente del bene. Non è vero?"
"Sì, sì, come no? Sono consigli normalissimi. E poi sei quasi nuda sotto il camice!"
"Ma fa caldo! Ho i calori..."
"Va bene. Basta. Ora devo andare. Grazie a entrambi e buonanotte."
"Aspetta, dove vai?" - mi interrompe lei - "Posso aggiungerti al nostro gruppo Whatsapp? Ti faccio conoscere delle mie amiche..."
"Va bene" rispondo. Le do il mio numero, la saluto con un bacio sulle labbra e me ne vado a dormire...se ci riesco.
Che serata ragazzi!


E voi lettori, volete conoscere le prossime avventure di Marco? Scrivetelo nei commenti.
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