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L'OCCHIO ELETTRONICO
di GuardoneMonello
04.06.2024 |
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"Eh, sì, avete capito bene!
Io e la mia rivale in amore avremmo fatto un ménage a trois, un panino con dentro il comandante!
Questo mio piano avrebbe..."
Ciao, mi chiamo Silvia, sono una vigilessa di 24 anni e ora vi racconto quello che mi è capitato qualche giorno fa.Mi toccava il turno di notte...che palle! Entrai come al solito nell'Ufficio della Polizia municipale, salutai i colleghi e mi diressi verso la sala di controllo degli apparecchi di videosorveglianza, posizionati nel centro storico e nella villa comunale.
Dovevo controllare che nessuno compiesse atti illegali, ma non succedeva mai niente in quel paese, non passava mai nessuno. Ero abbastanza sicura che la notte sarebbe stata noiosa, così mi presi un caffè alla macchinetta e poi mi sedetti sulla sedia. Gli schermi erano accesi e le immagini erano tutte statiche...neppure un filo di vento che muovesse una foglia.
Mi distrassi senza neanche volerlo. Cominciai a fare i pensieri che fanno tutte le ragazze quando sono da sole, di notte.
Prestai attenzione al mio abbigliamento: la camicia, la gonna, la cintura con la pistola, le manette, il cappello poggiato sulla scrivania...eh sì, di notte siamo agenti di pubblica sicurezza, siamo autorizzati a usare le armi!
Speravo davvero che qualche uomo indisciplinato mi costringesse ad usarle. Avete capito bene...l'importante è che fosse un uomo. Quanto desideravo una presenza maschile aggressiva, sconvolgente, che rompesse la mia routine mortifera!
Cominciai a toccarmi i capelli e mi sciolsi la coda di cavallo. Eh sì, chi se ne frega! Sarei stata una vigilessa coi capelli sciolti, più figa. Decisi di violare il dress code sbottonando la camicia della divisa più del consentito. Incominciai a toccarmi il collo, poi il petto, poi decisi di sfilarmi il reggiseno e di lanciarlo dalla finestra. Lo so...non chiedetemi il perché, ma non ne potevo davvero più di annoiarmi. Ho pur sempre 24 anni e tanta voglia di godermi la vita. Quella notte la divisa mi stava stretta.
Ero calda, stavo sudando per l'eccitazione...ma dovevo contenermi, non ero a casa mia! Qualche collega avrebbe potuto aprire la porta da un momento all'altro. Così sospirai e mi fermai, ma non mi riabbottonai la camicia.
Presi lo smartphone, mi misi il cappello da vigilessa e decisi di farmi alcune foto osé, facendo uscire le tette dalla camicia.
Vagando su Whatsapp notai che quel bastardo del mio ex era online, così sapete cosa feci? Gli mandai le foto appena scattate, insieme alla didascalia "Lei non avrà mai il mio fascino". Mi riferivo, ovviamente, alla sua nuova fiamma.
Lui visualizzò il messaggio, ma non mi rispose. Ero abbastanza incazzata per questo, ma non potevo certo stalkerarlo.
Così sbuffai e mi rimisi a farmi i fatti miei con lo smartphone, in cerca di altre distrazioni. Immersa nella navigazione online, non prestai la minima attenzione a quello che intanto le telecamere stavano riprendendo.
Erano le tre di notte, quando a un tratto ricevetti un messaggio. Era lui.
Il mio ex mi aveva risposto "Così lavori? Arianna mi sta facendo un pompino proprio sotto i tuoi occhi".
Rimasi interdetta per qualche istante...poi ebbi il coraggio di volgere lo sguardo allo schermo della telecamera della villa comunale e scoprii l'impensabile: il mio ex era totalmente nudo e si stava facendo spompinare da quella grandissima zoccola che me lo aveva rubato, senza alcuna vergogna e mettendosi di proposito sotto la telecamera, in modo che io fossi costretta a guardarli, mentre lui fissava lo schermo, rideva e mi faceva il dito medio.
Ma voi comprendete il mio stato emotivo in quel momento? L'avevano fatta grossa. Da un lato avrei voluto spararli entrambi per come si stavano comportando con me, dall'altro volevo salvarli dalle serie conseguenze che stavano rischiando...quei dementi.
Il sistema informatico non mi consentiva di cancellare i video...e neanche potevo ignorarli perché l'algoritmo memorizza e ritaglia automaticamente tutte le scene contenenti persone, che poi vengono revisionate da quell'altro porco del comandante, la mattina seguente, per valutare il lavoro degli agenti.
Ma vi rendete conto? Io ero tenuta ad andare immediatamente dai Carabinieri a sporgere denuncia per atti osceni. Avrebbero passato una notte al fresco, e se lo sarebbero meritati! Tuttavia mi sentivo responsabile per quanto accaduto. Senza la mia provocazione fotografica, i miei amici-nemici non sarebbero finiti nei guai.
Per fortuna il mio comandante, quel morto di figa quarantenne brizzolato, non è affatto incorruttibile, così elaborai rapidamente la soluzione, che avrebbe previsto la collaborazione di Arianna. Eh, sì, avete capito bene!
Io e la mia rivale in amore avremmo fatto un ménage a trois, un panino con dentro il comandante!
Questo mio piano avrebbe anche dato una bella lezione al mio ex, che sarebbe stato costretto a guardare la sua nuova ragazza fare sesso con un altro uomo. Geniale, no?
Scrissi al mio ex che non aveva scampo, che o facevano come dicevo io, o si sarebbero sporcati la fedina penale.
"Hai vinto tu, troia!" mi rispose. Ero soddisfatta. Alle sei del mattino il comandante entrò nel mio ufficio con un reggiseno in mano, che annusò. Era quello che avevo lanciato dalla finestra qualche ora prima.
Avevo ancora la camicia sbottonata a metà.
"Comandante, tra un po' viene a trovarci una mia amica. Avrebbe bisogno di un favore." gli dissi mentre gli mostrai le mie tette.
"I vigili esistono proprio per aiutare le belle cittadine." mi rispose il viscido, che si avvicinò al mio capezzolo scoperto e cominciò prima a baciarlo e poi a leccarlo con foga. In seguito mi misi in ginocchio e gli slacciai i pantaloni, glieli abbassai insieme ai boxer e iniziai a sputare sul suo membro turgido. Il seguito lo sapete: succhiai, succhiai con passione. Avevo finalmente trovato l'uomo-oggetto su cui scaricare la mia noia. Era stata tutta opera mia: io avevo provocato lo sconvolgimento che mi era accaduto e ora lo stavo dirigendo verso i miei obiettivi.
Mi sentivo proprio una pantera dominatrice...e una stronza, ma questo lo capirete.
Finito il pompino, qualcuno bussò alla porta dell'ufficio. Il comandante ordinò di attendere, ci ricomponemmo e facemmo entrare Arianna. La ragazza indossava un miniabito rosso senza spalline e delle scarpe coi tacchi, anch'esse rosse.
Si tolse subito tutti i vestiti e si avventò immediatamente sul comandante, sbattendolo sulla scrivania con una foga mai vista. Nel frattempo lui prese la sua pistola, carica, e gliela puntò alla fronte.
"Tu devi fare quello che dico io, ragazzina...altrimenti il favore non te lo faccio, intesi?" disse.
Poi continuò: "Ora succhia la mia pistola e fai la brava!". Arianna obbedì.
Si mise a fare la fellatio alla pistola, come se fosse un cazzo, con tanto di gemiti.
Intanto il mio ex riprendeva tutto dalla finestra, mentre io facevo una sega al comandante, che guardava Arianna mentre si penetrava la vagina con la pistola. Mi tolsi la camicia e gli slip, quindi bendai il comandante. Lui mi diede una pacca sul culo e mi fece sedere in braccio a lui, poi mi penetrò la fregna infilando il membro sotto la gonna. Intanto Arianna si avvicinò al comandante e gli accarezzò le orecchie con un dito birichino. Lui le disse di prepararsi a essere inculata a sangue, come pena alternativa per quanto combinato la notte appena trascorsa. Lei accettò volentieri. Che dannata maiala!
Così fu. Il membro del comandante sventrò violentemente i delicati orifizi di Arianna, fino a farle sentire dolore, ma lei lo pregò di continuare. Ne voleva ancora e ancora, fino a farlo sborrare. Il suo povero culetto fu trivellato integralmente dalla voracità del comandante. Giunto all'apice del suo orgasmo, lui mi chiamò per essere ricoperta di sborra. Poi mi ordinò di rivestirmi senza pulirmi la pelle, neppure all'altezza del volto. Ottenemmo e verificammo la cancellazione della registrazione dell'atto osceno, in quanto promettemmo a quel bastardo che ci sarebbe stata una seconda volta.
Peccato che il mio ex aveva, su mia richiesta, ripreso e mandato tutto ai Carabinieri, i quali decisero di essere comprensivi, senza secondi fini, nei nostri confronti, ma non con il viscido comandante, che venne arrestato la mattina stessa per corruzione e abuso di potere. L'anno prossimo parteciperò al concorso per diventare la nuova comandante.
Sono un po' stronza, non è vero? Scommetto che il viscido si sta ancora segando pensando a me, dentro la sua cella.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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