trio
The Beautiful People
di GiocoConTeXXX
15.01.2025 |
3.643 |
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"Il reggiseno mi copre solo i capezzoli con due X di tessuto in pelle e si allunga in un corpetto che mi stringe il busto..."
La vetrata occupa l'intera parete, toglie il fiato la vista sulla natura circostante immersa nel silenzio. Sul lato corto della stanza a sinistra una parete con mattoni a vista ospita una specie di giungla verticale, con numerose piante rampicanti che arrivano fino al soffitto, pronte ad avvolgersi, con il tempo, come serpenti sulle travi in legno.
Sul lato destro il letto dalle lenzuola nere è perfettamente rifatto.
La stufa accesa emana un calore avvolgente in questa fredda giornata invernale.
I gin tonic sono pronti, i cubetti di ghiaccio lottano per restare a galla.
Le luci al led nascoste tra le foglie sono impostate sul rosso al mio arrivo.
Una leggera nebbiolina avanza nel buio e rifrange ancora di più il bagliore rossastro che trafigge la parete, espandendosi sulla vallata.
Sono seduta, quasi allungata, a terra come le antiche romane.
Indosso décolleté argento, vistose e scintillanti, dal tacco 12 piuttosto sottile.
Calze autoreggenti con una sottile rete nera e brillantini che impreziosiscono e avvolgono le mie gambe.
Il reggiseno mi copre solo i capezzoli con due X di tessuto in pelle e si allunga in un corpetto che mi stringe il busto.
Lo slip, anch'esso di pelle, è un microscopico triangolino che copre la mia liscissima fighetta, mentre dietro si adagia perfettamente nella piega del culo.
Guanti di pizzo nero corrono fino ai gomiti.
Un collare di pelle rossa stringe il mio collo in una presa che non lascia via di scampo.
I capelli sono sciolti, selvaggi.
Sorseggio il gin tonic, che mi aiuta a raffreddare la temperatura del corpo. Sto piacevolmente lasciando arrossare la mia pelle dalla fiamma della stufa di fianco a me.
Osservo.
Il fuoco vivo, le piante rampicanti che sembrano sporgersi verso di me, la vetrata, il letto nero e quel bagliore rosso che avvolge tutto.
Osservo dal mio punto di vista in basso e perdo quasi le proporzioni con la realtà.
Sweet Dreams di Marilyn Manson si diffonde nella stanza.
Mi sento inghiottire in questo meraviglioso inferno.
Lui si avvicina, in piedi di fianco a me.
Lo aspettavo.
Beve il suo gin tonic con una mano, con l'altra mi accarezza i capelli.
Il petto è serrato in un harness di catene, che lo rende apparentemente minaccioso. I capelli da vichingo sono raccolti sulla nuca, gli occhi truccati di nero.
Accompagno le sue carezze con il movimento della testa allungandomi verso di lui, come una gatta vogliosa. Lo faccio per svariati secondi, per dimostrare come sono adorabile e ubbidiente, e in cambio ottengo le sue dita che mi accarezzano la parte sensibile della nuca, insinuandosi tra i capelli. Socchiudo gli occhi godendomi quel sensuale massaggio, poi mi passa un dito sulle labbra. Mi aggrappo con una mano alla sua coscia, qualche altro istante di estasi e ritraggo il collo, lasciando che il mio viso torni poco sotto il suo cazzo in posizione neutrale.
Accarezzo la sua gamba lungo il retro della coscia ed arrivo al culo, lo stringo. Anche la mano destra comincia piano la sua risalita sull'altra coscia ma frontalmente, in modo da scorrere dolcemente nell'incavo dell'inguine.
Cerco il suo sguardo molto più in alto di me, sorride sornione. Posso continuare.
Accosto il mio viso alla coscia e, come prima, allungo verso l'alto il collo, questa volta in mezzo alle sue gambe. Il mio naso, la bocca e il mento disegnano un piccolo arco all'indietro mentre sfioro i suoi boxer, in modo che metà del mio viso percepisca il calore delle sue palle.
Lo accarezzo di nuovo con lo stesso movimento, più lentamente. Voglio che inizi ad eccitarsi. Struscio la bocca sul tessuto dei boxer, ci gioco mentre continuo a stringergli il culo. Inclina il bacino in avanti, verso di me. Gli piace.
Stacco una mano e inizio ad accarezzargli le palle da sopra il tessuto, alternando mano e viso. Il rigonfiamento si fa più vistoso e consistente e per tutta risposta le mie mutandine iniziano segretamente a bagnarsi.
Lo tocco e lo stuzzico fino a che sento il suo cazzo tirare dentro i boxer bollenti. Solo quando la punta si fa strada oltre l'elastico gli regalo il primo tocco pelle a pelle, accompagnando giù il tessuto.
Bevo un sorso di gin e con la lingua fredda percorro tutta la sua erezione. Lo sento fremere e sorrido. Punta contro punta, quella della mia lingua e quella del suo cazzo. La lecco con movimenti circolari, la abbandono per sfiorare con le labbra tutta l'erezione, ora al massimo, per poi risalire con la lingua piatta e aderente al suo cazzo con le vene gonfie. Affondo la bocca e inghiotto la punta, senza preavviso.
Un suo sospiro profondo.
"Sì, cazzo".
Scendo dolcemente per avere quanto più cazzo in bocca, non vedo l'espressione del viso ma la sua mano che accompagna la mia nuca mi conferma che gli piace.
Prendo in mano le palle e le massaggio, le tengo nel palmo a coppa per tastarne la consistenza e la pienezza. Sono calde e morbide, non resisto. Smetto con il pompino e vado a leccarle, a stuzzicarle con la lingua e le labbra alternandole, mi piace sentirle lisce sul mio viso.
Si piega in avanti su di me, mi accarezza la schiena con decisione, graffiandomi dolcemente con i polpastrelli. Ancora come una gatta accucciata ai suoi piedi in cerca di erotiche coccole, strofino la testa e il corpo contro il suo braccio che avanza e non si arresta fino a che non trova il mio culo. Per l'eccitazione lo tengo leggermente sollevato e questo gli facilita il compito di oltrepassare la curva dei miei glutei e inabissarsi.
"Dio quanto è bagnata".
Si alza dal bordo del letto e finalmente si avvicina. Si posiziona di fianco a lui, ora sono entrambi davanti a me.
Finora ha solo guardato. Mi ha studiata mentre bevevo dal calice, con la bocca piena solo di gin tonic e non di cazzo. Mi ha studiata all'inizio, innocentemente sola davanti la stufa come una gatta in calore semi allungata sul pavimento in legno, con l'animo a metà tra l'ubbidiente e il mansueto e la carica trasgressiva da troia che quelle calze e quei tacchi vertiginosi mi regalano. Mi ha studiata mentre lui è venuto a cercarmi, a stuzzicarmi e implicitamente a far iniziare questo bellissimo gioco.
Al momento ritenuto opportuno, ha deciso di prenderne parte. Ora il suo uomo è fortemente eccitato, lo sono io e probabilmente lo è anche lei.
Lei indossa un completino sexy bianco lucido, con un reggiseno borchiato e un meraviglioso intreccio di cinghie che si arrampicano sul seno, rendendo enigmatico il tatuaggio sottostante. Uno slip succinto dai lacci asimmetrici supplica di essere strappato a morsi, tanta è la voglia di infilare la lingua tra un laccetto e l'altro posti sul fianco. Guanti lunghi e lucidi le fasciano le braccia sottili e, come me, indossa tacchi altissimi con plateau da pornostar.
Black & white.
Si erge davanti a me con sicurezza e mi squadra dall'alto in basso, come una vera mistress dominante. Si gira a baciarlo.
Li guardo per un attimo, la tensione sessuale che pervade il mio corpo è alle stelle. Seguendo un istinto naturale e magnetico, la mia bocca vaga sulle sue gambe. Le bacio la coscia più vicina, annuso e gusto quella pelle chiara, liscissima e soffice. Indugio qualche secondo e poi mi sollevo in ginocchio.
"Tieni, usa questa" e lui mi allunga una cuccia di peluche morbidissimo. Sì, una cuccia come quella per gli animali domestici che infilo sotto le ginocchia per non farmi male, appropriandomi ufficialmente del ruolo di gattina.
Ne approfitto per guardarla e sorriderle, ricambia.
Torno in ginocchio e finalmente mi sfogo su quel fianco sensuale, che mi eccita tremendamente per colpa di quei laccetti. Passo la lingua sui lembi di pelle tra un cinturino e l'altro, le massaggio le cosce con le mani e le labbra fino a che la mia bocca si appoggia piano sul suo slip, all'altezza del clitoride.
Divampa il fuoco in me.
Voglio sentire se è bagnata, se è calda e umida. Le mie labbra impazziscono e vengono attratte come una calamita da quel piccolo pezzo di tessuto. Lo assaggiano dolcemente. Lo mordicchio. Lo lecco.
Con una mano le accarezzo il culo sodo e scolpito dagli anni di danza, toccando semplicemente quella pelle meravigliosa.
Sono l'ubbidiente cagnolina di entrambi.
Non so che cosa succede sopra di me. Sento i risucchi delle lingue in baci appassionati, forse lei lo sta toccando. Vorrei girarmi a guardare se ha iniziato a segarlo con una mano ma non riesco a staccare la bocca dalla sua figa coperta, se non per far scorrere l'indice sopra il tessuto.
Ho l'impressione che stia impercettibilmente allargando le gambe, per me.
Lecco il mio dito e lo insinuo sotto la mutandina, gareggiando con la rigidità dell'elastico. Vinco.
Un suo gemito.
Spingo il dito.
Un altro gemito, più profondo.
Mentre la tocco e accompagno il dito con un bacio sopra lo slip, un braccio di lui si fa strada prepotentemente tra il mio petto e il suo bacino. Si piega su di me facendo tintinnare le catene dell'harness, che quasi mi schiaffeggiano il viso, fino a che la sua mano raggiunge la mia figa. La tocca avidamente, quasi sguaiatamente, e con voce roca declama: "Sei pronta da scopare".
Prende la catena che penzola tra i miei seni e le cosce, fissata saldamente al mio collare. Mi tira, costringendomi a sollevarmi.
Mi sento una cagna al guinzaglio e mi eccita talmente tanto che temo mi colino umori lungo le gambe mentre mi sollevo in piedi.
Pochi passi per raggiungere il diabolico letto nero, che a malapena si specchia nell'oscurità oltre la vetrata, in netto contrasto con il nostro riflesso sfocato ed esaltato dal rossore della stanza.
"A pecora, tutte e due".
Lei sfila lo slip e prende posizione per prima. Io la sovrasto, tutto il mio busto sfiora la sua schiena e il bacino si allinea con il suo culo, regalando a lui una visuale paradisiaca.
The Beautiful People di Marylin Manson riempie la stanza.
Uno schiaffo, poi un secondo. I nostri culi risuonano a distanza di pochi secondi uno dall'altro.
Lui è in piedi dietro di noi, resisto alla tentazione di girare la testa verso la vetrata e sbirciare nel riflesso cosa succede. Voglio lasciarmi sorprendere.
Dalla tensione del corpo di lei sotto al mio percepisco la stessa fibrillante attesa ed eccitazione. Pochi istanti dopo la sento trattenere un gridolino e la sua schiena, inarcandosi, mi comunica che la sta già scopando. A me arriva un altro schiaffo sul culo, poi inizia a torturarmi la figa bagnata e vogliosa scostando quasi rabbiosamente lo slip. Infila un dito, poi due, mi prepara. Gli vado incontro con il bacino per quanto quella eretica torre di Babele di corpi me lo consenta. Le affonda, le muove e mi attraversa un primo orgasmo, un piccolo antipasto il cui scopo è quello di accrescere ulteriormente la voglia animale che ho.
Il corpo di lei sotto di me ora sussulta di più, sicuramente è aumentata l'intensità dei colpi che sta ricevendo e questo mi riporta a un'eccitazione altissima, mi rendo conto di colare piacere bollente.
Senza preavviso la mano di lui mi tira giù con foga lo slip, mi stringe un gluteo con forza mentre sento lei ansimare fino all'orgasmo. Lui la incita, le comanda di venire con un tono di voce che rivela il desiderio di soddisfarla.
Con cautela e cercando di non perdere l'equilibrio, striscio di qualche centimetro le mani sul lenzuolo nero per raggiungere le sue. Intreccio le mie dita di pizzo nelle sue e mentre gode rumorosamente trova la lucidità di stringere forte le sue guantate di bianco, mentre il suo culo inarcato in alto stuzzica il mio clitoride ora scoperto ed esposto a novanta.
Non resisto, osservo la scena dalla vetrata. Vorrei baciarle una spalla sul finire del suo orgasmo, ma preferisco restare ferma a percepire il calore che il suo corpo emana. Si tranquillizza proprio mentre sento il reggiseno venire afferrato e tirato verso il basso della schiena, con tanta foga che penso mi si strappi.
Un affondo. Preciso e netto.
Mi sfugge un urlo. Sento fluire il sangue impazzito. Marilyn Manson mi rimbomba nel cervello. La catena del mio collare tira all'indietro il mio collo e mi ricorda che sono ancora la cagna ubbidiente di prima. La testa mi gira ancora di più.
"Senti come ti piace il cazzo" mi sibila all'orecchio mentre mi sbatte con colpi secchi.
Lei sgancia una mano dalla mia, eravamo ancora intrecciate. Seguo con lo sguardo la sua mano finché la vedo scomparire lungo il suo corpo, vuole toccarsi. Se ne accorge anche lui: "Brava, toccati" le dice con la voce bassa e al limite.
Ansimi.
Gemiti.
Respiri pesanti.
Miei, loro.
Schizofrenia sessuale.
Orgasmo.
Un leggero strattone del collare mi costringe a sollevare il viso sfatto dal piacere che mi percorre, ho gli occhi chiusi e mi mordo il labbro inferiore mentre assaporo ogni momento, ogni spasmo del mio corpo. Godo tanto quanto tira fastidiosamente quel guinzaglio.
Mentre sto ancora sussultando, sento un fiotto caldo al centro del mio culo che lentamente cola verso il basso, separandosi in più rivoli lungo la mia figa ancora gonfia ed appagata.
Il corpo di lui si stacca da noi con un gemito di soddisfazione, sciogliendo quella strana figura geometrica che ci ha fatto godere come animali.
Ci sdraiamo pigramente sul letto, muti e un po' sconvolti.
"Alexa, stoppa Marylin Manson".
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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