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Lui & Lei

Autunno 1943


di Membro VIP di Annunci69.it Curioso917
13.03.2024    |    7.227    |    13 9.9
"Mi manca il fiato, riconosco subito quella voce stampata nel mio cervello, mi volto e lei mi vede, per un attimo cala il silenzio, se è sua figlia..."
Tremenda è la guerra,in Africa ho visto morire tanti amici e commilitoni,io mi sono salvato e sono riuscito a raggiungere l'Italia con gli ultimi convogli.
Sono nato sotto il regime,per me il duce era tutto, quando l'ho sentivo alla radio ero pieno d’orgoglio di essere italiano, all'età di sedici anni mi sono arruolato nelle camicie nere,ero orgoglioso di portare la divisa, certe idee non le capivo, avevo tanti amici ebrei e non ne capivo l'odio,ma non sono mai stato coinvolto in azioni contro i civili.
Sono i giorni dell'armistizio, nessuno è più fascista e l'esercito è allo sbando,il duce è rinchiuso a Montecassino e Badoglio ha preso il comando, ultimo mio pensiero è disertare,con un gruppo di camerati cerchiamo di raggiungere il nord Italia.
I tedeschi ci trattano da traditori,se non fosse per la camicia nera,finirei fucilato o deportato,la gente che prima ci rispettava ora ci sputa dietro,se non mi mettevo in mezzo un compagno d'arme sparava a un contadino .
Tutti ci sono ostili,il vecchio camion si inerpica tra gli Appennini tra gli insulti della gente che incontriamo,in tasca pochi soldi e quasi nulla da mangiare.
Ad un tratto un boato,il camion salta su una mina, dalla boscaglia colpi di fucile, che c'entrano a uno a uno i miei compagni,io scappo verso il torrente,ma sento un dolore lancinante al fianco e cado in acqua.
“Questi porci sono tutti morti, andiamo più a nord ci hanno segnalato un piccolo convoglio, sbrighiamoci prima di sera gli facciamo la pelle “.
La corrente mi porta lentamente a riva tra le sterpaglie,il dolore è fortissimo sto perdendo molto sangue e non riesco ad alzarmi, d'un tratto vedo la figura di una donna che fruga nelle tasche dei cadaveri,poi la vista si annebbia e svengo.
Mi sveglio su un materasso di crine in un tugurio annerito,:”stai fermo,se no si apre la ferita”,mi accorgo che il fianco e stretto con dei luridi stracci:”ti ho messo dell'erba della madonna è un buon cicatrizzante,stai buono e calmo,se quelli del paese ti vedono ti appendono a una trave e anch'io rischio la vita e per giunta per un fascista”.
Mi accorgo che sono in uno stanzino, ogni tanto la donna controlla se sono vivo,la sera mi imbocca della minestra di cipolla che mi aiuta a sopravvivere, non so quanti giorni sono passati, adesso riesco a muovermi con fatica ma se cerco di alzarmi mi cedono le gambe.
La stanza è in penombra quasi buia, questa volta la donna entra che è giorno, finalmente riesco a vederla, è una ragazza supergiù della mia età, occhi verdi,capelli corti neri e unti, porta degli abiti lisi,una camicia scollata che mette il risalto un seno generoso.
“Ciao, sembra che ti stai riprendendo,ma cerca di stare tranquillo,devi rimetterti in forze se vuoi sperare di salvarti,per tè le strade sono pericolose,ti conviene buttare quella divisa ,tieni c'è del salame e un po' di formaggio,cerca di stare zitto e buono, qui passa gente, quando è sicuro ti faccio alzare così per sgranchirti le gambe,ora ho da fare, vengo più tardi”.
Bella e con una voce che mi piace, certo avrebbe bisogno di un bagno mi sà che in questa spelonca non c'è acqua e non so quanto è lontano il torrente, sono curioso di capire dove sono però è meglio aspettare, non voglio metterla a rischio.
Dalla porta sento provenire voci,strani versi e grugniti, guardo l'orologio, circa un ora di silenzio e poi quei rumori si ripetono,la curiosità è troppa,non penso nemmeno che mi abbia venduto ai partigiani,se non fosse per lei sarei morto nel fiume,mi trascino in qualche modo accanto alla porta e sbircio.
Resto di sasso,un caprone sudato l'ha sta ingroppano,lei è in ginocchio sul letto con la testa appoggiata sul cuscino:”sbrigati a sborrare e cerca di farla fuori,non ho tutto il giorno da perdere con te”,il buzzurro accelera i colpi e viene schizzando sulla sua schiena:”brava Ada tieni te li sei meritati, nonostante tutto hai ancora una figa stretta,quella stronza di mia moglie inventata sempre qualche scusa per non darmela,ci vediamo settimana prossima”.
Cazzo è una puttana,mi ha salvato una puttana,se non c'era lei ero morto,via il cliente vedo che estrae dalla figa una lunga striscia di garza che mette in un secchio si pulisce la schiena con uno strofinaccio,poi apre la porta e si siede accanto all'uscio .
Dopo un'oretta la scena si ripete, questa volta è un ragazzotto, avrà si e no sedici anni,la ragazza con lui è gentile,gli arruffa i capelli poi prende il pene e lo smanetta un po' prima di mettersi nella stessa posizione.
Ho un misto di eccitazione e disgusto,mi impongo di non fare il guardone e con fatica torno al mio giaciglio,verso sera sento che esce e chiude la porta, torna dopo un oretta,io sono sempre nascosto dietro la porta,la vedo che strizza le garze e le appende fuori della finestra a asciugare.
Guarda verso di me come a sincerarsi che la porta è chiusa,ora i suoi capelli sono puliti ma lei prende un grumo di margarina e li unge con attenzione, sono appoggiato alla porta che improvvisamente si spalanca, forse ho toccato inavvertitamente la maniglia.
Ha stento mi tengo in piedi:” ciao camicia nera,se aspettavi dieci minuti ti facevo uscire,la sera qui non viene nessuno, finisco di ungermi per evitare i pidocchi e mangiamo qualcosa, c'è solo minestra, pane e formaggio, niente acqua ma c'è del vino buono, certo non è come eri abituato in caserma,ma questo c'è “.
Mi scuso con la mia salvatrice:”non volevo spiare ma ti ho sentita uscire e aspettavo che tornavi”,”certo ragazzone,guarda che non sono scema,ho anche studiato fino alle medie,mi sono accorta che mi spiavi, embè faccio la troia , meglio di andare in giro ad ammazzare persone “.
“Guarda che ho solo sparato a nemici anche se sembra che ora l'ho siano tutti, sono tornato a stento dall'Africa e a dirla tutta mi aspettavo un'altra accoglienza,a tutta questa gente non ho fatto del male e ho rischiato la vita per la patria”.
“Già ti capisco,avevo un fidanzato che è morto in Russia, ieri eravate eroi della rivoluzione fascista,ora vi cacciano come selvaggina,dai siediti finisco i capelli e mangiamo “.
Penso come una ragazza così bella si è ridotta a fare il mestiere, lei sembra leggermi nel pensiero, senza che io glielo chieda mi racconta che anche i suoi erano fascisti ma nel paese erano rispettati,poi un giorno sono arrivate bande di partigiani, sono andati alla sede del partito uccidendo tutti gli occupanti,e hanno controllato le tessere del partito,i più svegli sono scappati, i suoi con un altro gruppetto sono stati trucidati e lei per sopravvivere si è messa a fare marchette,alla figlia di fascisti nessuno era disposto a dare un lavoro.
Stringo i pugni dalla rabbia,lei appoggia le mani sulle mie:”sono tempi bui il mondo sta cambiando ,ma vedrai che tutto questo finirà, mangiamo in silenzio,il primo bicchiere di vino quasi mi stordisce,poi mi offre una sigaretta di un pacchetto dimenticato da qualche cliente,il fumo aiuta a rilassarmi.
La ferita mi dà ancora fastidio, Ada mi dice che per fortuna il proiettile ha trapassato il fianco e è uscito, resto a chiacchierare con lei un paio d'ore poi forse complice il vino casco dal sonno,del resto ho perso molto sangue,per fortuna che gli impacchi di Ada hanno impedito che si infettasse.
“Dai se ti va vieni a letto con me,il materasso è molto più comodo, cambio il lenzuolo e ti metti a letto”,io rifiuto l'offerta ma solo per non darle fastidio,lei mi guarda stizzita :“va bene camicia nera, visto che ti faccio schifo torna pure di la, capisco che per uno come te e vergognoso stare nel letto con una puttana anche solo per dormire “,”mi hai frainteso,tu mi piaci come persona e come donna, non voglio solo darti fastidio,stai facendo molto per me e spero un giorno di poter ripagare","già e non vuoi che ti infetto, lo so faccio schifo anche a me stessa ma devo pur vivere,ogni mese metto soldi da parte per poter ingrandire il podere, quando avrò abbastanza soldi smetterò il mestiere, almeno spero”.
Non ribatto la stringo a me e la bacio sulle labbra:”scemo non si bacia una puttana “,la guardo fissa e le mie labbra si appoggiano ancora sulle sue, certo tutti e due non abbiamo l'alito che sa di fiori,ma questa ragazza mi piace,lei cerca di ritrarsi ma poi cede e apre le labbra per ricevere la mia lingua,un bacio che ci toglie il fiato, ci stacchiamo per un attimo ma immediatamente torniamo a baciarci.
Non servono parole,il sonno è sparito,ci sediamo sul letto continuando a baciarci,poi le abbasso le spalline e mi impadroniscono dei suoi seni,le tormento i capezzoli che subito si ergono, Ada ansima di piacere,mi alzo e mi spoglio,la mazza è così dura da farmi male,le calo le mutandone e mi appare un boschetto di peli con grosse labbra violacee,cerco di leccarle ma lei si rifiuta:”sono sporca anzi lo siamo tutti e due,se vuoi domani al tramonto andiamo al ruscello a lavarci,ora ti voglio sentire dentro di me”.
Si mette nella solita posizione ma io la rigiro:”voglio guardarti mentre ti amo”, appoggio la cappella sulla tana vischiosa di umori e sprofondò in lei, Ada è pervasa da brividi,entro e esco dolcemente per assaporare il piacere e cercare di durare,poi mi abbasso a palpare e leccare i suoi seni, Ada guaisce come una verginella col primo amante, abbandono le sue tette per impadronirmi delle labbra,accelero la monta,nella speranza che ci porti insieme all'orgasmo,ormai sono allo stremo sento la mazza pulsare, lei rivolta al cielo gli occhi e mi artiglia la schiena.
È troppo urliamo l'orgasmo,le schizzo il ventre di sperma,lei ne raccoglie un po' con un dito e se lo porta alle labbra , non ho schifo la bacio con in bocca il mio sapore, Ada ha gli occhi umidi,vorrei dirle quello che provo ma non voglio rovinare l'attimo, rimbocca il lenzuolo e ci addormentiamo tenendoci la mano.
Alle otto mi sveglio Ada è sorridente:”ciao se vuoi c'è un bicchiere di latte delle mie caprette,poi però devi ritirarti di la,sai camicia nera,non so neanche il tuo nome”, è vero non l'ho mai detto:”mi chiamo Piero per gli amici Pier “, “bene Pier , ieri sera mi hai resa felice,era anni che non facevo l'amore ora è meglio che ti nascondi tra poco arriva un cliente e devo prepararmi”, così dicendo toglie una benda dal secchio e la infila in profondità nella figa,mi ritiro in buon ordine,ma sapendo quello che succederà ho il cuore spezzato.
Quando sento qualcuno entrare mi tappo le orecchie per resistere all'impulso di andare di là e prendere il tipo a pedate,quando l'ultimo cliente sta per uscire le dice che per qualche giorno non è disponibile e di avvertire gli amici, quando il tipo chiede spiegazioni le dice che non sta troppo bene e a giorni le arriva il ciclo, appena il tizio esce si precipita a aprire la porta e mi stampa un bacio sulle labbra:”forza Pier alzati,il sole sta tramontando, conosco una lanca dove è possibile fare il bagno, voglio approfittare dell'ultimo pezzo di sapone,dai andiamo “.
Ormai la ferita mi dà poco fastidio,ci inerpichiamo per un sentiero e poi entriamo in un boschetto,dopo poca strada si apre una radura,il torrente in quel punto fa una pozza grande come una piscina,sgrano gli occhi mi tuffo e faccio qualche bracciata .
“Dai Ada vieni l'acqua non è ancora fredda, entra in acqua vicino alla riva,mi dice che non sa nuotare,mi immergo e in un attimo la raggiungo:”non sai cosa ti perdi nuotare è bellissimo”,”mi piacerebbe imparare forse un domani se torni da queste parti mi insegni”.
Iniziamo a lavarci a vicenda, bacio ogni lembo della sua pelle, Ada freme ma non per il freddo,puliti usciamo dall'acqua e' la fine d'ottobre e l'aria è fresca, Ada si siede su una coperta a gambe incrociate mentre si strofina i capelli con un asciugamano, è troppo invitante,le scosto le gambe e mi avvicino con le labbra a quella calda tana che desidero,con le dita scosto le labbra e la mia lingua si impossessa del suo clitoride,lei si agita come un'ossessa e mi schiaccia sul suo ventre,”hooo,hooo è bellissimo, nessuno l'aveva fatto,ti prego continua,sto godendo come una cagna”.
Non ho la minima intenzione di smettere,dalla sua fichetta escono umori dolci come il miele, lei allunga la mano sul mio uccello e inizia a segarlo,ho come scosse che mi arrivano al cervello,le chiedo di mettersi distesa,la ragazza non ha mai provato a fare un 69,dalla titubanza credo che non ha mai preso in bocca un uccello,se penso a quelle nere che quasi lo mangiavano mi viene da sorridere ,per fortuna il desiderio e la mia lingua la convince a provare ,lecca i prepuzio e poi succhia la cappella,si vede che non è esperta ma il desiderio la guida,la sua lingua mi dà brividi di piacere, che trasmetto al suo clitoride che succhio e mordicchio, Ada ha perso ogni contegno,pompa la verga come un'ossessa portandomi al non ritorno,l'avviso di togliersi che sto per venire,ma lei accelera il ritmo piantandosi la mazza in gola ,grugnisco di piacere e mi scarico in quella bocca che mi ha dato tanto piacere,lei tossisce quasi si strozza ma non ne perde una goccia, anche il mio viso è intriso dei suoi umori,ci scambiamo il bacio più lussurioso della mia giovane vita.
Ormai è quasi buio, dobbiamo rientrare,solo la luna guida il nostro cammino, ceniamo con quel poco che c'è poi sono solo coccole,mi trattengo a urlare quello che provo, non perché è una prostituta ma perché so che presto non la rivedrò forse più, dentro di me giuro che se mi salvo torno da lei,ma forse è solo un sogno destinato a finire con la mia morte.
Quando andiamo a letto,mi chiede di fare ancora come al torrente,ci lecchiamo e succhiano per ore fino a prosciugare i nostri corpi.
Passiamo giorni meravigliosi ma ormai l'inverno è imminente ,se non me ne vado ora corro il rischio che se non mi sparano ,di morire assiderato ,una mattina all'alba parto,i nostri visi sono rigati di lacrime ,ci lasciamo con la promessa di rincontrarci .
Il viaggio verso nord è pieno di insidie, riesco a rubare degli abiti da uomo in un casale, cerco in ogni modo di evitare le strade , forse quello che mi tiene in vita è la speranza di rivederla,poi finalmente arrivo in Piemonte,la famiglia è felice,mi avevano dato per morto, racconto a mamma la mia avventura, lei capisce e non giudica, riesco a congedarmi per meriti di guerra e trovo un lavoro in posta,in quegli anni c'è la repubblica di Salò e l'Italia è divisa in due, nella mia testa c'è sempre lei ma non so nemmeno il nome del paese dove abita e non ho modo di contattarla.
La guerra finisce,io sono impegnato nel lavoro, mi licenzio dalle poste e insieme a un amico riesco a aprire una piccola attività ,le cose vanno bene e in breve tempo la nostra diventa una delle prime fabbriche di cuscinetti ,la Fiat ci fornisce commesse e in poco tempo sono ricco da fare schifo.
Da allora ho avuto qualche storia tutte naufragate,per m'è nessuna regge il suo confronto, più volte ho dato incarico di trovarla ma i miei ricordi sono frammentati,un giorno un investigatore mi dice che è riuscito a limitare il cerchio,ci saranno una cinquantina di chilometri di contrade e paesini,ma tanto mi basta,affido la fabbrica al socio e parto nella ricerca del mio amore.
Non è così facile,tante volte perdo la speranza, chiedo nelle osterie se qualcuno ricorda una puttana ma nessuna sembra quella che descrivo,ho visitato centinaia di casali a poche centinaia di metri da un torrente ma niente.
È il 1948, l'Italia è una repubblica, sono passati più di cinque anni ma vivo nel ricordo di lei, ogni tanto mi sembra di riconoscere i posti ma poi subentra la delusione e lo sconforto.
Un giorno in un'osteria chiedo a degli anziani se nei paraggi c'era una prostituta di nome Ada, nessuno sembra conoscerla, improvvisamente si avvicina un signore:”cercavi una certa Ada che fa il mestiere , l'ho incontrata anni fa a Acqualagna,ero lì per costruire una strada,se ben ricordo era il 1943 i primi giorni dopo l'armistizio ,mi ricordo che riceveva i clienti in una stamberga,vicino all'ultima borgata,si risaliva il torrente e la casa si vedeva da lontano,ma non so se lavora ancora,da quella volta non l'ho più vista”,il cuore va a mille allora,ringrazio il signore ,salgo sulla mia Lancia Ardea e parto in direzione del paese,lo attraverso e proseguo verso nord,a un certo punto vedo il curvone dove ci hanno tirato l'agguato ,in torrente scorre a pochi metri,è qui che mi ha trovato.
Scendo dall'auto e salgo ansante sulla collinetta,vedo da lontano la casa, riprendo l'auto e percorro il sentiero fino alla casa.
È tutto diverso,attorno campi coltivati e vigneti,la casa è completamente rifatta e nei pressi c'è una stalla,mi sale lo sconforto, forse lei non c'è più, immerso nei miei pensieri sento qualcosa tirarmi la giacca:”signore quell'auto è sua,posso entrare”a parlare è una bambinetta:”certo cara ma è meglio che lo chiedi ai tuoi genitori”, inizia a urlare:“mamma, mamma,posso salire sull'auto del signore , una donna esce di casa allarmata,che sta succedendo Piera.
Mi manca il fiato, riconosco subito quella voce stampata nel mio cervello,mi volto e lei mi vede, per un attimo cala il silenzio,se è sua figlia probabilmente ha un marito,ad Ada cade il paniere di mano:”Pier amore hai mantenuto la promessa “,corre verso di me piangendo:”amore mio ti ho cercata per anni, avevo quasi perso la speranza,ma ora finalmente ti vedo”,mi getto tra le sue braccia,sento il profumo del suoi capelli,le sollevo il viso e la bacio,non mi importa del marito,non mi importa di nulla,in questo momento desidero solo il sapore delle sue labbra.
“Pier avevo il terrore che non c'è l'avessi fatta,tutte le notti pregavo per te,alla fine della guerra, ogni giorno speravo di vederti spuntare dal sentiero,ma ora sei qui,il mio uomo è tornato, ringrazio Dio per questo miracolo,ti prego entra in casa ho mille cose da dirti”,la bambina girava intorno all’auto,ignara degli eventi”ma mamma il signore mi ha promesso di portarmi sulla sua auto “, “certo piccola una promessa và mantenuta,ti farò fare tanti giri,magari ti fai vedere dalle amichette,ma ora devo parlare con mamma”,”grazie signore come ti chiami? Ho sentito che mamma ti chiamava Pier,lo sai io mi chiamo Piera,il nome non mi piace tanto, ma mamma dice che era il nome di papà,sai lui non c'è più ma mamma spera sempre che torni e a volte la sera la sento piangere”,guardo la mia donna e i suoi occhi verdi di illuminano e parlano per lei:”vedrai Piera che non sentirai più piangere mamma, ora ci sono io e vi proteggerò da tutto”.
Ada mi stringe la mano e mi dà un tenero bacio:”ma allora tu sei il mio papà,la mamma dice che si bacia un solo un uomo,che bello sono contenta,vieni in casa mamma ha preparato i biscotti col miele “.
Io e il mio amore mano nella mano seguiamo chi ho scoperto essere frutto del nostro amore ,la conosco da pochi minuti ma ne sono già innamorato.
Evitiamo di parlare troppo di noi con la bambina, decideremo insieme cosa dire o non dire, chiedo a Ada se è libera di fare un giro, lei guarda Piera e acconsente, attraversiamo in auto il paese, Piera è attaccata al finestrino,da queste parti se ne vedono poche di queste auto, vicino alle scuole elementari c'è un parco giochi,permetto a Piera di strombazzare per attirare l'attenzione degli altri bambini, presto l'auto è circondata da marmocchi,a tutti dice che è la macchina del suo papà.
Le madri ci guardano in strano
modo,ora Ada ha una piccola azienda ma è risaputo il suo passato e certe persone la sopportano a malapena:”certo amore che qui non hai molti amici,vedrai che le cose cambieranno,ora siamo insieme “,”purtroppo certe cose non cambiano, tanti padri sono stati miei clienti,non ho mai fatto l'amore con loro ma i benpensanti mi hanno etichettato come una poco di buono, gente che sa cosa ho passato dopo la morte dei miei ma non mi perdonano che ho fatto la puttana e poi c'è l'invidia,una malafemmina che è riuscita a creare un'azienda, questo non me lo perdonano “.
La bacio lì davanti a tutti , sotto gli sguardi divertiti o disgustati delle mamme, qualcuna chiama i propri figli e se ne va,mi avvicino a Piera e la prendo in braccio , parlando forte per farmi sentire le dico:”saluta i tuoi amici,domani andiamo al mare”,i suoi occhi si riempiono di gioia,le chiedo se le piace,mi risponde che non c'è mai stata ma che le piacerebbe tanto,la mamma qualche volta la porta al torrente,ma sempre vicino alla riva,le chiedo perché,mi dice che mamma non sa nuotare.
“Hai ragione cara,non ho fatto un tempo a insegnarti,ma ho tanto tempo per rimediare, ora se vi va andiamo al cinema e poi ho visto un piccolo ristorante, avremo tempo per parlare,ora facciamo schiattare d'invidia i bifolchi del paese “.
Al cinema Ada e sempre stretta al mio braccio, ringrazio mille volte il signore per avermela fatta incontrare,la bambina si diverte un mondo,e uno dei primi film della Disney, ci tocca di buon cuore rivederlo una seconda volta,poi tutti al ristorante.
Mangiamo sotto lo sguardo benevolo di qualche copia,altri fanno finta di ignorare la nostra presenza, quando torniamo a casa Piera è cotta,si è addormentata in auto,il piacere di stringerla tra le braccia e portarla a letto è incommensurabile, finalmente possiamo dedicare tempo a noi.
“Ada ho mille cose da chiederti,ma prima hai ancora un bicchiere di quel buon vino”,lei sorride:”adesso ti faccio assaggiare il mio,scusa il nostro,ma dimmi voglio sapere tutto, voglio immaginarmi ogni attimo non vissuto insieme “.
Le spiego ogni cosa ,dalle peripezie del viaggio ai morsi della fame,poi racconto del mio primo impiego e dell'impossibilità di avere sue notizie durante la guerra,poi il colpo di fortuna che mi ha portato la ricchezza, infine di quanto l'ho cercata e del viaggio che mi ha portato a lei , Ada ascolta con i gomiti sul tavolo e le braccia appoggiate al viso,ha gli occhi chiusi,come a vivere quei momenti,li bacio delicatamente ,i suoi occhi mi hanno stregato:”e adesso dimmi di tè”
“Dopo la tua partenza, non ho più permesso a nessun uomo di toccarmi,con il poco che avevo ho comprato altra terra , è stata dura i primi tempi ho coltivato ortaggi che vendevo al mercato,poi mi sono accorta di aspettare nostra figlia, ma non mi sono fatta assalire dallo sconforto, dovevo costruire per lei una vita migliore, vivendo sempre nella speranza che tornassi ma sapevo che in quei tempi era impossibile.
Poi per fortuna è finita la guerra,il pancione mi impediva di zappare,per fortuna l'unico amico rimasto dei miei è il notaio del paese, grazie a lui sono rientrata in possesso delle proprietà dei miei genitori,devo a lui e a sua moglie se sono riuscita a sopravvivere, Letizia la signora mi ha aiutato a superare i momenti difficili,da loro mangiavo e lei mi portava dal ginecologo,poi sono riuscita a vendere le case di papà e dei nonni e con quei soldi ho fatto tutto questo, Letizia è rimasta vedova e ora è la zia di Piera “.
Vorremmo dirci ancora tante cose ma si è fatto tardi:”hai ancora quel letto che cigola”,”si l'ho riposto in magazzino , è pieno di brutti ricordi ma uno è meraviglioso,ma adesso andiamo a letto,sono cinque anni che aspetto “.
Ada è una furia, sembra voler recuperare cinque anni di desiderio,mi cala pantaloni e mutande e si impossessa del fratellino, è quasi una scena buffa, sono in piedi con calze lunghe, giacca, camicia e cravatta, cerco di togliere gli abiti ma la sua bocca mi fa impazzire,non posso fare a meno di tenerla per la testa e darle il ritmo,non resisto e in poco tempo le riempio la bocca,lei raccoglie con la lingua le gocce sulle labbra e ingoia tutto:”sai amore mio,sono golosa del tuo seme ma la mia figa reclama la tua mazza”, mentre dice queste parole inizia a spogliarsi,mi ricordo perfettamente ogni particolare del suo corpo,alla vista dei sui seni la verga si risveglia,la desidero più di ogni altra cosa al mondo,lei si distende in posizione lasciva, resto come incantato a ammirarla ,è solo quando apre la braccia che la copro col mio corpo,il pene struscia tra il boschetto stimolandogli il clitoride,mi godo il profumo e la morbidezza dei suoi seni,i suoi capezzoli sono irti dal piacere,li prendo tra le labbra,lei ansima forte e con la mano guida la mia mazza,tra le labbra della sua fichetta,forse è un'impressione ma mi sembra più stretta,i suoi umori bagnano l'asta, è bellissimo,lei mi tiene per i fianchi spingendo il suo corpo verso il mio.
Una piccola spinta e sento i suoi peli sullo scroto , resto fermo dentro di lei,mi godo la sensazione,Ada attiva i muscoli interni, mi sento mungere la mazza, stiamo raggiungendo l'orgasmo quasi senza muoverci, urliamo il nostro piacere sperando che Piera non si svegli spaventata .
È solo l'inizio di una lunga notte d'amore,la sua passione è farsi leccare la topina e il mio è nutrirmi del suo sapore, per fortuna è domenica è possibile dormire un po', sentiamo all'alba il fattore che va a mungere ,ma poi ci addormentiamo.
Alle nove viene a svegliarci Piera:”papà avevi promesso di portarmi al mare”,ci laviamo e prepariamo in un lampo,la colazione la facciamo strada facendo ,in poche ore raggiungiamo Fano, è una giornata favolosa,il cielo è limpido e l'acqua tiepida, giochiamo in acqua a spruzzarci, Piera è felice, l'aiuto a costruire un castello di sabbia,e cerco di insegnare alle mie femmine a nuotare con scarsi risultati ma tante risate.
Alla sera ci fermiamo a mangiare del pesce fritto in un baracchino sulla spiaggia, Piera mi guarda con i suoi grandi occhioni teneri che ricordano quelli di Ada: “grazie non mi sono mai divertita come oggi e mamma è felice,ma l'ho sono anch'io, finalmente sei tornato, è tornato il mio papà”,non posso evitare le lacrime,la stringo al petto e le riempio il viso di baci,forse la più commossa è Ada,le lacrime le ricoprono il viso, Piera preoccupata le chiede se sta male:”no amore,ho un bruscolotto nell'occhio,ma sono felice, adesso papà portaci a casa,siamo tutte due stanche e con le spalle arrossate “.
Sono giorni perlopiù sereni,ma qualche ombra la provo nel vedere la mia donna trattata con distacco,la cosa mi dà molto fastidio , quando i suoi sono stati uccisi nessuno ha alzato un dito e ora la giudicano per quello che ha fatto per sopravvivere .
Ogni tanto vado alla Stipel a telefonare al mio socio,e ai miei genitori a fine mese è inderogabile che partecipi a una importante riunione , spero di convincerla a seguirmi,tra pochi giorni finisce la scuola e vorrei fare conoscere a mamma la nipotina.
Girando per il paese intravedono un volto noto parcheggio vicino a un bar con la bandiera con la falce e il martello, sento i discorsi di un gruppetto seduti a un tavolino è proprio l'ex camerata il più accanito.
“Hai capito la Ada,ha trovato il pollo con i soldi,il poveretto non sa con chi sì è messo è proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio””,il tipo era di stanza con me in Somalia .
Ola ….. quasi stentavo a riconoscerti senza la camicia nera, vedo che le cose non sono cambiate eh ,riesci sempre a cambiare bandiera e schierarti dalla parte del vincitore,il tipo impallidisce,le auguro buona giornata, salgo in auto e parto,dallo specchietto lo vedo allontanarsi in tutta fretta.
La gente di questo paese non mi piace, è ovvio che voglio sposare Ada e riconoscere nostra figlia ma non ne abbiamo ancora parlato,mi balza in mente di andare dal parroco a informarmi per l'eventuale matrimonio,il Don mi guarda con malcelato fastidio, prima la signorina deve fare ammenda dei suoi molteplici peccati,lo guardo con disprezzo, sarà lei che dovrà risponderne a Dio,mi giro e me ne vado, prima di tornare a casa passo dal gioielliere del paese e scelgo un anello con una bella gemma.
Quando arrivo c'è la signora Letizia che gioca con Piera, guardo la bimba con affetto, appena mi vede mi corre incontro e mi salta in braccio:”buongiorno lei deve essere Pier, sono felice di incontrarla,da quando e tornato Ada è rifiorita,mi raccomando la tratti bene è una donna speciale ,ha tanto sofferto,merita di essere felice”.
“Mamma è felice da quando c'è papà,il mio papà”,la prendo e la faccio saltare in alto:”certo e non vi lascerò mai più”,in quel momento rientra Ada dalla vigna,ci guarda con tenerezza,:”ciao amore,una mattinata senza di te e già sentivo la mancanza”.
Ada finge di mandarmi a quel paese, Letizia la rimprovera bonariamente “trattalo come si merita, quest'uomo ti ama più di se stesso,te lo dico io e sai che sulle persone difficilmente mi sbaglio “.
La signora si ferma a pranzo,tra un boccone e l'altro chiede del nostro futuro, confesso che ancora non ne abbiamo parlato ma che sicuramente sarà insieme:”e tu Piera che ne dici se chiedo a mamma di sposarmi?”,”si,si, fallo adesso “, Ada arrossisce,la signora sorride,mi metto in ginocchio e le chiedo di tendere la mano, tolgo dalla tasca l'anello e glielo infilò al dito:”Ada vuoi sposarmi e rendermi l'uomo più felice al mondo”, non se lo aspettava,con gli occhi umidi urla un si, mentre Piera e Letizia applaudono contente.
La sera a letto parliamo del nostro futuro “non posso e non voglio vivere lontano da tè,a fine mese devo rientrare a Torino per affari urgenti vorrei avervi con me, è giusto che mamma e papà vedano la loro nipotina”,”certo amore,vedo come liberarmi, purtroppo qui c'è molto da fare, per fortuna ho trovato persone fidate,ma qualcuno deve dirigere i lavori “,”non voglio sradicarti da qui, capisco che tutto questo è tuo,hai lottato per costruire questa attività,ma la gente ti è ostile, vorrei che veniste a vivere da me,ho comprato una villetta sul lago con un bel parco e sognavo di condividerla con la donna che amo”,”sai non sono particolarmente legata a questa terra,ma è piena di ricordi e tu lo sai ,alcuni bellissimi,sai quante volte sono andata al ruscello,mi sedevo a occhi chiusi sognando la prima volta che abbiamo fatto l'amore e ti confesso che mi toccavo e godevo”.
“Non ti chiedo di rinunciare alla proprietà,hai lottato per averla,hai mai pensato a un socio che possa seguire i lavori e magari occuparsi della contabilità,potresti farlo entrare con pochi soldi in cambio le dai una parte dei guadagni “.
“Lo farei volentieri,ma dove trovo una persona capace e onesta”,”lasciami provare,ho un idea ma ora…., non ho bisogno di dire altro,in un attimo siamo a rotolarci nel letto, ormai sono settimane che siamo insieme ma il desiderio di fonderci non è mai
scemato, adoro ogni parte del suo corpo e il suo modo di godere, sarà il ricordo ma mi piacerebbe rivederla con i capelli corti,la ragazza scontrosa dal cuore d'oro, puttana, ma dolce e innamorata.
Domenica invitiamo a pranzo Letizia, è una donna ancora giovanile e piena di energia,le espongo la mia idea,in un primo tempo mi dice se siamo impazziti ma poi comincia a prendere in considerazione la proposta, non ha tante amiche e dalla morte del marito si sente un po' inutile , ovviamente si prende del tempo per decidere ma sono quasi sicuro che accetterà.
Si avvicina il giorno della partenza, Letizia ha finalmente deciso di occuparsi della tenuta ma la speranza è che torniamo spesso da queste parti, Piera è felice della nuova avventura, Ada è un po' preoccupata,una città nuova con gente che non conosce la spaventata un po',io la rincuoro come posso:”vedrai amore,la nostra casa ti piacerà,i miei genitori non vedono l'ora di conoscere la donna che ha salvato loro figlio, sanno tutto di te e ammirano il tuo coraggio, poi c'è mia sorella Clara, anche lei è entusiasta di conoscerti”,”ma amore facevo la puttana, come possono accettarmi”,”intanto mi hai salvato la vita,sei la madre di mia figlia,e quando ti conosceranno resteranno incantati, l'importante è che Piera si faccia nuovi amici, vedrai che ti accetteranno tutti, anzi ti ammireranno “.
È il giorno della partenza, carichiamo all'inverosimile l'auto,il resto dei bagagli arriveranno col treno, lasciamo alla fattoria solo l'indispensabile per quando torniamo,li cielo è terso e l'aria fresca,il giorno adatto per un lungo viaggio .
Imboccata l'auto sole ci dirigiamo verso nord,la sera ci fermiamo a dormire e poi l'indomani raggiungiamo Stresa.
La sera a aspettarci c'è tutta la famiglia.
Ada è nervosa,mi stringe la mano , è sorpresa quando mamma corre a abbracciarla, papà ha gli occhi umidi e la ringrazia di avermi salvato la vita,poi tutti si dedicano a Piera, Ada mi dice in un orecchio, speriamo che non la viziano troppo.
“Mamma papà , siamo stanchi del viaggio e Ada deve ancora conoscere la casa è meglio che ci vediamo domani “, capito l'antifona i miei con Clara tornano in albergo.
Come Ada temeva da bravi nonni hanno riempito la stanza di Piera di giocattoli e peluche ,quanti non ne ha mai visti in tutti i suoi natali , è dura farla addormentare con tutta questa eccitazione ma finalmente crolla e possiamo finalmente andare nella nostra camera.
Ada si guarda intorno non è abituata a tanto lusso, è una persona modesta ma è affascinata dal bagno in camera.
“Dai amore facciamo la doccia che ho voglia di te”,”dopo amore mio, ricordo quella casa senz'acqua e il tuo profumo selvaggio,ti prego solo per oggi voglio sentirti come allora”, Ada tenta di protestare ma appena le sfioro la figa con la lingua secerne abbondanti umori,ci mettiamo a 69 godendo dei nostri sessi,la lecco a spatola la saliva scende tra le sue chiappe fino a inumidire il buchino,lo forzo con la lingua entrando il più possibile in profondità, Ada sobbalza”sei matto,sono sporca e poi non l'ho mai fatto”,io continuo imperterrito e lei inizia a a ansimare,le succhio il clitoride e con il dito massaggio il fiorellino, lei esplode e squirta, sperma e urina, mentre io mi scarico tra le sue labbra.
Le lenzuola sono un disastro, l'aria è intrisa di odore di sesso,e il momento di dedicarmi alla passera,non ho mai visto Ada in questo stato sembra una furia assetata di sesso,reggo ancora un po' e poi capitolo riempiendole la vagina di sperma.
Sono veramente stanco ho guidato per ore,ma basta il calore delle sue labbra per risvegliare l'inquilino del piano sotto,mi monta in groppa e inizia una lenta cavalcata fino a spremermi le ultime gocce di linfa,ci addormentiamo esausti sporchi dei nostri fluidi.
Al risveglio ci gettiamo sotto la doccia,con la spugna ci laviamo a vicenda,la verga si rianima ma tra poco la bambina si sveglia e giocoforza ci asciughiamo e rivestiamo.
Mia figlia è entusiasta della casa,e quando vede la spiaggetta, l'entusiasmo è tale che ci mettiamo in costume per fare un bagno, dopo un po' sulla spiaggia pubblica arriva un gruppetto di bambini e si mettono a giocare , Piera li guarda incuriosita, guardo Ada che mi sorride e vado a aprire il cancelletto, dopo mezz'oretta Piera sembra essere loro amica da sempre, invitiamo due mamme a raggiungerci per prendere il sole sui lettini ,a mezzogiorno Ada parla già con loro come fossero amiche da tempo e le dà appuntamento per la mattina successiva, sembra che si stia ambientando e la cosa mi rende felice.
A pranzo arrivano i miei genitori,tra due giorni devo andare a Torino e ci accordiamo per fare il viaggio insieme, Clara ci pensa e dice:”ragazzi ho una settimana di ferie,se a Piera gli va di stare tre giorni con la zia cattiva mi fermo, così fai visitare Torino alla mia simpatica cognata, sempre se tu ti fidi”Ada la ringrazia e accetta di buon grado , è una donna curiosa e la prospettiva di vedere posti nuovi la affascina,del resto poverina la sua vita era al casolare.
Il primo giorno sono impegnato in una riunione che ci porta a ottenere un grosso contratto di fornitura per la Germania, Ada va a casa dei miei e con mamma fa' un giro in centro,per festeggiare il contratto,Nicola il mio socio propone una cena con le mogli,le rammento che non sono ancora sposato e lui mi chiede cosa aspetto,e che non mi ha mai visto così felice,la sera ci mettiamo in ghingheri, Nicola ha prenotato il miglior ristorante di Torino,la cena è piacevole e tra le donne c'è subito intesa, basta poco tempo con Ada per apprezzarla, ripenso agli zotici del paese e a quello stronzo di prete,ora qui con me la sua personalità sta spiccando il volo, adoro questa donna.
Al rientro in albergo,mi verso un brandy, mentre lo sorseggio e Ada è in bagno,mi rendo conto che non abbiamo mai parlato del matrimonio,forse l'ho do per scontato ma non gliel'ho mai chiesto, Ada esce dal bagno e mi vede pensieroso,mi chiede se c'è qualche problema, butto giù l'ultimo sorso di liquore e le dico che è giunto il momento di organizzare il matrimonio,e di regolarizzare la paternità di nostra figlia,lei si stringe a me e mi bacia:”come potrei non volerlo sei l'uomo migliore che potevo incontrare,ti amerei anche se fossi un operaio o un mendicante.
Inevitabile finiamo a rotolarci tra le lenzuola , quando il desiderio si acquieta,Ada mi chiede della sera precedente:”ieri sera hai avuto attenzioni per il mio sedere, quando hai infilato la lingua sono stata percorsa da brividi,ma non capisco il perché ,ti confesso che provavo piacere ma mi sembra una cosa strana”.
Le spiego che in Etiopia le donne che andavano con i militari italiani preferivano dare il culo, per evitare spiacevoli conseguenze, Ada mi guarda incuriosita:”ma scusa come provavano piacere? Una volta un cliente nella foga me l'ha infilato lì e ho pianto dal dolore “,”vedi piccola mia,con le dovute precauzioni è stupendo e ti assicuro che la donna gode, forse in modo diverso ma gode”., Ada è curiosa e mi chiede se ho provato e mi piace:”certo non ti nego che ho approfittato delle ragazze del posto,ed è stata una piacevole esperienza,ma non sarò certo io ha obbligarti a fare qualcosa che non desideri”,la cosa sembra finire lì,ma la sera, dopo aver fatto l'amore ritorna sull'argomento;”sai Pier vorrei provare però non adesso, sarò stupida ma dopo il matrimonio avrei almeno una verginità da donare all'uomo che amo”.
La sola idea risveglia il fratellino che finisce nella sua boccuccia, è l'inizio di un altra notte d'amore, spero che gli altri clienti dell'hotel abbiano il sonno pesante perché non ci risparmiamo in nulla e urliamo la nostra felicità.
Dopo la telefonata a Clara e alla bimba torniamo a letto e questa volta per riposarsi,il giorno successivo lo passiamo a zonzo per la città,la porto a vedere anche il museo Egizio,lei resta stupita e contenta della visita,poi giretto sulla collina di Superga,e visita alla basilica.
È bello vedere il suo entusiasmo per tutte le novità,il giorno successivo si torna a Stresa, abbracciare mia figlia è una sensazione unica chi non ha figli non può capire, Ada entusiasta parla del matrimonio a Clara che prima l’abbraccia felice e poi si offre per aiutare a organizzare l'evento.
Prima cosa andiamo a regolarizzare la paternità ,poi è una sarabanda di impegni ,chiesa,fiori, catering e mille altre cose,io vengo dispensato dal partecipare e posso andare in azienda da cui è un po' che latitò,i weekend sono dedicati alla famiglia, ogni volta che rivedo Ada e Piera mi si illuminano gli occhi, Ada ormai ha stretto amicizia con le mamme dei ragazzini della spiaggia e spesso passiamo piacevoli serate in loro compagnia, per fortuna anche i mariti sono simpatici e ci facciamo sacco di risate, Ada per Clara ormai è una sorella, sono felice che si siano adattate, purtroppo da martedì a giovedì non posso essere presente.
Quando sono a casa le notti sono tutte per noi, ogni volta è come la prima,mi perdo tra il suo seno,i suoi umori per me sono manna,e la sua bocca mi porta in paradiso.
Domani finalmente è il nostro giorno, non a caso abbiamo scelto per le nozze lo stesso giorno del nostro primo incontro,la chiesa non è gremita,ci sono le famiglie dei nuovi amici,la mia famiglia, Nicola e consorte e naturalmente Letizia che forse è l'unica che sa cosa ha veramente passato la mia donna, durante la cerimonia ha versato un mare di lacrime.
Io ho insistito per l'abito bianco, quasi litighiamo ma alla fine riesco a spuntarla , quando l'ho conosciuta faceva la puttana ma era l'anima più innocente che abbia mai conosciuto.
La prima notte ha voluto a tutti i costi tenere fede alla promessa , quasi non me ne ricordavo , abbiamo fatto l'amore in maniera canonica poi mi ha guardato con un largo sorriso:”ora sono realmente tua moglie,il mio sogno si è realizzato,ti ricordi la promessa? voglio completamente essere tua, desidero che mi insegni a amare anche con il mio culo, però ti prego sii dolce.
Ti devo confessare che sono mesi che fremo all'idea, anche se mi vergognavo ne ho parlato con Clara,non arrabbiarti ma il primo a profanare il mio culetto sono state le sue dita,mi ha insegnato a pulirmi e come lubrificare il buchetto,a essere sincera il suo tocco mi provocava piccoli orgasmi,ma da quella volta non l'abbiamo più fatto “,sorrido sapendo le tendenze non troppo nascoste della mia sorellina,sono convinto che prima o poi Ada cadrà nella sua rete,ma non mi importa, ancora una volta il mio amore ha dimostrato la sua sincerità.
Le chiedo di mettersi in ginocchio sul letto,lei timidamente obbedisce, ha paura di sentire solo dolore ma non vuole rinunciare a donarmi l'unica verginità che le resta.
Le accarezzo quelle dolci colline con la pelle come seta, dischiudo le chiappe e mi appare il suo fiorellino scuro, è troppo invitante,lo percorro con il pollice le piccole labbra grinzose si irrigidiscono,il mio amore non è rilassata , bagno di saliva un dito e le cerco il clitoride, inizia a mugolare ,le prendo la mano e la porto tra le labbra della figa,lei comincia delicatamente a toccarsi.
Inizio a leccare quel fiore tanto desiderato,colo abbondante saliva,e lo forzo con la lingua,cerco di andare più che posso in profondità aggiungendo ancora saliva,sul comodino e già pronto un barattolo di vaselina,mi riempio due dita e ungo bene l'entrata,poi lentamente entro con la falange ungendo più che posso,inizio lentamente a muoverlo sù e giù,pian piano i muscoli si rilassano, Ada comincia a emettere versi di piacere ,aggiungo altra vaselina e entro con un secondo dito, Ada gradisce, mi sa che quella maialotta di mia sorella ha fatto un bel lavoro,le ruoto a tastare l'elasticità , ormai sembra che la via sia spianata,mi cospargo abbondantemente la verga di unguento e do una leggera spinta fino a forzare lo sfintere.
Ada si irrigidisce e morde il cuscino,io mi fermo e mi distendo a baciarle il collo, poverina è tutta sudata,il profumo della sua pelle mi arriva direttamente al cervello, quando si rilassa ripreso centimetro per centimetro la mia corsa fino a sentire sullo scroto il suo boschetto ,le lascio il tempo di abituarsi all'intrusione poi inizio lentamente a muovermi, Ada ormai ha trasformato le smorfie di dolore in guaiti di piacere,la sodomizzò in ogni posizione, a pecora,di sponda,poi è lei che prende l'iniziativa,mi sale sopra e si infila la nerchia fino in fondo in un colpo.
È stravolta dal piacere,cavalca fino a quasi farlo uscire e poi affonda il colpo,ha gli occhi girati e i capelli arruffati,si piega sul mio corpo,e mi divora le labbra continuando a stantuffare,mi irrigidisco nel tentativo di resistere all'orgasmo imminente ma è lei a urlare riempimi mentre si tormenta la figa.
Sparo bordate di sperma nel suo intestino,lei sembra godere a ogni schizzo, poi crolliamo stravolti dal piacere con la verga ben impiantata nel suo pertugio,se fosse possibile l’amerei ancora di più .
La nostra vita scorre tranquilla,Ada un giorno mi confessa che ha avuto un rapporto con Clara,ma infondo quasi l'ho spinta tra le sue braccia,dal canto mio non potrei accettare un rapporto incestuoso, più avanti negli anni , portiamo nel letto anche un altra donna,ma non mi stanco mai di fare l'amore con lei.
Dopo due anni,siamo allietati dalla nascita di Sabrina, Piera con otto anni di differenza,le fa' un po' da seconda mamma, tanti amici ci stanno vicino e non passa settimana che non andiamo al teatro Coccia o a gite fuori porta .
Purtroppo la vita anche se meravigliosa scorre veloce,ma gli anni ci vedono sempre uniti e innamorati , le nostre figlie crescono e prima Piera e poi Sabrina lasciano il nido e a breve ci donano il piacere di diventare nonni,nelle festività e durante le ferie la nostra casa si anima di nipotini,una vera gioia per l'anima.
Anche in tarda età continuiamo a fare l'amore per quel che ci concede la salute e gli acciacchi,
quando sopraggiunge la malattia le sto accanto,per lei il conforto della mia presenza era una medicina,ma certi mali oscuri,ti divorano dentro e una notte lei raggiunge i suoi genitori ,se ne và serena donandomi un ultimo sorriso.
Ora che Ada se n'è andata, sento che il momento di lasciare questo mondo anche per m'è è vicino , Piera e Sabrina mi stanno vicino e mi riempiono di affetto,io cerco di reagire agli acciacchi ma in fondo desidero ricongiungermi con la mia amata.
La nostra è stata una lunga vita piena di soddisfazioni,i brutti momenti sono serviti a farci apprezzare le cose importanti della vita .
Lascio queste righe a tutti voi amati nipoti , sperando che vi aiutino a vivere al meglio la vita e apprezzare le cose importanti, ricordatevi di me e di vostra nonna, una persona straordinaria che ho avuto la fortuna di amare.



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