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Rapito e Femminilizzato: Danyelle alla Villa


di Membro VIP di Annunci69.it Danyelle
16.02.2025    |    3.901    |    8 8.8
"Allo stesso momento, anche il ragazzo raggiunge il suo appagamento, riversando il suo caldo sperma tutto sul mio viso, mentre la ragazza, sgranando gli..."
Il cazzone di Omar inizia a farsi strada nella mia fica anale, che la sento allargarsi a dismisura man mano che le spinte si fanno sempre più intense. La carne dell’animale sta per essere avvolta interamente dal mio intestino quando, dal fondo della sala, si ode un urlo: “OMAR, FIGLIO DI PUTTANA, FERMATI”.

È l’ingegnere Riccardo che, preoccupatosi di come stava evolvendo negativamente la situazione, si precipitò di corsa nel salone e, dopo aver afferrato la bestia dal braccio, lo allontanò dal mio corpo di quanto bastò per evitare la violenta penetrazione.

“Non erano questi gli ordini che ti ho avevo dato, lurido bastardo. Lo sai benissimo che se te la inculi per primo, me la rovini per sempre al punto che poi nessuno di noi altri, se non solamente tu, potrai godere del suo buco. Ti ho detto e lo ribadisco che il tuo cazzo dovrà essere l’ultimo che entrerà nel culo di Danyelle, dopo che io, i miei familiari e i miei amici ne avranno goduto ed abusato fino alla nausea.

Se da una parte il mio cuore gioisce e silenziosamente ringrazia l’ingegnere Riccardo per avere, almeno per il momento, evitato al mio sfintere atroci dolori, da una parte ho preso coscienza di quello che saranno i miei giorni all’interno della villa. Non che avessi altre aspettative ma, almeno, speravo, di dover soddisfare solo le insane voglie dell’ingegnere Riccardo e non di una pletora di persone.

Sono immobile ed a pecora sul divano con le mani tese in avanti, che stringono il cuscinone, la testa tenuta in basso ed il culo rialzato sulle ginocchia, pronto per essere usato. Rimango in questa posizione aspettando l’evolversi degli eventi, che non si sono fatti attendere.

“Fatti succhiare il cazzo dalla troia e fatti svuotare i coglioni, così ti rilassi”, disse l’ingegnere Riccardo rivolgendosi ad Omar che, nel frattempo, era rimasto con il cazzone duro e teso davanti al divano, guardando in cagnesco il suo padrone per averlo distolto dal piacere di sfondarmi. Si avvicina al mio viso e, tirandomi per i capelli, indirizza la mia bocca verso il suo palo di carne, duro, pulsante e odoroso, ficcandomelo interamente ed in un colpo solo in gola. Ho un sussulto a causa della violenza del gesto che mi fa stringere le pareti anali, che nel frattempo si erano rilassate per accogliere il mastodontico sesso di Omar.

Questo gesto involontario della mia fica anale viene immediatamente percepito e gradito dal porco dell’Ingegnere Riccardo il quale, attratto dal movimento sensuale delle mie labbra posteriori che hanno simulato un bacio sensuale, si inginocchia dietro di me e, afferrandomi per i fianchi, si impadronisce della mucosa del mio antro, che viene letteralmente invaso dalla sua calda e vischiosa saliva.

Mi ritrovo così a subire in gola le spinte sempre più profonde da parte del cazzo enorme di Omar che, ostruendo completamente la trachea, mi impedisce di respirare. Mi dimeno con il corpo in quanto sempre più in debito di aria, buttando fuori dal naso e dalla bocca tanta di quella saliva da aver bagnato tutto il bracciolo del divano. Nello stesso tempo, questo mio inconsulto movimento, ha come effetto quello di fare eccitare ancora di più l’Ingegnere che, da dietro, è intento a penetrarmi con la lingua e le dita, dissetandosi con gli umori, che inevitabilmente vengono prodotte dalla mia fica anale.

Nel mentre sono alle prese con questi due infoiati, mi accorgo che nella stanza entra una giovane coppia di ragazzi che, godendo dello spettacolo a loro offerto, si avvicinano al divano, ponendosi di lato. Li intravedo con la coda dell’occhio, nell’attimo in cui la mia testa viene spostata su e giù dalle mani di Omar, nel mentre mi guida nell’eseguire il pompino.

Sono entrambi nudi e mentre la ragazza sale sul divano, sedendosi con le cosce spalancate sopra la spalliera, all’altezza della mia schiena, il ragazzo si pone in piedi a lato, tra Omar e l’Ingegnere. Il divano è diventato una pozzanghera a causa della mia saliva e di quella dell’Ingegnere, che nel frattempo si è alzato in piedi rimanendo sempre dietro di me per posizionarsi comodo per la penetrazione, nonché a causa dei miei umori anali, che sempre più copiosi escono dal mio buco super stimolato dalla lingua calda dell’Ingegnere, senza trascurare il liquido che da qualche minuto fuoriesce dal mio clitoride, imprigionato nella imbarazzante gabbietta rosa.

Con la bocca piena e gonfia dall’ingombrante presenza della dura verga della bestia, vengo inculata dal mio nuovo padrone il cui membro, sebbene non delle dimensioni di Omar, si fa comunque sentire in quanto molto largo in circonferenza. La penetrazione è stata, per fortuna, poco dolorosa, grazie all’attività di preparazione eseguita magistralmente dall’Ingegnere con la sua saliva e le sue dita e, man mano che il ritmo di entrambe le penetrazioni aumentava in maniera sincrona, il corpo di Danyelle veniva scosso da un perverso ed infinito piacere.

L’essere sottomessa dalla forza animalesca di due bestie, ma soprattutto l’essere usata senza scrupoli per il raggiungimento del loro esclusivo piacere, ha reso la mente ed il corpo di Danyelle completamente inermi e privi di alcuna volontà, alla mercede dei ludici desideri di tutti i presenti. La stanza riecheggia dei rumori del ventre di Riccardo che sbatte senza rispetto contro le natiche aperte di Danyelle, dello sciacquettìo del cazzo di Omar nella mia ormai sofferente gola, dei grugniti delle due bestie, dei mugolii di piacere di Danyelle e dei sospiri sempre più crescenti dei due ragazzi che, gustandosi la scena, si stanno masturbando.
Anche l’aria è ormai satura del tipico odore del sesso.

“Puttana, apri la gola che ti riempio lo stomaco con la mia sborra, troia fottuta. Ahh, Ahh, VENGOOOO” urla Omar nel momento in cui mi spara direttamente in gola tutto il suo carico di sperma, irrigidendosi con le gambe che tengono ora stretta ed immobile la mia testa, obbligandomi a stare ferma.
Nello stesso momento in cui questa massa di liquido lattiginoso entra nel mio stomaco, il mio intestino viene invaso dallo sperma di Riccardo che, eccitato anche dalla masturbazione dei due giovani che sono nel frattempo giunti al culmine del loro piacere, affondando le unghie nei miei fianchi, urla anch’esso tutto il suo godimento: “Ti riempio il culo, zoccola di una cagna. SBORROOO. Mamma mia che bello. Ahh Ahh”. Allo stesso momento, anche il ragazzo raggiunge il suo appagamento, riversando il suo caldo sperma tutto sul mio viso, mentre la ragazza, sgranando gli occhi all’acme del suo orgasmo, riempie la mia schiena con il suo caldo e copioso squirting.

Tutti appagati tranne me! È questo l’amaro destino di una schiava, rapita, femminilizzata e venduta, è questa la triste ventura di una vittima oppressa e dominata come Danyelle.

Stanca e sfiancata mi ritrovo riversa sul divano, con il viso ricoperto interamente di sperma che copre parzialmente anche i miei occhi e con il buco slabbrato e ripieno dello sperma del padrone, che ora lentamente sta uscendo fuori per la forza di gravità, avendo la strada libera da impedimenti naturali, essendo il mio ano rimasto bello aperto dopo la travolgente penetrazione.

“Omar, accompagna la cagna in bagno e falla inginocchiare nella doccia”, ordina l’ingegnere Riccardo al suo uomo di fiducia che, con il suo solito fare animalesco e violento esegue il comando, strattonando con il guinzaglio il collo di Danyelle, costringendola alla deambulazione a quattro zampe.

Arrivo nel locale bagno e vengo spinta con un calcio nel sedere all’interno della doccia.
“Mettiti in ginocchio, distendi le mani sulle cosce con i palmi aperti e verso l’alto, e tieni la bocca aperta, lurida schiava” mi viene ordinato da Omar.
Eseguo, tenendo lo sguardo in basso, per come mi è stato insegnato, tutta sudata e facendo ancora fatica a respirare a causa dell’affaticamento, dovuto dalla scopata impegnativa di poco fa.

Vengo raggiunta dall’ingegnere e dai due ragazzi di prima che insieme ad Omar, disponendosi in cerchio, si avvicinano al mio corpo che, in trepidante attesa, sta ora tremando per i brividi di freddo. Mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo, ecco che dietro di loro spunta una donna matura, anch’essa senza vestiti, di corporatura robusta, di bassa statura e dal viso arcigno e cattivo.

Senza preoccuparsi della nostra presenza, come se nella stanza non ci fosse nessuno, si accomoda sul gabinetto per urinare e, forse per lo sforzo o forse no, la sento anche scorreggiare sonoramente e liberarsi dei suoi liquidi misti a qualcos’altro di indefinito, che ben presto riempie la stanza di un poco piacevole odore.

Ultimati i suoi bisogni corporali, la vedo alzarsi dal gabinetto ed avvicinarsi verso di noi, entrando nella doccia e ponendosi in ginocchio di fronte a me.
“Schiava!”, esordisce la donna, “usa la tua lingua come fosse carta igienica e puliscimi a fondo. Opera con lentezza e delicatezza. Fai un buon lavoro, se non vuoi che ti scortichi viva con la frusta”.

Non potevo credere alle mie orecchie e titubavo nell’eseguire questo ordine, quando Omar si avvicina al mio sesso e con la sua possente mano stringe in una morsa quello che è rimasto dei miei testicoli, costringendomi con le lacrime agli occhi ad obbedire.

Mi avvicino al culo della donna, che si presenta cosparso di brufoli e con la pelle a buccia d’arancia a causa del tessuto particolarmente adiposo. È talmente grassa che il buco del suo sedere è nascosto dall’adipe per cui, per pulirlo, ho dovuto con fatica aprirle le enormi natiche con entrambe le mani. Mi ritrovo, così, in ginocchio di fronte al suo enorme culo e non appena mi accingo ad eseguire l’operazione, il mio olfatto viene colpito da un forte odore, non proprio piacevole e sicuramente non di lavanda.

Ben conscia di non avere alternativa, chiudo gli occhi e trattenendo il respiro, tiro fuori la lingua e tenendo ben separate le chiappone, mi accingo a leccarla nei suoi due buchi, al fine di pulirla intimamente ed in profondità. Eseguo il mio compito di schiava con la dovuta e richiesta sottomissione, lambendo la sua pelle con morbidi colpi di lingua dal basso verso l’alto, con l’intento di raccogliere i residui vaginali ed anali ristagnanti nelle pieghe delle sue intimità.

Questo mio lavoro di lingua comincia a sortire l’effetto sperato, perché oltre che nettare le sue due intime cavità ne stimolano anche il piacere, al punto che mi ordina di aumentare la velocità del leccamento ma, soprattutto, mi ordina di succhiare il suo grosso clitoride al punto di farla urlare di piacere, nel mentre raggiunge l’orgasmo, accompagnato da una intensa scarica di urina, che mi arriva direttamente in bocca. Nel mentre ero costretta a bere la pioggia dorata della donna, vengo docciata con il piscio degli altri spettatori che, all’unisono, mi hanno ricoperta di calda urina dalla testa ai piedi.

Benvenuta nella villa, cara Danyelle.
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