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Elena, mia moglie; schiava di un porco...cap1


di Clelia_Rocco_coppia
23.03.2025    |    3.941    |    4 9.7
"Il tuo abito è talmente corto che ti si vede la fica e il culo, perché ti ha obbligato a non mettere intimo in modo da lasciare che altri possano apprezzare..."
Elena, mia moglie; schiava di un porco perverso. Cap1


Elena è una interprete, traduttrice multilinguista che vive in Italia da oltre trent’anni. A 50 anni è ancora una donna affascinante e desiderabile. Mora, capelli lunghi, carnagione bianchissima, pelle vellutata, due occhi azzurri come il mare e con un fisico ancora tonico, da modella; magnifiche gambe, un sedere dai glutei polposi, altissimi; due tette da adolescente con meravigliosi capezzoli rosa.
Quando ci siamo conosciuti, dopo un matrimonio non felice, ci siamo innamorati immediatamente.
Il nostro ménage ha subito funzionato e anche il sesso è stato soddisfacente e appagante. Da un po' di tempo, però, il desiderio in lei sembra essersi un po’ appannato. Questo ha coinciso anche col mio desiderio di volere un po’ più di spregiudicatezza e una certa apertura a esperienze più disinibite. Ma devo ammettere che ho sempre fatto fatica ad affrontare con lei, anche durante il sesso, discorsi che potessero prevedere fantasie con scenari eroticamente sfrenati o con la presenza di altre donne o uomini.
Per il suo lavoro spesso viene chiamata in tribunale per assistere giudici e legali negli interrogatori con soggetti che parlano la sua o altre lingue. Di fondo, però, si occupa di traduzioni per conto di società commerciali della zona molto importanti. Ed è grazie a questa sua attività nel settore giudiziario che alcuni mesi fa ha conosciuto un imprenditore locale molto noto, ma anche molto chiacchierato con cui Elena ha finora, per fortuna, avuto a che fare solo e sempre come interprete. Salvatore, questo il nome del tipo, gestisce una serie di locali pubblici e un’agenzia di hostess e steward, in gran parte provenienti dallo stesso paese di Elena, che fornisce servizi di "accompagnamento" a ricchi industriali e uomini pubblici della regione.
Salvatore si fida e affida sempre più spesso alla mia donna per gestire i suoi rapporti con i suoi dipendenti stranieri e questo ha creato le condizioni perché lui entrasse sempre più in confidenza con lei, in alcuni casi, anche esagerando lasciandosi andare ad atteggiamenti alcune volte anche sfacciati e irrispettosi sia come donna sia come professionista.
Tutto questo pur mantenendo, Elena, sempre un atteggiamento distaccato e sobrio anche nei suoi outfit, indossando tailleur con gonna o pantaloni poco appariscenti. Tuttavia, le sue forme non può certo nasconderle.
Personalmente l’ho stimolata più e più volte a cambiare modo di vestirsi, valorizzando di più il suo corpo con capi meno castigati e più raffinati.
La sua risposta pronta, è stata che i luoghi e le persone con cui ha a che fare per il suo lavoro non richiedono un abbigliamento di quel tipo e la prova di questa sua affermazione sta nel fatto che, in più di un’occasione, Salvatore, pensando di farle un complimento di fronte a dipendenti e staff, rimproverando le hostess di non essere troppo attente nella scelta dei loro dress code, si è rivolto ad Elena dicendo:
-“Elena, perché non spieghi bene a queste sciacquette come vestirsi per soddisfare i nostri clienti? Anzi, perché non vieni tu e fai vedere con quale classe ci si comporta? Oltretutto, hai un corpo magnifico e, anche se lo nascondi, un culo da favola che mi fa impazzire ogni volta che lo guardo”.
Il volto di Elena, a quelle affermazioni, lascia trasparire tutta la sua disapprovazione e risponde piccata:
-“Signor Salvatore, io sono una interprete e non faccio l’accompagnatrice; quindi, la pregherei di usare toni e termini diversi durante le nostre conversazioni”.
Ma Salvatore non demorde e, anzi, rincara la dose, aggiungendo.
-“Elena, guarda che lo so bene di che pasta sei fatta. Tu non vedresti l’ora di lavorare per me e sai anche che sarei capace di farti fare qualsiasi cosa io ti ordinassi. Tu ed io conosciamo bene la tua vera natura; quindi, non è il caso che tu faccia troppo la sostenuta, so bene cosa brucia dentro quel corpo che, consentimi di dirlo, è da vera troia.”
Quello per Elena è stato il punto di non ritorno, umiliata e insultata, senza replicare, quando Salvatore torna a rivolgersi agli altri soggetti presenti, ne approfitta per girare i tacchi e andarsene velocemente, offesa e arrabbiata.
Anche se mi dispiace per come Salvatore l’ha tratta, tuttavia, non riesco ad essere indifferente al fatto che, essendo a contatto con questo mondo, provo una perversa eccitazione nel saperla in situazioni sicuramente professionali, ma allo stesso anche oggetto dei desideri di Salvatore e dei suoi clienti.
Così dopo l'ennesima mancanza di rispetto da parte di quel porco, convincendosi che Salvatore la vede come una gran troia perché lo pensa veramente, Elena decide di confessare, vomitando tutta la sua rabbia o, almeno, questo traspare, verso quell’uomo perverso.
Mi dice pure che quel maiale oltre che offenderla a parole l’ha fatta oggetto di un vero e proprio atto di libidine, molestandola fisicamente. Infatti, durante l’ultimo incontro di lavoro, l’uomo l’ha baciata, leccandola, succhiandola e mordendola sul collo, mentre lei era di spalle. Elena si è subito ritratta ma lui le rivolge ancora un volgare apprezzamento dicendole:
-“Elena, vieni a lavorare ed esibirti qui da me come spogliarellista, andando in giro per il locale con il tuo bel culo in mostra”.
Dopo quella sortita, ovviamente, Elena ha interrotto, almeno temporaneamente, il rapporto di lavoro con quell’uomo spregevole.
Lui l’ha dovuto sostituire con un suo collega segnalato proprio dalla mia donna. E proprio questo suo collega le ha anche fatto pervenire un biglietto con un messaggio di Salvatore ancor più offensivo.
Elena me lo ha mostrato e c'era scritto questo: “Il brivido che hai provato quando ti ho baciato e leccato sul collo è la dimostrazione che non vedi l’ora di esibirti tutta nuda per me, nel mio locale. Sappi che se accetti, ti voglio più sexy e in abiti estremamente succinti solo per farti guardare. So che è quello che desideri e che non hai il coraggio di ammettere. Sei sprecata come interprete! il tuo posto è la strada. Ti aspetto nei prossimi giorni, quindi, se e quando avrai deciso, dovrai rispettare questa condizione prima di tutto: sarai solo mia! Ti piacerà e sono convinto che eseguirai con grande passione e piacere ogni mio ordine.”
Se subito la mia prima reazione è stata di disgusto, rabbia e voglia di agire contro quel maiale, a mente più serena, da gran porco quale sono, mi sono soffermato sul grado di lussuria e di sottile perversione con cui Salvatore ha giudicato la mia donna e che, in fondo, come me, si è reso conto di quale sia la sua vera natura. A seguito di questa considerazione l'affronto fatto ad Elena non mi infastidisce più come all’inizio, anzi mi eccita perversamente.
Lei, stranamente, recupera la calma ancor prima di me e decide che è meglio non dare seguito a quanto è successo. Mi chiedo se è veramente così?
Da quel momento, pertanto, mentre facciamo sesso, comincio a provocarla, ritornando su quel biglietto. Lei sembra infastidita e prova a cambiare discorso, ma inizio già a percepirla molto turbata.
La sera successiva qualcosa scatta in entrambi. La mia mano trova la sua fica già calda e sembra ci stiamo abbandonando alla solita routine; con discrezione, ma con una certa ironia, mentre le sgrilletto la fica, la fisso negli occhi e le dico:
-“Allora hai deciso di esibirti nel locale di quel porco di Salvatore?”
Mi aspetto una sua reazione di fastidio se non di disapprovazione e, invece, rimane silenziosa, ma la vedo chiudere gli occhi e mordersi il labbro come segno di grande turbamento. Questa certezza mi viene dal fatto che nello stesso istante la sento che stringe con la sua fica il mio dito medio che l'ha penetrata tutta.
Cazzo, ora sono sicuro che é veramente eccitata, quindi ne approfitto, scivolando prima con due e poi con tre dita dentro la sua fregna ormai un lago. Un lungo gemito accoglie quel mio gesto. Le infilo la lingua in bocca e con l’altra mano le accarezzo un seno, sempre più ruvidamente fino a strizzarle forte i capezzoli. Geme forte e risponde al bacio con identica foga, leccandomi le labbra come farebbe una cagna. Quindi ci avvinghiamo con le gambe in maniera focosa.
La metto supina e mi sistemo sopra di lei, divaricandole le cosce con le mie e continuando a giocare con i suoi capezzoli con le labbra e la lingua, leccando, succhiando e mordendoli.
Quindi, insisto nel richiamare la situazione di prima.
-“Magari ti vedi già nuda su quella pista, accettando le proposte oscene di Salvatore”
-“Smettila, sai che mi dà fastidio solo che lo nomini”.
Risponde con voce non poco convinta ma soprattutto rotta dall'emozione.
So di aver imboccato la strada giusta e insisto.
-“Immagina. Sei andata da lui vestita come ti ha ordinato. Il tuo abito è talmente corto che ti si vede la fica e il culo, perché ti ha obbligato a non mettere intimo in modo da lasciare che altri possano apprezzare quel bel culo e la fica, magari già aperta e umida.”
Cerca di sfuggire alla mia presa e gira la testa per non farmi vedere quanto si è eccitata a quelle parole.
-“Stai farneticando, ora smettila per favore.”
Lo dice con la voce ancora più roca perché nel frattempo ho iniziato a scoparla forte e profonda con le dita a uncino. Mi muovo dentro di lei, stimolando la parte superiore della vagina, quella più sensibile e un fortissimo gemito le sfugge dalla bocca. inizia a respirare affannosamente e sbuffa come una cavalla durante la monta.
-“Vedo che ti piace lo scenario che ho disegnato, sei proprio infoiata e arrapata”.
-“Cazzo non so cosa mi sta succedendo, anche se è solo una fantasia, ma, Sí. Mi fa eccitare troppo pensarci.
Non riuscendo più a fingere, ammette che le mie provocazioni la fanno infoiare tantissimo.
-“Queste frasi che hai pronunciato mi hanno turbato molto, anche se so che non potrei mai fare una cosa del genere”.
-“Invece a me piacerebbe moltissimo vederti in abiti succinti mentre mostri le tue belle gambe, il tuo culo e i tuoi seni magnifici. E comincio a pensare che non vedresti l’ora di farlo.”
Rispondo, incalzando ancora di più.
-“Non pensarlo neanche; mi vergognerei troppo, lo sai…”
Anche in questo caso appare poco convinta, ma soprattutto in attesa di una mia ulteriore provocazione.
E così proseguo:
-“Siamo solo noi due adesso, amore e per quanto sei eccitata e bagnata, ora potresti anche ammettere che se Salvatore avesse insistito, non avresti resistito ancora per molto.”
Queste parole gliele sputo, quasi, in faccia, costringendola a fissarmi negli occhi, mentre aumento il ritmo della penetrazione, strappandole un urlo di piacere.
-“Smettila, cazzo così mi fai sentire una …”
Non completa la frase, forse per pudore e senza darle tregua la incalzo.
“Dillo! Dimmi cosa ti faccio sentire o sarebbe meglio chiederti come vorresti sentirti.”
Le blocco il viso, continuando a fissarla e attendendo una sua replica e, intanto, non smetto di fotterla.
-“Una PUTTANA! Cazzo; una grandissima puttana.”
La sento urlare mentre mi afferra con entrambe le mani l'avambraccio e inizia a dettare lei stessa il ritmo, scopandosi da sola con la mia mano.
A quel punto so che non posso fermarmi e continuo nella mia provocazione.
-“Allora, visto che la tua mente da porca impenitente, immagina di essere seminuda e in pose laide nel locale di Salvatore in mezzo a quelle persone.”
Aspettando una sua reazione, mi sollevai sulle ginocchia e mi avvicinai col cazzo duro tra i suoi glutei, senza smettere di scoparla con la mano, ma attenuando il ritmo, facendole gustare e desiderare l’orgasmo che, peraltro, neanche lei aveva fretta di raggiungere. Perché quella lenta penetrazione, quell’attesa e le mie parole le evocano fantasie lussuriose e perverse che la travolgono meravigliosamente.
Sente il mio cazzo caldo e pulsante tra le natiche e inizia a muoversi per godersi meglio quel contatto osceno.
Elena, geme e la sua voce ha il suono di una nenia che sale sempre più di tono e sorprendendomi esclama:
-“Mi fai vergognare e soprattutto sai che non accetterei mai proposte da un altro uomo che non sia tu; tuttavia, in questo preciso istante sappi che farei qualunque cosa ma solo se me lo ordini tu.”
È un invito perentorio a continuare.
“Ammesso che io lo voglia, ma tu lo faresti veramente?”
A quel punto affondai tutta la mia mano dentro la sua fica, avendo aggiunto il quarto e quinto dito, procurandole dolore ma anche un piacere sfrenato che provoca questa reazione:
-“Ahaaa. Sei un gran porco e l'ho capito da un po' dove vuoi condurmi. Allora devo sapere che sono al tuo completo servizio. Ordinami quello che desideri e lo farò senza alcuna condizione o limite".
Forte di questo nuovo potere su di lei, proseguo in questo gioco perverso.
“Quindi se ti chiedessi di spogliarti e girare nuda in quel lurido locale ed esibirti lussuriosamente lo faresti?”
Si lasciò sfuggire un “sì” appena sussurrato.
-“Non ho sentito, cazzo. Urla!”
Le ordino.
A quel punto si lascia andare, urlando un “Sìììììììììì”, lunghissimo; quindi, afferra ancora il mio braccio con entrambe le mani e, agitando i fianchi, si scopa da sola.
Adesso so che posso farle vivere qualsiasi fantasia, anche la più indecente.
-“Allora faremo, così. Io ti accompagnerò vestita come ti vuole Salvatore e tu ti esibirai nel suo locale anche nuda. Magari ci sarà qualcuno che ti conosce e potrà vedere una Elena diversa da quella che tutti conoscono: moglie perfetta, elegante, affascinante, morigerata, ma anche una grandissima troia vogliosa, una lurida puttana e una cagna in calore.”
“NO. NO. NO. Non voglio. No.. ti prego.”
Urla quasi terrorizzata, ma i movimenti e le vibrazioni del suo corpo dicono tutto il contrario e quella scena che ho descritto, insieme agli insulti che le ho rivolto, l’hanno, certamente, mandata fuori di testa eccitandola in modo parossistico.
Poi riprende, sperando di recuperare un minimo di lucidità:
-“Tanto io lo so che tu non mi faresti mai andare nuda o vestita come una troia”.
Il termine volgare usato per definirsi non mi sconcerta più, e intuisco che sta per intraprendere un percorso che desiderava da tempo e che, immagino, non vorrà più abbandonare.
Ormai è diventata una sorta di sfida, una provocazione tesa ad avere la mia totale complicità ed è in evidente attesa che io continui questo lussurioso, osceno e perverso gioco. E io non intendo deludere le sue aspettative.
-“Esibirti nuda è proprio quello che ti ha chiesto Salvatore, giusto? Ma soprattutto è anche quello che vuoi tu?”
La mia mano le scava ancora dentro la fica e lei ne segue i movimenti con i fianchi, cercando l’angolazione migliore per godersi quei brividi di lussuria e piacere. Questa mia domanda retorica la destabilizza ancora di più.
Adesso Elena si muove verso il mio cazzo che non ha mai abbandonato il contatto tra le sue natiche proprio all’altezza del buco del suo culo, massaggiandolo ad ogni suo movimento.
La sua risposta non arriva ancora e io insisto:
-“Ammetti o no che ti piacerebbe molto che Salvatore ti obblighi ad esibirti tutta nuda nel suo locale, accettando le attenzioni dei suoi clienti maiali?”
A quel punto ho già posizionato la cappella all’ingresso della sua fica e inizio a penetrarla lentamente, ma inesorabilmente. Al termine del mio interrogativo, affondo in lei completamente e senza preavviso. A quel punto la sento urlare:
-“Siiiii! Cazzooooooo! Lo desidero da morire, porco bastardo.”
Inizio a convincermi che la mia donna dentro è puttana nell’anima e troia fino al midollo, ma soprattutto che é veramente disposta a tutto pur di esibirsi e godere e, forse, non solo quello.

Continua...
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