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La mia festa di compleanno da cagna.


di Clelia_Rocco_coppia
19.07.2024    |    6.942    |    7 9.6
"Dai suoi movimenti capisco che devo risalire e mi godo le sue cosce magre, leccandole fino all’inguine..."
Protagonisti di questa nuova storia, con me e il mio uomo, sono Ada e Mario.
Dopo la lettura delle mie storie ed essersi masturbata ferocemente, Ada mi ha rivelato la sua natura di sottomessa e il desiderio di appartenere a qualcuno. Un invito velato che mi ha lusingato ed eccitato. Mi ha inviato sue foto e video di alcune sue performance al termine delle quali, eccitata come una cagna, mi sono masturbata in maniera quasi compulsiva, con tre devastanti orgasmi. Piero ha subito osservato che Ada probabilmente sarebbe anche disposta a sperimentare anche un ménage a Trois. Ricevuta la proposta, la cagnetta ha subito accettato, sottolineando che già seguiva Piero sul suo profilo.
Su Mario devo riconoscere che si è guadagnato la mia fiducia e ammirazione dopo alcuni con ammiccanti commenti sui miei post; inoltre, su mio invito, ha iniziato a propormi alcuni suoi scritti di grande trasgressione, che hanno rivelato una mente erotica capace di scavarti dentro, talmente in profondità, da far emergere alcune mie voglie represse che neanche sapevo di avere. Insomma, conquistata sia sul piano dialettico sia per l’ulteriore stimolo con cui è riuscito ad arricchire il mio immaginario erotico, già molto trasgressivo. Fatto straordinario, la grande intesa che sono riusciti a creare lui e il mio uomo, trovandomi a mio agio tra due menti aperte e al massimo della loro trasgressione e della lussuria.
Sono loro due, insieme al mio maschio, i protagonisti della mia eccitantissima festa di compleanno, non prima di aver avuto modo di approfondire e affinare la nostra conoscenza (anche se solo virtualmente) al punto che ognuno di noi ha potuto confessare voglie e desideri nascosti frutto della nostra lussuria più sfrenata.
Arriviamo in villa nella tarda mattinata in tempo per preparare l’accoglienza per Ada e Mario, consapevoli che l’uno non sa ancora della presenza dell’altra
Alle 15.30 Ada arriva in taxi e io e Piero l’accogliamo con molto calore
Dopo essersi sistemata in camera, si mette in costume e arriva in piscina bella, minuta, sensuale ed estremamente erotica.
In acqua io e la mia amica ci abbracciamo, aderendo l’una al corpo dell’altra. Le prendo il viso tra le mani e lei è già pronta ad accogliere le mie labbra e la mia lingua che le esplora la bocca come un piccolo serpente. Le metto le mani sul culo e la sollevo un po’ per slinguarmela ancora tutta.
Le lecco il viso, il collo, la mordo, poi la libero dal costume e mi tuffo con la bocca sui due boccioli con areole scure e due capezzoli già dritti e turgidi. La sento mugolare e la sua mano sulla mia nuca preme; li mordo e li strizzo forte e lei urla per il dolore e per il piacere. Piero ci osserva, sorride e si massaggia il cazzo. La faccio girare e lei raggiunge il bordo e si sporge verso l’esterno della piscina. Massaggio il suo bellissimo culo, lo impasto con le mani; afferro il costume lo tiro e lo incastro nel solco tra le natiche e tra le labbra della fica. Lei allarga oscenamente le cosce, offrendomi la vista estremamente oscena e lussuriosa del suo buco del culo e della sua fica da gran puttana.
La libero del costume e lecco e mordo le sue natiche; le insalivo il buco del culo e poi scendo con la lingua sulla fessura, infilandola dentro. Geme e si schiaccia col busto a terra per agevolarmi in quella manovra. Piero ci raggiunge a bordo piscina, già nudo e con il cazzo bello duro. Si accovaccia sui talloni e offre la sua minchia alla bocca di quella piccola troia che sto leccando voracemente.
Le infilo due dita in fica proprio mentre ingoia il cazzo del mio uomo. Lui le accarezza i capelli e con le dita le sfiora le labbra con cui glielo sta succhiando.
Oltre al cazzo le infila anche due dita in bocca come se avesse due cazzi da spompinare insieme.
Questa associazione di idee del mio perverso uomo è la stessa che viene in mente a me e a quella troia di Ada. Adesso la piccola cagna ha tre dita in fica e il mio pollice che le trapana il culo e lei geme forte. Piero la fa uscire dall’acqua si siede sul bordo vasca e la fa impalare sul suo cazzo, iniziando una cavalcata lenta ma profonda.
Quella scena mi arrapa da morire e nella mia mente l’ho già vista decine di volte e adesso è realtà. Esco dalla vasca mi sistemo tra loro due offrendo rispettivamente la fica alla cagna in calore e il culo da leccare al mio uomo. Quella puttana sa come leccare una fica e deve averlo fatto molte altre volte. Sento la sua lingua lunga che, larga, lecca la fessura, poi con le labbra cattura il clitoride e inizia a succhiarlo. Non smette di cavalcare il cazzo del mio uomo e dopo avermi fatto impazzire, succhiando ferocemente il mio grilletto sensibile, mi infila quella lingua lunga in fica, scopandomi così. Le prendo la testa tra le mani e le schiaccio la bocca sul mio sesso, oscillando i fianchi in modo di agevolare la sua leccata. Il mio uomo non mi dà tregua e oltre a leccarmi il culo me lo ha penetrato con due dita, facendomi perdere ogni connessione con la realtà. Ada, tuttavia, mi precede perché la sento rantolare e tremare, segno che l’orgasmo la sta per travolgere. La sento tremare tutta, ma la tengo per i capelli e le schiaccio la fica sulla bocca e, finalmente, esplodo anch’io urlando e godendo come una cagna. Piero non resiste ed è al limite e, infatti, ci fa inginocchiare, lingua contro lingua e ci sborra in bocca. Raccogliamo tutto, lecchiamo e succhiamo la sua cappella, baciandoci ancora e passandoci i residui di sborra di bocca in bocca come cagne in calore.
Ancora un bagno e poi nelle nostre camere pronti per accogliere Mario che arriva puntuale alle 19:30.
Bello, abbronzato, un ultracinquantenne in camicia di lino e pantaloni bianchi; barba rada e bianca anch’essa come i suoi capelli e con il suo immancabile panama beige e fascia nera. Ci squadra con il suo sorriso ambiguo, incute una certa soggezione e tanto languore tra le cosce, eccitandomi oltre misura. Ada lo osserva curiosa e starà sicuramente ripensando a come le ho parlato di Mario senza nasconderle nulla ed ora credo sia un po’ in ansia ma anche eccitata. Adesso le infilerei una mano tra le cosce per capire se la sua fica è già un lago perché da come guarda Mario la vedo già pendere dalle sue labbra e…dal suo cazzo, più che altro. Lui non l’ha ancora degnata di uno sguardo e, dopo un breve e sincero saluto, ci trasferiamo nel salone mentre Mario non smette di squadrarmi dalla testa ai piedi.
Per accoglierlo ho scelto un prendisole con due sottili spalline, molto trasparente, senza reggiseno e con un perizoma. Praticamente sono nuda, ma velata che è ancora più arrapante, penso.
Mario Si avvicina, mi accarezza il viso, sfiora le mie labbra con le dita, le fa scivolare sulla spalla e poi lungo il braccio fino a prendermi la mano e baciarla dul dorso, provocandomi con tutto ciò brividi lungo la schiena, facendomi inturgidire i capezzoli, e inviando fitte alla mia fica, già umida da quando è apparso all’ingresso. Mi piace questo potere che ha su di me e voglio godermelo tutto per questa festa.
-“La nostra cagna sempre sensibile, vedo”.
E mentre lo dice, prende uno dei miei capezzoli tra pollice e indice, stringendolo e provocandomi un gemito di piacere che non riesco a trattenere. Chiudo gli occhi e mi godo un’altra fitta di piacere in fica che quasi provoca una fuoriuscita di umori tra le cosce.
Mentre continua a torturarmi i capezzoli l’altra sua mano è sotto il mio mento, lo solleva e mi fissa negli occhi dicendomi in modo quasi sinistro:
-“Oggi il tuo regalo sono io e il tuo uomo ha stabilito che sarò il tuo solo padrone fino alla mia partenza. Pertanto, anche lui soggiacerà alle mie volontà e ai miei ordini. Naturalmente anche la puttanella che ti è stata “regalata” sarà la mia schiava. Ci siamo intesi?”
-“Si, padrone.”
Rispondiamo quasi in coro io e Ada. Non posso vedere la sua espressione ma ho motivo di ritenere, dal tono della sua voce che è in ansia ed eccitata quanto è più di me.
-“Ora mettetevi una a fianco all’altra e inginocchiatevi e tu, cagnetta, fai tutto ciò che fa Lena, ma al suo maschio”.
Ordina ancora Mario.
Inginocchiata, attendo un suo ordine, ma invece di parlare, mi accarezza la testa, i capelli come farebbe con la sua cagna ed è quello che mi sento in quel momento. La sua mano scivola sul mio viso, si sofferma con le dita sulle labbra e mi porge il dorso. Non ho dubbi, quel gesto mi provoca un’altra fitta di piacere in fica e la cagna, intesta nel senso più animalesco che c’è in me, prende il sopravvento e inizio a leccare, con la lingua larga tutto il dorso; si gode il mio lappare, rapido proprio da vero animale. La muove, facendosi leccare le dita e poi il palmo. Sono irrefrenabile ogni lappata una fitta in fica. Con il piede si insinua tra le mie cosce e, istintivamente le allargo e con la sua scarpa raggiunge la mia fica, iniziando a sfregare e procurandomi una eccitazione incredibile. Mugolando, continuo a leccare e quel piede non smette di torturami la vulva e il clitoride. Se continua così sborrerò sulla sua scarpa e sul pavimento.
-“Brava, cagna! Mi piace la tua dedizione, ma non è ancora tempo di godere”.
Con la coda dell’occhio ho seguito tutti i movimenti di Ada e anche lei, credo sia al limite e ha eseguito ogni mia mossa, emulandomi alla perfezione.
Non so da dove, ma tra le mani del mio padrone vengono fuori due collari in cuoio ornati con borchie di acciaio. Ne passa una a Piero e ci vengono applicate al collo.
-“Entrambe faccia a terra e occhi bassi.”
Ordina Mario. Senza indugio eseguiamo. Si allontana di un paio di passi e riesco a intuire che si sta totalmente liberando degli indumenti, rimanendo solo col panama indossato. Percepisco che lo stesso stia facendo Piero. Poi si avvicina, posizionandosi a 10 cm. dal mio viso; chiama Ada e le ordina di affiancarsi a me.
-“Leccate, siete delle cagne, quindi fatemi sentire le vostre lingue.”
Dopo una piccolissima pausa con voce stentorea ordina:
-“DAPPERTUTTO!”
Inizio a baciargli i piedi, e con piccoli colpi di lingua, lecco le sue dita, poi la monta, continuando a baciare e leccare. Mi sento veramente una cagna ed essere trattata in modo così mortificante mi eccita senza ritegno. Desidero essere umiliata così e ancora di più. La mia mente lo desidera più di ogni altra cosa; il mio corpo lo anela senza riguardo, la mia fica lo brama senza alcun pudore.
Solleva il piede e mi offre la pianta; lecco, bacio e ancora lecco.
Dai suoi movimenti capisco che devo risalire e mi godo le sue cosce magre, leccandole fino all’inguine. Scorgo, finalmente, il suo cazzone duro, lungo, grosso, con una meravigliosa capella lucida e già con una enorme goccia di liquido pre-seminale che non vedo l’ora di assaggiare. Di “presenza” il suo cazzo mi appare ancora più bello e desiderabile. Lo impugna e lo passa sul mio viso, mi sfiora le labbra, e il desiderio di imboccarlo e leccarlo, succhiandolo avidamente è massima.
Ma non lo faccio, attendo i suoi ordini e quell’attesa fatta di straordinario desiderio, mi eccita da impazzire. Era quello che desideravo? - Sì, ed è ancora meglio di ciò che ho vissuto spesso nella mia fantasia.
La sua cappella, picchetta due volte sulle mie labbra e riesco ad assaggiare il suo nettare, leccandomi le labbra ma senza sfiorarlo. Poi all’improvviso:
-“Lecca, puttana; succhia Cagna, ingoia troia!"
Sa che quegli insulti oltre farmi sentire così come mi ha definita, mi eccitano proprio perché mi umiliano ancora una volta. Senza ritegno inizio a leccare quel palo di carne dura e pulsante, lo succhio e bacio la cappella, poi lecco ancora tutta l'asta, fino alle palle, gonfie e cariche, ingoiando e succhiando avida. Poi ancora sulla cappella e finalmente lo ingoio, tutto, fino a deglutire la punta. Rischio di soffocare e lui mi preme la testa verso il suo ventre, godendo nel vedermi in difficoltà. Resisto e, finalmente mi libera, permettendomi di respirare. Dal suo cazzo cola tanta saliva e lui mi ordina di leccarla; cosa che faccio, riposizionandola sulla cappella. Poi mi prende per i capelli e, sollevando il capo, mi sputa in bocca e fa colare altra saliva. Poi impugna il cazzo e ordina di leccare e succhiare ancora. Sempre tenendomi per i capelli mi allontana appena dal suo cazzo e lascia colare sulla cappella abbondante saliva, ordinandomi ancora una volta:
-“LECCA CAGNA, TUTTO E INGOIA”. Lo urla proprio.
Ho perso il controllo e mi sento una nullità tra le sue mani, ma è quello che desidero e dentro di me so che non sono ancora finite le umiliazioni e le mortificazioni fisiche e mentali.
Mi strappa quasi la bocca dal suo cazzo e col suo piede sulla mia guancia mi schiaccia a terra il viso e allunga una mano, passando le dita nel solco tra le natiche fino alla fica.
-“Come prevedevo sei un lago e in questa fica adesso ci entrerebbe di tutto e di più; TROIA!”
Urla e un colpo di frustino sulla natica, spuntato dal nulla, mi brucia la carne e mi infiamma la fica.
Ancora un colpo e poi un altro, inferti senza alcuna violenza gratuita, ma con grande maestria. Urlo e gemo, tremando per il dolore ma soprattutto per l’eccitazione. Sono una sua proprietà, e può fare di me ciò che vuole, lo desidero e non ci rinuncerei per nulla al modo. In quella posizione, col viso schiacciato a terra riesco ad incrociare lo sguardo del mio uomo. Sorride beffardo come dire “era questo che hai sempre desiderato. Bene; lo hai avuto e non è ancora finita”!
-“Giratevi e mostratemi il culo, ma rimanete sempre in questa posizione da cagna.
Eseguiamo in modo rapido e prendiamo posizione allargando le cosce il più possibile.
adesso il nostro culo e la nostra fica sono aperti e offerti non solo alla sua vista. Sento il frustino che scivola tra le mie natiche fino alla fessura, dividendo in due le grandi labbra, fino a toccare il clitoride. Un gemito sfugge e in quel momento un colpo con la punta del frustino, dato non molto forte, colpisce proprio sul mio grilletto sensibile. Non riesco a trattenere un urlo che è ancora una volta un misto di dolore e piacere. Qualcosa di duro mi penetra la fica ed è il manico del frustino; iniziando a scoparmi così.
Sento Ada gemere e pronunciare un lungo “sìììììì”. Giro appena il capo e vedo che Piero le ha infilato tre dita in fica e inizia a fotterla cosi.
Mario tira fuori il frustino dalla fica e lo sposta sul mio buco del culo; non deve fare altro e a secco me lo infila tutto dentro, facendomi urlare. È solo dolore leggero, ma lo avverto ancora come una umiliazione e un trattamento dovuto ad una cagna che si professa tale.
Inizia a fottermi il culo per un po' in quel modo; poi lo tira fuori e subito dopo mi sbatte tre dita nel culo allargandolo per bene. Questa operazione preparatoria dura pochi secondi perché improvvisamente avverto la sua cappella nel buco e lui che urla:
-“Tieni puttana, era questo che desideravi da un po’, vero? Allora prendilo tutto nel tuo bellissimo culo.”
Lo sento entrare tutto fino alle palle e non posso fare a meno di urlare il mio dolore. Ma è più forte di me quel gesto, irriverente, contro natura, animalesco mi eccita enormemente e dopo un solo minuto avverto già gli stimoli delle terminazioni anali che trasformano il dolore in fastidio e quasi subito in eccitazione e piacere.
Una mano mi stimola il clitoride e mi penetra la fica; questa combinazione di penetrazione doppia fica e culo, mi manda fuori di testa. Inizio a spingere con i fianchi, andandogli incontro e godendomi quella meravigliosa trapanazione, gemendo e urlando “sì, sì, sì, sì…ancora, ancora, ancora… più forte, fottimi, sfondami, spaccami, il culo mio signore!”
-“Che cagna sei; certo che ti sfondo puttana; ti apro il culo ; te lo apro come una mela, puttana!”
Urla Mario. Alla mia destra Piero sta inculando alla grande Ada che urla come un maiale sgozzato. La guardo di sottecchi e gli occhi ruotano nelle orbite per tutto il piacere cha sta provando.
Piero non smette di percuoterla con una cintura sul culo e sulle spalle fino a colpire i seni. Deduco che ama il dolore fisico perché lo incita a continuare e a colpirla ancora più forte.
Il cazzo di Mario ormai mi scivola nel culo provocandomi una eccitazione sempre maggiore; urlo per i colpi di frustino che il mio padrone bastardo e sadico mi infligge sulle spalle, sul culo e sui fianchi; qualcuno mi arriva fino ai capezzoli, togliendomi il fiato. Il dolore tuttavia è sovrastato dall’immenso piacere che quelle penetrazione e quel trattamento mi provocano; l’orgasmo è imminente.
Mario continua a pomparmi nel culo quel meraviglioso cazzo. L’orgasmo arriva come uno tsunami, devastante, intenso, meraviglioso, sborro come una cagna, urlando il mio piacere e schizzando umori sul ventre e sulle cosce del mio stallone. Anche Il mio signore è al limite e non resiste. Mentre ancora fremo di piacere, mi afferra per i capelli e avvicina la sua minchia alla bocca, schizzando come un idrante, in bocca, sul viso, sui seni, tra i capelli. Anche Ada ha appena goduto ed è invasa dalla sborra del mio uomo. L’ordine di Mario è tassativo:
-“Leccatevi, passatevi la sborra in bocca e masturbatevi!”
Inizio a leccare Ada, raccogliendo la sua sborra; lo stesso fa lei. Ce la scambiamo gustandoci la diversità di sapori. Lecco i suoi seni imbrattati dallo sperma del mio uomo. Intanto, masturbarci fanno di nuovo montare il desiderio e come prima Mario recupera due cazzoni neri, finti ordinando di fotterci la fica.
Anche questa umiliazione da femmina-oggetto da usare e da abusare accresce la mia umiliazione e la mia eccitazione. Quindi ci penetriamo e ci scopiamo la fica, torturando il clitoride con l’altra mano.
-“Prima di godere ditelo!”
Ordina Mario. Dopo circa due minuti e come vacche da monta, annunciamo che stiamo per godere.
-“Piero sei pronto?”
Chiede Mario al mio uomo e a un suo cenno di assenso Piero inizia a pisciarci addosso, in viso, sui seni, sui capelli. Quell’azione perversa quanto inaspettata, ci coglie di sorpresa, ma istintivamente apriamo la bocca raccogliendo la loro pioggia dorata, mentre l’orgasmo ci travolge ancora una volta, facendoci tremare e sussultare per l’intenso piacere. Mario si avvicina offrendomi il suo cazzo da leccare e baciare e lo stesso fa Piero nei confronti di Ada. Prendo in bocca quella minchia semi dura e la spompino, leccandola e succhiando la cappella, vedendola di nuovo svettare dura e rigida, pronta per una nuova cavalcata…!
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