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Sempre più troia e…Traditrice!


di Clelia_Rocco_coppia
14.11.2024    |    10.290    |    15 9.8
"Senza che nessuno dei due senta il bisogno di parlare, ci guardiamo, sorridendoci e nel giro di pochi minuti ci siamo ripuliti e siamo pronti per avviarci..."
Sono già tre settimane che sono a mille chilometri dal mio uomo e questo non fa altro che aumentare la mia inquietudine. Ho qui tutta la mia famiglia… e anche se mi piace molto, il non avere un attimo di privacy mi porta al limite della tolleranza.
Mi manca lui, il suo viso, i suoi sguardi, la sua bocca, i suoi baci. Gli abbracci e quelle mani che esplorano il mio corpo dappertutto, che si intrufolano ovunque dentro i miei abiti. E mi manca il sesso col mio maschio. Cazzo, se mi manca!
È quasi un bisogno fisiologico e lo avverto ogni giorno di più. Le mie mani non riescono più a placare le mie voglie e arrivo al nocciolo della questione: la mancanza di sesso (leggete pure cazzo…) mi ha quasi costretto a vivere quest’ultima esperienza di cui non posso andar fiera.
Ho condiviso col mio uomo questo mio stato d’animo di costante insoddisfazione; ma non è servito a molto perché proprio per l’impossibilità di poter appagare con lui questo mio desiderio smodato di sesso, mi porta ad avere reazioni in cui sono sempre più polemica e quasi rabbiosa. Ho provato anche a soddisfare la mia libido, masturbandomi ma non sono riuscita a placare questo mio morboso e sfrenato desiderio di godere. Anzi proprio la quantità di adrenalina prodotta da questa insoddisfazione non ha fatto altro che abbassare i livelli della mia libido.
Come sempre in questi casi è il mio uomo che sa come farmi superare questi momenti di crisi. La sua teoria è semplice: relax, elaborare pensieri erotici, ricorrere a momenti per noi eccitanti, ricordi lussuriosi, racconti e fantasie creati insieme e, come ultimo tentativo, ricorrere ai social, facendo quello che mi e ci piace e intriga di più: esibirmi e provocare. Rifletto su questi pensieri e ne deduco che, in fondo, nel mio profilo non mancano certo gli ammiratori che mi seguono assiduamente e che sanno sempre coinvolgermi con garbo e intelligenza, ma anche con “iniziative” molto intriganti.
Approfitto di una mattinata di totale solitudine in casa per la totale assenza di familiari fino a sera e mi dedico a “curare” la mia corrispondenza nelle chat. Ho la fortuna, dopo qualche scambio divertente, di incrociare quello che io ritengo tra i miei follower quello più provocatore e intrigante. Sarà l’astinenza, sarà il suo modo di trattare con me, fatto sta che, dopo mezzora di chat con lui, la mia fica è già fradicia e il suo cazzo, come ha modo di mostrarmi, è già bello duro e, devo ammettere che il suo è proprio un gran bel cazzo, credetemi.
-“Dove ti trovi in questo momento, ?”
Mi dice con la sua inflessione romanesca.
-“In Abruzzo, ma è come se mi trovassi in un convento per come sono sempre circondata.”
Rispondo con malcelato fastidio, specificando anche che la città in cui mi trovo non offre molto per distrarsi.
-”Ma da quel che ho intuito tu hai bisogno di altro tipo di distrazioni; quindi se mi metto in macchina adesso, tra due ore e mezza potrei essere da te e prendere un te insieme o…”.
Capisco che dice sul serio e lo provoco, ancora.
-“Sai che se vieni potrà finire in un solo modo, vero? Altro che tè”.
-“In realtà è proprio quello che desidero e sai che non ci spero solo da adesso.”
Replica in modo perentorio.
Lo metto con le spalle al muro e gli dico.
-“Bene; allora mettiti in macchina e al casello inviami un messaggio cosi raggiungo il bar di cui ti invio adesso le coordinate.”
-“Sono già in macchina, a dopo.”
Sono in fermento e la prima cosa a cui penso è cosa indossare ma non per fare colpo col mio outfit, ma per essere libera e raggiungibile in ogni parte del mio corpo. Mi sento una troia solo a partorire un pensiero simile, da vera cagna in calore. Subito dopo, Piero è la prima immagine che mi viene davanti agli occhi. Gli invio un messaggio. “Amore, sto per fare una cazzata e voglio la tua benedizione”!
Risposta: “secondo me l’hai già fatta…Amen!”
Non so come interpretarla; ma il mio uomo è certamente l’unica persona, dopo me stessa, che mi conosce profondamente e so che a quel punto non servono altri discorsi con lui; non adesso almeno.
Un bagno caldo aiuta a farmi riflettere e mezzora prima dell’incontro con il mio “Mister”, decido di indossare dei comodissimi leggings elastici, un top leggero e una camicia. Niente intimo!
Alle 16.30 sono già dentro al bar seduta in un angolo appartato, pronta e in preda ad una tensione erotica che mi inumidisce la fica. So cosa accadrà, ma non so come. Dieci minuti dopo un suo messaggio. “Sono già qui”. Lo vedo entrare dalla porta del bar, solleva lo sguardo dal cellulare e si guarda intorno. Nonostante il locale sia quasi pieno, non esita ad individuarmi subito. Sorride e si avvicina a passi rapidi. Mi alzo e prima che io possa chiedermi come mi saluterà, mi anticipa ed esclama:
-“Esci da lì, voglio abbracciarti e stringerti, dopo tanta strada è il minimo che puoi concedermi”.
Rido di gusto, gli tendo le braccia e con le sue mi cinge alla vita, attirandomi a se, lo abbraccio, passandogli le mani intorno al collo e rispondendo alla sua stretta vigorosa. Lo annuso, sa di buono, e sento schioccarmi il primo bacio sulla guancia appena sotto l’orecchio. Stringe ancora e il suo bacino aderisce al mio, ma non mi allontano, lo lascio fare. Ora è lui ad annusarmi, intensamente.
-“Minchia che buon profumo hai!”
Lo dice con sentimento e questa volta mi bacia sul collo e le sue labbra calde mi provocano i primi brividi di eccitazione, inturgidendomi i capezzoli. Chiudo gli occhi e mi godo quelle sensazioni. Mi stringe ancora, ma questa volta le sue mani sono scese sui glutei, spingendo il mio ventre contro il suo. E non posso fare a meno di pensare che quel paletto duro che preme al centro del mio sesso è il suo meraviglioso cazzo che ricordo di aver visto molto bene in tante pose e spesso mentre eruttava della calda sborra in chat.
Ho le prima fitte alla fica e ora sono io che lo stringo a me, premendo i miei seni sul suo torace.
Mi morde il collo e la sua mano si è insinuata sotto la felpa e accarezza la mia carne nuda, graffiandomela appena. Mugolo al suo orecchio, insultandolo:
-“Sei un porco. Un porco bastardo!”
Non ci stiamo controllando per niente in mezzo a quella gente che non sembra proprio accorgersi di noi e prima che possiamo dare scandalo, mi prende per un’ultima volta per le natiche, si allontana appena e, facendo sfregare ancora una volta il mio bacino sul suo cazzo marmoreo, mi dice.
-“Dobbiamo proprio prenderlo sto’ cazzo di tè?”
Ancora con la fica che pulsa, dopo le fitte di piacere procuratemi da quella sua ultima manovra, rido e rispondo.
-“Ma anche no! Portami pure fuori da qui e dove vuoi.”
Mi prende per mano e raggiungiamo l’uscita; nel frattempo lo vedo armeggiare con il cellulare e fissare sulla mappa una meta, dicendomi che a 5 chilometri da lì c’è un posto per il car-sex.
Non sono sicura d’aver capito cosa intenda, ma so che si tratta di un luogo dove potremo in qualche modo sfogare la nostra voglia sfrenata di sesso.
L’auto con cui ci dirigiamo è un pick-up coperto con vetri oscurati e con l’interno molto spazioso e almeno ho già idea di “dove” si svilupperà questa storia con il mio “Mister”. Appena partiti, dopo esserci scambiati varie occhiate colme di desiderio, mi passa una mano dietro la nuca, mi afferra con decisione per i capelli e mi attira a sé, baciandomi e infilandomi la lingua in bocca. Sono sorpresa perché mi coglie alla sprovvista e dopo una frazione di secondo in cui rimango inerme, rispondo al bacio e inizio a succhiagli la lingua e a farmela succhiare. Una serie di fitte mi arrivano in fica mentre brividi si irradiano in tutto il corpo, facendomi inturgidire i capezzoli. Da sempre vivo il sesso attraverso reazioni istintive con gesti e movimenti incontrollati, quasi automatici. infatti, impulsivamente, la mia mano va sul suo pacco, gli afferro il cazzo e stringendolo, simulo una sega da sopra i jeans. Cazzo se è enorme! Lo sento mugolare mentre lo lecco sul collo, mordendolo.
-“Cazzo, quella tua lingua! Sai che la desideravo da un po’ e ti informo che anche lui la sta aspettando.”
Mentre lo dice, afferra la mia mano e accentua il mio movimento, facendomelo menare più intensamente.
-“Allora non facciamolo attendere oltre questo piccolo porco duro che hai tra le gambe.”
Gli rispondo, armeggiando già con la zip dei suoi pantaloni. Noto che non indossa nè slip nè boxer e quando nota la mia sorpresa dice.
-“Con i jeans non porto mai nulla sotto.”
Io ho già liberato quella nerchia dura e pulsante. Lo osservo con attenzione e sembro quasi in adorazione. È proprio un cazzo magnifico; lungo, grosso, pieno di vene. Con una cappella enorme, a punta e lucida. Amo già quella bella minchia e so che mi farà godere da impazzire. Lo vedo armeggiare con la mano accanto allo specchietto retrovisore e sistemare la dash-cam nella nostra direzione in modo da riprendere tutto. Sorrido per la mia esasperante vena esibizionistica che mi fa eccitare ancora di più. Impugno quella piccola mazza e inizio a passare la cappella sulle mie guance, sul collo, tra le labbra e le faccio scivolare lungo tutta l’asta, fino alle palle. Le bacio e le lecco. Poi le prendo in bocca, le succhio, godendomi i suoi gemiti e i suoi insulti.
-“Troia, pompinara, succhiacazzi. Hai ragione quando mi dici che sei proprio così!”
Mi lusingano le sue parole, ma soprattutto mi eccitano. Sì, mi sento una troia, una lurida puttana con tanta voglia di cazzo. Mi manca da troppo tempo e adesso farò proprio il pieno di minchia e di orgasmi.
La lingua sulla cappella, una prima grossa goccia di liquido pre-seminale spunta dal meato urinario. La lecco e ne succhio la punta, passandovi la lingua diverse volte. Poi lo imbocco tutto in una volta, facendo mulinare la lingua, intanto che ingoio fino a soffocarmi. Lo sento rantolare e chiedermi di darmi una calmata perché rischiamo l’incidente. Ma sentire quella carne dura, calda e pulsante nella mia bocca mi dà un senso di potenza e di dominio straordinari e mi arrapa da morire.
Finalmente, giungiamo sul punto che lui ha detto aver trovato come indicazione su “Annunci69”, la piattaforma per scambisti e non solo, in cui sono indicati anche i vari luoghi dove poter fare car sex senza correre troppi rischi. Intanto che parcheggia, mi spiega tutto, poi mi dice di andare sui sedili posteriori e subito dopo arriva anche lui. In due minuti quel veicolo si è trasformato in un letto su cui fottere e farsi fottere comodamente. Non mi dà il tempo di fare altro; mi toglie le scarpe, i leggings, felpa e top e in 5 secondi sono nuda. Lo stesso vale per lui. Mi distendo sulla schiena e lui in ginocchio tra le mie cosce. Si piega verso di me, appoggiandosi con una mano mentre l’altra la fa scivolare su un mio fianco. Mi bacia senza foga, mentre con la mano risale, accarezzando i seni e strizzando appena i capezzoli. Inizio a mugolare come una gatta in calore. La mia mano sulla nuca, lo bacio, lo lecco proprio come farebbe una cagna. Poi una sua mano sul collo mi stringe e una gamba tra le mie cosce pressa sulla fica, forte. Inizio a sfregarla sulla sua gamba e il mio clitoride impazzisce. Ora mi sento proprio una cagna perché mi struscio in modo animalesco; lui mi fa sentire una gran vacca da monta e io adesso non desidero altro che essere questo e molto di più. Quella mano che mi tiene bloccata quasi pronta per essere abusata ed è questa sensazione che mi fa impazzire di eccitazione. Allungo una mano e catturo il suo cazzo, lo sego come posso ma in realtà lo voglio già tutto dentro la fica. Indice e medio della sua mano scivolano sulla fessura, la allargano e penetrano fino in fondo come un coltello caldo nel burro.
–“Ahahahahaah… bastardo, porco, quando ti fotterai questa troia con qualcosa di più adatto?”
Lo provoco. Lui risponde che farà ogni cosa a suo tempo e, intanto il suo anulare e il suo mignolo si fanno strada dentro il mio culo, già ricettacolo dei miei umori usciti abbondantemente dalla fica. Inizia a scoparmi così e nel giro di un minuto non connetto più. Non so come faccia ma il suo pollice della stessa mano che mi sta penetrando fica e culo ora preme sul mio clitoride. Dai rumori fuori l’abitacolo intuisco che non siamo più soli e lui lo nota subito perché mi dice.
-“Abbiamo le visite che stavamo aspettando, pensi che dobbiamo deluderli, rimanendo con i finestrini chiusi e oscurati?”
Che gran figlio di puttana, penso e mentre rifletto sulla sua richiesta, so già che la cosa mi eccita in modo parossistico, per cui rispondo.
-“Vuoi proprio che ti ammirino mentre ti fotti la tua troia? Desideri che questi porci perversi si seghino mentre ti inculi la tua puttana?”
La mia domanda è indirettamente una risposta perché si senta autorizzato ad aprire tutto per farci ammirare mentre daremo inizio a una serie di scene di sesso sfrenato. Infatti, telecomando alla mano, come d’incanto i finestrini si abbassano e il tettuccio si apre, invitando, così, quattro individui indefinibili e appena visibili, per la poca luce, a guardarci e segarsi.
Sono super eccitata, non ho mai vissuto una esperienza così spettacolare, ma anche tremendamente immorale, indecente ma proprio per questo esageratamente arrapante.
Troia, puttana, cagna, vacca, pompinara e succhiacazzi; sarò tutto questo e felice di esserlo!
La cosa più trasgressiva in assoluto è la consapevolezza che la videocamera del veicolo riprenderà ogni nostra (mia soprattutto) prodezza e questa cosa mi fa proprio sbarellare!
Il mio maschio mi ha già puntato la cappella tra le cosce e scivola sulla fessura alla ricerca del varco utile e lo trova subito, infilandosi tutto fino alle palle e strappandomi un urlo di dolore ma che il mio copro e la mia mente trasformano in piacere, eccitazione, sfrenata lussuria. Chiudo gli occhi per qualche secondo poi li riapro e scruto i maschi infoiati fuori dai finestrini sono a meno di cinquanta centimetri di distanza e tutti col cazzo in mano e si segano. Ne noto di tutte le dimensioni e saperli eccitati perché stanno apprezzando la cagna che si fa fottere, mi fa letteralmente impazzire di eccitazione. La bocca del mio Mister succhia i capezzoli, li morde, forte, mi fa male ma mi piace troppo e ormai non controllo più gemiti, urla, rantoli e ogni reazione a quello che lui mi sottopone è senza alcun pudore. Lo afferro per le natiche e lo spingo tra le mie cosce, affondando le unghie nel suo bel culo duro.
-“Fottimi, scopati questa puttana, sfondala questa cagna; è da tempo che non desidera altro da te!”
Lo provoco in modo che il mastino che ho intravisto in lui venga fuori.
-“Certo, avrai quello che ti meriti, mia bella vacca da monta.”
Così dicendo, tira fuori il suo cazzo dalla mia carne fradicia e mi obbliga a mettermi a pecora e ad allargare oscenamente le cosce. Poi mi punta di nuovo il cazzo in fica e mi penetra fino in fondo. Urlo per il piacere e mentre lui affonda io gli vado incontro con le natiche e accompagna ogni sua penetrazione con una manata sul culo che si trasforma in fitta, strappandomi un urlo.
I nostri spettatori ora sono ben visibili tutti col cazzo in mano e sono praticamente a ridosso dei finestrini aperti. Posso sentire l’odore delle loro nerchie dure e i oloro grugniti non fanno altro che aumentare la mia eccitazione.
-“Guardali, li stai facendo arrapare tutti come maiali.”
Mentre lo dice, apre lo sportello scorrevole del pickup e mi posizione, sempre a pecora, di fronte a loro. Ora sono io che mi godo lo spettacolo di quattro maschi perversi e arrapati che si segano e che sborreranno per me.
Manca poco perché la mia fica sbrodoli tutta la sborra che conservo da settimane e l’orgasmo ormai è molto vicino, ma cerco di resistere perché quella attesta mi eccita più del piacere finale stesso.
Lui mi prende per i capelli e inizia a fottermi con più foga, inveendo nei miei confronti.
-“Guardati quanto sei troia, ti stai eccitando a spiarli mentre si menano i loro cazzi per te e tra un po’ sborreranno e tu dovrai dirmi dove li vuoi fare sborrare?”
Sono enormemente eccitata e non ho più il controllo dei miei sensi; mentre tento di rispondere a questa domanda mi assesta una sonora manata sul culo e a quel punto mi lascio andare e urlo tutto il mio godimento. L’orgasmo mi travolge in modo devastante, le gambe mi tremano e gli spasmi del mio piacere sono accompagnate dagli insulti di quegli uomini che a turno mi definiscono troia, cagna, puttana, lurida vacca, baldracca e pompinara. Incitando lui a spaccarmi, sfondarmi e aprirmi la fica in due. Essere insultata in quel modo non può che eccitarmi ulteriormente e il mio Mister, pur rendendosi conto del piacere che ho appena raggiunto, non si ferma, rallenta solo il ritmo, affondando lentamente ma profondamente. Una mano sul clitoride e inizia a torturarlo e a quel punto mi ritrovo nuovamente eccitata e pronta per un’altra cavalcata.
Riprendo ad ondeggiare i fianchi e mi ritrovo ad essere io stessa a scoparmi il suo gran cazzone.
Col pollice mi massaggia il culo e, sputando nel mio buco, lo penetra, iniziando a fottermi anche il culo.
Ben presto la mia eccitazione si trasforma e il mio culo reclama la sua dose di piacere e adesso desidero solo che me lo lavori per bene perché il bastardo sa certamente che amo prenderlo nel culo.
-“Amici, cosa dite lo facciamo il culo a questa troia?”
Sono sorpresa di questa sua uscita e di quell’invito a quei porci estranei, trattandomi proprio da puttana da strada. Non so se arrabbiarmi o accettare che anche questo trattamento umiliante e mortificante che mi ha appena riservato mi eccita da impazzire.
Quasi all’unisono riesco a sentire tutti urlare un “sì” lunghissimo. A quel punto lo sento uscire dalla mia fica e puntare la cappella sul mio buco del culo. Per quanto lo abbia allargato, non appena la cappella varca il mio sfintere urlo di dolore. Si ferma appena, poi mi intima di facilitargli l’accesso, cosa che faccio, urlandogli “Ora!”
Lo sento entrare tutto fino alle palle, strappandomi ancora un altro grido di dolore.
Quei maiali dei nostri guardoni urlano come se mi avessero inculato loro e ci danno dentro con le mani, segandosi e sputandosi sulle cappelle. È uno spettacolo tremendamente osceno e non riesco a non eccitarmi. Quel cazzo che mi pompa nel culo, poi, ha iniziato a non farmi più capire un nulla. Mi piace, adoro farmi scopare il culo perché il piacere che mi da è impareggiabile. Essere dominata e posseduta contro natura, esalta la mia libido e la mia perversione e adesso desidero godere solo così, col suo cazzo nel culo e la sua mano che mi devasta il clitoride.
-“Cazzo, mi stai stringendo il cazzo come in una morsa, e tra poco ti riempirò il culo di sborra, troia.”
Si auto carica, insultandomi e io lo provoco ulteriormente perché farlo eccita anche me.
-“Troione, porco, bastardo, mi stai rompendo il culo, ma non smettere, continua ad inculare questa troia così faremo godere anche questi maiali.”
Lo sento aumentare il ritmo e il suo ventre sbatte sempre più forte sulle mie natiche.
-“Sto per godere puttana, godi insieme a me, adesso e a questi porci, facciamoli sborrare tutti.”
-“Sììììììì. Urlo, adesso, godo anch’io. Ahahahahaha, voglio anche la loro sborra!”
Urlo convinta e nel momento in cui mi sento invadere il retto della sua sborra calda, urlo e godo anch’io, quasi in sincrono ai quattro maschi perversi che eruttano la loro sborra, inondandomi il viso, il collo, i seni e i capelli. Le gambe mi cedono e lui si accascia sopra di me. Così come sono apparsi, gli spettatori non paganti, si allontanano e lui con una mano chiude lo sportello e col telecomando i finestrini, isolandoci dal mondo esterno. Senza che nessuno dei due senta il bisogno di parlare, ci guardiamo, sorridendoci e nel giro di pochi minuti ci siamo ripuliti e siamo pronti per avviarci sulla strada del ritorno. Giunti al parcheggio vicino casa, ci salutiamo con un casto bacio sulle labbra e ho appena il tempo di dirgli:
-“È stato bello ma non succederà mai più!”
Sorride e convinto mi dice:
-“Lo sapevo già ma non posso non dirti che spero accada di nuovo. Ti invierò l’unica copia del video.”
Poi riparte e io sto già pensando che voglio raccontare tutto al mio amore.
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