tradimenti
Quel gran porco di mio suocero. parte 1

30.08.2024 |
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"Tremo ancora per il godimento e ho allagato il pavimento con la mia sborra che fuoriesce come un torrente dalla mia fica..."
Sono Amanda, 32 anni, sposata con Davide. Da sempre irrequieta, dopo il matrimonio ininterrottamente fedele, nonostante le tentazioni. Della sua famiglia, la persona che più mi ha colpita è stata suo padre Antonio. Cinquantenne alto, massiccio, occhi da tigre che ti fissano e ti scopano anche l’anima; capelli stile marine, il classico maschio Alfa. Da subito ha manifestato una particolare attrazione nei miei confronti e, dopo un mio iniziale disagio, ho cominciato ad apprezzare le sue attenzioni sempre più sfacciate: abbracci troppo fisici, baci sulle labbra e incontri ravvicinati tra il suo pacco e le mie natiche.
Questi suoi continui assalti se, per un verso, hanno ferito la mia “parte razionale”, per un altro verso, invece, hanno lusingato il mio “ego erotico” perché ho gradatamente ricambiato, seppur in modo passivo, la sua attrazione non nascondendo quanto, alla fine, mi piacesse. Tutto è precipitato durante una vacanza in un lussuoso resort che Antonio e la moglie ci hanno regalato per il nostro anniversario a condizione che si aggregassero anche loro.
Il primo segnale di quanto fosse porco mio suocero mi è arrivato, al secondo giorno di permanenza nell’hotel, nella SPA, dentro la sauna. Davide e la madre, dopo aver deciso di rinunciare a quella che loro definiscono tortura invitano me e mio suocero a “godercela”. Ci ritroviamo, quindi in sauna insieme a un’altra coppia. All’interno Dell’ampia cabina l’atmosfera si fa subito calda e non solo per la temperatura. Gli altri due ospiti iniziano a limonare, in maniera solo lasciva, e in modo sempre più lussurioso e osceno.
Li vediamo confabulare e sorridere nella nostra direzione e, constatando che non accenniamo a lasciarli soli, lei in modo più naturale che sfrontato, si piazza sulle gambe di lui, dandogli le spalle. Quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria penetrazione del cazzo di lui nella fica della sua donna.
Ora sono nudi e lei inizia una straordinaria cavalcata su un cazzo di notevoli dimensioni. Le mani di lui sui seni con le dita che strizzano i capezzoli. Le geme forte e io presa da una sensazione di disagio mista a una feroce eccitazione, sussurro ad Antonio di andare via. Lui, però, mi blocca e mi dice:
“Perché? Non si preoccupano certo che siamo qui. E poi, queste scene non possono lasciarti indifferente!”
“Pensi davvero che mi piaccia guardare mentre fanno sesso”?
Mentre lo dico assistiamo a un vero accoppiamento. Una scena ruvida, porca, oscena. Proprio come me.
Resto seduta sulla panca, mio suocero, ne approfitta per sistemarsi dietro di me eliminare i teli spugna e farmi sentire le sue cosce nude a contatto col mio culo nudo, anch’esso. Mi sussurra all’orecchio quanto sia eccitante veder impalare la femmina su quel gran cazzo duro. Il suo linguaggio volgare invece di inibirmi, non fa altro che aumentare il mio desiderio. Sento Le sue mani che scivolano sui miei seni, mi accorgo di quanto siano enormi e con le sue grosse dita mi stringe forte i capezzoli. Istintivamente mi abbandono, appoggiando la nuca sul suo petto, e intanto, il suo cazzo duro di notevoli dimensioni pressa tra le mie natiche.
Annusa la nuca, infila il naso tra i miei capelli; le sue labbra sfiorano il mio orecchio, lo lecca lussuriosamente, facendomi rabbrividire e provocandomi fitte intense alla fica.
Ormai nuda, seguo la sua mano che scivola e si insinua tra le mie cosce; a quel contatto mi tremano le gambe, non ho la forza e soprattutto la voglia di fermarlo e quando due sue grosse dita mi penetrano la fica, gemo forte come una troia, allargo le cosce e mi faccio letteralmente sbattere da quelle enormi e lussuriose dita.
-“Brava”! Mi lusinga.
Ed è come se mi dicesse “brava cagna, brava puttana, brava troia”! Ancora una volta devo constatare che è così che mi sento in realtà.
I due accanto a noi ormai scopano in modo quasi animalesco; lei a pecora, faccia a terra e lui le sta letteralmente trapanando il culo e, questa immagine di loro, infoiati come animali in calore, mi manda fuori di testa perché trovo tutto meravigliosamente osceno.
Mio suocero, come me, vede ciò che accade a pochi metri da noi e mi dice all’orecchio:
-“Guarda come se la incula e a lei deve proprio piacere tanto perché si sta sditalinando la fica come una troia in calore”.
Questo suo commento volgare, osceno e lussurioso mi fa arrapare ancora di più e riesco solo a dire: -“Sì, lui è un gran porco, ma lei è proprio una cagna in calore”!
-“Proprio come te adesso, piccola troia, sei pronta a tutto adesso, non è così? Rispondi puttanella”!
Eludo la sua domanda, perché non voglio dargli la possibilità di coinvolgermi anche nella sua lussuria verbale, ma lui mi incalza:
-“Rispondi, piccola porca; perché tu sei, una porca”!
Il suo insulto mi arriva dritto in fica, strappandomi un gemito e ho solo il tempo di rispondere:
-“Si, vecchio porco bastardo; io sono una porca ma tu sei un maiale e un porco perverso”!
Le dita dentro la mia fica diventano tre e lui le muove in modo forsennato. Intanto sentiamo la coppia vicino a noi urlare mentre sono travolta dall’orgasmo. Passano solo una trentina di secondi quando tra le mie cosce esplode un orgasmo che mi fa gridare e lui non si preoccupa nemmeno di tapparmi la bocca anzi mi insulta, martellandomi con la sua voce all’orecchio, calda, suadente, arrapante:
-“Urla troia, godi; “brava” la mia puttana, sborra sulla mia mano. Sì, sei proprio una cagna in calore e tuo marito non sa la fortuna che ha di avere una femmina troia come te”!
Ancora quel “brava” che interpreto come il più grande degli insulti visto che è come se lo dicesse alla sua cagna.
Tremo ancora per il godimento e ho allagato il pavimento con la mia sborra che fuoriesce come un torrente dalla mia fica.
Ma sono ancora in “calore, infoiata ed eccitata. Afferro la sua mano con le mie e mi scopo usando le sue grosse dita e assecondando i suoi movimenti. Voglio il suo cazzo e, passando una mano dietro, lo afferro, iniziando una meravigliosa sega. Non riesco a coordinare i movimenti perché in meno di un minuto raggiungo ancora un orgasmo, urlando senza ritegno, spalancando le cosce, mentre altra sborra zampilla dalla mia fica.
La coppia accanto ci osserva ed entrambi ancora eccitati non smettono di masturbarsi reciprocamente; perché intuisco che nel frattempo, guardandoci, si sono di nuovo eccitati. Adesso attendo solo che mio suocero mi infili il suo gran cazzo in qualche mio buco osceno e voglioso. Subdolo mi guarda provocante, mentre mi accarezza i capelli, mi insulta:
-“So cosa vorresti adesso, ma tu sei una cagna e sai cosa fare prima di pretendere dai loro padroni”!
Essere trattata così mi fa eccita troppo ed ha ragione; sono una cagna, la sua cagna! Afferro la sua mano con cui mi ha scopato e inizio a leccarla, lappando e succhiando dalle dita la mia sborra.
Quel gesto mi fa arrapare tantissimo, perché mi sento veramente come lui mi ha descritto. Osservo il suo cazzo duro; non è lungo ma largo, pieno di vene, veramente massiccio: un gran bel cazzo, devo ammettere. Guardandolo negli occhi, lo impugno con entrambe le mani e faccio quello che le cagne fanno ai loro mastini. Inizio ad annusarlo, sfiorandolo con le labbra, le guance, il collo e poi inizio a leccarlo, a lapparlo, baciando e succhiando la cappella. Lecco tutta l’asta e finalmente lo imbocco, duro, caldo, pulsante. Mi prende per i capelli e mi costringe a guardarlo mentre lo spompino.
Realizzo, incrociando il suo sguardo, che sto succhiando il cazzo a mio suocero, il padre di mio marito e solo constatarlo mi fa perdere ogni controllo, tanto è così morbosamente arrapante.
Sembra una scena di tanti porno racconti che ho letto nei siti specializzati e invece sta accadendo davvero. Abbandono questi pensieri osceni perché lo sento gemere e apostrofarmi:
-“Sìììì, meravigliosa pompinara; ti piace proprio averlo in bocca, lo sento che adori succhiare la minchia, leccarla, ingoiarla e ancora di più l’amerai quando ti riempirò la bocca di sborra calda”.
Quelle parole oscene e insultanti, mi riaccendono la fica; ho perso ogni ritegno e, accovacciata sui talloni, a cosce spalancate, mi infilo quasi tutta lamano in fica, masturbandomi furiosamente.
-“Sì, porco bastardo, depravato! Sono una cagna e in questo momento amo la tua minchia dura e non la vorrei solo in bocca, ma anche in fica o mentre mi spacchi il culo”.
Non riesco a credere di aver detto tutte quelle oscenità e solo pensarci mi porta al terzo meraviglioso orgasmo; proprio nel momento in cui anche lui gode, sento il suo cazzo diventare duro come l’acciaio e schizzarmi in gola tanta di quella sborra da farmi letteralmente impazzire di piacere. Rantola, urla, mi insulta in tutti i modi, mentre accompagna i movimenti della mia bocca, muovendo i fianchi e fottendomi ancora così! Per un paio di minuti restiamo inermi, affannati. Io seduta sul pavimento in legno della sauna, accucciata tra le sue cosce e lui che mi accarezza i capelli proprio come farebbe con la sua cagna. In quel momento ho una sola certezza: è lì che desidero essere e voglio essere la sua cagna con tutta me stessa. Questo pensiero folle dura solo per qualche secondo, poi, a malincuore, recupero la mia lucidità e tutti i miei rimorsi e sensi di colpa. Raccolgo il mio telo e fuggo letteralmente, lasciando mio suocero ancora dentro la sauna.
Continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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