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Prime Esperienze

Da piccola troia a puttana di lusso. cap. 1


di Clelia_Rocco_coppia
25.11.2024    |    14.499    |    34 9.9
"Anche se ero ancora in piena adolescenza, essere trattata da donna fatta e finita mi piaceva troppo..."
A 15 anni ero già alta centosettanta centimetri, ma tutta quell’altezza era mal distribuita. Infatti, ero magra come un chiodo e senza alcuna forma; poche tette, pochi fianchi, solo un po’ di culo. Almeno io mi vedevo così ma, come ho scoperto dopo, mi sbagliavo.
I miei compagni di scuola mi bullizzavano in continuazione e a casa, poiché ultima di cinque figli, passavo quasi inosservata. In compenso avevo un bel viso, capelli rossi, lunghi e lisci e occhi verdi grandi, profondi.
Nel pomeriggio e nei giorni in cui non c’era scuola andavo spesso nel negozio di un cugino di mia madre, Tonio; un cinquantenne tracagnotto, con ventre prominente ma come ho scoperto ben presto con un gran cazzo. Sin dal primo giorno mi ha guardato con grande malizia e spesso, quando eravamo dietro il bancone non perdeva occasione per farmelo sentire tra le natiche. Il fatto, poi, che ero più alta di lui, non lo agevolava troppo in questi suoi tentativi. Altra abitudine che aveva preso sin da subito era lasciare la porta aperta quando andava in bagno, senza preoccuparsi di esibirmi in modo indolente la sua proboscide mentre urinava. Dopo un imbarazzo iniziale, in realtà, iniziai, mio malgrado, a essere sempre più curiosa. Ben presto anche lui se ne rese conto e, a quel punto, non perdeva occasione per mostrarmi il suo bel cazzone, tutto fiero e sorridente, in tutta la sua erezione e durezza.
Divenne quasi un gioco e, addirittura, ogni volta che andava in bagno si preoccupava di avvisarmi; il motivo apparente era che badassi al negozio, ma la verità era che ormai sapeva che, lo avrei spiato e questo lo eccitava sempre di è più al punto che non solo esibiva il suo cazzo duro, ma qualche volta simulava anche una sega lasciva e lussuriosa. Dentro di me sapevo che ero io a suscitare questa sua grande eccitazione e, anche se ancora non ne ero del tutto consapevole, queste scene mi provocavano un certo languore tra le cosce, facendomi bagnare e ritrovandomi con le mutandine zuppe ogni volta.
Peraltro, più i miei coetanei mi bullizzavano più la mia attrazione verso il mondo degli adulti cresceva perché con loro mi sentivo al sicuro e considerata. Infatti, ero diventata l’attrazione anche degli amici di padrone Tonio, come avevo iniziato a chiamarlo, dei cinquantenni molto arzilli (e porci) che lo venivano a trovare quasi ogni pomeriggio in negozio, prendendo posto su un piccolo salottino che Tonio aveva allestito per loro proprio da quando io avevo iniziato a frequentare il suo emporio.
E d’altra parte anche loro avevano preso l’abitudine di farmi complimenti sempre più audaci e sfacciati. Mi ero convinta, infatti, che Tonio li avesse messi al corrente del giochino che ormai quasi tutti i giorni io e lui facevamo nei bagni. Un pomeriggio di particolare calma, provò ad entrare ancora più in intimità, chiedendomi se avessi un fidanzato e se con lui facevo le “cose zozze”.
Quando, però, gli ricordai che avevo ancora solo 15 anni, esclamò:
-“Cazzo, io a quell’età ero andato già dieci volte dalla Nunzia (la prostituta storica del paese) a farmi sverginare”.
Aggiungendo, quasi contrariato:
-“Ma ormai sei una femmina fatta, cosa stai aspettando a farti fare la festa da uno dei tuoi morosi?”
Per alcuni giorni, tuttavia, sembrò evitarmi, non facendomi sentire il suo cazzo tra le natiche dietro il bancone e interrompendo il suo show di farsi ammirare mentre pisciava.
Questa tregua, comunque, durò poco, poi, forse incalzato dai suoi amici che lo provocavano in continuazione anche in mia presenza, riprese le sue performance, se possibile, in modo ancora più sfacciato, parandosi sempre più sfrontatamente davanti a me col cazzo duro e chiedendomi, persino, se mi piacesse o non fosse troppo duro e lungo per una femmina come me. La cosa mi divertiva e io rispondevo sempre: “stia tranquillo padrone Tonio, il suo è il cazzo più bello che io abbia mai visto”. Anche sentirsi chiamare “padrone Tonio” lo gratificava molto. Naturalmente lui non sapeva che il suo, fino a quel momento, era l’unico cazzo che avevo visto.
Finita la scuola ci trasferimmo con tutta la famiglia al mare dai miei nonni e lì ebbi le mie prime esperienze sessuali, ma di questo racconterò in seguito se apprezzerete questo mio racconto.
Con Tonio ci salutammo e mentre io mi limitai ad appoggiare le mani sulle spalle, porgendo le guance per un saluto filiale, lui mi mise le mani sul culo, attirandomi a se e facendomi sentire il suo gran cazzo sul ventre e sulla mia fighetta ancora mai smaliziata se non si considerano alcuni miei tentativi di notte, quando ripensavo al quel bel cazzo di Tonio e finivo per accarezzarmi con le dita sulla fessura, iniziando senza criterio a sgrillettarmi il clitoride, arrivando a fatica ad avere l’orgasmo. Quella minchia dura mi sconvolgeva i sensi provocandomi brividi e piccole stilettate di eccitazione tra le cosce. Istintivamente lo abbracciai, mi strinsi a lui, facendogli sentire le tette i cui capezzoli duri sotto la maglia sembravano bucare il tessuto. Colti entrambi alla sprovvista per questa mia reazione, fu lui a staccarsi, dicendomi:
-“Niente smancerie, vai o i tuoi ti lasciano qui a lavorare tutta l’estate.”
Paonazzo in viso, e col pacco che gli scoppiava dentro i pantaloni, aprì il cassetto e mi allungò una banconota da 100 euro, invitandomi ad uscire che aveva del lavoro da fare.
Praticamente fu la mia prima marchetta; la prima di tante altre sempre più cospicue e significative per la mia evoluzione da piccola troia a puttana di lusso.
Al rientro delle vacanze estive ritornai completamente trasformata nel corpo e nella mente. Ero sbocciata come una crisalide che era uscita dal suo bozzolo. Ero cresciuta ancora di cinque centimetri, ma ciò che era sconvolgente era aver sviluppato due mammelle enormi, quasi una quarta piena; i fianchi pronunciati da donna matura e un culo magnifico, che più alto e tonico non si poteva, proprio duro.
I miei capelli rossi tra mare e sole erano meravigliosamente ramati e sempre più lunghi.
Il mio corpo non più esile, era diventato straripante nelle forme, se non da curvy, aveva certamente acquisito morbidezza, sinuosità ed era diventato dannatamente procace, sfrontato, quasi da esibire.
Se inizialmente i complimenti che gli uomini di ogni età che sempre più spesso mi rivolgevano come se fossi stata una femmina adulta, mi stupivano, col trascorrere dei giorni mi piacevano sempre di più al punto che facevo di tutto per provocare le loro reazioni. Ormai avevo preso piena coscienza del mio profondo cambiamento fisico ed ero intenzionata a sfruttarlo fino in fondo.
Anche se ero ancora in piena adolescenza, essere trattata da donna fatta e finita mi piaceva troppo.
A metà settembre ritornammo perchè sarebbe iniziata la scuola. La curiosità smodata di vedere come avrebbe reagito il “mio” Tonio mi aveva tormentato durante le tante notti in bianco mentre ero in vacanza. Anche se in quel periodo ci eravamo sentiti diverse volte al telefono, lui non aveva ancora idea di ciò che lo aspettava non appena sarei apparsa nel suo emporio. La sera in cui rientrammo a casa lo chiamai, dicendogli che sarei venuta in negozio già la mattina successiva.
Alle 7.45 ero davanti alla porta del suo negozio e lui aveva già aperto, lasciando la targa “chiuso” sulla vetrina. Mentre entravo lo sentii borbottare:
-“Ancora siamo chiusi, tornate dopo le otto.”
-“Vale anche per me padrone Tonio?”
Lo provocai, ridendo. Riconobbe la voce, alzò gli occhi ma da lontano non riusciva a vedermi, perché quella che aveva davanti per lui non potevo essere io.
-“Padrone Tonio, sono io Maddalena, non mi riconosce”?
Lo incalzai e mentre mi avvicinavo tesi le mani, andandogli incontro. Gli buttai subito le braccia al collo e mi strinsi a lui, facendogli sentire tutta quella carne, opulenta, morbida, quasi invadendo e schiacciandolo con tutto il mio corpo.
Ebbe solo un secondo di smarrimento, poi mi strinse, dicendo che non mi aveva riconosciuta, ma non smisi di abbracciarlo e fargli capire che non solo non era cambiato nulla tra noi, ma perché ne fosse sicuro, premetti il mio ventre contro il suo bacino, rimanendo così per diversi secondi. Tonio non mi deluse perchè iniziai a sentire il suo bel cazzone che premeva e questa volta me lo gustai proprio tra le pieghe della mia fica. Adesso sapevo cosa volevo e come lo volevo, visto che durante le vacanze avevo iniziato a conoscere il mio corpo e le mie voglie, masturbandomi e avendo avuto orgasmi di ogni tipo, con alcuni maschi; ma il pensiero del bel cazzone di Tonio, sempre presente nella mia lussuriosa fantasia, era quello che più mi aveva fatto impazzire di piacere. Consapevoli entrambi di quello che stava accadendo, non proferimmo parola e quando ci staccammo mi disse:
-“Allora si ricomincia?”
-“Certamente sì! e anche meglio di prima.”
Risposi con aria provocante che lui non mancò di notare.
Sempre tenendomi per le mani, mi allontanò, per ammirare il mio fisico straripante.
-“Mamma mia che gran gnocca ti sei fatta, Maddalena. Sei propria una gran bella figa.”
Feci una giravolta, consapevole del fatto che Tonio adorava il mio culo e come finale mi piegai andando a sbattere con le natiche proprio sopra il suo pacco che esibiva già un cazzo bello duro.
Come d’intesa, mi afferrò per i fianchi mimando una monta ed esclamando.
-“Cazzo che bella cavalla ti sei fatta, Maddalena. Sei tutta da montare.”
Scoppiammo a ridere, ma la tensione erotica che si era già instaurata era palpabile tra noi e quello che poteva accadere era ancora tutto da scrivere.
Il cicalino dell’apertura della porta del negozio ci riportò alla realtà e l’invasione di alcuni clienti ci costrinse a concentrarci sulle loro richieste.
Alla pausa pranzo andai a casa e prima di lasciare il negozio, accolsi con entusiasmo la richiesta di Tonio di venire mezz’ora prima per sistemare la nuova merce, arrivata nella mattinata.
Alle 15.00 appena entrata il mio padrone mi disse di chiudere la porta a chiave per evitare che arrivassero clienti prima del normale orario di apertura. Mentre mi avvicinavo al bancone notai che Tonio era in bagno col cazzo di fuori che lo sgrollava dopo aver urinato e poi si avvicinava al lavabo per sciacquarlo degli ultimi residui, dopo di che me lo esibì mezzo rigido.
-”Dimmi un po’, i tuoi amichetti al mare lo avevano così grosso, lungo e duro il cazzo?”
Mi chiese con naturalezza. Mi avvicinai e lo affiancai, guardando con attenzioni la sua minchia ormai in piena erezione per la mia presenza e in bella mostra sul palmo della sua mano, come a soppesarla.
-“No padrone Tonio, loro ce l’avevano molto più piccolo e non così grosso, ma duro, sì.”
Risposi con aria da intenditrice.
-“Vieni toccalo, verifica tu stessa; puoi prenderlo in mano, non morde. Ahahahahaha.”
Mi invitò, ridendo in modo sguaiato, magari convinto che mi sarei tirata indietro scandalizzata. Per tutta risposta, mi avvicinai e lo impugnai, stringendolo e percependolo meravigliosamente duro e caldo mentre pulsava come vivesse di vita propria. Quel contatto mi sconvolse, i miei battiti aumentarono e un languore mi pervase, accendendomi qualcosa tra le cosce. Istintivamente senza che me ne rendessi conto, iniziai a segarlo e Tonio prese ad incoraggiarmi.
-“Brava Madda, così, lentamente, scappellalo tutto, fino alle palle. Hohohoho; sìììììììì, hahahahaha.”
Gemeva come un porco e la cosa mi eccitava. Sentivo di averlo in pugno e in quel momento mi resi conto che lo stavo dominando. All’improvviso il mio atteggiamento cambiò
-“Padrone Tonio siete proprio un gran porco; vi state facendo segare il cazzo da una minorenne e la cosa vedo, vi arrapa molto, vero?”
Lo provocai in modo sfacciato da vera troia. Lui, cadendo nella mia trappola mi rispose di istinto.
-“Certo che mi arrapa, piccola troia; ma immagino che se sei puttana come penso, solo tenerlo in mano ti starà facendo bagnare la fighetta.”
Il bastardo aveva scoperto il mio punto debole e colto nel segno perché in quel momento mi sarei distrutta la fica di piacere, masturbandomi come una troia.
Sentirlo vivo, caldo e duro mi eccitava e continuai a segarlo con più convinzione e in modo sempre più esperto. Come avevo notato in alcuni video porno che una mia cugina (troia anche lei… chi non ce l’ha una cugina troia?) mi aveva fatto visionare, feci scivolare sopra la punta di quel manganello abbondante saliva e la mano prese a scorrere con grande facilità mentre ascoltare Tonio che rantolava per il piacere, mi provocava una eccitazione euforica. Strinsi le cosce e le prime fitte di piacere provocarono anche in me gemiti di godimento.
-“Cazzo, sììììììì. Brava la mia puttanella. Continua Maddalena, non smettere cazzo”.
Mi avvicinai ancora di più a lui mentre con una mano lo segavo, col corpo mi attaccai al suo suo, facendogli sentire la mia fica su un fianco e i capezzoli sul braccio, strusciandomi a lui con tutto il corpo in modo osceno. Ero eccitata come una cagna, letteralmente in calore. Tonio prese coraggio, mi passò una mano attorno alla schiena e con l’altra mano inizio a toccarmi la fica da sopra la gonna cortissima. Poi si fece ancora più ardito e la infilò dentro le mutandine e non appena si rese conto che già la fessura era fradicia, disse.
-“Che troiona sei, Maddalena? Sei fradicia. Da quanto tempo desideravi prendere il mio cazzo in mano? Ti piace proprio la minchia, grandissima puttanella?”
Lo guardai negli occhi e risposi con tutta la sfrontatezza di cui potevo essere capace per quella età.
-“Si, cazzo, ma mi piace la sua minchia, Padrone Tonio. L’ho sognata tante volte e mi sono masturbata ogni volta che la immaginavo tra le mie mani.”
Quella mia confessione fu fatale perché il porco inizió a rantolare, quasi urlando il suo piacere.
-“Ahahahaha… Troia, sto per sborrare, non smettere. Sììììììì, ancora, ancora, puttanaaaaa.”
Dalla cappella iniziarono a venire fuori schizzi caldi che in parte mi riempirono la mano di sperma e in parte scivolarono sul lavabo. La sua mano tra le mie cosce non smise di sgrillettarmi la fica e qualche secondo dopo, mentre ancora segavo quella bella minchia, presa dagli ultimi spasmi di piacere, iniziai a godere anch’io allagando le mutandine e il pavimento, Le gambe stavano per cedermi per l’orgasmo appena avuto e mi tremavano al punto che se Tonio non mi avesse retto, sarei crollata per terra.
Rimanemmo così per diversi secondi, poi Tonio liberò il suo cazzo dalla mia mano che ancora lo stringeva e mi disse di ripulirmi prima che arrivassero i primi clienti. Appena mi lasciò sola in bagno, osservai una grossa goccia di sborra sul dorso della mano e senza pensarci due volte la leccai e succhiai anche le altre stille che mi avevano imbrattato le dita. Quel gesto così osceno padrone Tonio non se lo perse e regalandomi un mezzo sorriso ebbi la certezza che quella sua espressione era già la promessa di qualcosa di più lussurioso. Continuai a sostenere il suo sguardo e a leccare succhiando ogni dito della mano su cui aveva riversato la sua sborra.

continua...
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