Prime Esperienze
Francesca

14.04.2025 |
4.616 |
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"Francesca parlava con entusiasmo delle sue idee, e io mi sentii attratto non solo dalla sua bellezza, ma anche dalla sua intelligenza e dalla sua..."
Fino al compimento dei cinquanta anni, la mia vita era stata piuttosto regolare.Marito, padre, con un impiego ben retribuito, trascorrevo le mie giornate lavorando, praticando il ciclismo, una delle passioni a cui non saprei rinunciare, e cercando di trarre sempre il meglio dalle occasioni che di volta in volta mi si presentavano.
Tuttavia, nella routine qualcosa cominciò a cambiare, quando la ditta delle pulizie che si occupava della sede in cui lavoro, assunse una nuova dipendente di nome Francesca.
Di statura media, corpo snello ma sodo, su cui risaltavano un bel paio di tette e un culo da sballo, lei era diversa da chiunque avessi mai incontrato.
Con i suoi capelli biondi e ricci che le cadevano sulle spalle e un sorriso che illuminava la stanza, riusciva a rendere anche le giornate più grigie un po' più luminose.
La notai subito, ma all’inizio mi limitai a scambiare qualche parola durante le pause caffè, mentre il mio cuore batteva più forte ogni volta che la vedevo.
Un giorno, mentre stavo lavorando a una pratica, lei entrò nel mio ufficio e cominciammo a parlare, accorgendomi di quanto fosse brillante e appassionata.
Francesca parlava con entusiasmo delle sue idee, e io mi sentii attratto non solo dalla sua bellezza, ma anche dalla sua intelligenza e dalla sua determinazione.
Decisi che era giunto il momento di avvicinarmi di più.
Iniziammo a pranzare insieme, e ogni pasto era un’opportunità per conoscerci meglio.
Scoprii che amava i viaggi e la musica, e condividevamo entrambi la passione per i film.
Ogni risata e ogni sguardo scambiato mi avvicinavano sempre di più a lei.
Un pomeriggio, avvisai mia moglie che avrei ritardato perché dovevo completare una pratica complessa, per rispettare una scadenza, mi feci coraggio e le chiesi se voleva andare a prendere un gelato dopo il lavoro.
Con un sorriso che mi fece battere il cuore, lei accettò.
Quella sera, seduti su una panchina al parco, parlammo per ore, condividendo sogni e speranze.
Mi resi conto che stavo davvero iniziando a innamorarmi di lei.
Con il passare delle settimane, la nostra amicizia si trasformò in qualcosa di più profondo. Io mi sentivo felice e ispirato, e Francesca sembrava provare lo stesso.
Un giorno, mentre passeggiavamo insieme, decisi di confessarle i miei sentimenti.
Con il cuore in gola, le dissi: "Francesca, mi piaci davvero tanto. Vorrei che potessimo essere qualcosa di più di semplici amici."
Lei mi guardò sorpresa, ma poi il suo volto si illuminò.
"Anche io mi sento così, Stefano!" rispose, e in quel momento, il mondo intorno a noi svanì. Ci abbracciammo, e la baciai senza preoccuparmi se qualcuno ci vedeva.
Lei era divorziata da diversi anni, ma io rischiavo grosso anche se in quel momento non me ne rendevo conto.
La nostra relazione fiorì.
Ogni volta che ci vedevamo era un’avventura.
Ci baciavamo con passione e facevamo l’amore, appena restavamo soli e in qualsiasi luogo.
La prima volta che accadde fu al ritorno dal cinema.
Avevo avvisato mia moglie che mi sarei fermato al lavoro perché dovevo finire una relazione da presentare il giorno successivo.
Sinceramente mi dispiaceva mentirle ma non c’erano altre soluzioni per poter stare con la mia amante.
Nel buio della sala, ci eravamo baciati spesso e dopo che la mia mano aveva accarezzato le sue gambe affusolate, inguainate in calze di nylon nere, lei aveva poggiato la mano sul mio membro che era già duro e vigoroso, per cui correre a letto era stato l’epilogo migliore.
Ricordo ancora lei che apriva la porta, armeggiando con le chiavi.
Io che la portavo in braccio in camera da letto e la spogliavo del suo abito leggero, lasciandola solo con la lingerie e le scarpe con i tacchi alti.
Poi la baciavo ovunque sul corpo fino a prenderla con tutto il vigore e la passione che avevo accumulato nelle settimane precedenti.
Facemmo l’amore diverse volte quella notte e al mattino, quando tornai in ufficio, lei stava ancora dormendo.
Oppure quella volta che, eravamo rimasti solo noi due nell’edificio.
Lei stava pulendo il pavimento del corridoio al secondo piano.
Mi ero avvicinato da dietro e le avevo cinta la vita, stringendola a me.
Sulle prime aveva emesso un gridolino, poi le baciai il collo, e spostandoci dentro un ufficio l’adagiai sulla scrivania, liberandola del suo perizoma e leccandole la figa, già umida e pulsante.
Poi ero scivolato dentro di lei, affondando il mio uccello fino alle palle e dopo una buona mezz’ora di monta in diverse posizioni scaricai il mio seme sul suo viso e nella sua bocca avida.
La nostra relazione è giunta al secondo anno.
Sono consapevole che non sarà eterna ma, finché si può, continueremo a godere dei nostri corpi traendo il massimo piacere possibile.
Questo racconto è dedicato a chi ha avuto oppure ha un’esperienza come la mia.
Grazie Francesca!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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