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Gay & Bisex

L’elettricista


di Monicatrav
22.08.2024    |    12.467    |    18 9.4
"Dopo almeno dieci minuti Vincenzo sfilò il suo uccello e rimosso il profilattico scaricò il suo seme caldo e denso sui miei glutei..."
Quando venerdì scorso mia moglie mi aveva informato telefonicamente che doveva raggiungere immediatamente i suoi genitori che risiedevano in un comune a poca distanza dal nostro, c’era mancato poco che io cadessi dalla sedia.
Ero a conoscenza che essi dovevano cambiare i mobili e, a quanto pareva, si erano finalmente decisi chiedendo l’aiuto della loro unica figlia.
Considerati i miei orari di lavoro, Chiara avrebbe portato con sé anche nostro figlio più piccolo mentre il maggiore, che era in gita scolastica, sarebbe rientrato a casa il lunedì successivo.
Si profilava un weekend completamente libero e cominciavo a fantasticare su quello che avrei fatto.
Mi sarei alzato tardi, avrei fatto colazione con calma, ma soprattutto avrei cercato un bell’incontro di sesso trasgressivo.
Quella sera rientrai a casa, feci una doccia rilassante e cenai con ciò che mia moglie mi aveva lasciato in cucina.
Alle 21.30 precise mi chiamò per informarmi che erano arrivati a destinazione e che tutto era andato bene, addussi la scusa che ero stanco morto a causa della giornata intensa avuta al lavoro e terminai velocemente la conversazione.
Dopo indossai il pigiama, mi sedetti al pc e avviai la mia chat di incontri preferita.
Era una chat per adulti, dove potevi trovare etero, gay, transex e ogni genere sessuale, mi ero registrato due anni prima come travestito e già da tempo riscuotevo un discreto successo a giudicare dalle continue richieste che mi giungevano quotidianamente.
Ho una statura media vicino al metro e ottanta, castano, un corpo forgiato dalle ore trascorse a correre e a pedalare per cui sia da uomo che da travestito faccio la mia bella figura.
Inoltre sono tendenzialmente bisessuale attivo e passivo per cui mi adatto a ogni situazione.
Avevo conosciuto diversi utenti ma incontrati pochi in verità perché sono sempre restio a fidarmi degli altri.
Quella sera senza un motivo preciso decisi di entrare nella stanza per incontri gay, cercando amicizie soprattutto nella zona di Siracusa e provincia.
Ridussi a icona la chat e mi apprestai a guardare un video porno.
Dopo pochi minuti mi accorsi che un utente chiedeva di chattare con me.
Si presentò come Vincenzo, scrisse di avere trentacinque anni, fidanzato, e che per lui era la prima volta che entrava in quella chat, attratto dal desiderio di trasgredire con un uomo.
Aggiunse, quasi a giustificazione, che aveva deciso di contattarmi perché aveva notato dalle foto che ero molto femminile e forse sarei stata la persona più adatta per quella esperienza.
Risposi subito al mio giovane pretendente precisando che ero più anziana di lui (all’epoca 45 anni) e che per poter realizzare la sua fantasia bisognava cercare un luogo dove poterci vedere in modo da travestirmi e dopo metterci comodi.
In conclusione chattammo fino alle due del mattino, pianificando l’incontro e alla fine mi pregò di raggiungerlo il pomeriggio successivo nel parcheggio di un noto supermercato, avrei dovuto portare teco un perizoma e delle calze autoreggenti nere.
Il piano prevedeva di vederci lì e poi, subito dopo, spostarci in una abitazione non molto distante.
Esausta andai a dormire e la mattina successiva prima feci un’abbondante colazione a base di cereali e latte, subito dopo corsi sotto la doccia dove ritoccai la depilazione e cosparsi il mio corpo con la crema idratante di mia moglie.
Mentre mi spruzzavo il suo profumo femminile, pensai all’incontro del pomeriggio e immaginai Vincenzo nudo che giocava con me.
Ebbi un’erezione ma evitati di masturbarmi perché volevo arrivare carico al momento propizio.
Dopo pranzo, con la mia auto mi recai a Rosolini e alle 15.00 ero già sul posto nel parcheggio indicatomi.
Ero abbastanza nervoso e guardavo con apprensione tutte le auto che arrivavano e finalmente dopo dieci minuti eccolo arrivare a bordo della sua Mercedes.
Mi riconobbe subito e mi fece cenno di seguirlo.
Abbandonata la strada statale 115, imboccammo una stradina di campagna e alla fine giungemmo a destinazione.
Una vecchia villetta con giardino, costruita probabilmente negli anni 80, con evidenti segni di ammaloramenti e nella quale erano in corso d’opera dei lavori di ristrutturazione.
Per fortuna quel giorno non c’erano operai al lavoro e il cantiere era completamente deserto.
Vincenzo scese dall’auto, ci salutammo con una stretta di mano e mi chiese di seguirlo all’interno.
Ammisi che dal vivo era ancora più sexy e pregustai il piacere di quello che avremmo fatto una volta in casa.
All’interno ci ritrovammo in un ingresso spazioso e illuminato dalle finestre in vetrocemento, lui si voltò verso di me esclamò “adesso che siamo al sicuro e lontani da occhi indiscreti, possiamo salutarci come si deve?”
Capì al volo cosa desiderava e in breve cinsi il suo collo con le mie braccia e le nostre bocche si accostarono per scambiarci un bacio colmo di passione.
Sembrava non finire più, poi lui mi prese per mano e mi condusse in una stanza attigua completamente priva di mobili e nelle cui pareti facevano bella vista tanti fili elettrici e alcune prese di corrente.
Sorridendo mi rivelò che era il titolare di una ditta che si occupava di impianti elettrici e che da alcune settimane aveva ricevuto l’appalto di quella villetta.
Non fidandosi degli alberghi aveva deciso di condurmi lì per avere maggiore riservatezza, considerato che gli altri operai erano impegnati in un altro lavoro quella settimana.
Da una scatola di cartone poggiata in un angolo estrasse un piumone matrimoniale che sistemò ordinatamente sul pavimento e cominciò a spogliarsi invitandomi a fare lo stesso.
Quando restò solo con gli slip lo fermai, perché avevo in mente un bel giochino per lui.
Lentamente mi spogliai della tuta e quando mi vide con solo le calze velate e il perizoma, dal suo sguardo, immaginai che mi sarebbe saltato addosso come un animale feroce.
Da perfetta zoccola, mi misi carponi e gattonai verso di lui; gli diedi un bacio sulle labbra e poi mi chinai annusando il suo membro attraverso gli slip.
Tirai fuori la lingua e cominciai a leccarlo, attraverso la stoffa, in modo lento e controllato, Vincenzo era in delirio, completamente in mio potere, ma volevo farlo soffrire, ancora un po’.
“Ti prego prendimelo in bocca troia, sto impazzendo!”
Poi finalmente, sempre usando solo la bocca tirai fuori il suo uccello che svettò turgido verso l’alto, me lo ficcai tutto in bocca ingoiandolo per tutta la sua lunghezza e cominciai a praticargli un pompino magistrale.
Vincenzo aveva gli occhi chiusi, continuavo a succhiarglielo dolcemente e a un certo punto lui inumidì un dito e me lo infilò dentro la cavità anale.
“Mmmmhhhh…porco così mi fai godere” esclamai, ma fu lui a farlo esplodendo il suo piacere sul mio viso.
Sudato e stremato si sdraiò sul letto poi esclamò “gioia ora tocca a te godere.”
Mi fece distendere, mi tolse il perizoma e prese in bocca il mio uccello, in verità molto più piccolo del suo, ma altrettanto bisognoso di cure.
Ero troppo eccitato e in breve eiaculai nella sua bocca.
Pensavo che il nostro incontro fosse concluso Vincenzo aveva altri programmi.
Mi fece mettere a pecora e iniziò a leccarmi i glutei spostandosi sempre più verso il mio orifizio.
Avevo arguito cosa intendeva fare e dentro di me volevo fermarlo, consapevole che per me era la prima volta.
Un dito scivolò dentro facendomi lanciare un gridolino, poi lentamente si mosse procurandomi un piacere immenso.
Lo sentì armeggiare con un preservativo che aveva portato con sé e dopo finalmente mi penetrò.
Sulle prime provai un po' di dolore ma subito dopo questo fu sostituito da un piacere immenso.
Mi voltai verso di lui e ci baciammo lascivamente mentre il mio stallone aumentò il ritmo con affondi sempre più decisi.
L’eco dei colpi veniva amplificato dalle stanze prive di mobili e pregai che nessuno dei vicini sentisse quegli strani rumori.
Dopo almeno dieci minuti Vincenzo sfilò il suo uccello e rimosso il profilattico scaricò il suo seme caldo e denso sui miei glutei.
Ero distrutto, crollai sul letto mentre lui andò in bagno.
Mi resi conto che mi ero ridotto in uno stato pietoso, le calze erano tutte smagliate e una di esse era impregnata di sperma, il sedere mi bruciava da impazzire però nello stesso tempo mi sentivo felice e appagato.
Mi recai in bagno, Vincenzo aveva pensato anche a me, docciaschiuma e un telo spugna mi aspettavano, feci la doccia e ci salutammo con la promessa di rivederci.
Per i curiosi, io e Vincenzo non ci siamo più incontrati.
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