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L'uomo dal costume nero


di Monicatrav
24.10.2024    |    11.121    |    27 9.3
"Dopo quella volta con Federico, continuammo a vederci e a fare sesso finché giunse per il momento di partire per le vacanze..."
La storia che mi appresto a raccontare ha avuto luogo circa quattordici anni fa, quando per motivi professionali mi ero trasferito con tutta la mia famiglia in una regione del Nord Italia.
Era luglio e mia moglie e mio figlio erano tornati in Sicilia per iniziare la stagione balneare lasciandomi solo per completare il periodo lavorativo fino alle ferie estive, programmate dopo la metà del mese.
Mia moglie e mio figlio erano partiti da una settimana, ansiosi di cominciare la stagione balneare nella nostra bella isola.
Io, invece, dovevo attendere ancora venti giorni di lavoro e poi finalmente mi sarei goduto la mia parte di estate e il meritato riposo.
Prima di sposarmi avevo vissuto circa dieci anni da scapolo per cui ero perfettamente in grado di badare a me stesso, sapevo cucinare, pulire casa, fare la spesa insomma ero perfettamente autosufficiente.
Una delle cose più belle della mia solitudine era quella che all’interno delle mura domestiche potevo liberamente esternare la mia femminilità repressa e diventare Monica.
Da anni ho praticato sport di resistenza che mi permette di sfoggiare un corpo atletico e asciutto grazie a questa “scusa” mi sono sempre depilato integralmente e regolarmente il corpo, assumendo una figura androgina.
Da solo potevo anche laccare di rosso le unghie dei piedi, curare le sopracciglia e soprattutto, una volta a casa, indossare lingerie, abitini e calzature con i tacchi.
In passato avevo avuto qualche esperienza con uomini maturi e di bella presenza ma si era trattato quasi sempre d’incontri fugaci, in abitazioni o motel sperduti dove avevamo goduto reciprocamente alle spalle delle rispettive mogli, ma poi continui impegni lavorativi e familiari mi avevano indotto a reprimere i bollenti spiriti e a far sparire Monica.
Un pomeriggio, approfittando del fatto che ero uscito prima dal lavoro, avevo deciso di recarmi in spiaggia per prendere la tintarella e non arrivare in Sicilia tipo mozzarella campana.
Frugai nei cassetti e trovai un costume di mia moglie, decisi d’indossare lo slip del suo bikini in tinta unica per non dare troppo nell’occhio, maglietta, calzoncini corti e scarpe da corsa per non mostrare lo smalto ai piedi e mi recai in una spiaggetta poco frequentata, vicino a dove abitavamo.
Giunto sul posto, notai che c’erano solo tre persone e tutte a distanza, mi spogliai restando solo con il costume, applicai la crema solare e mi sdraiai in modo di abbronzarmi la schiena.
Sentivo il suono delle onde che si infrangevano sulla scogliera, il sole era tiepido e mi stavo rilassando completamente quando a un certo punto ebbi la sensazione di essere osservato.
Voltatomi notai che a circa dieci metri si era seduto un uomo che indossava un costume nero e che sfacciatamente fissava i miei glutei.
Mi sdraiai nuovamente e feci finta di niente continuando a prendere il sole.
Quando cambiai posizione vidi che mi osservava ancora e il mio istinto di troia cominciò a tormentarmi.
Mi alzai in piedi e lentamente mi recai in acqua, passandogli vicino senza degnarlo di uno sguardo, feci una lunga nuotata e quando tornai a riva notai che il tizio era andato via.
Sorrisi tra me e raccolte le mie cose, tornai a casa.
Mentre facevo la doccia pensavo all’uomo dal costume nero, avevo visto che era alto e massiccio e soprattutto avevo notato che era molto virile e senza rendermi conto cominciai a toccarmi sotto il getto dell’acqua immaginando che fosse proprio lui a farmi godere.
Il giorno successivo tornai in spiaggia, stesso posto, ma un po' più tardi, lui era lì, anche stavolta mi sdraiai ed ebbi modo di constatare che l’amico continuava a fissare il mio culetto sodo.
Purtroppo il mio paradosso è che per natura sono troia a letto ma anche molto timido per cui io e l’uomo dal costume nero, lo chiamo così, andammo avanti con quel teatrino per tutta la settimana.
Giunse il sabato pomeriggio, le altre volte lui era andato via sempre prima di me invece quella volta fui io a prepararmi per primo, avevo raccolto il mio zaino e stavo per andare via quando si avvicinò e tendendomi la mano esclamò: “ciao, io sono Federico sono giorni che giochiamo guardandoci di sottecchi non pensi che sia l’ora di conoscerci?”, ero stato preso alla sprovvista e arrossendo come un peperone strinsi la sua mano e risposi “Ciao Stefano, hai ragione, ma io sono piuttosto timido e non faccio amicizia in fretta.”
Federico mi invitò a bere un caffè in un chiosco ubicato nelle vicinanze e ci sedemmo a un tavolo piuttosto isolato dove cominciammo a conversare.
Cominciò a raccontarmi che era un imprenditore, viveva con la sua famiglia a Milano, e che con la moglie facevano vacanze separate in quanto lei adorava la montagna mentre lui il mare.
Ogni estate lui scendeva nella località in cui ci trovavamo, preferendo evitare la confusione delle spiagge affollate, aveva scelto la spiaggetta in cui mi aveva visto.
Poi fu il mio turno, in breve gli raccontai che ero lì per motivi di lavoro accennando al fatto che mia moglie e mio figlio erano già scesi in Sicilia, poi mentre stavo finendo il discorso la sua mano si posò delicatamente sulla mia e guardandomi fisso negli occhi mi chiese come mai indossassi uno slip da donna e avessi le unghie laccate di rosso bordeaux, quando prendevo il sole.
Risposi che trovavo molto eccitanti le donne che si curavano nei dettagli e che volevo vedere l’effetto che facevano su di me, Federico mi lasciò la mano e a bassa voce mi sussurrò “Se sei libero perché non continuiamo la nostra conversazione da un’altra parte?”
Pagò i caffè e insieme ci recammo a casa mia che distava pochissimo dalla spiaggetta.
Abitavo al terzo piano dentro l’ascensore osservavo, Federico che in quello spazio ristretto appariva ancora più imponente, doveva essere almeno un metro e novanta per novanta chili buoni giudicai, io in confronto ero uno scricciolo.
Ebbi appena il tempo di chiudere il portone che mi voltò e quasi mi schiacciò contro la porta incollando le sue labbra sulle mie.
Ci baciammo per un tempo che mi sembrò interminabile, attraverso la stoffa avvertì la sua poderosa erezione.
Emanava una sensazione di forza e un odore di maschio che mi faceva perdere la testa.
Riuscì a staccarmi e gli proposi di fare una doccia.
Gli indicai il bagno, mentre lui era sotto il getto, gli portai un telo pulito.
Aveva un corpo bellissimo, ma soprattutto lo sguardo mi cadde sul suo membro che, seppure a riposo, sembrava abbastanza lungo e grosso.
Andai a sistemare la camera e quando mi raggiunse col telo avvolto intorno alla vita mi baciò ancora dicendomi “Appena ti ho visto il primo giorno ho notato il tuo culetto e non ho fatto altro che pensarci sempre” con delicatezza lo respinsi ed esclamai “adesso sdraiati sul letto e aspettami, ho una sorpresa per te!”
Corsi in bagno, mi fiondai sotto il getto della doccia, poi mi truccai il viso e applicai lo smalto alle unghie delle mani stavolta.
Indossai un completo di pizzo, un coordinato reggiseno imbottito, perizoma a filo, reggicalze e calze di seta, tutto rigorosamente nero.
Completai la mia trasformazione con una parrucca castana lunga, un paio di orecchini a cerchio e zoccoletti con il tacco a stiletto.
Mi recai sculettando in camera dopo aver spruzzato due gocce di profumo francese.
Appena mi vide sulla soglia pensai che Federico stesse per avere un infarto, spalancò gli occhi è balbettando riuscì ad articolare un “figa Sei bellissima!”
Mi sedetti accanto a lui e cominciammo a baciarci con passione.
Si spogliò e mi avvolse col suo corpo.
Mi resi conto che ero completamente in balia del mio uomo, mi sentivo fragile e dominata, con lui la mia parte maschile veniva annullata e c’era solo Monica.
Mi chinai e accolsi nella mia bocca il suo membro che per effetto del mio trattamento, continuava a crescere in lunghezza e grandezza.
Non riuscivo a ingoiarlo tutto, ma era bellissimo prenderlo in bocca e sentire quel palo di carne dentro.
Con fare deciso Federico mi staccò dal suo giocattolo e giratami mi strappò il perizoma, poi la sua bocca cominciò a leccarmi la figa anale.
Era un trattamento rude, forse dettato dalla foga ma, cominciò a fare i suoi effetti, iniziai a gemere, “Bambolina non ti preoccupare che il meglio deve ancora arrivare, voglio sfondartelo, questo culetto da troia!”
Per fortuna ebbi il buon senso di passargli un flacone di lubrificante intimo e dopo pochi minuti prima una e poi due dita furono dentro di me.
Mi sentivo completamente inerme, in cuor mio avevo paura ma le cose stavano andando talmente veloci che non riuscivo a controllare gli eventi.
Mi penetrò a pancia sotto, lo fece con dolcezza ed estrema lentezza, era palese che lo aveva fatto altre volte e quando i suoi testicoli toccarono i miei glutei mi resi conto che lo avevo preso tutto dentro.
Cominciò a montarmi aumentando lentamente il ritmo e facendomi provare sensazioni uniche, il dolore iniziale era stato sostituito da un godimento pazzesco.
Mi penetrò in tante posizioni, ma mentre io gocciolavo sperma dal mio uccellino moscio lui sembrava instancabile finché uscì dal mio retto e sfilatosi il profilattico eiaculò sul mio corpo, mentre anche io mi masturbavo e godendo all’unisono.
Esausto si accasciò accanto a me e continuammo a baciarci, restando a letto finché il mio cellulare si mise a squillare riportandomi alla vita normale.
Dopo quella volta con Federico, continuammo a vederci e a fare sesso finché giunse per il momento di partire per le vacanze.
L’anno successivo fui trasferito in Sicilia e di lui non seppi più nulla.



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