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La coppia di ciclisti


di Monicatrav
31.07.2024    |    10.363    |    27 9.9
"Accettai di buon grado e ripresi il mio allenamento..."
Finalmente, dopo una settimana decisamente intensa e piena di impegni professionali e privati, era arrivato il sabato.
Alle nove in punto avevo indossato la tutina aderente e inforcata la bici da corsa ero partito di gran carriera per macinare i settanta chilometri previsti dal mio piano di allenamento.
Mentre stavo percorrendo la strada statale che collega la mia città con le con le località balneari siracusane notai due ciclisti fermi in una piazzola di sosta e capì subito che si trovavano in difficoltà.
Uno di loro era piegato sulle ginocchia e stava armeggiando con la ruota posteriore di una bicicletta rossa mentre l’altro era di spalle e lo osservava con le mani appoggiate sui fianchi.
Li raggiunsi e chiesi cordialmente se potevo essere di aiuto.
Il ciclista che stava in piedi si voltò di scatto e solo allora mi accorsi che era una donna.
” Si grazie lei è molto gentile è da un pezzo che mio marito sta cercando di cambiare la gomma ma finora non c’è riuscito e siamo bloccati qui a farci divorare dalle zanzare”, detto questo scoppiò a ridere mostrando una dentatura perfetta e la sua risata fu contagiosa perché ci ritrovammo tutti e tre a ridere di gusto.
Poggiai la mia bicicletta su un muretto e mi misi subito all’opera.
Smontai il cerchio, sostituì la camera d’aria, rimontai la ruota assicurandomi che il cambio fosse perfettamente allineato e dopo dieci minuti completai il lavoro.
Ci presentammo, dissero di chiamarsi Salvo e Valeria.
Essi mi ringraziarono per averli aiutati e prima di separarci Salvo mi chiese di scambiare i nostri numeri di telefono per potermi successivamente invitare a bere un caffè a casa loro.
Accettai di buon grado e ripresi il mio allenamento.
Due giorni dopo mi trovavo in ufficio alle prese con una pratica importante quando mi arrivò un messaggio sul cellulare.
Era Salvo che mi chiedeva la disponibilità per poterci incontrare per il famoso caffè sottolineando che sua moglie Valeria ci teneva moltissimo.
Rilessi più volte quell’ultima frase e mi sopresi a essere eccitato.
Ci tengo a precisare che non mi reputo un maniaco sessuale né vado in giro a trombare le mogli altrui però Valeria con il suo fisico e la sua allegria aveva lasciato il segno su di me.
Era una donna sui quaranta anni, di media statura, con capelli castani, bellissimi occhi marrone e soprattutto un fondo schiena da copertina che avevo avuto modo di ammirare strizzato nel completo da ciclista.
Anche il marito era un bell’uomo alto sul metro e novanta, con un po' di pancetta e i capelli brizzolati.
Risposi solerte al messaggio comunicandogli che il martedì pomeriggio successivo, dopo il lavoro, sarei stato libero e li avrei raggiunti volentieri.
Salvo confermò che mi aspettavano e mi inviò pure la posizione della loro abitazione. Il giorno dell’appuntamento indossai un completo sportivo, polo e jeans, spruzzai due gocce del mio profumo migliore e in auto mi diressi a casa dei miei nuovi amici.
Non fu difficile trovare la casa.
Era una bellissima villetta, in stile antico, ubicata in località “Arenella”, circondata da un ampio giardino pieno di piante, fiori e alberi di ogni tipo.
Salvo da buon padrone di casa era sull’uscio a attendermi; mi venne incontro e ci stringemmo la mano come due vecchi amici.
“Ciao Stefano, sono felice che tu sia venuto, ti prego di accomodarti Valeria arriverà subito, le donne sono sempre più lente per prepararsi.”
Entrammo in casa, all’interno mobili antichi e tappeti persiani davano l’idea di una casa ben arredata e tutto appariva studiato nei minimi dettagli.
Ci sedemmo in salotto e dopo pochi minuti un rumore di passi sul pavimento annunciò l’ingresso di Valeria.
Apparve con i capelli raccolti, il viso truccato e indossando un abito rosso che metteva in risalto le sue bellissime gambe.
Rimasi senza fiato e senza indugi mi complimentai per la sua bellezza.
Ella sorrise e il rossore sulle sue guance mi confermò che aveva gradito i complimenti.
A turno parlammo di noi, delle nostre famiglie, del lavoro e delle nostre passioni.
Salvo era il titolare di un negozio di scarpe molto conosciuto a Siracusa mentre la moglie era la proprietaria di un centro estetico.
Erano una coppia molto affiatata e viaggiavano molto.
Quando toccammo l’argomento letteratura e dissi che ero un accanito lettore di romanzi, Valeria saltò letteralmente dalla sedia scoprendo le sue gambe stupende. Con l’entusiasmo di una bambina mi disse di essere appassionata di libri e afferrata la mia mano mi condusse a vedere la sua collezione privata.
Salvo era rimasto in salotto e mentre salivamo le scale, inebriato dal profumo di Valeria non potei esimermi dal non ammirare le gambe di Valeria inguainate nelle calze di nylon color carne.
La biblioteca era al piano superiore della casa, notai molti libri a me noti e iniziammo a discutere sulle varie.
Valeria era un fiume in piena, dimostrava di essere molto colta oltre che bella.
A un certo punto citando un autore contemporaneo, mi disse che aveva acquistato il suo ultimo libro, si sfilò le decolté e presa una sedia vi salì sopra per prendere il libro, improvvisamente perse l’equilibrio e cadde all’indietro.
Con un tempismo perfetto l’afferrai al volo prima che cadesse e la tenni tra le braccia come una bambola.
“Valeria tutto bene? Ti sei fatta male?”, le chiesi.
Lei si sistemò il vestito e sorridendo rispose: “no Stefano non mi sono fatta nulla menomale che c’eri tu.
Guarda questo è il libro di cui ti parlavo, se vuoi posso prestartelo.”
Presi il libro e scendemmo le scale, ma prima di raggiungere Salvo lei accostò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò “accidenti hai dei riflessi pazzeschi e dei muscoli di acciaio.”
Non dissi nulla ma dentro di me ero felice che ella lo avesse notato.
Raggiungemmo Salvo che nel frattempo aveva preparato il caffè e riprendemmo la nostra conversazione, senza accennare minimamente all’episodio della caduta. Purtroppo come è noto le cose belle passano in fretta e dovetti tornare a casa portando con me il libro che Valeria mi aveva gentilmente prestato.
A casa non dissi nulla di quella conoscenza e nei giorni successivi io e Salvo ci scambiammo diversi messaggi.
Durante il lavoro spesso la mia mente correva al momento in cui Valeria stava per cadere e io l’avevo afferrata e tenuta stretta a me.
Il suo profumo di donna, il suo corpo snello ma sodo avevano risvegliato in me la voglia di piacere a una donna e di lottare per conquistarla.
“Sei matto da legare!” ripetevo fra me, però si sa che la perfezione non è di questo mondo e lei era la classica donna che può farti fare follie.
Una sera stavo leggendo il capitolo finale del libro prestatomi da Valeria quando sul cellulare Salvo mi scrisse per invitarmi a pranzo il sabato successivo.
Io il sabato generalmente non lavoro per cui accettai cominciando a meditare sulla scusa da presentare a mia moglie per giustificare la mia assenza da casa.
Alla fine le dissi che dovevo coprire un collega che non stava bene e all’ora convenuta mi presentai a casa dei miei graditi amici.
Questa volta sulla soglia c’era Valeria, per l’occasione aveva indossato un completo camicetta e gonna aderente sul ginocchio, calze carne, tacchi e aveva lasciato sciolti i suoi capelli meravigliosi che le cadevano sulle spalle, come un manto.
Era magnifica! Ci scambiammo un bacio sulle guance e mi fece accomodare in sala da pranzo dove era stata allestita una tavola riccamente imbandita.
Valeria disse “sono veramente contenta che tu abbia accettato il nostro invito, spero tu abbia fame perché ci sono tantissime cose da mangiare io e Salvo amiamo la cucina e a maggior ragione se abbiamo un ospite ci diamo da fare.”
Risposi,” tranquilla l’appetito non mi manca di sicuro anche se poi devo allenarmi parecchio per bruciare le calorie.”
“E ti fa tanto bene da quello che si vede”, esclamò sorniona.
Salvo ci raggiunse e il pranzo ebbe inizio.
Io ero seduto di fronte a Salvo mentre Valeria stava alla mia destra, il suo profumo era una tortura e la sua vicinanza mi procurava una potente erezione.
Continuammo a mangiare e bere finché il pranzo finì.
Ci spostammo in salotto e Valeria, forse ebbra del vino rosso che aveva bevuto si tolse le scarpe accovacciandosi sul sofà accanto a me.
Salvo sedeva di fronte e riprese il discorso del mio salvataggio quando erano rimasti in panne con la bici.
A un certo punto Valeria esclamò “Stefano ci ha aiutati e con le mani d’oro che si ritrova potrebbe fare qualsiasi cosa”.
Detto questo mi prese la mano e la poggiò sul suo collo.
“Mi hai detto che sai fare i massaggi, potresti aiutarmi per la mia cervicale?”
Guardai incredulo Salvo e questi rispose “ma certo aiutala così non si lamenterà tutta la sera”.
La feci sedere dandomi le spalle e con molta delicatezza iniziai a massaggiarle il collo.
Era bellissimo toccarla, lei aveva gli occhi chiusi e ormai avevo un dolore lancinante al membro che protestava chiuso dentro i calzoni.
Valeria mi propose di spostarci nella loro camera per potersi stendere visto che il massaggio le dava beneficio.
Salvo non disse nulla e ci seguì.
Lei si tolse la camicetta e rimase con solo il reggiseno di pizzo, si distese in posizione prona e continuai il massaggio.
A un certo punto lei si spogliò anche della gonna e vedendo il mio imbarazzo il marito mi esortò a continuare anche nella schiena.
“Stefano sei bravissimo hai un tocco molto delicato, ti prego continua” esclamò lei.
Salvo si alzò e avvicinatosi al letto mi sussurrò “Valeria pende completamente dalle tue labbra, se lo desideri puoi massaggiarla anche intimamente e fare anche di più”.
Mi sentivo in un sogno, ero imbarazzato ma tremendamente eccitato per cui lentamente provai ad avvicinare le mani alla sua parte intima.
Mi accorsi che il perizoma di pizzo era completamente zuppo, infilai un dito in figa e lei mugolò, poi tutto accadde velocemente.
Mi accostai a lei che si era girata verso di me e ci baciammo come se non ci fosse un domani, incurante del marito che ci guardava, poi scostai il perizoma e comincia a leccarla.
Aveva un sapore meraviglioso e praticamente raggiunse l’orgasmo in pochissimo tempo.
Il marito nel frattempo si era spogliato e le palpava il culo, mi spogliai anche io e il mio membro schizzò verso l’alto come un soldato sull’attenti.
Lo accostai alle sue labbra e cominciò a farmi un pompino magistrale.
Salvo le leccava la figa ma io volevo osare di più, le chiesi se dovevo fermarmi ma la porcella mi esortò a scoparla forte in figa.
Non me lo feci ripetere, indossai un profilattico che magicamente Salvo aveva posizionato sul comodino e con un colpo secco le fui dentro.
Lei sulla schiena e con le caviglie sulle mie spalle mugolava come una troia in calore e la fottevo talmente forte che il letto cigolava.
Lui le toccava i seni lasciandomi campo libero e dopo pochi minuti a causa della forte eccitazione scaricai il mio piacere dentro di lei.
Continuammo a limonare ancora per alcuni minuti, Salvo andò in bagno e noi restammo a letto senza mollarci un attimo.
Feci una doccia e tornai a casa inconsapevole del fatto che quello era stato il primo capitolo di una lunga storia.

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