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Chi la dura la vince

15.04.2025 |
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"L’immagine riflessa nello specchio non era un film; eravamo noi due, ed ero io quella che veniva penetrata a pecora..."
CHI LA DURA LA VINCEErano mesi che mi scriveva messaggi e in cuor mio speravo che si stancasse.
All’inizio, avevo pensato che fosse il solito singolo che desidera solo una botta e via con una “donna speciale”, come me; ma poi mi accorsi che una parte di me aveva voglia di conoscerlo e incontrarlo.
Quando mi registrai su annunci, lo feci con l’intenzione di incontrare solo coppie.
Tuttavia, dopo aver pubblicato qualche foto in lingerie, ricevetti moltissimi messaggi da singoli che chiedevano di conoscermi e organizzare un incontro di sesso trasgressivo.
Avevo sempre rifiutato categoricamente perché non riuscivo a vedermi da sola con un uomo.
Con un uomo in cui la donna sarei stata io.
Tuttavia, con Alessandro le cose andarono diversamente.
Attraverso i suoi messaggi, che giungevano con frequenza quotidiana, percepivo di essermi imbattuta in un uomo forte, deciso ma allo stesso tempo dolce e paziente.
Il suo corteggiamento cominciò dalla fine dell’estate scorsa e, tra un motivo e un altro, arrivammo al mese di marzo.
Lui era sempre molto gentile e mi chiedeva di organizzarmi per poter passare una mezza giornata insieme finché capitolai.
Gli scrissi che lo avrei incontrato a condizione di fargli solamente un massaggio e forse qualche lavoretto orale.
Alessandro accettò subito, tranquillizzandomi, e dopo qualche giorno fissammo l’appuntamento.
Seguendo le sue istruzioni, presi un giorno di ferie e raggiunsi una località di mare distante dalla mia città.
Arrivai intorno alle 8:30 del mattino, digitai il codice e entrai nel B&B che lui aveva prenotato.
La struttura, arredata in stile etnico, era composta da una camera da letto, una piccola cucina e un bagno bellissimo.
Mi spogliai dei miei indumenti maschili e corsi sotto la doccia.
Applicai lo smalto alle unghie delle mani e dei piedi e cominciai a vestirmi.
Per l’occasione avevo scelto un completo interamente in pizzo nero costituito da calze autoreggenti velate, perizoma, reggiseno, sandali argentati con tacco 12, allacciati alla caviglia, parrucca a caschetto castana, collana e orecchini di perle.
Mi truccai con cura, anche se le mani mi tremavano per l’emozione.
Al termine, spruzzai due gocce di un costoso profumo francese, preso in prestito a mia moglie, indossai il mio kimono di seta rossa e mi rinchiusi in camera, secondo gli accordi presi, perché Alessandro mi aveva chiesto esplicitamente di volermi conoscere nei panni di Monica.
Presi il cellulare e gli inviai un messaggio, avvisandolo che ero pronta.
Dopo qualche minuto, arrivò la risposta.
“Tesoro perdonami, sono in ritardo, farò prima che posso!”
La sua risposta mi fece infuriare.
Avevo fatto i salti mortali per raggiungere la struttura, mentendo anche alla mia famiglia e ai miei colleghi per prendermi il giorno di ferie, e ora lui si permetteva di arrivare in ritardo.
Più passava il tempo, e più la mia ansia cresceva.
Finalmente sentii dei rumori provenienti dall’esterno e subito dopo, entrò in casa, dirigendosi verso il bagno.
Mi spostai e andai a sedermi sul divano dell’ingresso, in modo che uscendo mi avrebbe vista subito.
Accavallai le gambe in una posizione tipicamente femminile e, dopo un tempo che mi sembrò interminabile, Alessandro uscì dal bagno indossando un accappatoio bianco.
Statura media, fisico robusto e con una barbetta che faceva da cornice a un viso gentile, corrispondeva all’idea che mi ero fatta di lui.
Ci salutammo e cominciò a riempirmi di complimenti.
Si sedette accanto a me.
Fece qualche battuta, facendomi ridere in modo da calmare la tensione che entrambi avevamo, e poi mi condusse in camera da letto.
Mi liberai del kimono e mi distesi sul letto; lui fu lesto a mettersi accanto a me e cominciammo a baciarci come due adolescenti.
Era una sensazione piacevole; mi sentivo ammirata e desiderata da un uomo.
Quando si liberò dell’accappatoio, il suo grosso membro sgusciò fuori e, quando la mia mano si posò su di lui, mi accorsi che era dannatamente eccitato e lo era per me.
Gli ricordai dei massaggi e, a malincuore, si sdraiò a pancia in giù.
Nudo era uno spettacolo!
Cosparsi il suo corpo con l’olio profumato che avevo portato con me e iniziai a massaggiarlo, partendo dai polpacci.
Era un’esperienza nuova; avevo toccato dei maschi, ma era sempre stato in presenza delle loro donne.
Stavolta era diverso, ma di certo piacevole.
Lui stava tranquillo e si godeva il massaggio, ma appena gli chiesi di girarsi, mi afferrò i polsi bloccandomi con la schiena sul materasso.
Sentivo la sua forza; mi baciò, stavolta con più passione, e non volevo oppormi.
Continuò a baciarmi i capezzoli e l’addome, e mi sollevò le gambe.
Appena la sua lingua sfiorò la mia figa anale, avvertii una scossa elettrica.
Alessandro sapeva il fatto suo; volevo fermarlo, ma dalla lingua era passato alle dita.
Mi penetrava lentamente facendomi gemere.
Facemmo un 69 delirante; il suo uccello, sotto i miei colpi di lingua, diventava sempre più grande e il mio orifizio era un lago.
Poi accadde.
L’immagine riflessa nello specchio non era un film; eravamo noi due, ed ero io quella che veniva penetrata a pecora.
Vedevo chiaramente Alessandro muoversi sempre più velocemente, affondando il suo uccello dentro il mio culetto, una sensazione bellissima e per la prima volta ebbi un orgasmo senza toccarmi.
Mi scopò in diverse posizioni; ero una bambola nelle sue mani e lui, da vero “toro”, mi montava a dovere.
Persi la cognizione del tempo finché lo sentii uscire e, sfilatosi il profilattico, eiaculò abbondantemente sulle mie natiche, imbrattando le calze che avevo indossato.
Esausti, ci sdraiammo vicini e ci scambiammo ancora delle coccole finché il suo smartphone cominciò a vibrare, riportandoci alla realtà.
Si fece la doccia e subito dopo ci separammo con la promessa di rivederci.
Io rimasi un po' di più a letto, recuperando le forze.
Poi mi struccai con calma, mi rilassai con un bagno caldo e, infine, tornai alla mia vita di sempre con la consapevolezza che, grazie a Alessandro, era emersa una parte di me che non conoscevo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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