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Lui & Lei

Un incontro inaspettato.


di Clelia_Rocco_coppia
03.03.2025    |    1.085    |    0 8.3
"” Le sue parole sono come se il so cazzo fosse già affondato nella mia fica..."
Il centro commerciale era affollato, voci confuse si mescolavano al suono dei passi veloci, del fruscio delle borse piene. Non cercavo niente in particolare, ma poi ho visto te.
Un colpo al cuore.
La tua figura tra la folla, il tuo modo di camminare, l’aria sicura che hai sempre. Non mi aspettavo di incontrarti qui. Il mio respiro si blocca per un istante, poi riprende, più rapido. I nostri sguardi si incrociano. Ti fermi un attimo, mi scruti, poi accenni un sorriso. Ti passo accanto, le nostre mani si sfiorano appena, una scintilla invisibile che mi percorre la pelle.
Proseguo. Cinque passi, sei, sette.
Il telefono vibra nella tasca della mia giacca.
“Seguimi. Ho la macchina qui vicino.”
Il mio cuore accelera. Mi giro leggermente, seguendoti con gli occhi. Ti vedo uscire dall’ingresso principale, con la stessa calma di sempre. Dopo pochi secondi, prendo la stessa direzione.
Il parcheggio è ampio, il cielo sopra di noi è di un grigio uniforme, tipico dei pomeriggi d’inverno. Ti vedo accanto alla tua macchina, un fuoristrada scuro con i vetri oscurati che più di una volta ci ha fatto da rifugio. Apri la portiera e sali, senza guardarti indietro.
Non esito. Mi avvicino, controllo che nessuno stia osservando e salgo anch’io, chiudendo la portiera dietro di me. L’aria all’interno è più calda, intrappolata nell’abitacolo. Il tuo profumo mi avvolge subito.
Mi guardi con quel tuo sorriso complice e sottilmente perverso.
— “Amore, non mi aspettavo di incontrarti qui.”
Le tue dita sfiorano la mia guancia, scivolano lungo la mascella. La tua voce è bassa, roca. Il mio corpo risponde prima della mia mente: mi sporgo verso di te, cerco un contatto e , infine, non resisto e ti stringo in un abbraccio che sa di mancanza, di desiderio trattenuto troppo a lungo.
— “Ciao amore mio, che sorpresa inaspettata.”
Le parole si perdono sulle tue labbra mentre il bacio ci travolge. Un bacio profondo, intenso, disperato. Le nostre lingue si cercano, si intrecciano, si succhiano a vicenda. La mia mano scivola lungo il tuo petto, sento il battito forte sotto la stoffa della giacca. Tu fai lo stesso, esplorando freneticamente con le mani il mio corpo, riscoprendolo, sotto i vestiti.
Le tue dita scivolano sotto la mia maglia leggera e ti fermi, sorpreso. Nuda sotto. il tuo sguardo si accende, il tuo respiro si fa più pesante, affannoso. I polpastrelli sfiorano i miei capezzoli, poi li stringi tra le dita, li tormenti. Un gemito mi sfugge, un misto di dolore e piacere e quella meravigliosa tortura mi incendia il ventre.
Non resisti oltre. Con un gesto deciso mi sfili la maglia, lasciandomi esposta ai tuoi occhi e non solo. La tua bocca non si fa attendere, le tue labbra calde scendono lungo il mio collo, si chiudono attorno ai miei capezzoli, li succhi, li mordi, mentre le tue mani scendono sui miei fianchi, li stringi e mi attiri in modo deciso a te ancora di più.
Il mio respiro si fa irregolare, il piacere mi annebbia i pensieri. Poi sento la tua mano che scivola sul mio ventre, si infilai dentro i miei leggings. Un brivido mi attraversa quando mi afferri il culo con decisione, le tue dita si muovono lente, provocanti, impastano le mie natiche, le allarghi e poi le restringi, provocandomi brividi di piacere in fica. le sento scivolare lungo il solco fino a trovare il mio buchino. ci giochi, stuzzicandolo, massaggiandolo, penetrandolo leggermente in quasi a prepararlo.
— “quanto lo desideravi, porca?” Mi sussurri all’orecchio.
— “Tanto, da impazzire dal desiderio…!” Ansimo, spingendo i fianchi e andando incontro alle tue dita che non smettono di penetrarmi.
La voglia di averti dentro mi consuma. Non voglio perdere un secondo. Ti sbottono i jeans con mani tremanti, abbasso la cerniera e il tuo cazzo scatta subito fuori, già duro, pulsante. Mi mordi il labbro mentre sorrido, constatando che non porti mai l’intimo sotto i jeans, ed è una delle cose che mi eccita e amo di più di te.
Le tue dita continuano a torturarmi mentre la mia mano si stringe attorno alla tua asta calda. Inizio a muovermi lentamente, godendomi ogni reazione del tuo corpo. Ti sento mugolare piano, un suono che mi fa vibrare dentro. Mi abbasso leggermente e faccio scorrere la lingua lungo tutta la lunghezza, assaporando, prendendomi tutto il tempo necessario, gustandomi odore e sapore, sensazioni che partono dal cervello e mi arrivano in fica con forti fitte di piacere.
Lo voglio dentro la bocca, tutto, lentamente, profondamente. Il tuo corpo si tende,mi prendi per i capelli in modo deciso, guidano il mio ritmo mentre la mia lingua lavora sulla cappella dura. Intanto, sento le tue dita entrare dentro la fica, prima una, poi due, allargando la vulva con movimenti lenti e sapienti.
Il piacere mi fa tremare le gambe.
All’improvviso mi sollevi, i nostri sguardi si incatenano.
— “Vieni qui.”
Mi fai salire sopra di te, le mani sulle mie anche. Posizioni il tuo cazzo sulla mia fica,mi sfiori appena e l’attesa è una meravigliosa tortura.
— “Lo vuoi?”
— “Sì, lo voglio.”
Rispondo prontamente.
— “Implorami, allora. Piccola cagna in calore.”
Le sue parole sono come se il so cazzo fosse già affondato nella mia fica.
— “Ti supplico, dammelo tutto, lo voglio dentro, fino in fondo!”
Sfreghi il cazzo lungo la fessura per un po’, mi mastutbi con la cappella, torturando il mio clitoride, poi lo punti in fica e, afferrandomi per le anche, mi abbassi lentamente, facendomi impalare sul tuo cazzo; lo sento invadermi centimetro dopo centimetro fino a riempirmi totalmente. Un gemito profondo, quasi un rantolo, mi sfugge mentre il tuo cazzo mi riempie completamente. Mi afferri deciso per i fianchi e inizi a guidarmi, dettando il ritmo.
Le tue spinte si fanno sempre più rapide e più profonde. I nostri corpi, quasi, si scontrano in un ritmo frenetico, il rumore delle mie natiche che sbattono sul tuo ventre e sulle tue cosce amplifica la mia eccitazione, sembriamo due animali che si accoppiano. Il calore dei nostri respiri appanna i vetri, mentre i nostri gemiti ormai vere urla di piacere riempiono lo spazio chiuso dell’abitacolo.
Poi mi giri, facendomi piegare carponi col ventre a contatto col sedile. Il freddo della pelle mi fa rabbrividire, ma solo per poco perchè il calore del tuo corpo mi avvolge totalmente non appena entri di nuovo dentro di me con un affondo deciso.
Urlo per il piacere quando il tuo cazzo mi invade la fica, riempiendola tutta. le tue spinte sono sempre più violente, le tue mani mi stringono con forza le natiche, percuotendole con il palmo della mano ad ogni affondo e il mio corpo si infiamma e si apre completamente, desiderando di accogliere tutto te stesso dentro di me. Il piacere diventa incontrollabile, le tue dita trovano il mio clitoride e iniziano a massaggiarlo, spingendomi oltre ogni limite.
Sento l’orgasmo emergere, intenso fino a travolgermi come uno tsunami; il mio corpo si tende, fino ad esplodere in un’ondata di piacere, scuotendomi tutta, facendomi tremare in ogni fibra. Ti insulto:
— “Sei un porco, un bastardo perverso; Non smettere, fottimi! Ti voglio tutto dentro, ancora e ancora!”
Tutto questo basta a farti perdere il controllo: con gli ultimi e profondi affondi, ti lasci andare dentro di me; un forte gemito gutturale ti sfugge dalle tue labbra insieme a quelle parole che io amo sentire e che mi eccitano oltre ogni limite. il tuo orgasmo esplode e il tuo piacere ci travolge entrambi perchè le tue dita sul mio clitoride mi provocano, ancora, un orgasmo intensissimo.
Rimaniamo immobili, i corpi esausti, il respiro ancora affannoso. Mentre sorrido, soddisfatta e appagata, mi giro a guardarti e dopo un bacio che mi spinge ancora a succhiarti con gusto la lingua ti dico:
— “Di certo non mi aspettavo una sorpresa così e ho sempre desiderato farlo qui, al centro commerciale in mezzo alla gente che ci è passata accanto senza rendersi conto di noi che ci amavamo…forse.”
Scoppiamo entrambi in una risata soddisfatta.
Le tue mani sono ancora sui miei fianchi, li stringono e mi attiri a te, non essendo ancora uscito da me; le tue labbra sulla mia schiena e la tua lingua che riprende a leccarmi fino al collo.
— “Dovremmo fare questi incontri inaspettati più spesso, allora.”
Rispondi con la tua solita ironia.
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