bdsm
Carla Cagna e schiava
di Clelia_Rocco_coppia
11.06.2024 |
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"Carla un po’ attonita fece lo stesso, convinta che forse non lo avrebbe più rivisto..."
Carla aveva per Shane una vera e propria venerazione. Sin dalla prima volta in cui lo aveva conosciuto, lui l’aveva colpita per questo suo aspetto spavaldo, l’aria da ragazzo selvaggio, capelli lunghi, fisico atletico per i tanti anni di ciclismo agonistico e un’anima da porco bastardo, dominatore. L’aveva conosciuto a una festa dopo una sfilata cui lei aveva partecipato e i loro sguardi si erano subito incrociati, emanando un reciproco e straordinario magnetismo. Lui non aveva perso tempo e dopo un paio di minuti l’aveva già abbordata con la tattica banale ma sempre efficace del "non ci siamo già visti”? Lei aveva intuito che era un tentativo di "rimorchio", ma quel maschio era così attraente da non poterne rifiutare le avances. Come in una scena da film, dopo uno scambio di battute provocatorie, lei senza dire una parola, lo guardó ammiccante e si diresse verso una delle camere di quella casa che conosceva bene.Shane, senza indugi, la seguì al punto che Carla se lo ritrovò alle spalle non appena chiuse la porta della camera. Una mano sul collo e l’altra che ispezionava giá tra le sue cosce le fece capire la natura di quei contatti. Non avrebbe permesso a nessuno di trattarla così, ma lui stava dimostrando di saperla domare e dominare. E quando le infilò due dita in fica con un gemito roco che le morì in gola, dimostrò che stava accettando di fatto la sua sottomissione. Shane prese a masturbarla furiosamente e lei da un momento all'altro attendeva l’orgasmo; ma quel porco bastardo aveva altri piani per lei. Senza preavviso la prese per i capelli, la fece abbassare con il viso all’altezza del suo cazzo, accosciata sui talloni e, in una frazione di secondo, Carla si ritrovò con un enorme cazzo che lui le sbatteva sul viso, sul collo, sulle labbra, già duro, caldo. Le sembró tutto così delirante eppure cosi estremamente realistico. In maniera istintiva iniziò a comportarsi da vera cagna annusando quel gran cazzo pulsante.Lui l’ha prese per i capelli, la costrinse ad aprire la bocca, facendole colare in bocca, sulla lingua una gran quantitá di saliva che lei ebbe cura di trasferire su tutta l’asta, iniziando dalle palle, risalendo fino alla punta e iniziando a disegnarvi ghirigori con la lingua tutto intorno, dando piccoli baci sulla cappella, fino ad ingoiare buona parte di quella piccola proboscide.
Si erano già delineati i ruoli: lei la cagna da umiliare, mortificare, sottomettere e lui dominatore assoluto che poteva disporre del suo corpo e della sua mente.
Per potergli lavorare quella minchia magnificamente, lei lo afferrò per i glutei e iniziò a spompinarlo, dandosi il ritmo e spingendo per quelle sode natiche tutto il cazzo dentro la bocca. in alcuni momenti ebbe la sensazione di soffocare ma voleva compiacere quel maschio dominatore e avrebbe rimesso anche l’anima pur di appagarlo. Lui decise di prendere in mano la situazione e sistemandosi con una gamba sopra un tavolino di servizio, la costrinse a leccare, partendo proprio dal suo culo per finire con la lingua sulla punta della sua cappella. Questa umiliazione ebbe il potere di eccitare Carla ancor di più e, in maniera del tutto spontanea, prese a masturbarsi la fica, infilandosi prima due, poi tre dita, torturandosi il clitoride col palmo della mano per poter godere di uno straordinario orgasmo che sentiva man mano salire dal suo ventre.
Shane era al limite ed entro pochi secondi sarebbe esploso nella sua bocca, riempiendola di sborra, avendo, lei, percepito tutto questo dai suoi gemiti e dai movimenti convulsi del suo bacino, mentre cercava con una certa violenza di stupr@rle la bocca. Ma all'improvviso l'uomo la prese per il collo, la sbattè con le spalle alla porta, con una mano le sollevó una coscia che lei spontaneamente tenne sospesa, mentre lui impugnó il suo cazzo e le trapanó la fica con una penetrazione secca.
Come un mastino infuriato, Shane inizió a fotterla con colpi cadenzati e profondi, strappandole ad ogni affondo un gemito di dolore misto a piacere. Quella mano sul collo le faceva mancare l’aria, ma le provocava anche un’eccitazione fuori dal comune. Lui la sollevó di pesi, prendendola da sotto le cosce, appoggiandola con le spalle alla porta e inizio a farsi cavalcare, cosi, determinando lui il ritmo della scopata. Carla non avrebbe resistito ancora per molto e, infatti, con un urlo disumano, inizió a godersi l'orgasmo c,tanto agognato che non le capitava di avere, forse da sempre.
Shane continuò a scoparla con la stessa veemenza e lei era certa che entro breve sarebbe esplosa in un altro orgasmo devastante. Ma l'uomo le stava mostrando solo una piccolissima parte della sua perversione e, infatti, si fermó, la fece mettere piegata a 90 su una vecchia scrivania in legno e, non appena lei ebbe spalancato le cosce, allargandosi le natiche, le sputò sul buco del culo e le infilò due dita senza preavviso, penetrandola fino in fondo. Carla urlò più per la sorpresa che per il dolore; aveva già preso in quel suo bellissimo culo qualche cazzo, ma niente che valesse la pena di ricordare. Dopo circa un minuto di preparazione, lui afferró un vecchio timbro dal lungo manico in legno e di discrete dimensioni e glielo infilò nel culo, facendola urlare di dolore. Iniziò a lavorarle il buco, mentre con tre dita le devastava la fica, penetrandola lentamente. Dopo un minuto le dita erano 4 e quello dopo ancora anche il pollice entrò, slabbrandole la fica, facendo entrare tutta la mano. Carla urlava ma ormai non capiva se per il dolore e il piacere o solo per il piacere. Quella mano è quel falso cazzo nel culo la stavano facendo impazzire; ma soprattutto per come lui la trattava; una cagna in calore e una troia.
Lei sentiva montare un nuovo orgasmo e questa volta sarebbe arrivato sia dal suo magnifico culo sia dalla sua fica vogliosa.
Shane volle eccitarla anche con le parole e iniziò a inveire dicendole:
-“Che grandissima troia devi essere. Era questo che cercavi?
-“Siiiiii!!” Rispose la donna.
-“Ma l'ho desiderato da te, porco bastardo".
L’uomo recuperò la cintura dei suoi pantaloni e iniziò a colpirla forte sulla schiena, sui fianchi, sui seni, sul culo. Carla urlava, ma quel dolore non faceva altro che aumentare la sua eccitazione. Lui le tolse la mano dalla fica e il timbro/cazzo dal culo, facendola distendere con la schiena sulla scrivania; posizionò le cosce sopra le sue spalle e le puntó il cazzo nel culo, penetrandola fino alle palle che Carla accolse con un rantolo di dolore e piacere. Ormai era larga, ben lubrificata e quella minchia le scivolava dritta e dura dentro senza attriti.
-“Troia, cosi lo vuoi nel culo, puttana?!”
Le urlava Shane.
-“si, si, si… Maiale mettimelo dentro; sfondami, fammi male”!
Le rispose pronta Carla.
L’uomo, quindi, la prese per il collo e affondò in lei in modo quasi animalesco, continuando a insultarla.
Quell’amplesso, piu simile a un accoppiamento, continuò ancora per circa un minuto. Poi Carla esplose urlando il orgasmo e riversando sul cazzo, sul petto e sul ventre di Shane la sua copiosa sborra. Poi fu la volta di Shane che, uscito dal suo culo, la prese per i capelli, facendola inginocchiare e sborrandole in bocca, sul viso, sui seni, sul ventre. Così come era iniziato, quell’incontro ebbe termine, senza una parola di commiato. Shane si rivestì, aprì la porta e sparì. Carla un po’ attonita fece lo stesso, convinta che forse non lo avrebbe più rivisto. Ma il destino é imprevedibile!
Carla, in attesa di una chiamata da parte di Shane cercava di immaginare cosa poteva ancora accadere al loro prossimo incontro.
Per distrarsi da questo pensiero assillante, si tuffò nel suo lavoro di modella e proprio quando aveva perso le speranze, la notifica di un messaggio da parte dell’uomo, le forniva un indirizzo, una data e un orario: “Via dei Tigli, 34 - venerdì 15 - ore 20.00”.
il cuore iniziò a batterle all’impazzata, ansia, timore, eccitazione; non sapeva cosa prevalesse in quel momento. Tuttavia, si concentrò su quell’incontro a cui nei due giorni successivi avrebbe partecipato.
iniziò a prepararsi sin dal primo pomeriggio, dedicandosi alla cura del suo corpo e alla mise che avrebbe indossato. Visto il clima estivo, scelse un abito lungo, rosso fuoco con un generoso decolleté che le metteva in mostra i seni non sorretti da reggiseno e da cui già spiccavano i capezzoli; davanti due spacchi aperti fino agli inguini e dietro, al centro, un altro spacco, talmente profondo, da lasciare intravedere il solco che divideva i glutei. Trucco non molto marcato, ma che metteva in risalto il suo bellissimo viso, i capelli lasciati lunghi, le ricadevano sulle spalle
e tacco alto che slanciavano ancora di più le sue bellissime gambe, proiettando in alto le sode natiche. Ultima, ma ponderata scelta, assenza di intimo.
Si guardò allo specchio un'ultima volta e si piacque: sobria ma con un mood da gran troia!
il Taxi la lasciò proprio davanti a una villa in periferia, il cui cancello era stato lasciato aperto e la porta di ingresso della villa era anch'essa aperta ma socchiusa.
si partiva già con un alone di mistero. Varcò, titubante, l'entrata di quella costruzione e della musica e una fonte luminosa la guidarono in un ambiente non molto grande, fatto di specchi e due grandi schermi; luce molto soffusa da non distinguere tutto ciò che c’era. Appena superata di qualche metro a porta di quella stanza, la sentì rinchiudersi alle sue spalle e alcuni faretti illuminarono il centro della stanza dove Shane apparve in tutta la sua stazza. Pantaloni in pelle e al collo portava un collare di cuoio, i lunghi capelli sulle spalle gli conferivano una natura ancora più selvaggia, non indossava altro e il suo fisico sembrava lucido e quasi levigato sotto i riflettori.
Dal soffitto pendeva una strana imbracatura con delle cinghie che consentivano di accogliere il bacino e altre che servivano per essere fissate ai polsi e alle caviglie in modo da tenerle larghe. Carla intuì a cosa poteva servire quella attrezzatura e ancora una volta la sua fica le lanció il giusto messaggio, contraendosi e bagnandosi per l'eccitazione.
Ma la sua e quella di Shane non erano le uniche presenze in quella stanza. In piedi, quasi in fondo alla stanza, notò la presenza di un'altra persona. Un uomo oltre i 50 anni, certamente piacente, barba rada bianca, come i suoi capelli; vestiva un abito scuro dal gusto ricercato, con camicia bianca. Per quanto gradevole, Il suo aspetto aveva un ché di inquietante, ma, stranamente, non la metteva a disagio, anzi sembrava una presenza stimolante. Le sorrideva e questo non la rasserenò.
Non sapeva che ruolo avrebbe avuto in quel contesto, ma dedusse che se Shane lo aveva voluto lì, aveva le sue ragioni e lei decise che avrebbe condiviso tutto con lui quella sera.
Quello che adesso era il suo maschio, le tese la mano, invitandola al centro della stanza; lei si avvicinò senza esitare e quando lo ebbe raggiunto senti una mano di lui che le cingeva la vita in modo deciso, mentre l’altra risaliva dal collo alla nuca per baciarla in bocca e infilarle la lingua così profondamente da toglierle il fiato.
Rispose con la stessa passione al suo bacio, prendendolo per i fianchi, catturando, quindi, i suoi glutei e spingendolo contro il suo bacino per saggiarne il desiderio.
Shane era già duro e pulsante e sentire il suo cazzo sul ventre, la costrinse a sollevare il bacino per poterlo indirizzare nel solco della sua fica già bagnata. Si sorprese per questa sua reazione così lussuriosa, ma aveva deciso che quella sera avrebbe varcato il più possibile i suoi limiti e suoi confini. Guardò per un momento l’uomo in fondo alla stanza, lo vide sorridere e la sua presenza, anzichè inibirla, le diede un'ulteriore scarica elettrica che dalla nuca, scese lungo la schiena e la raggiunse in fica.
Scoprì, pertanto, un altro modo in cui le piaceva essere guardata: mentre si esibiva, facendo sesso col suo maschio!
-"Preparala"! Ordinó con una voce profonda lo sconosciuto, provocandole dei brividi e facendole inturgidire i capezzoli. Prontamente, Shane le disse di spogliarsi e rimanere solo con i tacchi; la costrinse ad indossare un collare come il suo al quale agganció un lungo e spesso guinzaglio in cuoio.
-”Falla camminare, l'attende una serata impegnativa e la voglio giá pronta ad affrontarla".
Gli intimó l'uomo misterioso. Carla percepì che ció che sarebbe accaduto, da quel momento in poi, sarebbe stato per entrambi qualcosa
di straordinariamente trasgressivo, erotico, perverso e il languore sessuale che questo pensiero le provocó amplificava ancora di più la sua voglia.
Il suo maschio la obbligó, quindi, a mettersi a quattro zampe e inizió a trascinarla per tutta la stanza. Faceva fatica a stargli dietro e per tutta risposta lui la colpì sulla schiena con l’estremità del guinzaglio, facendola urlare.
-”Zitta cagna o continuo fino a farti sanguinare.”
Le urlò Shane. Un altro colpo sferzante le arrivò tra le natiche e la fica, togliendole il respiro, ma non emise un suono questa volta. Come mosso da pietà, l'uomo le accarezzó proprio i punti in cui l'aveva colpita; poi fece scivolare le dita tra le natiche fino ad arrivare alla fessura, rilevando ad alta voce quanto fosse giá fradicia:
-"Questa cagna è già un lago"!
Lei dovette ammettere che era tutto vero; il dolore provocatole aveva dato altro vigore al suo desiderio e alla sua eccitazione. Si stava convincendo sempre di più che il trinomio, dolore, piacere e umiliazione la facevano impazzire di godimento.
In quei quasi quattro giri intorno alla stanza Carla poté rimirarsi sugli specchi alle pareti e sui grandi schermi, riconoscendo che essere trattata da cagna la eccitava particolarmente. Shane la fece alzare le staccò il guinzaglio e la sistemò
con il culo sulla imbragatura centrale, costringendola a cosce spalancate con mani e caviglie fissate alle cinghie, sospesa, ma in perfetto equilibrio con culo e fica offerte.
Shane da perverso bastardo le applicò una benda agli occhi e questo la privó di uno dei sensi essenziali, amplificando, però, tutti gli altri.
Ansia, tensione, paura fecero esplodere la sua eccitazione; sentiva gli umori colare dalla fica come una piccola fontana. Una lingua iniziò a leccarle il viso, poi le labbra e, infine, si infilò nella sua bocca. Rispose istintivamente a quelle slinguate lascive e lussuriose,
cercando di catturare quel serpente lungo e morbido. Delle dita, intanto, scavavano tra le pieghe del suo sesso oscenamente aperto, strappandole gemiti di piacere. A quelle in fica se ne aggiunsero altre due nel culo, iniziando quella strana doppia penetrazione che l'avrebbero portata alla soglia del suo primo orgasmo. Ma i piani di quei due maschi perversi erano altri. Chi mi torturava culo e fica smise di farlo, lasciandola, però, sull’orlo della pazzia per quanto fosse eccitata.
-”Sei una vacca da monta e non ti è consentito godere; non subito o quando lo decidi tu. Le tue sofferenze e la tua umiliazione stanno per iniziare!”
La voce profonda dell'uomo le giunse alle orecchie ma fu come sentirla in fica.
Quell'uomo, pensò Carla, era proprio una porco bastardo perverso e la eccitava in un modo lussurioso e sadico.
All’improvviso sentì qualcosa che le alitava tra le cosce proprio sulla fessura; ma non c’è contatto. Carla provó, d'istinto, a stabilire un contatto, protendendo il bacino e fu un errore perché un colpo dato, presumibilmente con una frusta a frange, la colpì sui seni. Era iniziata la tortura di cui parlava lo sconosciuto! Il secondo le arrivó al ventre, all’altezza del pube, poi sulle cosce, sulle spalle e sulla natiche. In sequenza rapida, ancora, tra i glutei proprio sul buco e sulla fica, infine, un’altra quasi contemporaneamente, davanti, tra le cosce, sul clirtoride. Intuì che devono essere in due oltre a provocarle quel supplizio perverso ed eccitante. A quel punto urlò e godette nello stesso tempo, schizzando sborra e urina sul pavimento.
-”Questa cagna puttana ha sporcato e questo aumenterà il numero delle sue punizioni”. Sentenzó con voce severa l'uomo misterioso.
Poi, probabilmente, Shane, si avvicinó da dietro, le sue mani sui seni, strizzandole i capezzoli sempre più forte e facendola rantolare per il dolore; la morse sul collo, la leccó, succhiandole ogni centimetro di pelle, regalandole brividi di piacere. Carla era consapevole che stava per perdere il controllo e che a quel punto non sarebbe stata in condizione di discernere lucidamente ciò che le stava accadendo e, invece, voleva rimanere lucida e presente a se stessa per vivere ogni attimo di quella tremenda lussuria!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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