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La vendetta...con i figli del mio amante.


di Clelia_Rocco_coppia
11.10.2024    |    5.780    |    8 9.1
"-“Siiiii”…, lo urlo nella mia mente, ma in realtà quello che esce dalla mia bocca è un rantolo avendo la grossa minchia che mi impedisce di fare altro se non..."
Non resterà impunito il fatto che tu mi abbia venduta come una escort o meglio come una prostituta di lusso e, questa volta, la mia vendetta ti toccherà profondamente.
Sono settimane che pedino i tuoi figli; ormai so quali sono le loro abitudini e li conosco talmente bene anche per tutto ciò che mi hai riferito su di loro durante le nostre lunghe conversazioni. Sono fermamente decisa a farli diventare le mie prede.
Ogni venerdì si incontrano in uno dei ristoranti nel centro della città, raccontandosi le loro imprese della settimana. Ho potuto constatare che sanno essere molto complici e le loro avventure certamente le condividono solo fuori casa perché entrambi impegnati.
Sono soddisfatta di ciò che ho visto e delle altre informazioni di cui sono già a conoscenza e questo venerdì entrerò in azione. Di fronte al ristorante c’è un albergo dove ho già preso una camera proprio per quel giorno.
Li vedo entrare, aspetto una decina di minuti, quindi, li seguo dentro il locale. Sono seduti sempre allo stesso tavolo e dal cameriere mi faccio accompagnare al tavolo vicino al loro. Dal menu ordino solo un antipasto leggero e un calice di vino. Rivolgo loro molti sguardi con tale insistenza che alla fine si rendono conto del mio interesse e dell'attenzione co cui li osservo. La mossa successiva è accavallare le gambe in modo da far salire l’abito, mostrando generosamente le cosce. Uno dei due mi sorride sornione e sembra la tua copia spiccicata; spero vivamente che lo sia anche quando faremo sesso. Mentre lo penso mi do della troia perché la mia fica ha “ascoltato” anche lei quel pensiero lussurioso.
Sto, quindi, per entrare in azione. Mi alzo, prendo il mio calice di rosso e mi dirigo verso di loro. Inciampo volutamente e il mio vino, inevitabilmente, si rovescia sulla camicia e sui pantaloni di uno dei due.
-“Oh mamma, cosa ho combinato? Perdonami, sono veramente mortificata, ti chiedo scusa…”
-“Non preoccuparti, in fondo si dice che il vino versato è di buon auspicio, no?”
-“Eh sì, si dice; ma per la mia sbadataggine adesso la tua camicia e i tuoi pantaloni sono fradici e tra un po' anche maleodoranti. Avrei voluto essere meno goffa, mi spiace veramente“.
Lo dico con un’enfasi degna della miglior attrice, ripetendolo ancora per rendere tutto più credibile.
-“Stai serena, può capitare a chiunque, anzi perché non ti accomodi qui con noi per farti perdonare?
Mi dice uno dei due con un tono languido.
-“Siete sicuri di volerlo perché non garantisco di lasciarvi incolumi; Io, comunque, sono Lena.“
Cerco di sdrammatizzare, accettando implicitamente il loro invito e porgendo la mia mano in segno di saluto, ma anche per stabilire un primo contatto pelle a pelle.
Loro sono Simone e Luca e considero ancora una volta in quel preciso momento che da vicino sono ancora più belli e intriganti; ma, d’altra parte, sono figli del mio affascinante amante e si dice che la mela non cade mai lontano dall’albero; quindi, non potrebbe essere diversamente.
Restiamo per buona parte della serata a discutere del più e del meno, molto gradevolmente e degustando dell’ottimo vino. Co mio grande stupore si rivelano due ottimi “compagni di bisboccia” e, quando anche l’ultima bottiglia di vino è quasi finita, so che ho l’obbligo e il desiderio di fare io il passo successivo. Visto che durante la serata mi sono costruita una identità così falsa degna di una spia, mentre stiamo per lasciare il locale mi rivolgo a loro nel modo più convincente che conosco.
-“Vorrei farmi perdonare per i danni che vi ho causato, per la gentilezza con cui mi avete accolto al vostro tavolo e per la gradevole serata che mi avete fatto trascorrere in vostra compagnia. Quindi, vi chiedo se vi andrebbe di salire un attimo in camera mia per un ultimo brindisi e farvi dono di due biglietti del mio prossimo spettacolo che si terrà in questa città tra un mese?
Si guardano, scambiandosi un lievissimo cenno di intesa, e rispondono:
-“Se non lo avessi fatto tu te lo avremmo chiesto noi di offrirci l’ultimo calice della serata.”
Dice uno dei due.
-“Sì. E che era il minimo che avresti potuto fare per far fronte al piccolo inconveniente che ci hai causato durante la serata.
Aggiunge l’altro molto ironicamente.
Quindi, mi prendono sottobraccio e ci avviamo verso l’albergo di fronte mentre le mie gambe diventano malferme e non per il vino bevuto ma perché la mia fica diventa languida e i miei capezzoli sono già turgidi e pronti a bucare il tessuto del mio abito.
Appena entrati li invito a prendere posto sulle poltrone di quella grande camera, divisa in due ambienti comunicanti da un grande e ampio arco che separa la zona giorno dalla zona notte pur essendo nello stesso ambiente ma con spazi e arredi ben distribuiti.
Non vista da loro, posiziono il mio telefonino su un tavolo di servizio da cui si può riprendere per intero tutto l’ambiente. Sento l’eccitazione montare in modo quasi spasmodico; l’idea di essere scopata sotto gli occhi del mio uomo e enormemente arrapante; quindi, avvio la registrazione. Ho già riempito i calici di prosecco e dopo il secondo, io inizio a ridere senza un vero motivo; inciampo o faccio finta di nuovo, non ricordo più e vado a finire dritta distesa addosso al maggiore dei due. Il mio vestito ora è sopra i fianchi e l’altro sta potendo ammirare il mio culo nudo perché il mio perizoma è talmente sottile da evidenziarlo. Non so come, ma nel giro di pochi secondi mi ritrovo senza abito e loro hanno lo sguardo affamato e gli occhi sembrano già vogliano scoparmi; mi sollevo e cerco di darmi un contegno, ancheggiando mentre sto per prendere la bottiglia e sfoggio il mio perizoma, il reggiseno a balconcino, le autoreggenti e il mio immancabile tacco 12. Come dice il mio uomo in questi momenti, ho proprio le caratteristiche tipiche di una cavalla tutta da montare.
“-Oh, cazzo; Lena, sei un incanto!”
Esclama il più giovane e l’altro rimarca dicendo:
-“Io direi che sei proprio uno schianto, cazzo!”.
Compiaciuta e sempre più eccitata, sorrido, ammiccante e li invito a brindare ancora una volta, mentre mi mettono in mezzo e con la mano libera iniziano a palparmi il culo.
Mi godo le carezze sfacciate di questi due magnifici stalloni e dallo specchio sulla parete mi godo la scena proprio nel momento in cui le loro lingue mi leccano il collo, mordendomi e facendomi eccitare oltre misura. Il vino può aver fatto il suo, ma l’idea di essere scopata dai figli di Piero la coltivavo da un po’ nella mia fantasia e adesso che sta per accadere la cosa mi manda fuori di testa.
Sicuramente questa è la vendetta più feroce con cui poterlo punire.
Iniziano a baciarmi a turno, le loro lingue si infilano sfacciate nella mia bocca come piccoli cazzi e io le succhio e le mordo piano. A chi ci osserva dall’esterno potrà sembrare che ci stiamo divorando. Quelle lingue sono instancabili e leccano ogni centimetro della mia pelle. Ancora in mezzo a loro, libero uno dei due della camicia mentre la sua mano mi accarezza la fica, facendo scivolare il dito lungo la fessura fradicia. La bocca si impossessa di un capezzolo, leccandolo e succhiandolo forte. Emetto un gemito di piacere prolungato e intanto lo libero della camicia. Le sue dita esplorano la mia fica e la penetrano, iniziando a scavala delicatamente. Quel movimento dentro mi fa perdere ogni controllo e mentre lascio cadere a terra l’indumento lo prendo per la nuca e lo bacio con lussuria sfrenata. L’altro, mi lecca il collo, lo morde, e mi strizza forte l’altro capezzolo, facendomi sentire il taglio della sua mano tra le natiche, separandole e facendo scivolare le dita fino al buco. Lo accarezza, lo forza strappandomi altri gemiti di piacere. Poi le fa scivolare ancora di più e raggiunge anche lui la mia fica. Lo sento forzare e adesso nella mia fica ho le loro quattro dita, le loro bocche che mi divorano e le loro lingue che mi leccano come un mastino farebbe con la sua cagna. E io adesso mi sento proprio così: la loro cagna in calore!
L’atmosfera è ormai rovente e d’intesa ci orientiamo in direzione del letto;
Si liberano rapidamente delle scarpe, pantaloni, e già da sotto i boxer posso notare le rispettive mazze gonfie e quando si liberano anche di quest’ultimo intimo posso ammirarli in piena erezione, completamente depilati e con due grosse palle da leccare e succhiare mentre li spompino da gran troia.
Quindi penso ad alta voce: -“Non vedo l’ora di assaggiarvi, bastardi!”
Si distendono sul letto e attendono che lo faccia anch’io. Ma voglio godermeli e ammirarli ancora un po’ e non posso fare a meno di sussurrare ancora:
-“Porci, perversi e adorabili bastardi che fisico bellissimo avete.”
lo penso di averlo detto solo nella mia mente, squadrandoli dalla testa ai piedi, ma loro sorridono compiaciuti come se mi avessero sentito.
Mi trovo in mezzo a loro, in posizione da cagna, le mie mani sul loro corpo lo sfioro, ridisegnando con le dita il contorno dei loro pettorali, degli addominali. I loro cazzi sono già duri e sembrano danzare e guizzare stimolati dai loro muscoli pelvici. Esercitano una sorta di richiamo animalesco. A quella vista mi è difficile resistere a lungo, le mie mani scivolano sui loro bastoni pulsanti e inizio a segarli insieme. Li sento e li vedo diventare sempre più duri, caldi pulsanti. Mi avvicino con il viso al cazzo di Simone, lo annuso come farebbe una cagna, tiro fuori la lingua, passandola su tutta l’asta fino alle palle; le lecco, le prendo in bocca una per volta e poi insieme. Ha un buon sapore, familiare, direi. Il piccolo bastardo inizia rantolare per l’eccitazione ma non gli do tregua, ritorno sulla cappella lucida ed umida e intanto, non smetto un secondo di segare Luca. Mi concentro ancora su Simone; lecco ancora la sua cappella, gioco con la punta della lingua sul suo meato, lo allargo, succhio. Sono troppo eccitata e voglio sentirlo duro, caldo, tutto nella mia bocca; quindi, quasi divoro quel maestoso palo di carne, fino in gola. Resto così per qualche secondo poi inizio a fargli un magnifico pompino e sento la sua una mano che accompagna il movimento della mia testa, mentre con l’altra riesce a raggiungere la mia fica, iniziando a scoparla con le dita. La sua non è l’unica mano che percepisco sul mio corpo perché Luca con le sue dita mi tortura il culo, infilandole dentro, dando inizio a una meravigliosa penetrazione. Posso sentire le loro dita toccarsi nella sottile parete che separa la vagina dal mio retto e questa cosa oscena mi fa impazzire di piacere. Ancora qualche secondo e sto per godere; infatti, un fortissimo orgasmo sta per travolgermi, spingendomi a succhiare quel grosso cazzo come una forsennata, mentre le loro dita nel mio culo e nella mia fica si muovono in perfetta sintonia. Finalmente godo, stacco per qualche secondo la bocca dal meraviglioso cazzo di Simone, e con un urlo liberatorio esplodo in un orgasmo devastante. Con la mia sborra inondo le loro mani fino agli avanbracci. Dopo aver preso respiro, allontanandomi da quel potente cazzo, li bacio con intensa lussuria sulla bocca infilando loro la lingua a turno. Per un momento le nostre bocche si fondono e le nostre lingue si intrecciano in modo osceno. Per non dare a Luca la sensazione di averlo trascurato, mi sposto con la bocca adesso sul suo bel cazzo. È appena più grosso di quello di Simone e anche più lungo perché faccio fatica a farlo entrare tutto in bocca, ma mi piace e, volendomi superare, apro la bocca forzando le mie mascelle per poterlo ingoiare sempre di più, tirando fuori la lingua per leccargli le palle. Il bastardo mi insulta, deve piacergli il mio trattamento e sta proprio godendosi la mia bocca e la mia lingua.
-“Sei una meravigliosa puttana… Siiii… Continua così, cagna!”
Nel frattempo, l'altro bastardo si posiziona dietro di me, strofinando la sua cappella su e giù sulla fessura fradicia. Poi senza preavviso la fa scivolare dentro in un unico affondo.
-“Siiiii”…, lo urlo nella mia mente, ma in realtà quello che esce dalla mia bocca è un rantolo avendo la grossa minchia che mi impedisce di fare altro se non spompinarlo. Ora la mia fica è piena. Il maiale si muove lentamente ma, all’ultimo, forza con affondi decisi e sentire il rumore del suo ventre sulle mie natiche mi fa impazzire di eccitazione.
Intanto, mi godo il gran cazzo di Luca, leccando e succhiando come una forsennata, mentre un nuovo orgasmo monta nel mio ventre come uno tsunami, perché Simone potente, devastante, mi martella la fica e in quegli attimi sarei disposta a tutto e mi lascerei abusare in tutti i modi possibili.
Il bastardo si muove sempre più rapido, profondo, insultandomi.
-“Brava troia. Che cagna meravigliosa, hai una fica da urlo, sembra un guanto che fascia alla perfezione il mio cazzo duro!”
Intuisco che anche lui deve essere arrivato al limite e che non voglia ancora godere perché all’improvviso si blocca, da dietro mi prende per i capelli, baciandomi e leccandomi il collo, tira fuori il suo cazzo dalla mia fica e mi obbliga ad impalarmi sul cazzo di Luca. Un gemito fortissimo esce dalla mia gola e per un istante guardo la telecamera, spavalda, mordendomi le labbra proprio come a dire al mio uomo: “adesso mi faccio riempire fica e culo dai tuoi stalloni che si rivelanoi più porci e bastardi di te! Continua a guardarmi bastardo mentre mi fottono insieme”.
Intanto che lo penso, faccio uscire tutta la minchia di Luca, sfregandola sulla fessura e masturbandomi con la sua cappella il clitoride, gonfio, duro e scappucciato; la mia eccitazione ora è nuovamente al massimo e voglio sentire i miei buchi vogliosi pieni dei loro cazzi.
-“Ohohohohohoho!” ancora un gemito di piacere quasi urlato mentre quel palo di carne dura e pulsante penetra la fica tutta, fino alle palle.
Mi piego su Luca, lo bacio, lo lecco tutto, i capezzoli, glieli mordo, risalgo con la lingua fino al collo come una cagna, lappando e succhiando fino ad infilargli la lingua in bocca e facendomela succhiare.
Quello che ho appena fatto è un chiaro invito per l’altro bastardo che è già in posiziona dietro di me, mi bagna il buco del culo, sputandoci sopra e riempiendolo di sua saliva; poi punta il suo cazzo e lo infila con un solo unico doloroso affondo.
-“Ahahahaha! Bastardo, così mi spacchi il culo, mi apri in due le natiche!”
Urlo forte il mio dolore che, conoscendomi, so che lo sentirò solo all’inizio.
Per qualche secondo restiamo tutti immobili come in sincrono e proviamo a trovare la necessaria sintonia nei movimenti. Luca, su cui sono impalata, mi devasta col suo pollice il clitoride; Simone affonda la sua minchia mentre il fratello cazzuto esce dal mio culo e così via. Nel giro di pochissimi minuti, impazzisco per il piacere che mi regalano e tutto ciò mi rende folle di eccitazione al punto che vorrei urlare al mio maschio che mi guarderà che i suoi figli, due grandissimi porci bastardi si stanno sbattendo la sua donna con grande lussuria e che sono bravi almeno quanto lui se non di più. È già Il terzo o forse il quarto orgasmo che sta per arrivare quasi ferocemente; lo sento molto più intenso del solito. Culo e fica stanno per esplodere e do inizio a una serie di insulti nei loro e nei miei confronti.
-“ Ohohohohoho! Sììììì! Bastardi mi state facendo impazzire di piacere; Siete proprio dei magnifici maiali. Fottete questa cagna in calore; sfondate questa puttana; apritele il culo e la fica senza ritegno. Più forte, ancora, ancora. Sìììììì!”
A quel punto il godimento è massimo, tremo in ogni fibra del mio corpo e inizio a schizzare sborra, lasciandomi andare totalmente e inondando entrambi con i miei umori.
Si Staccano quasi contemporaneamente da me e in coro mi dicono.
-“ Adesso inginocchiati troia, dissetati con il nostro miele e non perdere neanche una goccia di questa calda sborra.”
Ma prima che finiscano di pronunciare quest’ultimo ordine, condito con l'insulto che più amo, impugno entrambi loro cazzi, inizio a leccarli a turno dilungandomi nel succhiare le loro cappelle e mi lascio penetrare la bocca; lavoro di gola e di lingua, insalivandoli e segandoli fino a quando non sento i primi due getti violenti di sborra e le loro minchie dure che schizzano come idranti. Ingoio più che posso con il resto che fuoriesce e cola dalla bocca, mi spalmo i seni, per poi leccare avidamente le dita. Dopo aver ripulito i loro cazzi di ogni stilla di sperma, mi aiutano ad alzarmi e mi baciano insieme, lascivamente e sempre più lussuriosamente. L'incontro delle nostre lingue e delle nostre labbra è qualcosa di osceno perché iniziamo a leccarci, scambiando i nostri fluidi e i nostri sapori visto che la mia bocca è ancora intrisa della loro sborra.
Tra i due deduco che Luca é il più perverso perché non sembra ancora sazio; infatti, si piega per leccarmi ancora fica e culo, che conservano ancora parte dei loro umori.
“Che gran porco e bastardo perverso!” dico tra me e me, considerando che e proprio figlio di cotanto padre. Mi godo la sua lingua mentre continuo a slinguazzare come una cagna il fratello maggiore. Queste ultime loro attenzioni concludono la nostra serata. Mentre mi dirigo verso la doccia, loro si rivestono e raggiungono l'uscita, complimentandosi con me per la serata. Spariscono dietro la porta e mi accingo a disattivare la registrazione del video per inviarlo a Piero, accompagnandolo con un messaggio inequivocabile.
“COME AVRAI POTUTO VEDERE, HO GODUTO TANTO CON I TUOI BASTARDI, MA NON SONO SAZIA E, DA BRAVA CAGNA, TI ASPETTO QUI!”

Fine.
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