tradimenti
16 anni; iniziata al sesso dal mio vicino
di Clelia_Rocco_coppia
28.10.2024 |
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"In attesa del quarto capitolo del racconto "Con mia madre e i miei fratelli"
Adoro il sesso da sempre e tutto ha inizio durante la mia..."
Ripropongo un racconto pubblicato mesi fa. In attesa del quarto capitolo del racconto "Con mia madre e i miei fratelli"Adoro il sesso da sempre e tutto ha inizio durante la mia adolescenza. Ho avuto come fidanzato e marito Piero, ma non è stato il mio primo uomo. Da adolescente con lui erano solo baci e innocenti giochi erotici dentro il portone di casa, l'unico posto riservato dove stare tranquilli. Mora, capelli lunghi lisci, occhi scuri mediterranei, fisico dalle forme non straripanti, ma armonioso e sensuale, stavo per compiere 17 anni e al terzo piano del palazzo proprio sopra il nostro, abitava un quarantenne, single, non del tutto piacente, ma che emanava grande carisma e, come ho scoperto dopo, sottile perversione. Spesso si accompagnava con giovani donne, sempre diverse, arrovellandomi su ciò che potesse loro fare, considerato che ogni volta mi capitava di sentire chiaramente i loro gemiti e le loro urla di piacere. Immancabilmente mi eccitavo e finivo sempre col masturbarmi, godendo come una cagna in calore.
Finalmente, un giorno ci ritroviamo in ascensore, io, il mio ragazzo e lui, il porco, il mio vicino del piano di sopra.
Nel vecchio ascensore anni 60, stretto e lungo, siamo costretti a salire in fila, pigiati uno sull’altro; lui, volutamente, entra per primo, poi io e infine, Piero che chiude le porte manualmente. Appena, partito l’ascensore, la sua mano mi accarezza il culo, palpandomi sopra il tessuto e, subito dopo, sotto la gonna, sulle natiche seminude. Sono bloccata e incapace di emettere un suono, ma trovo tutto terribilmente eccitante. Dallo specchio laterale dell’ascensore vedo il porco fissarmi intensamente; mentre continua a toccarmi sfacciatamente, insinuando la mano sotto le mutandine proprio nel solco tra le natiche. Tutto si svolge troppo in fretta e arrivati al piano, uscendo mi lancia un’occhiata intensa e profonda. Quella, credo, sia stata la mia prima vera scopata con lui con il suo sguardo che mi ha penetrato in ogni buco fino al midollo. Quella sensazione addosso mi pervade per tutto il giorno come un mancato rapporto sessuale. Durante la notte, poi, non faccio altro che pensare a quella mano e a quello sguardo e per lenire quel desiderio morboso e inappagato, mi masturbo così tante volte che al mattino mi ritrovo con due occhiaie che sembrano due crateri. Due giorni dopo ci ritroviamo, sempre in ascensore, con quell’uomo, ma questa volta io e lui da soli. Avverto subito un brivido e una fitta al basso ventre; lui, invece, appare tranquillo, quasi distaccato.
Non pigia il bottone per andare al mio piano, ma mi spinge contro la parete del vano, mettendomi una mano tra le cosce da sopra la corta gonna, iniziando a massaggiarmi la fica e senza mai staccare lo sguardo dal mio. Non emetto un suono, afferro il suo braccio, ma non per allontanarlo, non voglio staccare la sua mano dal mio ventre e tra le cosce ho già un fiume in piena. Anzi con le mie mani accompagno quel movimento, muovendo i fianchi per agevolare quella perversa carezza. Prima di arrivare al piano blocca l’ascensore si mette di fianco a me, solleva la gonna e insinua la mano dentro le mutandine, facendola scivolare su tutta la fica, dilatando la fessura, giocando col mio clitoride, con l’altra inizia a palparmi anche il culo con lascivia e lussuria, scivolando fino al mio buco del culo, massaggiandolo ma senza penetrarmi. Sul fianco la pressione del suo cazzo duro mi segnala che anche lui è eccitato come un mastino. Ho la fica in fiamme e quelle dita che mi massaggiano il buco del culo mi fanno venire una smodata voglia di godere.
Così come repentinamente ha iniziato, smette di accarezzarmi e mi riporta al piano. Senza dire una parola esce e sparisce dietro la porta di casa sua, lasciandomi eccitata, vogliosa e inappagata. Non lo incontro per quasi una settimana e io in quel lasso di tempo non faccio altro che pensare a lui, a quella esperienza in ascensore e alle sue mani che mi hanno fatto perdere il controllo. Mi masturbo tutte le volte che ci penso, in qualunque luogo mi trovi, godendo dappertutto: nei bagni di scuola, in palestra, nel mio letto, sul water, in doccia; sono letteralmente tormentata da quella figura inquietante e proprio per questo arrapante. Finalmente, me lo ritrovo nell'androne del palazzo, mentre sta per entrare in ascensore. Mi vede arrivare in fretta e furia e attende che io possa entrare. Mi guarda severo e dice:
- Sei in ritardo oggi, sali!
Con mio grande stupore, ma con altrettanta compiacenza mi ritrovo a rispondergli.
-“Mi perdoni, ma prima non potevo.” Pur trovando assurdo dare quella risposta, ammetto che era l’unica che sentivo di dire.
Appena chiude le porte dell’ascensore, si piazza di fronte a me, appoggiò una mano sulla parete, accanto al mio viso e l’altra sulla mia fica da sopra il vestito. Piego appena le cosce e le allargo istintivamente, eccitandomi sin da subito senza ritegno. Ho il fiato corto, i capezzoli già dritti e turgidi e quella mano che mi ravana la fica con le dita che pressano come a voler superare il solco della mia fessura, mi fanno già impazzire. Appena l'ascensore si ferma esce e si dirige verso il suo appartamento e, varcato l'ingresso, lascia la porta aperta, come un chiaro invito a seguirlo; cosa che faccio. Chiusa la porta alle mie spalle, mi accarezza il viso, i capelli, poi scende, mi sfiora i seni e mi strizza i capezzoli da sopra il sottile tessuto della T-shirt. Brividi e fitte di piacere tra le cosce mi invadono. Le sue mani scivolano sui fianchi e mi solleva la gonna, raggiungendo con una lo slip già umido di umori, solcando più volte con le dita la fessura fradicia. Sposta l’intimo, introduce un dito nel mio fiore ancora stretto, chiudo gli occhi e un gemito di eccitazione esce dalla mia bocca. Quindi inizia a torturarmi il clitoride, muovendosi rapidamente. Un rantolo di piacere più lungo sgorga dalla mia bocca. Le mie gambe cedono e sono costretta ad appoggiarmi con le spalle alla porta di ingresso. Una sua mano sulla mia spalla mi spinge verso il basso. Mi accovaccio rapidamente sui talloni e lui, intanto, si è già slacciato la cintura e con poche mosse ha liberato quella che a me, da adolescente ancora inesperta, sembra una “bestia” perché non ho ancora visto un cazzo adulto da così vicino. Attendo con ansia che dica qualcosa, incantata di fronte a quella mazza che pulsa e che emanava un magnifico odore di minchia. Con estrema lentezza sfiora con la cappella le mie labbra, poi vi fa scivolare l’asta rugosa e piena di vene, già turgida e calda. Lo guardo quasi ipnotizzata, poi sposto lo sguardo su quella carne pulsante che intanto, mi lambisce le guance e dal piccolo foro sulla punta fuoriuscì una goccia timida; il desiderio di raccoglierla con la punta della lingua e sentirne il sapore é irresistibile. Lui mi precede di una frazione di secondo perché mi intima:
- Leccala!
Il suono della sua voce e quell'ordine perentorio mi arrivano direttamente in fica con una fitta di piacere.
Inizio a leccare come una cagna, poi per istinto, lo prendo in bocca quasi per metà e resto ferma, respirando a fatica con un forte odore di maschio che mi invade le narici e il cervello. Ancora un altro ordine:
- Muoviti avanti e indietro, pensando a un ghiacciolo, a un lecca-lecca o a un gelato, tira fuori la lingua mentre lo fai e fammela sentire su tutto il cazzo e sulla cappella! Chiudo gli occhi e faccio come mi ha ordinato. Mi piace! sono euforica ed entusiasta di ciò che provo. Accarezzandomi i capelli, sento che mi incoraggia, fatto che, oltre a lusingarmi, mi provoca una eccitazione quasi parossistica, tale da aumentare i miei movimenti di bocca e di lingua con lunghe lappate e rumorosi risucchi. Sono fiera di me perché i suoi gemiti e il suo respiro sempre più affannoso mi danno la misura di quanto lui stia apprezzando e godendo. Sono eccitatissima, con una mano tra le cosce, mi torturo ferocemente il clitoride e quando lo sento esplodere copiosamente nella mia bocca, sentirlo, caldo, denso dolciastro mi manda in estasi. Sentire i suoi rantoli di piacere che diventano quasi urla di godimento, mi arrapa oltre ogni oltre immaginazione.
Mentre assaggio per la prima volta la sua sborra calda, gustandone il sapore acre e nello stesso tempo dolciastro, una parte fuoriesce dagli angoli della bocca; continuo a leccare e succhiare, Sentire le sue mani sulla mia testa che mi accarezzano e la sua voce suadente che accompagna la mia performance, mi porta in breve tempo a rantolare, e urlare il mio di piacere, godendo, ancora col suo cazzo infilato in bocca, succhiando e leccando, fino all’ultima stilla di sperma. È stata una prima esperienza significativa, istruttiva oltre che illuminate perché da quel momento in poi, prenderlo in bocca e sentir godere i miei maschi è stata una delle cose che più mi ha fatto eccitare per il senso di potenza e di possesso esercitato su di loro. Mentre ancora mi godo il suo sesso in bocca, continuando ad accarezzarmi i capelli mi dice:
- Lo sapevo che la tua bocca è fatta apposta per fare pompini, le tue labbra carnose sono fatte per accogliere il cazzo. Ma puoi ancora migliorare, abbiamo tempo. Mi fa alzare e mi accarezza tra le cosce, sfiorando più volte la fessura per tutta la sua lunghezza fino alla rosellina, indugiandovi per qualche secondo e provocandomi strani brividi che non avevo mai provato prima. Infine, mettendomi due dita in bocca ancora intrise dei miei stessi umori aggiunge:
-“Assaggia anche il tuo di piacere, piccola troia vogliosa”.
Come altre volte, il suo ordine mi colpisce direttamente in fica con una fitta di rinnovata eccitazione, lecco e succhio quelle dita salate e mi piace, avvertendo ancora nuovi brividi. Quel pompino è stato il primo di una lunga serie. Quasi tutti i giorni trova il modo per mettermelo in bocca e farselo leccare, succhiare e godere sulla mia lingua. Imparo in fretta, ma ciò che più mi piace e che amo è sentirlo tra le labbra, in gola e vederlo godere e rantolare per il piacere, sapendo che tutto il merito è della mia lingua e della mia bocca e di quanto sono diventata una troia succhiacazzi.
Seguo i suoi consigli e miglioro notevolmente le mie performance. A lui piace moltissimo, io intanto avverto il desiderio e l’esigenza di provare qualcosa di più di duro, di solido, pulsante; soprattutto tra le mie cosce. La mia fica non si sente più appagata solo dalle mie e dalle sue mani o dalla sua lingua. Alle mie richieste di un sesso più spinto fatto anche di quella bramata penetrazione, lui risponde che sono ancora troppo giovane per sperimentare un rapporto sessuale completo.
E arriva il giorno in cui, finalmente, cambia idea. Sarò da sola in casa per tutta la giornata. Trovo una scusa con il mio fidanzato e mi tengo libera per lui. Vado a suonare alla sua porta e viene ad aprirmi in vestaglia. Gli riferisco che ho tutto il tempo che vuole e, per tutta risposta, si slaccia la vestaglia, mettendo in mostra il suo sesso già rigido, e dice:
-“Sorprendimi, oggi potrebbe essere un giorno speciale per te”.
Smetto di parlare, mi inginocchio, impugno il suo sesso con entrambe le mani e inizio ad accarezzarlo, come mi ha insegnato; apro le labbra e inizio come sempre a spompinarlo, insalivandolo abbondantemente, facendo scivolare le mani lungo l’asta e leccando la cappella in maniera avvolgente. Lo ingoio fino alle palle per poi tornare indietro e rifare lo stesso percorso. Dopo alcuni minuti in cui mi supero per portarlo fino in paradiso, lo sento esplodere, quasi urlando, il suo piacere, tutto nella mia bocca, non perdendone una sola goccia, raccogliendo con le dita anche i piccoli rivoli che fuoriescono dagli angoli delle mie labbra e leccando con avidità. So che adora questo mio modo di farlo godere, degustando la sua carne dura e pulsante e i suoi umori fin dentro la mia gola. Appagato si sdraia sul divano, mi guarda languidamente, fa un respiro profondo, come di chi ha preso una decisione importante:
-"Masturbati e rimani in piedi, levati gli slip, alza la gonna e fallo!
Un ordine secco, perentorio, che non ammette repliche. Ogni sua richiesta, ogni suo ordine mi eccita sempre con la stessa intensità. Divarico in modo osceno le gambe e piano comincio a toccarmi il clitoride e a penetrarmi appena con le dita; dopo un paio di minuti il mio desiderio cresce a dismisura. Il suo cazzo si sta rianimando, tornando in vita. Mi ha ordinato di guardarlo per tutto il tempo mentre mi masturbo e più mi guarda più mi eccito perché la sensazione è che mi sta scopando con gli occhi. I movimenti delle mie dita divengono più veloci e profondi, ma non mi basta più. Il mio sesso è gonfio di desiderio e gli umori colano copiosi tra le mie cosce. Inizio a tremare per l’approssimarsi dell’orgasmo che avverto sempre più vicino; ad ogni affondo del mio dito contraggo i muscoli della vagina per sentirlo di più. Il suo sguardo continua a scoparmi e il suo cazzo è ormai completamente in tiro con la cappella gonfia e lucida e ormai ho un impellente desiderio di sentirlo tutto dentro di me. Sono al limite, mentre mi penetro e con l’altra mano torturo il clitoride, gonfio e sensibilissimo, potrei esplodere da un momento all’altro.
- Vieni qui, adesso!
Mi ordina. Lo raggiungo mentre i brividi e le convulsioni dell’orgasmo sono già partiti e la mia fica si prepara ad eruttare sborra come un vulcano. Lui, però, è lesto chiude le gambe mi attira sopra di sé e, conscia di quello che sta per succedere, mi fa posizionare sopra il suo cazzo, lo strofina appena lungo la fessura, trova l’ingresso della vagina già un lago e con un tono che non ammette repliche ordina:
Impalati sulla mia minchia, puttanella succhiacazzi!
Eseguo e con lentezza lo sento entrare, percependo le prime fitte di dolore; mi abbasso decisa sopra il suo cazzo e mi svergino praticamente da sola, urlando per il dolore ma anche per l’immediato piacere di sentire riempire la vagina con la sua grossa minchia. Il senso di pienezza e percepire la mia fica che avvolge quel cazzo duro e pulsante mi fanno superare le iniziali difficoltà e in meno di un minuto quella meravigliosa penetrazione mi porta a una eccitazione mai provata. Si distende, alzando il bacino e inizia a fottermi lentamente, ma con decisione. Gli affondi sono sempre più decisi e continua a fissarmi, nel modo che adoro e che mi eccita da impazzire, per tutto il tempo. Mi sento penetrata due volte, in fica e nella mente. Trova il ritmo e con perfetta sincronia lo accompagno in una scopata devastante ed eccitantissima. Mi tiene per i fianchi mentre io strizzo i miei capezzoli fino a farmi male, ma amo quella sensazione di dolore mista a piacere che mi devasta il corpo.
Finalmente ho il mio primo orgasmo con un cazzo piantato nella fica che mi trapana, scivolando tra le mie grandi labbra. È sconvolgente, straordinario, intenso ed esaltante. Tremando, urlo il mio piacere, continuando a muovermi in preda alle convulsioni. Non ho ancora smesso di godere che sento aumentare il ritmo dei suoi affondi, dando gli ultimi poderosi colpi al punto di esplodere dentro di me con un urlo animalesco, provocandomi un ulteriore imprevedibile orgasmo che mi lascia ancora urlante e tremante per il nuovo piacere raggiunto. Quasi perdo i sensi per l'estrema intensità. Crollo sopra di lui e lo abbraccio, sussurrandogli parole dolcissime, sono follemente presa da quell'uomo.
Quel pomeriggio, mi fa godere altre tre volte. L’ultima devastante: a pecora sul divano, piegata e appoggiata alla spalliera, mi accarezza le natiche e sento scivolare le sue dita tra i glutei polposi; impugna il suo cazzo e rifà il percorso con la cappella lungo la fessura, stuzzicandomi il clitoride. Mi giro per guardarlo e lo vedo mentre fa scivolare abbondante saliva sul mio strettissimo orifizio. Appoggia la cappella e avverto la sua spinta lenta; mi ordina di agevolarlo fino a sentire la cappella entrare. Il dolore è forte, imponendomi di rilassarmi, lui inizia a masturbarmi, toccandomi il clitoride. Mi rilasso e la situazione migliora sensibilmente; considerando che è la prima volta “che lo prendo nel culo”.
A poco a poco il suo cazzo entra sempre di più e io lo sento scivolare libero e stimolante. Fino a trasformarsi in eccitazione. Tutta la zona anale e vaginale è in subbuglio, mi ritrovo eccitatissima in un modo nuovo. Più totale, più intenso, più appagante. Ora vado incontro a ogni suo affondo e percepisco il suo bacino sbattere sulle mie natiche. Inizio a gemere in continuazione e il piacere sale di intensità sempre di più. Ora gemo e rantolo, sapendo che presto perderò il controllo. Mi afferra per i capelli e mi urla parole e insulti indicibili che mi eccitano oltre ogni limite. Mi sento così come lui mi ha sempre definita: troia, porca, puttana, cagna in calore, una gran vacca da monta. Ad ogni insulto rispondo con un “SI” sempre più convinto, quasi urlato. Una manata sulla natica arriva inaspettata, violenta e bruciante, avvertendola anche in fica con una fitta di piacere; così come tutte le altre. Non c’è più dolore, ma solo il piacere dovuto al calore che si irradia ad ogni percossa. L’orgasmo arriva come uno tsunami, lento, inesorabile, devastante; tremo, urlo e raggiungo il piacere senza preoccuparmi di chi può sentirmi. Non ho mai provato nulla di così intenso e totale. Mente e corpo sono preda dello stesso godimento e, mentre continuo a tremare presa dalle convulsioni, lo sento esplodere dentro di me caldo, fluido, viscido, altrettanto devastante.
Fine.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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