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Costretta a tradirti: che goduria!


di Clelia_Rocco_coppia
14.08.2024    |    6.625    |    6 9.8
"Ora la sbatto letteralmente e i miei rantoli di eccitazione da vero porco, si aggiungono ai suoi gemiti che salgono di tono come urla, proprio da gran troia..."
Sono costretta a pubblicare nuovamente questa nostra fantasia scritta a 4 mani insieme al mio amico Stefano (scritto da Clelia).

Licata
Sono furioso. Il mio “caro” vicino, il Barone, si è permesso di ghermire quattro delle mie lavoranti, approfittando della mia assenza e i miei uomini mi hanno tenuto all’oscuro di tutto, nel timore che quell’uomo potente potesse scatenare qualche rappresaglia su di loro.
Evidentemente il mio essere sempre accomodante ha convinto il Barone che io non abbia il potere per oppormi alle sue prepotenze. Dopo essermi calmato, decido di agire. Prendo, quindi il mio cavallo e parto in direzione della villa del caro vicino. Dopo essermi accertato che lui fosse in casa irrompo nel suo studio. Mi accoglie seduto in poltrona con un sorriso sardonico e, senza dargli il tempo di chiedere, lo aggredisco:
- “Ti sei appropriato di qualcosa di mio e questo non ti è consentito, pagliaccio!”
- “Quindi ho usurpato una tua proprietà? Sappi, comunque che non mi dispiace. In realtà le tue donne mi servivano da sollazzo per i miei uomini”.
Sento una grande rabbia montare, ma decido di controllarmi e rispondo:
- “Oh non preoccuparti. Avrai modo non solo di pentirti di questa tua arroganza, ma ti assicuro che avrai modo di sdebitarti, anche pagando un prezzo altissimo che neanche immagini”.
Senza dargli modo di replicare, lo pianto in asso consapevole che la mia minaccia deve averlo turbato non poco.
Ora devo solo studiare un piano per la mia vendetta e non potranno essere quattro delle sue lavoranti a ripagarmi del torto subito. La mia vendetta deve essere spietata e dovrà umiliarlo facendogli, perdere potere e dignità di fronte a tutti.
Uscendo dal suo studio incrocio una splendida donna, elegantemente vestita. I suoi occhi chiari mi guardano incerti ma curiosi. Con un cenno del capo le porgo i miei saluti.
Risponde, abbassando appena il capo. La sua bellezza è veramente abbagliante e in una frazione di secondo il suo sguardo si fa intrigante o, almeno questa è la mia convinzione.
Ancora immobile ad osservarla noto le sue labbra belle, rosse e piene. Seno piccolo ma tonico e messo in risalto da un coraggioso decolleté. Questa visione scatena in me mille pensieri lussuriosi. Improvvisamente capisco di chi si tratta della moglie di quel bastardo del mio vicino. Forse ho trovato modo e, soprattutto, il soggetto giusto per consumare la mia vendetta.

Heléna.
Non ho mai visto prima di allora quell’uomo e non so neanche chi possa essere o per quale motivo appaia così irritato. Le voci che mi arrivano dallo studio di mio marito mi hanno costretto a lasciare la biblioteca, fino a spingermi nel corridoio su cui si affaccia, appunto, lo studio. I nostri sguardi si incrociano, mi saluta con un inchino al quale rispondo solo per educazione. Nei suoi occhi chiari noto qualcosa che mi provoca uno strano turbamento.
Dopo qualche settimana lo rivedo ad un importante evento in città. Sono sulla veranda a godermi la brezza estiva e lui si avvicina e si presenta con gesto galante, facendo un languido baciamano.
In maniera sfacciata sfiora il dorso della mia mano con le sue labbra che mi sembrano roventi.
In un soffio mi dice:
-“Contessa, sono onorato di fare la sua conoscenza. Sono il marchese Stefano Licata!”
Con la voce rotta dal languore che quel contatto mi ha provocato, rispondo quasi in un sussurro:
-“Marchese, il piacere è tutto mio. Sono Heléna Vinci!”
In quel momento il mio cuore inizia a galoppare tanto da sembrare quello di una giumenta impazzita. Le guance devono essere rosse e bollenti. Quell’uomo ha un fascino particolare, unico e il suo sguardo mi penetra dentro, scavando nella profondità della mia anima. Scambiamo solo poche parole perché l’arrivo di mio marito e le sue battute fuori luogo lo costringono ad allontanarsi rapidamente, non prima di avermi detto quasi in un sibilo :
-“Io verrò a cercarti, stanne certa”.
Quella licenza nel darmi del “Tu” la percepisco come una intesa complice e mi provoca subito brividi di lussuria. Non riesco a spiegarmi questa reazione ma ho il tempo di rispondere:
-“Allora, aspetterò con ansia”.
Osservo mio marito e percepisco lo stesso astio verso Licata e solo qualche giorno dopo ne scopro il motivo. In diverse circostanze il mio coniuge ha avuto un comportamento oltraggioso nei confronti del marchese, avendo sedotto la donna con la quale lui avrebbe dovuto convolare a nozze. Licata ha, quindi, un conto aperto con lui che aspetta di saldare, in qualunque modo e, magari, con eguale peso!
La mattina successiva si presenta alla porta di casa con la scusa di voler discutere di affari proprio con mio marito; appreso da me medesima che non è in casa, lo accolgo con molto garbo non disdegnando di manifestargli un certo interesse per la sua presenza, invitandolo ad accomodarsi e, quindi, ad intrattenermi. Per diversi minuti chiacchieriamo amabilmente senza che nessuno dei due si trattenga dal manifestare quanta attrazione scaturisca dai nostri sguardi, dal tono di voce sempre più roco e di come gli argomenti si fanno via via sempre più personali e intimi. Sono letteralmente rapita dalla personalità di quell’uomo. La sua sfrontatezza è decisamente contagiosa e non mi faccio scrupoli a manifestargli, in modo quasi civettuolo, quanto apprezzi la sua corte e quanta attrazione provi nei suoi confronti. Dopo circa un’ora anche la nostra prossimità ha fatto progressi e mi ritrovo, dopo una sua battuta, con le mie mani tra le sue, avvertendo intensi brividi che mi inturgidiscono i capezzoli e mi provocano intense fitte di eccitazione in fica.
Ci guardiamo fissi negli occhi senza staccarci da quel contatto, le mie labbra tremano, un fremito mi attraversa il corpo e credo che questo abbia dato a lui la certezza di poter osare ancora di più. Perché da quelle carezze passa, senza attendere oltre, a circondarmi la vita con un braccio, stringermi a sé, premendo il suo ventre contro il mio con un movimento deciso e carico di lussuria. Il mio viso deve essere di un rosso fuoco mentre avvicina il suo viso al mio orecchio, sento la sua voce calda che con grande fermezza mi sussurra un “Ti voglio e devi essere mia”!
Sono totalmente travolta dalla passione e un furore erotico si scatena tra le mie cosce. Non mi era mai successo e non posso fare a meno di ammettere che non mi sentivo così da molto tempo. Mi sembra di essere dentro un sogno da cui non voglio svegliarmi e so di essere completamente in balìa di quell’uomo.

Licata.
Le sue mani delicate non si sottraggono alla mia carezza. La guardo negli occhi e vi scorgo un lampo di desiderio che mi ordina di non fermarmi. Prendo coraggio e le cingo la vita con un braccio, avvicinando il mio viso al suo orecchio per sussurrarle quanto la desidero e che voglio che sia mia. Lei china la testa, facendosi sfiorare il lobo con le mie labbra e un impercettibile gemito di eccitazione esce dalla sua bocca. Ormai non possiamo e non vogliamo fermarci. Sfioro le sue labbra con le mie e inizialmente rimane passiva, ma quando le lecco e le succhio in maniera decisa, ancora un gemito le sfugge. La mia lingua è già nella sua bocca e lei la schiude, accogliendola profondamente, ingaggiando una piccola schermaglia per rispondere a quel bacio che non ha nulla di casto. Mi stacco da lei e osservo che il suo sguardo è carico di una lussuria che non avrei mai pensato di scatenare in così breve tempo.
La bacio ancora e riprendo la danza eccitante tra le nostre lingue. Il bacio diventa via via più intenso, sfrenato, erotico; come se entrambi volessimo divorarci. La sua saliva, il suo sapore e i suoi gemiti mi eccitano enormemente.
Non appena mi stacco per godermi la bellezza del suo viso travolto dalla lussuria mi implora:
- “Non fermarti, ti prego, fammi tua”!
Riprendo a baciarla e dalle labbra passo sul suo collo, percorrendolo lascivamente con la lingua, scatenandole brividi intensi e altri gemiti incontrollati. Le mordo l’orecchio, lo lecco con lussuria e la sento ancora gemere di piacere. Le slaccio il corpetto sul davanti, scoprendo in parte i seni meravigliosi e sodi, affondando il viso tra quei boccioli e leccando estasiato i capezzoli turgidi e dritti.
Le libero il busto dall’ingombrante vestito, scoprendola tutta e avventandomi ancora sui capezzoli duri, li succhio alternativamente, mordendoli al punto da provocarle dolore e piacere. Seduta di fronte a me, con una mano le sollevo l’ampio vestito e la faccio scorrere tra le cosce. Risalgo ancora, trovando la sua vulva nuda e già fradicia. Due dita scivolano tra le sue labbra, immergendole in un lago di umori. La penetro in modo deciso e con sfrenatezza, strappandole un urlo di piacere. Capisco che adora questo mio approccio, quindi, inizio a masturbarla rapido, seguendo il ritmo dei suoi gemiti, con sempre maggior furore. Non voglio attendere oltre e con una rapida manovrava libero il mio cazzo già duro. La faccio girare, facendole piegare fino ad appoggiare i gomiti sul tavolo di servizio. Il suo vestito è già sopra i fianchi e mentre lei si gira e mi guarda con occhi colmi di lussuria, la penetro con un unico affondo. Grida, lasciandosi andare completamente e inizio a scoparla con affondi lenti, ma profondi e decisi. Ogni volta che il mio cazzo la penetra lei lo accompagna con un lamento di eccitazione, iniziando ad assecondare i miei affondi, venendomi incontro con i fianchi. Ha un culo bellissimo, tornito, sodo, e inizio a schiaffeggiarlo con discreta violenza con sempre maggiore furia. Ora la sbatto letteralmente e i miei rantoli di eccitazione da vero porco, si aggiungono ai suoi gemiti che salgono di tono come urla, proprio da gran troia. La lussuria ci travolge. I suoi umori sono talmente copiosi che il mio sesso ci sguazza dentro, provocando il tipico rumore del cazzo che affonda nella fica fradicia. Finalmente la sento fremere e godere, colta da spasmi di piacere. Ancora tremante per l’orgasmo appena raggiunto, la prendo per la lunga chioma, facendola inginocchiare di fronte alla mia minchia dura e impregnata dei suoi umori. Senza attendere mie indicazioni, apre la bocca e le faccio scivolare il cazzo tra le labbra. Le penetro e nel giro di un minuto le riempio la bocca di sborra calda, schizzandole il mio piacere sul viso, sul collo e sui seni.

Heléna.
Per quanto possano essere stati inaspettati questi momenti, in realtà li attendevo già da un po’ di tempo, visto che con il mio consorte non ho più rapporti sessuali da diversi mesi, esattamente da quando lui ha preso coscienza di non poter avere un erede. Finché non l’ho sorpreso, prima a scoparsi la mia cameriera nel suo studio, poi a sbattersi quella puttanella di mia cugina nella stalla tra i cavalli e, infine, con la figlia della sua amante, la duchessa Di Martino, una ragazzina, appena sedicenne, ma già tanto troia a quanto pare. Gli ho perdonato tutto, facendo leva sul mio spirito di rassegnazione, accettando di essere tradita. Ma ora credo sia giunto il momento di rendergli la pariglia e far pagare a quel porco bastardo lo stesso prezzo, lasciandomi travolgere dalla passione per questo stallone straordinario dal cazzo portentoso che mi ha fatto scoprire la mia vera natura di troia vogliosa! Sì, mi sto comportando da cagna, da puttana da bordello e mi piace esserlo! Le sue carezze, la sua lingua fanno esplodere dentro di me una insana e pazzesca voglia di essere sbattuta nel modo più sfrenato possibile. Il fuoco acceso dal desiderio si impossessa sempre di più del mio corpo, ogni molecola è in fiamme, la mia fica è diventata pregna di umori e ormai è fradicia, gocciolante. Mi sfiora i seni con le dita, li strizza, provocandomi dolore e piacere, indugia un bel po’ su di essi. Ha avuto da subito un’espressione seria, ma rassicurante e lascia trasparire grande autorità; questo suo modo di fare mi procura intensi e lussuriosi brividi, provocandomi una straordinaria voglia di sesso. Ricevere i suoi ordini mi eccita in modo straordinario. Seduta di fronte a lui, non appena accenna a sollevarmi il vestito, come una cagna in calore, istintivamente allargo le cosce; é il segnale che aspettava. La sua mano senza alcun pudore si infila tra le mie cosce, raggiungendo la mia fica. Inizia a giocare con la mia fessura e improvvisamente mi penetra con almeno tre dita. Urlo e per agevolarne i movimenti scivolo sulla poltroncina, abbandonandomi alle sue carezze. Non credo se ne sia accorto ma riesco a resistere e mi lascio andare ad un primo e travolgente orgasmo. Quando si è reso conto che sono pronta per essere oscenamente posseduta, mi fa alzare, girare e piegare con i gomiti su un tavolo di servizio e senza attendere oltre mi penetra, infilando il suo cazzo dentro la mia nicchia calda e vogliosa con un solo affondo. Inizia a Sbattermi in maniera poderosa, quasi animalesca, afferrandomi per i capelli, schiaffeggiandomi forte il culo e fottendomi come una vacca da monta. Scopro che è proprio così che voglio vivere il sesso: trattata da troia, voglio sentirmi cagna proprio una gran puttana. Nel giro di qualche minuto raggiungo un altro orgasmo intenso e devastante, che mi fa urlare per il godimento eccezionale che scatena.
-“Cazzoooo non ti fermare, godoooo, ahhhhha….siiiiiiii...”
Ormai non ho più pudore e senza alcun ritegno e mi lascio andare a urla e gemiti di soddisfazione, senza curarmi della servitù. Recupero un po’ di lucidità e sono pronta ad eseguire i suoi ordini quando mi chiede di inginocchiarmi davanti al suo maestoso cazzo e iniziare a spompinarlo come la più lurida delle puttane e, finalmente, dopo meno di un minuto, lo sento rantolare e godere nella mia bocca, schizzandomi il suo seme anche sul viso, sul collo e sui seni. Ho ancora in bocca il sapore caldo, dolciastro e appena salato; è la prima volta che ho il coraggio ma soprattutto il desiderio di ingoiai ogni goccia, come fossi assetata e affamata del suo cazzo duro, caldo e ancora pulsante che ho ripulito anche dell’ultima stilla. Mi accarezza i capelli e il viso come il mastino farebbe con la sua cagna. Ora so cosa voglio diventare.
Infatti, da quel momento ha inizio la nostra lunga relazione, diventando due perfetti amanti. Il sesso ormai è la nostra vera e unica priorità. Sono diventata la sua cagna nel senso più totale e completo del termine. Avevo vinto una sfida con me stessa, ora posso affermare di essere una gran troia, consapevole di desiderarlo; una di quelle che mio marito ha sognato da sempre, che aveva in casa senza averlo mai saputo, almeno fino a quel momento.
Tuttavia, tutto ha preso una piega imprevista proprio il giorno in cui ci troviamo nella nostra alcova del sesso, mentre sono impalata sul cazzo del mio amante, sentiamo la porta cigolare, ma non ci rendiamo conto che può esserci qualcuno a spiarci; siamo troppo presi dallo sbatterci reciprocamente per darci piacere. Quindi, continuiamo a godere dei nostri corpi sudati e avvinghiati, senza il minimo sospetto di non essere più soli. Anzi, paradossalmente, l’idea di essere sorpresi e fatti oggetto di qualche oscena sega di uno dei nostri lavoranti ci eccita in maniera straordinaria, facendomi sentire proprio la gran troia che sono diventata e la contessa, nonché moglie, puttana e traditrice di quel grandissimo cornuto che è diventato mio marito. In quel momento ho la piena consapevolezza che la mia attuale condizione e quella di avere un marito cornuto; solo pensarlo mi eccita in modo straordinario e il mio desiderio diventa parossistico, mentre Licata mi fotte, allargandomi e stringendomi le natiche, imprigionando tra le mie grandi labbra il suo poderoso cazzone. È la prova di quanto sia diventata oscenamente trasgressiva a seguito di questa mia trasformazione da moglie irreprensibile a traditrice che trova eccitante vendicarsi del proprio marito fedifrago e adesso anche cornuto.
Ho sperato, quindi, veramente che qualcuno potesse spiarci in quel momento, divulgando la notizia e il fatto di essere guardati non fa che accrescere in noi una indecente e lussuriosa libidine. Continuo, pertanto, a cavalcare quel magnifico palo di carne dura e pulsante del mio amante, finché, finalmente, l’incauto spettatore che bramavo potesse manifestarsi, lo fa, rivelando la sua presenza. Dirigendo lo sguardo nella direzione da dove provengono i rumori, incrocio quello del “cornuto”, del mio ormai ex uomo. Il riflesso della sua sagoma sul vetro della grande finestra non lascia dubbi sulla sua identità. Non provo alcuna preoccupazione, anzi il fatto che, finalmente, mi abbia scoperta e soprattutto mi stia spiando, mentre il suo grande nemico sta per sfondare la fica della sua donna, mi eccita in modo i credibile. Vorrei godere proprio in faccia a lui in quel momento e, presa da una strana e furiosa foga, incito in modo sempre più osceno e volgare il mio amante, perché lui possa ascoltare! Urlo con quanto fiato ho in gola la mia eccitazione:
- ahaaaaaaaa, siiiiiiii, sbattimi, sfondami, fammi sentire troia, voglio godere adesso, voglio sborrarti sul cazzo e poi succhiartelo mentre ancora mi sborri in gola, sul viso, sui seni…”
Ormai ho perso il controllo e riverso con parole oscene tutto il mio piacere, quasi urlando. Anche Licata si fa trascinare dal mio incitamento, scopandomi con sempre più furia. Il suo cazzo mi trapana meravigliosamente la fica. Lo tengo avvinghiato a me e con le unghie gli graffio ferocemente la schiena; la mia lingua nella sua bocca, mentre succhio la sua, gli lecco il volto come una cagna e subito dopo, lo bacio, lo mordo e poi ancora lo lecco. Sono fuori di me, irrimediabilmente senza controllo. Inizio a gemere sempre più forte, pronunciando parole senza senso, volgari esternando così il mio godimento, mi sento una baldracca, una lurida vacca da monta. In quel momento voglio essere troia, la sua, di Licata e sbattere in faccia a quel cornuto, bastardo e porco di mio marito che sono diventata la puttana del suo più acerrimo nemico. Mi sento completamente sua ormai e lui è il mio maschio, il mio uomo, il mio amante, il mio magnifico porco; è mio, totalmente MIO. Ormai non ci controlliamo più, io non smetto di godere e i miei occhi roteano nelle orbite per il grande orgasmo che mi travolge. Anche il mio amante si è reso conto della sua presenza e, come me, si è lasciato galvanizzare da tutto questo, rispondendo alle mie oscenità con altre oscenità:
- “Vorrei che quel cornuto e porco ti vedesse adesso; che capisse che donna si è lasciato scappare, ma soprattutto che grandissima troia ho sottratto dal suo letto, facendoti diventare quella magnifica puttana che lui ha sempre desiderato”!
Mentre indirizza anche a lui le sue urla, mi fotte in modo favoloso, provocandomi micro-orgasmi che sfociano presto in un travolgente godimento di lì a poco.
Ma ciò che più di tutto mi fa perdere totalmente il controllo è vedere il cornuto che si sta segando il cazzo mentre realizza la totale e definitiva devastazione del suo menage familiare, assistendo al fatto che il suo rivale storico sta violando la fica e il culo di sua moglie e che ha profanato subito dopo quella splendida bocca, sborrandole dentro, afferrandola per i capelli, stringendole il collo e obbligandola ad aprire la bocca per riempirgliela di calda sborra. Proprio in quel frangente, mentre mi godo in gola e sulla lingua il caldo nettare del mio amante, osservo quel porco cornuto godere ed emettere piccoli schizzi di sborra sul pavimento. Vederlo umiliato, e mortificato mentre eiacula gocce di seme a terra, mi provoca l’ennesimo orgasmo, tremando e sussultando per il piacere incredibile che le mie dita tra le cosce mi hanno provocato. Mi ritrovo in ginocchio a terra accanto al mio nuovo uomo, mentre mi accarezza come si fa con la propria schiava. Sentiamo ancora la porta cigolare e chiudersi alle sue spalle, mentre se ne va proprio come un cane bastonato. Mi sento soddisfatta e appagata non solo sessualmente; desideravo da tempo che lui scoprisse la mia tresca extraconiugale. Ormai mi ha perso ed ora sono consapevole che godrò sempre di più nell’immaginarlo mentre mi spia e si masturba ogni volta che ci guarda fare sesso o torno a casa ancora calda e bagnata dopo i miei incontri con Licata, mio amante e padrone. Pur non avendo mai accennato al fatto che è a conoscenza del mio tradimento, è rimasto in silenzio, subendo e facendosi umiliare ogni volta che ci ha visti fottere come maiali. Come io ho scoperto la mia vera natura, lui ha scoperto la sua: gode nel voler essere un cornuto! Tutto questo fino alla sua morte avvenuta in modo del tutto accidentale a causa di un calcio alla testa del suo adorato stallone che tante volte aveva fatto accoppiare davanti ai miei occhi mentre mi scopava da dietro. Solo ora capivo perché tutto questo; per un verso mi umiliava, ma per altri versi mi eccitava proprio come eccitava lui.
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