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Con mia madre e i miei fratelli. 2


di Clelia_Rocco_coppia
17.10.2024    |    15.007    |    29 9.7
"Lo dico adesso con cognizione di causa perché una sera che rientrai tardi a casa, dopo una deludentissima festa organizzata da quella sempre più troia di mia..."
L’irrequietezza di mia madre era soprattutto una sorta di reazione a una vita monotona e routinaria. Non era solo desiderio di nuove esperienze o di nuove relazioni, ma qualcosa che scaturiva dal suo essere uno “spirito libero”, dal non volersi omologare come donna solo dedita alla casa e alla famiglia; dal non doversi sentire in gabbia.
Per quasi tutti gli uomini che hanno condiviso con lei una comune quotidianità è stato come salire in paradiso per poi piombare in una sorta di limbo; un ritmo difficile da mantenere per chiunque.
Per molto tempo le ho dedicato notti fatte di intensi orgasmi e per come l’ho conosciuta nel corso degli anni, se avesse potuto dirmelo, ne sarebbe andata fiera. Lo dico adesso con cognizione di causa perché una sera che rientrai tardi a casa, dopo una deludentissima festa organizzata da quella sempre più troia di mia cugina (di lei tratterò sicuramente in un altro momento se siete curiosi), la trovai sul letto in posizione quasi fetale e singhiozzante. Sollecitata più volte, mi disse che il suo uomo dell’epoca se ne era andato e che non sarebbe più tornato. Era soprattutto molto arrabbiata con sé stessa, consapevole di esserne stata causa di quella fuga, tenendo da molti mesi ormai, nei suoi confronti un comportamento sempre più distaccato e insofferente. Mi distesi sul fianco di fronte a lei e cercai di confortarla come potevo; le sfiorai il viso, riempiendola di piccoli baci, le accarezzavo la testa, profumava di buono e affondai il mio viso tra i suoi capelli. Mi sentivo preda di una sorta di euforia erotica; iniziai a leccare delicatamente le lacrime che le scendevano sulle guance.
Mi fissava con una espressione dolcissima e con la sua mano sulla mia nuca, accompagnava quel gesto apparentemente così amorevole.
All’improvviso mi prese il viso tra le mani, mi sorrise e disse:
-“Sei una figlia meravigliosa, ma, purtroppo, credo che tu mi somigli davvero tanto. Ti ho visto, sai? Per diverse notti ti ho notato mentre guardavi me e Alfredo fare sesso.”
Lo disse in modo benevolo, quasi con compiacimento e, subito dopo, come per farmi superare il profondo imbarazzo in cui stavo per cadere, mi baciò sulle labbra, soffermandosi a sfiorarle. Chiusi gli occhi e rimasi immobile fino a quando non sentii la sua lingua calda penetrare tra le mie labbra; prima timidamente e, non appena risposi al suo bacio, con molta più passione. Ero sconvolta ed eccitata, non sapendo come e cosa fare. Si mise seduta sul letto e fece sedere, dicendomi di appoggiarmi comodamente con le spalle alla testata del letto. Con una mano sulla nuca avvicino il mio viso al suo e riprese a baciarmi. Staccò appena le labbra dalle mie e poi mi disse:
-“Sei stata troppe notti a guardare e desiderare di godere come facevo io; ora voglio ripagarti di tanta attenzione e vorrei che ti lasciassi andare un po’ con me, ti va?”
Non ebbi la forza di proferire parola, ma con un cenno di assenso del capo ripetuto più volte ebbe, senza alcun dubbio, la mia risposta.
Con la sua lingua calda e morbida leccò le mie labbra, le succhiò e le morse delicatamente. La mia fica reagì con alcune fitte di eccitazione e avvertii i primi umori fuoriuscire. Poi mi infilò ancora quel piccolo lungo serpente, riempiendomi la bocca, risposi a quel bacio con foga, le cinsi la vita con le braccia, attirandola a me, ma lei mi disse di restare immobile e di godermi le sue carezze. Tirò giù il mio top senza spalline, denudandomi i seni piccoli come boccioli, ma con due grossi capezzoli, già dritti e turgidi. Racchiuse una mano su un seno e poi sull'altro, niziando a stringerli entrambi delicatamente. Iniziai a gemere e a contrarre la fica; il piacere cominciava a devastarmi e sapere che era mia madre a farmi provare queste sensazioni, baciandomi e accarezzandomi, amplificava la mia eccitazione. Chiusi gli occhi e godetti di quelle emozioni e quando le sue labbra si chiusero su uno dei miei capezzoli e la sua lingua calda inizio a leccarmi. Gemetti ad alta voce, avevo il fiato corto e la mia fica che bramava di essere accarezzata, penetrata, violata.
Con una mano mi teneva per i capelli e orientava la mia testa in modo da potermi baciare e leccare il viso, slinguarmi in bocca e leccarmi ancora sul collo suo piacimento. L’altra mano la sentii scivolare tra le cosce, accarezzandomi l’interno fino ad arrivare al mio perizoma, ormai fradicio.
Mi fece vedere le sue dita piene dei miei succhi, dicendomi.
-“Guarda quanto miele è uscito dalla tua micina, amore.”
Lo disse con voce roca, segno che anche lei era eccitata e, mentre mi soffermavo su questa considerazione, le sue dita stavano già esplorando la mia fica, penetrandovi delicatamente. Avevo quasi 18 anni e quello che mi disse, dopo aver esplorato la mia vagina, sapendo come e dove toccarmi e facendomi impazzire di piacere, mi eccitò ancora di più:
-“Guarda, guarda; amore vedo che la tua topina ha già provato le gioie del sesso e visto quanto mi somigli, ne proverai ancora tante.”
Iniziò a masturbarmi, infilandomi due dita, poi tre e col pollice mi torturava il clitoride. Man mano che i movimenti della sua mano aumentavano di ritmo e di intensità, i miei gemiti iniziarono a diventare vere e proprie urla. La sua bocca e la sua lingua nel mio orecchio mi fecero perdere il controllo e mentre mi sussurrava parole dolci e piccole provocazioni, presi a muovermi convulsamente sollevando il bacino per favorirla in quella proibita, morbosa e lussuriosa penetrazione. Sembravo una tarantolata e nel giro di un paio di minuti, urlai tutto il mio piacere, travolta da uno orgasmo così intenso e di dolcissima violenza che nella mia vita credo di non aver più provato.
Ancora presa dei tremori del godimento e le afferrai la mano che era un modo per chiederle di non uscire e lei assecondò questa tacita richiesta, continuando ad accarezzarmi dolcemente, e quando le lasciai la mano, non smise di accarezzarmi, tenendo la mano aperta sulla fica, soffermandosi sul clitoride, massaggiandolo e titillandolo, provocandomi ancora nuove fitte di eccitazione. Non smise di farlo e in quel momento rividi me, tredicenne che si procurava piacere e la paragonai alla donna che stavo diventando e che adesso stava godendo per un ditalino procuratole dalla sua meravigliosa mamma.
Iniziai nuovamente a contorcermi e nel giro di pochissimo tempo raggiunsi un altro straordinario orgasmo tanto delicato quanto intenso, perché tremai in ogni fibra del mio corpo, sussultando per il piacere.
Aprii gli occhi e mi avvicinai al suo viso, lo presi tra le mani e la baciai con passione, senza foga, ma in modo lussurioso. Lei rispose al mio bacio, poi si staccò e mi disse.
-“Ora vai amore, è tardi e devi essere stanca. Grazie per avermi dato il tuo conforto. Ti amo.”
Dopo quella volta non ci furono mai più occasioni per ripetere quella esperienza, ma lei sapeva che nelle sere in cui si abbandonava a sessioni di sesso con i suoi compagni del momento, io ero lì a guardarla e a godere in silenzio del suo piacere. Diverse volte mi feci volutamente sorprendere a masturbarmi mentre la ammiravo e si concedeva al suo maschio. E solo con un sorriso mi dava il suo assenso perché rimanessi li e mi godessi quelle sue meravigliose performance sempre diverse, sempre più erotiche e sempre più trasgressive e lussuriose. Tra i tanti orgasmi solitari che mi sono regalata in quelle sere, alcuni sono stati più appaganti di altri per merito di uno dei suoi compagni di quel momento. Saverio, un bellissimo cinquantenne con un cazzo magnifico e dall’aspetto maschio e con il quale avevo stabilito un rapporto quasi filiale, ma dal quale mi sentivo attratta come donna e come femmina. Con mia madre, pur non avendo mai ripetuto quel rapporto intimo, avevamo raggiunto un livello di confidenza e complicità tale che spesso mi chiedeva di rispondere ai messaggi erotici di Saverio con sue foto in pose discinte se non addirittura altamente erotiche. La cosa mi eccitava molto perché in realtà oltre a godermi il cazzo di Saverio che lui le dispensava in molti messaggi, intrattenevo con lui un vero e proprio confronto, spesso sfociante in una sorta di sexting al punto da masturbarmi mentre mi godevo il video del suo cazzo che sborrava. Naturalmente, lui era del tutto ignaro che in chat c'ero io e non mia madre e lei, a sua volta, era al corrente di tutto tranne del fatto che in diverse circostanze avevo goduto con la splendida visione del cazzo del suo uomo.
Anche con lui, però, lei fu capace di logorare il loro rapporto e anche lui sparì dalle nostre vite. Per un po’ di tempo mia madre si diede a una sorta di clausura, dedicandosi solo al lavoro e alla famiglia.
Egoisticamente, anche se avevo modo di appagare la mia voglia di sesso con il mio moroso del momento, pur dispiacendomi del fatto che mia madre fosse single, dovevo ammettere che avevo nostalgia delle mie serate di sesso morboso e di ammirare lei mentre si godeva i suoi maschi.
Ma, al pari di lei, anch'io ero piena di inventiva e fantasia e non potendomi dedicare al mio passatempo erotico preferito, dovetti ripiegare (si fa per dire…), senza averlo progettato, su altri componenti della mia famiglia. Forse perché mi volevo dare l’alibi e convincermi del fatto che (…e questo urterà tanti benpensanti che leggeranno questo mio scritto) il sesso in famiglia in fondo era più sicuro ma anche lussuriosamente eccitante.
A ventidue anni per i miei fratelli ero già una sorta di seconda mamma perché la mia impegnata col lavoro e a rendere durevoli le sue relazioni, non poteva esserci sempre e comunque. I problemi di cuore (e di sesso) ricadevano tutti su di me, diventata a poco a poco una specie di prete confessore che non comminava penitenze ma dispensava consigli.
E qui inizia l'altra straordinaria esperienza erotica vissuta tra le rassicuranti e amiche mura domestiche.
Un sabato sera in cui avevo deciso di non uscire, visto che tutti erano fuori a divertirsi,e di godermi la visione del mio film preferito nella solitudine della nostra casa, accadde un evento "catastrofico" successo a uno dei miei fratelli, Dario, il più grande dei due.
Non appena entrato dalla porta di ingresso che dava nel nostro ampio salone, vidi volare in aria il suo piumino e le sue scarpe, togliersi la felpa e i pantaloni, rimanendo solo in boxer e calzini. Pronunciando parole incomprensibili, ma che mostravano quanta rabbia avesse in corpo; venne a sedersi sul divano accanto a me e gli chiesi cosa fosse successo. Ancora prima che finissi la frase mi disse, quasi urlando:
-“Katia! Quella grandissima troia, quella puttana, mi ha dato buca perché non stava bene; solo che l’ho beccata in un locale a 20 chilometri da qui mentre stava limonando con uno e, conoscendola bene quella cagna e, dopo aver atteso un po' li ho visti sparire nel parcheggio mentre lei si faceva montare come una vacca.”
-“E tu che hai fatto?
Chiedo preoccupata.
Si alza dal divano come per rimarcare la sua decisione e mi risponde sempre meno arrabbiato.
-“L’ho ripresa con un video completo di audio mentre si faceva sborrare nel culo. Poi mi sono allontanato e le ho inviato il video e adesso non so se metterlo in rete o meno.”
-“Non farlo, potrebbe denunciarti e poi ne vale la pena? Ti farà tornare con lei?”
Mentre pronuncio queste parole mi alzo a mia volta e lo invito a riflettere. Appoggio le mie mani sulle sue spalle e mi guarda come se gli avessi detto una grande verità; poi si avvicina, mi abbraccia e scoppia in un pianto dirotto. Lo stringo a me, commossa e cerco di confortarlo come posso. Mentre cerco di calmarlo sento le sue mani sulla mia schiena che mi accarezzano; poi, sempre singhiozzando, mi confessa che lui già sospettava che lo tradisse perché in altre circostanze era stata ambigua e misteriosa, ma non aveva voluto dargli perso. Mi vienE in mente che per Dario ho sempre avuto un occhio particolare perché mi ha sempre dato la sensazione che tra tutti i miei fratelli fosse il più vulnerabile.
Provo a convincerlo che, alla fine, lei non merita un ragazzo dolce e bello come lui e che appena troverà un’altra ragazza che lo farà innamorare a lei non ci penserà più. Mi guarda fisso con gli occhi da cerbiatto, mi sorride e mi dice:
-“Io invece, vorrei trovare una ragazza bella e dolce come te, Agnese. Ho sempre sperato che la mia ragazza ti somigliasse un po’ sia per la tua bellezza sia per quanto sei amorevole.”
Mi accarezza il viso e mi stringe sempre di più a sé. Cerco di resistere a quell’abbraccio anche perché avverto che sul mio ventre inizia a premere qualcosa di grosso e duro.
Cazzo! Realizzo che Dario si é eccitato. Questo fatto mi mette in confusione e intanto, il suo abbraccio si fa sempre più possessivo e non ha più nulla di fraterno.
Cerco di divincolarmi, dicendogli che non posso essere io la donna che lui stasera vorrebbe e che sono sua sorella. Ma mi implora di non andarmene di rimanere lì con lui e che ha un estremo bisogno di me proprio stasera.
Non so se mi sento più intenerita o confusa, di certo c’è che quel trattamento del suo cazzo duro al mio basso ventre mi lusinga, mi eccita e mi fa sentire "sporca" come non mi accadeva da tempo. Non so cosa rispondere e in realtà non lo faccio; solo cingo le mie braccia al suo collo e lo sento abbandonarsi proprio sull'incavo tra collo e spalla. Mi bacia, mi lecca e, appogiandogli una mano sulla nuca non faccio altro che incoraggiarlo.
Ma che cazzo sto per fare? Mi chiedo se sono normale a eccitarmi così come una adolescente, ma soprattutto con mio fratello come una vera cagna in calore. Mi sento nuovamente troia come non mi accadeva da un po' e, come sotto effetto di una drog4, ammetto che in realtà sono proprio una gran puttana e che da tempo ormai sono affamata di cazzo, non avendo più scopato da mesi con un uomo. So che non è una giustificazione, ma quello che sto sentendo tra le cosce è il cazzo di mio fratello e mi arrapa troppo. Senza altre remore stabilisco di fottermene e anzi di farmi fottere. In modo deciso, quindi, lo prendo per la nuca e gli infilo la lingua in bocca. Per reazione mi solleva la t-shirt e mette le mani sulle natiche, le trova nude, grugnisce per la scoperta e le strizza, le allarga e poi le stringe, provocandomi fitte alla fica. Dario è un bel maschio forte, alto e possente; mi solleva tenendomi per i glutei e immediatamente, stringo le mie gambe cingendogli la schiena. Passa le braccia sotto le gambe sorreggendomi con le mani di nuovo sui glutei. Si stacca dal mio bacio e mi fissa negli occhi dicendomi:
-“Ora ti scopo, sorellina; ora ti infilo il mio bel cazzone in fica e ti fotto come non hanno mai fatto”.
Quelle oscenità mi fanno diventare selvaggia perché gli pianto le unghie sulle spalle e lo provoco.
-“Allora fammi vedere cosa sai fare con questo bel manganello, porco. Fai divertire la tua sorella maggiore.”
Come caricato a molla, impugna il suo cazzo appena tirato fuori dai boxer, lo punta sulla mia fica e mi impala, facendomelo scivolare tutto dentro fino alle palle.
-“Ahahahahaha…Cazzo! Mi spacchi, bastardo; sììììììì!”
Inizio una meravigliosa cavalcata, sorretta e guidata da lui.
-“Minchia che fica calda e bagnata. Troia, da quanto tempo non scopavi?”
Mi insulta, guardandomi negli occhi.
Sorrido e rispondo fissandolo:
-“Magari aspettavo il cazzo giusto, ti pare?
-“In fondo lo sapevo di avere una sorella troia. Sapessi quante volte mi sono segato, vedendoti masturbare davanti al mio portatile.”
Lo dice come se sta per rivelarmi una verità, perché incuriosita chiedo.
-“E tu come cazzo fai a sapere che mi sono masturbata davanti al tuo portatile.
Per un momento ho dimenticato che Dario è una specie di genio dell’informatica e me lo conferma.
-“Ho attivato una notifica su un’app del io cellulare; ogni volta che qualcuno usa il mio notebook non solo mi viene segnalato, ma si attiva la videocamera del portatile e ho accesso ai contenuti che chi lo usa sta guardando.”
-“Porco bastardo quindi ti sei goduto tutti i miei orgasmi e hai ammirato la tua sorellona troia mentre si trapanava fica e culo con i suoi giocattoli?”
Mentre lo dico arriva il mio primo orgasmo.
-“ Ohohohohoho… godo, Dario, godo! Non smettere scopami ancora, fammi godere ancora, sììììììì!”
Adesso cavalco come una forsennata e tra un po’ mi godrò il mio secondo orgasmo. Ma Dario non è della stessa opinione. Mi solleva e mi obbliga a mettermi inginocchio sul divano con le mani appoggiate allo schienale. Mi sputa sul buco del culo e ci infila prima un dito e poi un altro, facendomi urlare di dolore.
Sembra proprio esperto e non lo facevo così capace, ma mi piace e voglio provocarlo:
-“Mi vuoi proprio fare il culo, porco? Non è che Katia ti ha mollato proprio perché eri un gran porco?”
-“In realtà è vero il contrario. Katia è una vera vacca da monta e una cagna in calore e la mia minchia non le bastava più. Inoltre, ha la fissa dei cazzi grossi e soprattutto ama prenderli nel culo. Ed è in quel momento che ho atteso di sorprenderla mentre si faceva spaccare il culo da una sorta di mandingo nero.”
Quel racconto ha il potere di eccitarmi enormemente e tra me e me penso che Katia ha tutta la mia solidarietà nel pretendere cazzi grossi e che la facciano godere se poi lo fa meglio col culo, sono ancora più partecipe di questa sua preferenza perché io per prima adoro godere, prendendolo nel culo. Quindi mi rivolgo a Dario.
-“Allora ti do una notizia fratellino. Alla tua sorellina piace da impazzire prenderlo nel culo e godere, quindi, datti da fare e mettimi il tuo bel cazzone dentr…oooooo! Ahahahahahaha…mi spacchi, bastardo!”
Non mi ha dato il tempo di concludere la mia provocazione che me lo sono ritrovato dentro senza preavviso. Fa male ma io so come superare il dolore. Prendo la sua mano e la metto sopra la sua e inizio a torturare il clitoride, lui intuisce e mi accompagna nel movimento. In breve, il dolore è sparito e quel manganello dentro ha allertato tutte le terminazioni nervose anali, mandandomi fuori di testa. È una sensazione meravigliosa, eccitante, lussuriosa. E poi quel tipo di monta, per molti contronatura, per me è segno di possesso offerto al mio maschio e di appartenenza come una cagna col suo padrone. In quel momento quel meraviglioso fratello è il mio padrone e ho solo voglia di appartenergli e di essere posseduta. Pensarlo mi eccita in modo paradossale e lo incito, presa da un fervore erotico straordinario:
-“Fottimi, fratellino, sbatti al tua sorellina, falla godere, aprile il culo, spaccala in due ma regalale un orgasmo che deve essere potente come uno tsunami.”
Mi muovo in sincrono con lui e ormai siamo prossimi entrambi all’apice della nostra eccitazione e infatti, esplodiamo in un meraviglioso orgasmo, urlando e insultandoci come maiali. Tremo in ogni fibra e la mia sborra cola, eruttando tra le cosce, allagando il pavimento. Nel mio culo sento una serie di schizzi caldi che mi riempiono l’intestino. Resta ancora qualche secondo dentro, poi lentamente si ritira e dallo specchio di fronte il divano vedo il suo miele uscire e colarmi, mischiandosi ai miei umori. Non posso che definirlo un meraviglioso spettacolo. Ci accoccoliamo sul divano, restando abbracciati per un po'; poi ci alziamo prima di essere sorpresi nudi, rifugiandoci in bagno.

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