tradimenti
Col sale sulla pelle
di Cpcuriosa60
05.06.2024 |
4.948 |
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"Al mio Lui non è spiaciuto, anzi, mi ha fatto centellinare il racconto delle mie emozioni per settimane; un dettaglio alla volta, e non sempre, finchè..."
- Eccoti, sei tornataMe lo dice in inglese, perché sa che non conosco la sua lingua, una delle tante della ex-Jugoslavia.
Passa tutta l’estate in una roulotte sistemata lì da decenni, di fronte alla spiaggia rocciosa, un caravan datato, come tanti, potrebbe sfasciarsi se solo lo si spostasse.
Davanti è stata costruita una veranda, funzionale ma non elegante come le altre; ha però il vantaggio di godere di una vista spettacolare sul mare aperto, pur essendo riparata dal vento che a volte qui soffia impetuoso.
Da qualche anno, non tutti i giorni, condividiamo il rito del primo bagno del mattino e stamattina, per la prima volta in queste vacanze voglio provare se riuscirò a buttarmi in acqua.
Il sole non ha ancora illuminato la baia, in questa stagione è un po’ pigro, ancora si nasconde dietro le colline.
Scendo la scaletta tra gli scogli, la temperatura dell’acqua che tocca appena le caviglie mi sorprende, pensavo fosse più sopportabile.
Mi dico che à solo un attimo e che il corpo si adatterà, anche perché ho cercato di raffreddarlo esponendolo all’aria fresca, venendo fin qui e facendo il tragitto più lungo.
La notte si dorme ancora con un piumino leggero e lasciarne il calore è stato un atto di coraggio.
Era inutile rimanere lì sotto, però, il pensiero di questo primo bagno di stagione era troppo allettante.
I nuotatori del mattino qui sono tutti stranieri e rispettano orari precisi, maniacali, dettaglio che per me fa a pugni con il piacere donato al corpo e alla mente, liberandoli in un rituale che ha una magia struggente.
Mi sono dovuta adattare, negli anni, per far parte del gruppo.
Ora l’acqua mi bagna le ginocchia e so che per me è arrivato il momento di buttarmi.
Un respiro e poi devo coordinare bene i movimenti evitando di bagnare i capelli per non avere ancor più freddo poi.
Fatto, una lama gelida mi attraversa, mi manca il respiro, il segreto è ora muoversi, andare avanti, nuotare seppur nel mio stile un po’ impacciato.
Sento il rumore di altre entrate in acqua e con la coda dell’occhio vedo che si sta affiancando, veloce, con bracciate esperte e perfettamente sincronizzate.
Invidia per tutti loro ma non posso farci nulla; ogni anno, a fine stagione, mi riprometto di iscrivermi ad un corso di perfezionamento ma già passata la frontiera me ne dimentico.
Decido di tornare a riva, quando è troppo, è troppo.
L’aspetterò sugli scogli, protetta dall’accappatoio, ci vuole in questa stagione.
Arriverà, con calma e poi andremo a prendere il tè nella sua veranda.
Sarà sicuramente una delle tante varietà che usa, rigorosamente servito con una fetta di limone come da un’usanza nata in Russia, ho scoperto.
L’infuso ci scalda, fa parte del rituale delle nostre mattine condivise dall’ultima estate.
Mi aveva ospitata quando un temporale aveva sorpreso tutti con una violenza insopportabile.
Avevamo riso correndo verso il riparo del suo alloggio e mi aveva frizionata con un telo asciutto, il mio aveva preso il volo verso chissà quali spazi.
Anche oggi il tè ha la stessa forza, anche se solo il suo corpo mi scalderà davvero.
E’ successo, senza che mai lo pensassi, mesi dopo, durante uno dei nostri piacevoli incontri ad estate quasi finita, quando a nuotare eravamo ormai solo in due.
L’ho fatto senza rimorso, con naturalezza.
Al mio Lui non è spiaciuto, anzi, mi ha fatto centellinare il racconto delle mie emozioni per settimane; un dettaglio alla volta, e non sempre, finchè facevamo l’amore.
- E poi, cos’altro ti ha fatto?
Ti ha leccata così, hai sospirato così, oppure è meglio di me?
Dimmi, la sua bocca è più dolce, la sua lingua più leggera?
Quanto sarai stata salata, non vi siete mai fatte la doccia…
Gliel’ho detto, più volte, è diverso, non può essere come un tocco maschile.
Anche se lei ha poco seno ed un corpo asciutto, quasi virile, è sempre una donna.
Come i maschi però, mi prendeva il seno, stupita forse del suo peso, lo alzava nella sua mano grande e chiudeva gli occhi, assaporando il contatto.
Il suo petto è quasi piatto, unico nella mia esperienza.
Le donne che ho conosciuto e toccato prima di lei, erano tutte prosperose, morbide, come piacciono a lui.
- Ti piacerebbe farlo con lei?
Gliel’ho chiesto, già sapendo la risposta che è stata un “No” secco, senza appello.
- Lei non mi vorrebbe, sa chi sono e sa di noi, l’ho incontrata più volte ma ha sempre sfuggito il mio sguardo.
Io la penso, in fondo, come ad un maschio, ecco l’ho detto, anche se mi eccita pensarti con lei.
Dimmi vi siete baciate, avete giocato con le vostre lingue?
Ho dovuto dirgli che non me la sono sentita, ho sempre scostato la faccia, forse come raramente mi è capitato.
Anche per me è stato diverso, rispetto a tante altre volte.
E lo è anche questa mattina.
Mi chiedo se nei lunghi mesi d’inverno mi abbia pensata.
Vorrei domandarle ma ho paura della risposta.
Non cerco amore da lei, non vorrei mai che fraintendesse.
Dovrei spiegarle cosa mi è rimasto dentro dei nostri giochi passati, quasi nulla in realtà, sono stati solo un rituale come il bagno, il sole nascente, il tè al limone.
Mi abbandono sul suo letto che ha ancora un po’ del suo calore o forse sotto c’è una coperta collegata alla corrente che lei ha acceso prima di uscire e poi spenta senza che me ne accorgessi.
Capisco che vuole guardarmi, allora sto ferma, abbandonata.
E’ sdraiata su di un fianco, mi sovrasta e percorre il mio corpo con le dita, soffermandosi sui capezzoli perché stanno ancora subendo la conseguenza dell’acqua quasi gelata.
Li succhia, ora, ha imparato a trattenere la sua voglia e a non mordere come invece vorrebbe.
Non riesce però a farlo senza che la mano mi esplori la fica, sento che si limita anche in quello, non ha dimenticato
- Piano, fai piano, lenta, così…
La prima volta non è servito tradurre, le ho accompagnato e trattenuto le dita.
Le ho mostrato i miei gesti, le è piaciuto toccarmi, finchè mi ha sussurrato in inglese
- Continua, tu, da sola
E poi mattino dopo mattino, ha capito.
E’ stato strano, non trovare dentro di lei la capacità immediata che hanno le mie amiche di gioco di saper come sfiorarmi per farmi godere.
Non posso pensare di essere stata la prima, per lei, anche se il dubbio mi è venuto più volte.
Mi rilasso, chiudo gli occhi mentre gioca con me, grido il mio piacere, riprendo fiato.
Lei si stende del tutto, mi abbraccia, mi stringe forte.
- Devo dirti una cosa.
E’ un sussurro, il suo.
- Le cose sono cambiate dallo scorso anno.
Tace e io rimango in attesa.
- Ho un uomo, da qualche mese.
Lui non sa, non deve sapere.
Ti prego.
La guardo, sorpresa e un po’ offesa.
La rassicuro, le spiego che anche lui tacerà.
E capisco, però le sue paure.
- Questa è l’ultima volta, devo essere forte.
Lui arriverà domani e poi sarà con me tutta l’estate.
Le accarezzo il viso, le dico che comprendo, che non si faccia problemi.
Le chiedo però se posso esaudire un desiderio.
- Quale?
- Voglio vederti venire, almeno una volta, proviamo?
Annuisce e si mette in attesa.
Questa volta la bacio di mia iniziativa, lenta, socchiudendole la bocca e sentendo il gusto di me stessa ancora presente sulle sue labbra.
Ascolto i suoi sospiri finchè la tocco, non mi sono mai dedicata ad una donna così.
Provo a sfiorarle i suoi piccoli capezzoli, strani per me.
Sospira, come fossero grandi.
La tocco tra le cosce snelle e muscolose, la trovo bagnata, un senso di trionfo mi attraversa.
Geme forte, come mai aveva fatto e provo ad infilarle le dita.
Viene, torcendosi, quasi travolgendomi, le sue mani stringono forte le lenzuola.
Non me l’aspettavo così pronta, forse dietro la sua maschera severa c’è la passione più autentica.
La bacio e le chiedo
- Ancora?
E il suo “Sì” è un sussurro.
L’ho rivista stamattina, insieme a lui.
Per tre giorni ha piovuto e non sono andata in spiaggia.
L’ha trascinato nell’acqua, scherzando sulla sua ritrosia.
Lui è stato bravo, davvero, si è buttato appena dopo di lei.
Li ho guardati da lontano, quando sono usciti ridevano, lei lo spruzzava come fanno le bambine dispettose e lui non ricambiava, concedendole la vittoria in quel piccolo gioco.
Non credo che farò mai più il bagno in quella baia nel sole nascente del mattino.
Cercherò un altro gruppo di pazzi, sono sicura che li troverò.
Nota: tra le nostre foto, si trova quella della baia al mattino
Per capire...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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