trio
Per amore di Franca - parte prima
di Cpcuriosa60
26.09.2023 |
12.796 |
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"Mettetevi comodi, che vi racconto..."
Abbiamo conosciuto Franca e Stefano durante una crociera. Ci avevano assegnato due posti allo stesso tavolo e ci siamo fatti buona compagnia anche durante la navigazione e le escursioni.
Lei è una bella donna mediterranea, solare e sensuale, seppur riservata.
Lui un maschio frizzante, palesemente innamorato della sua donna compagna da una vita, ma con l'occhio birichino.
Come succede, una volta sbarcati, non siamo andati oltre lo scambio dei numeri di telefono con annessi successivi contatti per gli auguri di Natale.
O così credevo.
Stefano ci ha telefonato la settimana scorsa: è venuto al nord per un convegno in una città vicina e vuole passare a salutarci prima di prendere l'aereo di ritorno.
Chi suona alla nostra porta non è certamente l'uomo che ricordavo, riconosco al primo sguardo un animo tormentato.
Pranziamo, parlando del più e del meno e mi accorgo che lui beve, parecchio.
Finito il pranzo gli chiediamo di fermarsi da noi. Inutile andare dall'aeroporto con così tanto anticipo, gli diciamo, ma in realtà non ci pare in grado di guidare la macchina a noleggio che dovrebbe riconsegnare.
Siamo seduti in salotto, lui sul divano di fronte al nostro ed improvvisamente si passa le mani sul viso, sospirando angosciato.
"Ho fatto un casino, non so come uscirne" ci dice.
Lo guardiamo stupiti esortandolo a confidarsi, siamo pur sempre vecchie conoscenze e in nave, tra un bicchiere di bollicine e l'altro, avevamo condiviso qualche discorso intimo, come succede alle coppie innamorate e un po' brille.
"So che voi giocate con le coppie" dice guardandomi con gli occhi un po' liquidi. " Me lo ha detto lui, al telefono" dice indicando il mio linguacciuto Signore" dopo che eravamo tornati. Io avevo intuito qualcosa da una sua battuta una sera che eravamo alticci sulla nave e il pensiero di poterlo fare anche noi mi aveva accompagnato a casa. Tu, Ivo, mi avevi poi messo in guardia, consigliato di pensarci bene, di confidarmi prima con Franca, ma no, io sono un coglione e ho rovinato tutto...."
Sono allibita e dispiaciuta. Pur non conoscendo benissimo Franca, mi è cara, essendomi identificata in lei, da donna innamorata e comunque con certi valori (che pur "giocando" io credo di rispettare, primo fra tutti l'assoluta complicità col mio Uomo)
"Cosa hai fatto?" gli chiedo.
"L'ho forzata, portandola ad un incontro tra scambisti senza che lei fosse convinta. E ...lasciamo perdere, mi vergogno troppo. Lei è rimasta ferita e delusa e non è più la stessa. Sì, viviamo la nostra solita vita, è affettuosa, facciamo l'amore come sempre, ma in fondo ai suoi occhi leggo un velo di tristezza. E non prende più l'iniziativa giocando con il mio uccello quando ho l'alzabandiera mattutina, non me lo prende in bocca guardandomi maliziosa e non mi regala quelle sue godute silenziose ma cariche di erotismo che erano il sale della mia vita".
Che dire, siamo rimasti seduti in silenzio, senza parole. Non c'è un rimedio alla coglionaggine maschile, penso fra me, quando si è semplicemente trascinati dai propri cazzi, non si ragiona.
Me ne vado in cucina a lavare i piatti, lasciando gli uomini in salotto. Poco dopo Stefano viene a salutarmi e se ne va.
È passato quasi un anno. Ho pensato spesso ai nostri amici, soprattutto a Franca. Chissà come va...
Finché da Stefano non ci arriva un invito a partecipare ad una chat via Whatsapp. Fissiamo l'orario ed eccoci online.
L'uomo che vediamo collegato è sicuramente un'altra persona, che sorpresa! Sorridente e malizioso, non vede l'ora di raccontarci.
"Ciao, ragazzi. Volevo rassicurarvi, tutto va meglio. Loretta tu non lo sai, ma con Ivo ci siamo sentiti in questi mesi e mi è stato d'aiuto. Mi ha fatto capire che niente è irrecuperabile quando si ama ma poi il destino mi è venuto incontro....Mettetevi comodi, che vi racconto....
Vi ricordate che noi andiamo in vacanza nella nostra casa al mare.
Quella mattina eravamo soli. Faceva caldo e Franca era già in giardino a curare le piante, approfittando delle ore più fresche. È il suo passatempo: si alza presto, si mette qualcosa, un vestitino o un pareo e taglia, annaffia e via dicendo, assorta nei suoi pensieri. Io di solito me ne sto a letto, a leggere o a dormire.
Quella mattina, vi dicevo, invece ero sul terrazzo a controllare l'antenna della tv che probabilmente era stata spostata dal vento. Guardavo Franca da lassù, ammaliato dai suoi gesti tranquilli, quasi sensuali ma anche dalle sue forme appena nascoste da una maglietta aderente, lunga ma non abbastanza da coprire per bene le cosce.
Sono sincero, mi si era rizzato, anche perché quella mattina lei si era alzata prima che mi svegliassi. Da qualche giorno non facevamo l'amore, sapete il perché...
Dunque, sono lì che la guardo, lei finisce la telefonata al cellulare con una delle sue solite amiche, e riprende ad annaffiare la siepe, guardando la casa di fronte. È tranquilla, sorridente, me ne compiaccio, le amiche servono a qualcosa.
Ma poi, porca troia, non scorgo al di là della siepe, Mattia, uno dei figli dei vicini, diciottanni o poco più: è lì, la guarda da un varco, ha i pantaloncini abbassati e l'uccello in mano.
Mi viene da urlare, da farlo scappare, si sta segando guardando la mia donna! Vorrei scendere di corsa e dargli due ceffoni, e invece...
Sono bloccato, guardo lui e il suo giovane cazzo, il suo viso in estasi e Franca che non si è accorta di nulla.
Idea, la chiamo al telefono e la avviso. E così faccio.
" Copriti e rientra" le dico "Mattia ti guarda attraverso la siepe".
Lei non mi dice nulla, non alza gli occhi, chiude la telefonata e girando la schiena alla siepe, si abbassa a raccogliere le foglie secche...
Spudorata, sta offrendo al ragazzo la visione del suo culo stupendo e della sua fica, sicuramente bagnata.
Sono impietrito, ho il cazzo duro come non mai, e me lo meno così come sta facendo quell'altro.
Siamo in balia, ambedue, di uno spettacolo della natura, una femmina che vuole farci morire...
Beh, che dirvi, credo di essere venuto in un minuto, come un adolescente, come il porcello che stavo guardando, col cazzo in mano e gli occhi su Franca.
A gambe malferme, sono andato in bagno a fare la doccia, lei era sempre in giardino. La mia mente era sconvolta, non avevo più provato un eccitazione simile da quando avevo avuto Franca per la prima volta a casa dei suoi genitori.
Era come aver visto una donna sconosciuta, lo choc provato era un misto di eccitazione e di rabbia, di orgoglio e di gelosia.
Non so come riuscii a superare la giornata, credo di averle rivolto forse dieci parole, rintanato in un angolo del giardino all'ombra, con un libro che in realtà non leggevo.
Finalmente venne il momento di andare a letto.
Lei si era già fatta la doccia e forse già dormiva, distesa sul fianco e girandomi le spalle
In silenzio la raggiunsi, cercai di dormire ma avendola vicina, nuda come dorme di solito, non resistetti
Tutto era troppo: il suo profumo di femmina, pulita ma già un po' sudata (la temperatura non era ancora scesa), il lieve sentore della sua fica, inebriante e sicuramente più forte del solito. "È eccitata" pensai e subito il mio cazzo fu d'accordo con me.
Osai l'insperabile, appoggiandoglielo al culo e aspettai la sua reazione, invocando tra me i buoni auspici della sorte che sempre arride ai coraggiosi (seppur coglioni).
E la sorte mi fu amica: lei si voltò, mi spinse con le spalle sul materasso e salendomi a cavalcioni si infilò il mio uccello nella fica.
"Ora siamo quasi pari" mi disse muovendosi con lentezza. "Pensiamo a come portarlo in casa, domani..."
E al pensiero venimmo insieme, come da tempo non succedeva.
Lo confesso, poi ho pianto. Di gioia, questa volta.
E il giorno dopo...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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