Scambio di Coppia
Facciamoci del male
di Cpcuriosa60
01.09.2024 |
14.743 |
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"Claudio, il nostro ospite di quella sera, era un uomo estremamente dotato e lei lo cavalcò con decisione, quasi con egoismo che non mi sarei aspettata da..."
Lui aveva la testa tra le mie cosce.Per me era la prima volta che qualcuno che non fosse il mio Amore mi riservava delle attenzioni così intime.
Ed era anche la prima volta che facevamo sesso in una stanza con più di una coppia.
Con mia grande sorpresa fu, quella, la prima sera in cui lo vidi piangere mentre guardava la sua compagna godere con altri.
Non so bene perché ieri ho pensato a lui.
Forse perché ho visto un uomo che me lo ha ricordato, alto, con lo sguardo deciso e sfrontato, autoritario nei modi.
Così lo vidi quella sera in cui ci ritrovammo a casa di amici comuni.
Amici particolari, una coppia che ci accompagnava con grande pazienza nel mondo trasgressivo dello scambismo.
Noi eravamo veramente agli inizi, curiosi e titubanti, giovani d’età ma maturi nel nostro rapporto da sentirci forse pronti alla trasgressione.
Non abbiamo mai avuto fretta di provare nuove situazioni ed è per questo che abbiamo evitato, ora lo capisco bene, il dolore che ogni tanto vidi sul viso di Vittorio.
La sua compagna era bellissima, non solo per l’espressione sempre solare del suo viso e per il suo corpo armonioso, ma per la sensualità che sprigionava.
Quella sera in cui la vedemmo per la prima volta ci conquistò, anzi posso dire senza provare alcuna gelosia, che ammaliò Ivo tanto che ancora, a distanza di anni, lui ne parla talvolta abbassando quasi la voce.
La cena, ricordo, non era stata un gran che, ma doveva essere solo il preludio al passo successivo.
Fu lui a prendermi per mano e a condurmi sul letto, sfrontato, spadroneggiando in una casa non propria.
- Vieni, Loretta, andiamo a farci del male.
Non capii allora il significato di quelle parole, travolta dal suo gesto e dall’urgenza con cui iniziò a spogliarmi.
Da una parte mi spaventai un po’ della sua irruenza e dall’altra parte ne fui però lusingata.
Sapevo comunque, tramite i nostri amici che ci avevano parlato di Vittorio ed Elena, che tutti avrebbero rispettato i nostri limiti.
Lui aveva delle mani grandi eppure giocò con i bottoncini della mia camicetta slacciandoli, non senza fatica, e commentando la mia scelta poco azzeccata per una serata come quella.
- Ti meriteresti che li strappassi tutti in un colpo solo, piccola.
Più tardi fai due parole con Elena, vedi come Claudio la sta spogliando in fretta del suo vestito scollato.
Capii in quel momento che Vittorio era lì con me ma in realtà non perdeva di vista la sua donna.
Gli piaceva vederla giocare con gli altri maschi, che la lasciavano fare, ammaliati dalla sua bellezza e dall’erotismo dei suoi modi.
Lei li dominava, ora lo capisco, senza lasciar loro spazio per coccole o gesti affettuosi.
Cercava il sesso vero e proprio, la soddisfazione del suo bisogno di godere.
Claudio, il nostro ospite di quella sera, era un uomo estremamente dotato e lei lo cavalcò con decisione, quasi con egoismo che non mi sarei aspettata da una donna così dolce in apparenza.
Vittorio rimase, ricordo ancora, ipnotizzato dalla visione di lei, l’espressione del suo viso mutò dall’eccitazione, all’evidente godimento, fino ad un che di tenero e struggente.
Attese di sentirla venire, con un grido soffocato dalla mano di Claudio, mentre il suo corpo era scosso da spasmi.
Per me, ancora nuova del vasto mondo del sesso, fu quasi uno choc perché io cercavo (e cerco ancora) la sensualità del tocco, il lieve sfiorare delle dita sul corpo.
La grande maestria del mio compagno di giochi di quella sera seppe però riportarmi ad uno stato di rilassatezza, tanto che scoprii in lui, comunque, una dolcezza inaspettata.
Gli piacquero sempre i nostri incontri, così diversi (mi diceva) dallo scopare di tutti gli altri.
Mi faceva ridere a volte, guardandomi in quel suo modo particolare, sarcastico ma allo stesso tempo pieno di desiderio, mostrandomi il suo uccello ritto e notevole
- Fammi solo sapere, tesoro, quando ti deciderai al grande passo.
Mi piacerebbe essere il primo ad approfittare delle tue grazie.
Non avvenne mai.
Li perdemmo di vista, per reciproche difficoltà della vita.
Ripenso ogni tanto a loro.
All’uomo che nel tempo si confidò con me, svelandomi di aver sposato la ragazza più bella e desiderata del paese, che aveva scelto lui per i suoi modi decisi ma nello stesso tempo per la sua dolcezza nascosta.
- Ho pagata cara la mia presunzione.
Col tempo la vidi un po’ spegnersi, finchè non capii che lei aveva bisogno di sentirsi sempre desiderata.
Ecco perché siamo qui, questa sera come tante altre.
La lascio sedurre gli altri, che credono di possederla ma, guardala!
Gode con loro, li usa ed io posso solo lasciarla fare.
Quando la ammiro finchè si prepara per una nostra uscita, passa piano una crema profumata su quel suo bel corpo, sceglie un abito tra i tanti, calza le sue scarpe col tacco…
Orgoglio, ecco cosa sento, amore infinito ma poi…
Te l’ho detto, il mio motto, preso a prestito da un film di Nuti, è “facciamoci del male” e parlo per me stesso.
E di solito, scendeva una lacrima sul quel suo volto di uomo.
Non azzardai mai accarezzarlo per asciugarla, lasciavo fare a lui.
Spesso poi tornava con un sorriso un po’ storto a guardarmi e mi diceva
- Apri meglio le gambe, non ricordo dove eravamo rimasti.
Meglio se ricomincio daccapo.
Nota di Loretta: ho già ricevuto qualche bacchettata in privato per il fondo di tristezza che pervade questo racconto.
Mi è stato detto che lo scambismo é fatto per divertirsi.
Lascio a chi legge e magari commenta, riflettere...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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