Scambio di Coppia
Sogni per una notte di mezz'estate
di Cpcuriosa60
21.06.2024 |
15.395 |
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"Permetti però che io sogni sul menù e sul servizio..."
Lui guarda il calendario appeso in cucina e solleva un paio di fogli.- Mancano nemmeno due mesi al tuo compleanno, bisognerà pensare a qualcosa
- Tesoro, grazie!
Quel braccialetto che abbiamo visto in vetrina ieri, potrebbe andare…
- Eccola, che ci prova.
No, sarebbe bello organizzarti una festa di un tipo speciale, due-tre giovanotti solo per te…
Nessuna delle tue amiche a distrarli ed io che vi guardo e magari faccio qualche fotografia…
- Scemo, ti pare che potrebbe interessarmi?
Ho una certa età e quel giorno sarà ancora peggio.
- E allora, dimmi tu con chi vorresti tagliare la torta, sentiamo.
- Mi piacerebbe, davvero…
Non ti arrabbi se te lo dico?
- Ma senti, cosa potrebbe farmi arrabbiare più di vederti alle prese con qualche giovane cazzo che ti si infila…
- Ma basta, con ‘sta storia!
E calmati!
E’ la mia festa o la loro, o la tua?
Sempre a pensare che noi donne vogliamo scopare o meglio esser scopate…
Un po’ di erotismo, di sensualità, su, dai…
- Scusa, scherzavo, anche se l’idea di vederti, non mi dispiace…
Lascio la cucina, un po’ offesa, stamattina l’uomo è decisamente arrapato, devo lasciarlo sbollire.
Mi segue dopo un po’, sono nella mia stanzetta degli hobby, impegnata a stirare.
Tengo un po’ il muso, fingendo di essere presa solo dalle maniche di una mia camicetta.
- Davvero, scusa, è che ho ricordato il racconto di quella Signora, dei suoi cinquant’anni e dei cinque ragazzi…
Mi esibisco nel famoso thriller “Loretta, lo sguardo che uccide”, lui capisce e si siede sulla mia poltrona.
Io tengo gli occhi sui bottoncini della camicia.
- Se volessi davvero farmi felice, inviteresti i miei amici scrittori…
Ecco, l’ho detto.
E’ un tabù, come toccare il suo culo (ed è per questo che sono così attratta da quello degli altri e nei miei sogni ci sono spesso scene di sesso tra maschi?).
Lui tace, pensa, non se lo aspettava.
Loro sono fantasmi, fotografie a volte annebbiate, maschi senza volto, spesso senza uccello; sono stati solo parole in questi mesi, frasi sul video del tablet, domande, risposte, scherzi, confidenze.
Ma nulla di più, era chiaro.
Un gioco sottile, difficile mantenere con loro il giusto equilibrio, svelare di me senza farli eccitare, a loro non interessa il mio corpo ma solo la mia tastiera.
E digitare per notti intere, senza vedersi, senza sentirsi, aspettando pazienti che i puntini “in attesa” della chat diventassero un concetto, un ricordo oppure una latente provocazione.
Una forma di amplesso, di masturbazione, per trovarmi bagnata a volte, ma senza davvero volerlo.
Lui sta ancora pensando, sorpreso e forse, a sua volta, un po’ offeso.
- Ne abbiamo parlato, ricordi?
Chiacchiere scritte, ma niente di più…
-Dai, lasciami solo sognare ancora una volta, come tu fai per i ragazzi che vorresti con me, quando sai benissimo che io invece…
- Raccontami, allora, ma solo così, finchè stiri ed io resto a guardarti...
Cerco le parole, devo pesarle e dar loro il tono dello scherzo, la leggerezza di una piccola sceneggiata.
- Potremmo chiedere in prestito la villetta sul lago, tu sai a chi…
E’ in mezzo agli olivi, non ha grosse pretese di lusso ma è un po’ fuori dal centro e cinque o sei macchine parcheggiate sull’erba non darebbero nell’occhio.
- Cinque o sei?
E poi dici di me?
Un’ammucchiata letteraria, che porca…
- Fai silenzio, scemo.
E’ il mio sogno od il tuo?
Fammi continuare.
Allora, arriverebbero alla spicciolata, qualcuno magari dormirebbe nei dintorni perché il suo viaggio è stato lungo.
Sarebbe al tramonto di una sera di mezz’estate, quando già il sole cala prestino non è più quello di luglio e le montagne sul lago lo nascondono affamate.
Vorrei essere sola ad accoglierli, uno per uno, emozionata nello scoprire il volto di chi mi ha fatto tanta compagnia.
Mi esporrò, sperando di non deluderli, ma in questi mesi l’ho ripetuto più volte, io sono quella che sono.
Direi loro, ad ognuno “Che bello, vederti” e chissà se anche per loro sarebbe così.
Avremmo qualche minuto, per guardarci, forse per scambiare un abbraccio e come accade spesso, non sapremmo che dirci se non le frasi banali di chi è davvero emozionato.
- Tu dai per scontato che loro verrebbero, tutti…
- Di nuovo?
E’ il mio sogno, succede quello che voglio.
Immagino che verrebbe anche “lei” vestita in abito lungo, portando i tacchi che ama, senza paura di farsi vedere così.
E farei una sorpresa anche a loro, inviterei le mie amiche più care, le gattine in calore che hanno popolato i miei racconti.
E questo è davvero sognare, sarebbero sole, senza i loro compagni gelosi.
Sì, ridi, ridi.
Te l’ho detto, tutto quanto è solo un castello della mia fantasia…
Le micie sarebbero bellissime, se possibile più di sempre, con abiti leggeri, sandalini colorati, occhi splendenti, sorrisi caldi e finalmente sereni.
Utopia, lo so.
I maschi sarebbero invece sorpresi, spero non disturbati, si aspettavano solo una cena con me.
Forse verrebbe una coppia, lui è uno scrittore, porterebbe la sua Lei per farla divertire.
La tavola sarebbe apparecchiata nel patio, nascosta alla vista dagli olivi, illuminata dalla luce calda delle lampade.
Tu compariresti ogni tanto, portando le caraffe dell’acqua e le bottiglie di vino.
Manderei in cucina con te lo Scrittore-ciclista, si era offerto una volta a farci da cameriere, perché “chi fa sesso, ha poi fame”, aveva scherzato.
Avresti preparato piatti freschi, appoggiandoli via via su di un tavolo di servizio e finalmente ci troveremmo seduti, noi dieci o dodici, non di più.
Qualcuno dei miei amici avrebbe sicuramente declinato l’invito, il periodo è quello delle ferie, tanti di loro hanno una vita, una famiglia.
E certo “l’uomo dalle vite parallele” non potrebbe esporsi, anche se di sicuro sarebbe volato da noi, potendo, col suo Amore segreto.
A condurre i discorsi sarebbe Lui, col suo accento romano, conquistando con la sua simpatia tutte noi donne.
Ci racconterebbe del mare, delle vele, delle onde ma anche delle sue Amate, se volesse, sospirando talvolta.
Intanto il buio calerebbe sull’oliveto e le lampade accese illuminerebbero i volti magari già un po’ brilli.
Con anche un giro di amari le lingue sarebbero sciolte, vi guarderei ridere, studierei in che modo si starebbero, forse, formando le coppie.
Perché quello sarebbe alla fine il gioco, lasciare che Eros ci guardasse benevolo e stendesse malizioso il suo velo sulle menti eccitate dal vino, dall’aria tiepida, dal leggero vento che spirerebbe dal lago.
Sogno, che ognuno di voi maschi trovasse una musa, per ispirare un racconto nuovo.
Lo sapreste di essere liberi di prendere per mano una di noi, di baciarle i polsi e le labbra, di dirle “Mi piaci, vuoi?”
E perché no, potrebbe essere anche il contrario, una gatta che con gli occhi splendenti si siede sulle ginocchia del suo preferito, dimenticando i problemi e i dolori di una vita difficile.
Chissà con chi potrei appartarmi e soprattutto se lo farei.
Potrebbe essere che rimanessimo soli, noi due ma andrebbe bene ugualmente.
E’ in fondo, il fine ultimo, vivere il “gioco” per vivere meglio.
Lui mi ha ascoltata, seduto in poltrona, con gli occhi chiusi, meditando sulle mie parole.
- Che ne dici?
Potrebbe piacerti?
- Bella l’idea delle gattine in calore, le tue fantastiche amiche in realtà sono pantere e tigri, splendidi felini come te.
Permetti però che io sogni sul menù e sul servizio.
- Certo, tu sai cosa prepareresti, lo chef saresti tu.
- Ecco, potrei finalmente esaudire un mio sogno…(sospira e non mi guarda)
- Un piatto particolare, racconta
- Sì, particolare, proprio il piatto, anzi il vassoio, appoggiato su di un tavolo.
Mi piacerebbe…(esita)
Piccoli antipasti, da prendere solo con la bocca, adagiati su una di voi.
Involtini minuscoli tra i seni, vol-au-vent ai gamberetti o con salsa tonnata tra le scapole, piccole polpette adagiate sul ventre, forse anche patatine croccanti sparse qua e là.
Ed una persona, una sola, potrebbe azzardare di cercare uno sfizio infilato…
- Maiale, cosa vai ad inventare!
- Un sogno, lo hai detto tu.
Per primo piatto, preparerei piccole ciotole di riso freddo o di cous cous alle verdure, ciotoline stavolta appoggiate su di un maschio, magari su “Lei” e credo gli piacerebbe.
Lo potreste toccare prendendo le mono porzioni, non pretenderei che lo si succhiasse abbassandosi sul corpo, però se qualcuno o qualcuna volesse…
Poi di nuovo una lei per il secondo, fettine leggere di roastbeef, quadratini di formaggio, messi magari a guarnire i capezzoli; un lui invece offrirebbe i contorni, patate croccanti, anelli di cipolla dorati adagiati sul cazzo, mezzi pomodorini da prendere sempre con le labbra.
E per finire, i dolci, sul tuo corpo: palline al cocco, fragoline, panna montata, forse.
Non saresti tu la festeggiata?
Rimango senza parole, anche stavolta mi ha superata.
Ecco ho scritto, per chi vuole leggere e far parte del sogno, scrivendo del suo.
E’, se posso permettermi, il mio “canto del cigno” la chiusura di un anno in cui ho scritto, giocato, sofferto, sbagliato, ma sicuramente, amato.
Partiranno gli inviti per questa cena fantastica, spero di ricevere un cenno di intesa.
E ripeto, è fantastica.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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