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Incontro segreto


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
30.09.2024    |    6.504    |    12 9.7
"Finchè non ha vinto, ed io gli ho detto - Facciamo come vuoi tu, credo che mi piacerà..."
Sto aspettando, da sola, in macchina, che mi raggiunga.
Conosciamo ambedue il parcheggio di questo centro commerciale, l’abbiamo usato per le nostre scorribande nei negozi.
Spese pazze nelle boutique di intimo, aperitivi in quattro, approcci spinti nel multisala.
Oggi però saremo solo in due, contravvenendo a tutte le regole.
Non è un caso se ci troveremo insieme, senza di loro.
Proprio in questo stesso palazzo gigantesco, sconosciuto ai più c’è quello che una volta si chiamava “albergo a ore”.

Tutto è iniziato in un privè di provincia poco pubblicizzato ma frequentato da molti anni dalle coppie scambiste.
Lui mi ha portata una sera d’inverno su invito di un’altra coppia molto più esperta di noi.
Era la prima volta, del resto non era da molto che avevo accettato di allargare ad altri il nostro ménage.
Non volevo perderlo, stavo lottando contro la noia che percepivo in lui, nei suoi gesti svogliati quando facevamo l’amore.
Dovevo aspettarmelo che prima o poi sarei diventata io la donna che non riusciva più a farglielo rizzare.
Per me, cinque anni fa ormai, lui ha lasciato l’altra, che a suo volta aveva sostituito nel suo letto la seconda moglie, stanca da tempo dei suoi tradimenti.
Come dice la saggezza popolare, “il lupo perde il pelo….”.
Sono semplicemente l’ultima delle sue conquiste, sempre più giovani rispetto alla sua età.
I miei quarant’anni cominciano a farsi vedere al mattino, i suoi sessanta non sembrano pesargli, invece.
Ha iniziato a sussurrarmi i suoi desideri mentre ancora riusciva a scoparmi, forse approfittando della naturale energia del risveglio.

- Come vorrei che finchè ti scopo qualcuno ci guardasse e si eccitasse per noi.

La prima volta ho sorriso, mentre lo sentivo dentro di me, prepotente come al suo solito.
La seconda gli ho buttato lì uno “Scemo” soffocato nell’incavo del suo collo.
La terza quando si è interrotto guardandomi fissa negli occhi, ho capito che non era solo una fantasia fatta per eccitarsi.
Mentre si girava sulla schiena, incapace di scoparmi ancora, l’ho sentito distante come non mai.
Ha giocato con me, come il gatto col topo, torturandomi giorno dopo giorno con le sue assenze.
Finchè non ha vinto, ed io gli ho detto

- Facciamo come vuoi tu, credo che mi piacerà.

Ed allora il gioco si è rovesciato, sono diventata io quella che fantasticava.

- Si potrebbe farlo con una coppia di amici, magari organizzando un week end in montagna in una di quelle spa dove si gira nudi.

Lui ha storto il naso, poi ho capito che le nostre amiche era tutte più anziane, nessuna era una cerbiatta degna di lui.
Ed allora mi ha fatto vedere il sito internet dove potevo mettermi in mostra.
E’ stato eccitante, alla fine, farmi fare le fotografie giuste e guardami lì esposta agli sguardi di migliaia di iscritti.
Ha gestito tutto lui, come era scontato, digitando sul tablet finchè eravamo davanti alla tv dopo cena.
Sorrideva, ogni tanto, e gentilmente mi leggeva qualche commento di chi esaltava le mie forme, complimentandosi con lui.

- Senti un po’ questo, cosa ti farebbe, mi chiede il permesso di leccarti i piedi.
Mi fa piacere che tu abbia buon gusto nello scegliere quelle calzature dai tacchi e dai prezzi altissimi.

Lo lasciavo fare con condiscendenza, felice di vederlo eccitato.
Finchè venne la sera in cui uscimmo, indossando un abbigliamento particolare.
Lui, al solito, elegante ma senza la cravatta da manager.
Io, invece, con un vestito cortissimo che appena copriva un intimo sexy al limite del trasgressivo.
Mi guardò con approvazione, sfiorandomi con la punta delle dita il solco del seno e toccandomi poi il sedere, esposto dato che il perizoma riparava ben poco.
La vicina ci intravvide sul pianerottolo mentre aspettavamo l’ascensore.
Ci venne da ridere mentre le porte si richiudevano sulla sua faccia stupita e un po’ disgustata.
Raggiungemmo il locale dopo un breve viaggio, perfino la nebbia padana fece la sua parte per creare la giusta atmosfera di complicità e trasgressione.
Al locale ci aspettavano loro e fu subito feeling.
Lei più giovane di me di qualche anno, lui coetaneo del mio Amore.
Ci guardammo, noi donne, sorridendoci ed io mi sentii accettata.
Lei mi guidò, prendendomi sottobraccio, presentandomi come sua nuova amica ad altre bellissime donne.
Ballammo insieme tutta la sera ed io dimenticai che non eravamo in una discoteca tradizionale.
I nostri uomini erano seduti su di un divanetto in prima fila davanti alla pista ed in pratica ci esibimmo per loro.
Lisa era sensuale anche nel ballo, mi coinvolgeva avvicinando il suo corpo al mio, chiudendo gli occhi quando la musica le piaceva in modo particolare (sospetto che il Dj sapesse che cosa far suonare…).
Non accadde nulla quella sera, niente di quello che avevo, insieme, desiderato e temuto.
Ci lasciammo che ormai era quasi mattina, le ore erano volate.

Iniziammo a vederci sempre più spesso tornando a volte al privè, ma preferendo in realtà le occasioni in cui trasgredire nella vita di tutti i giorni.
Uscivamo per un giro di acquisti, noi donne senza indossare le mutandine, coperte da gonne sempre più corte.
Era un gioco che loro facevano da sempre, entrare nei negozi di calzature per provare qualche stivale mostrando la passera nuda e depilata di lei.
E le tende dei camerini rimanevano spesso poco accostate finchè sceglievamo dei vestiti nuovi, aiutandoci magari a chiudere le zip.
Lui si eccitava vivendo questi giochi che sarebbero stati forse banali se non fossero stati condivisi con loro.
Lo vedevo rilassato e divertito ed ogni nuovo incontro era pieno di aspettative.
Riprese a fare l’amore con nuova voglia, sognando i passi che avremmo fatto insieme a Lisa e Marco.

Ed ora eccomi qui, pronta per una nuova esperienza.
Fare l’amore ma senza di lui ma soprattutto senza il suo consenso.
Sono pronta, curiosa ed eccitata.
Anche il posto dove vivrò la mia avventura non è scelto a caso.
Non è la mia camera da letto o la sua, ma una stanza affittata come fanno gli amanti.
Ecco il messaggio che attendevo

- Sono qui, ti aspetto, suona, ti apriranno, chiedi della stanza dodici.

Salgo all’ultimo piano, cerco l’ingresso del tutto anonimo e suono.
Un “clic” e la mia mano spinge la porta, ho deciso che voglio varcare la soglia di quello strano albergo.
E tradirlo, per la prima volta.
Mi aspetta nella stanza dodici, dove un letto rotondo riempie le spazio.
Luci soffuse, musica appena in sottofondo, il suo corpo in attesa fra le lenzuola riflesso nello specchio a soffitto.
Mi spoglio lenta, forse per prendere tempo.
Sento l’eccitazione bagnarmi le cosce (“niente mutandine, lo sai” mi ha scritto).
Raggiungo anch’io il centro del letto ed alzo gli occhi.
Mi piacciono i nostri visi che ci guardano, le spalle, i fianchi, le gambe, nudi, vicinissimi ma che ancora non si toccano.
Finchè le sue dita stringono le mie e la sua voce tremante mi chiede

- Sei sicura?

In risposta mi alzo su di un fianco ed avvicino le mie labbra alle sue per raccogliere il bacio, che è il primo contatto tra noi, dopo mesi in cui la voglia è cresciuta.
Stacca le sue mani dalle lenzuola per avvolgere i miei seni che ha sempre ammirato perché più pieni e maturi dei suoi.
Doveva finire così, ritrovarci noi due, senza loro.
Assaporare, come stiamo facendo, la dolcezza che dal primo momento è stata nostra e nostra soltanto.
Non sappiamo e non vogliamo ancora saperlo, se i nostri uomini sono pronti davvero a condividerci con complicità.
Sappiamo che noi non potevamo più aspettare, che la voglia di accarezzare la nostra pelle era diventata ossessione.
Per me è la prima volta che sento un tocco leggero sui capezzoli ben diverso da quello deciso del mio uomo.
Mi piace, mi appartiene, provo anch’io a regalarlo a lei.
Sospiriamo mentre ci guardiamo negli occhi, stupite di noi e della nostra voglia di baci.
E la mani scendono tra le nostre cosce, quasi nello stesso momento, per toccare l’umidità che ognuna sente in sé e scopre uguale nell’altra.
Lei per prima si abbassa appoggiando la bocca sicura ed esperta sulle labbra più tenere ed io vengo in un modo scomposto e veloce, che non avevo mai conosciuto.
Prendo fiato, non ho ancora il coraggio di baciare la sua intimità.
Lei capisce e mi guida, paziente, la mano e cerco di fissare dentro i miei ricordi i movimenti che le procurano in fretta l’orgasmo.
Mi abbandono sul letto, stringendole forte le dita, chiudo gli occhi, cercando di calmare il respiro che è ancora affannoso.
Ed è in questo preciso momento che sento un profumo familiare, quello che aleggia al mattino nel mio bagno.
Apro gli occhi e lo vedo.
Lui è qui, complice di un tradimento che tradimento, allora, non è.
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