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trio

Ingrid


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
19.01.2024    |    4.087    |    10 9.9
"Chinò leggermente il capo e mi sorrise..."
Siamo a letto, abbracciati, dopo aver fatto l’amore.
Sì, amo Manfred da quando l’ho conosciuto nel bar a fianco della sede del Credit Suisse.
Avevo vent’anni ed ero arrivata da poco a Zurigo.
Mi ero iscritta alla facoltà di Economia e per mantenermi agli studi facevo la barista.
Sicuramente il mio aspetto mi aveva facilitata nel trovare subito lavoro ma ero molto determinata a costruirmi un futuro lontano dal mio Paese, così chiuso e bigotto.
Manfred allora aveva quasi cinquant’anni e mi ispirò fiducia, tanto da iniziare a frequentarlo intimamente.
Gli raccontai di me e lui mi accettò, del tutto.
Ora è vedovo, ma ha figli e parenti che io conosco solo dalle fotografie e da qualche sguardo da lontano, quando lui partecipa con loro alle cerimonie pubbliche, essendo non solo un banchiere ma anche un politico.
Se la gente sapesse…
In questi vent’anni sono stata l’amante nell’ombra ed esco alla luce solamente quando siamo all’estero e diventiamo i signori Brandt.
In questo albergo ci conoscono e rispettano la nostra privacy, ma tutta l’Italia, del resto, è il nostro luogo del cuore.
In queste vacanze di inizio anno abbiamo diviso la Spa con un gruppetto di coppie di mezza età provenienti dall’Italia del Nord.
Pian piano se ne sono andati, da ieri il centro benessere è tranquillo.
Guardavo le donne, Italiane autentiche, molte piccole di statura e piuttosto rotondette, pudiche e nello stesso tempo maliziose.
Loretta era tra queste ed insieme al suo compagno si staccava dal gruppo perché più disinibita nello stare nuda dentro e fuori le saune.
Ieri mattina, da quanto abbiamo capito, volevano godersi le ultime ore di relax prima di tornare a casa.
Lei aveva fatto una sauna e dopo la doccia era entrata nella Jacuzzi.
Ci è sembrato carino farla sedere tra noi e sentire la sua coscia morbida sfiorare la mia mi ha dato un brivido mai provato.
La vidi rilassarsi e chiudere gli occhi, abbandonarsi al calore dell’acqua ed al piacere delle bolle.
Lo so da sempre, Manfred ha la capacità di leggermi nel pensiero e quando lo guardai vidi sul suo volto l’approvazione al passo che stavo per fare.
Chinò leggermente il capo e mi sorrise.
Feci quello che mai avevo pensato di fare, allungai la mano tremante verso la coscia di Loretta cercando di essere leggera e di sfiorarla soltanto.
La vidi sussultare ed aprire gli occhi ma non mosse il capo e tantomeno scostò le mie dita.
Per me fu un segnale di via libera e presi coraggio.
La mano si spostò più in alto sull’interno della coscia e sentii che le gambe si aprivano leggermente per facilitare l’accesso alle zone più intime.
Fu la prima volta che toccai una fica e la sentii morbida, carnosa ed accessibile.
Cercando di non far notare nulla da chi passava vicino alla vasca, esplorai con le dita la piega delle labbra e accarezzai la fessura.
L’eccitazione aumentò quando sentii, sulle mie, le dita di Manfred che non voleva perdersi questa occasione.
Non provai gelosia solamente complicità in questo gioco nuovo per noi.
Loretta era immobile, i suoi occhi erano chiusi ma il volto era lo specchio del suo piacere.
La bocca di dischiuse e nello stesso momento la sua mano raggiunse le nostre sotto il livello dell’acqua.
Presi il coraggio a due mani e le sussurrai “Ti voglio, vuoi giocare con noi?”
Lei aprì gli occhi e guardandomi mi sorrise, abbassando appena la testa.
Guardai Manfred ma lui aveva già capito e fu il primo ad alzarsi ed uscire dall’acqua.
Io lo seguii senza voltarmi, confidando che lei sapesse dove trovarci.
Arrivati nella nostra suite, Manfred ed io ci baciammo, finchè lui si staccò per alzare la fiamma del caminetto a gas.
Lei entrò e fece per dirigersi verso la doccia ma io la bloccai, avevo troppa urgenza.
Le levai l’accappatoio e mi inginocchiai, appoggiando subito il viso al suo ventre.
Era tutta morbida e calda dall’acqua della Jacuzzi.
Allungai le mani verso il suo viso e sfiorai tutti i suoi tratti, poi le spalle ed infine i seni.
Oh, la dolce piega di un seno naturale, pieno e appena cadente, la pronta reazione dei capezzoli stuzzicati dalle mie mani che ritenevo con timore poco delicate.
E che dire del sospiro che uscì dalla sua bocca e del fremito che sentii sotto i polpastrelli.
Pensai di farla sdraiare sul letto e non mi costò fatica alzarmi e prenderla in braccio, i miei sono muscoli veri e non abbellimenti inutili.
La depositai sul piumone e mettendomi al suo fianco ripercorsi tutto il suo corpo, questa volta con la bocca per baciare, assaggiare e leccare ogni singola parte.
Lei muoveva appena una mano, sfiorandomi il seno ed in quegli attimi desiderai che fosse più grosso e morbido anziché artificialmente sodo.
Quelle tette cha avevo così desiderato da ragazza e poi ero riuscita a “comprarmi” mi sembrarono inutili se confrontate alle due dolci colline della mia nuova amica.
E sicuramente i miei capezzoli non si indurivano come i suoi e nemmeno trasmettevano le sensazioni che lei sembrava provare.
Invidia e tenerezza insieme erano i miei sentimenti in quei momenti ma anche orgoglio perché i sospiri che udivo erano causati dai miei gesti.
Manfred ci aveva raggiunte e stava seduto sull’angolo del letto.
Dentro di me lo ringraziai perché mi lasciò l’esclusiva dell’esplorazione del corpo abbandonato nel pieno rilassamento.
D’istinto mi misi a succhiare i capezzoli ma feci anche scendere una mano lungo il fianco per raggiungere il pube di lei.
Sentii una lieve peluria su quello che so essere il monte di Venere ma ritrovai poi la pelle liscia e leggermente carnosa.
Tastai il clitoride appena pronunciato e riconobbi le labbra che sembravano proteggere l’apertura della fica.
Era umida, morbida, calda e fresca nello stesso tempo, non resistetti più e volli scoprirla con gli occhi, il naso e la bocca.
Tenera, ecco com’era, appena odorosa di un sentore sconosciuto, luccicante di quello che pensavo fosse piacere e fremeva sotto le mie dita.
In quel momento desiderai che tra le mie gambe non ci fosse un uccello inutile, sacrificato da anni di cure ormonali per rendermi meno maschio di quanto sono stato creato.
Pensai che un tempo forse l’avrei potuta conoscere nel profondo per farle provare ciò che a me è sempre stato negato.
La penetrai invece con un dito e appena varcata la soglia più esterna la sentii gemere più forte.
Bastava così?
Guardai in alto verso il suo viso e vidi che Manfred le si era avvicinato e stava approfittando della sua bocca dischiusa.
Provai un attimo di gelosia nel vederlo godere della novità di una donna completa in tutte le sue parti.
O forse mi disturbò vederla accoglierlo tra le labbra e gemere più forte quando volevo io procurarle quei gemiti.
Forse il mio amore vide il mio sguardo, smise di possedere la sua bocca e dopo averla baciata, quasi con violenza, si mise dietro di me e mi penetrò.
Loretta venne ed il suo umore mi parve un nettare delizioso e nel sentirla godere venni anch’io.
Manfred non saprà mai di quanto mi è piaciuta questa esperienza.
Non voglio dargli la scusa di cercare altre donne, non fino a quando anch’io non lo sarò.
Manca poco, la clinica mi aspetta al mio ritorno.
Finalmente.
E il compagno di Loretta ha il mio biglietto da visita, gli ho sussurrato “Vi aspetto” prima che se ne andassero.
Lui ha sorriso e mi ha fatto un cenno d’assenso.




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