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Lui & Lei

Sesso ed alta finanza


di Membro VIP di Annunci69.it Cpcuriosa60
09.05.2024    |    4.550    |    8 9.3
"Wow, il sogno di ogni donna! Scappo alla Rinascente, per andare sul sicuro dopo aver lasciato un messaggio nella segreteria del mio Amore..."
Guardo quegli uomini di solito così eleganti nei loro abiti su misura.
Li vedo umiliati, piegati ad omaggiare il cazzo di Herr B. seduto al mio fianco, la mano che artiglia la mia coscia, la voce che mi sussurra nell’orecchio, lasciva

- Guardali Meine Liebe Mignon, cosa non farebbero per raccogliere le briciole del mio potere!

La nausea sale dentro di me, vorrei scappare ma temo che le gambe non mi sostengano…
Ripenso per un attimo a come stavo ieri, nella pace noiosa e consueta del mio ufficio.
………………..
- Mattei, verrebbe per favore qui in Direzione?

La voce dell’Amministratore Delegato mi sorprende.
Ho sollevato distrattamente la cornetta del telefono mentre fissavo i monitor con gli andamenti dei mercati finanziari e dall’altra parte c’è lui, in carne e…carne.
Che vuole da me?
Per sopravvivere, il segreto è l’invisibilità ed io ne ho fatto tesoro.
A malincuore raggiungo il dodicesimo piano, il sancta sanctorum dell’Azienda.
Ogni volta che ci vengo mi ricordo dei film di Fantozzi e del Mega Direttore Galattico con l’acquario di uomini-pesci ( e la poltrona di pelle umana) e sorrido tra me.

- Mattei, le chiedo un favore, preferirei una risposta immediata e positiva.
C’è bisogno di lei a Francoforte, da domani e per tre giorni.
Viene presentato il nuovo progetto ai partner d’oltreoceano ed il team tedesco è in difficoltà.
Hanno festeggiato un collega che è andato in pensione e si sono presi tutti il morbillo.
Ho trovato dei sostituti, richiamandoli dalle ferie ma vorrei stare tranquillo, quindi ho pensato a lei.

Penso che il treno delle grandi occasioni passa, dicono, solo una volta nella vita e quindi accetto dimostrando un entusiasmo che non sento.
Naturalmente il primo pensiero è “cosa cavolo mi metto” ma il Boss mi anticipa dandomi il pomeriggio libero ed una carta di credito aziendale.
Wow, il sogno di ogni donna!
Scappo alla Rinascente, per andare sul sicuro dopo aver lasciato un messaggio nella segreteria del mio Amore.
Compro qualche capo elegante e pratico, adatto al clima continentale di un settembre tedesco.
Ci vedremo con lui stasera per un saluto veloce, poi a nanna, l’aereo parte alle sei.

Eccomi qui davanti all’ingresso di un hotel da sogno, faccio un respiro profondo e trascino il mio trolley in una hall che pare non avere pareti.

- Buongiorno, Mattei, ho una prenotazione a mio nome.

Mi dimentico di essere in Germania e parlo in italiano.
La receptionist sorride con aria di sufficienza, starà pensando “la solita Italiana che non parla null’altro che la sua lingua…”
Al mio fianco c’è un uomo imponente, mi fissa ridendo di sbieco, mi ricorda qualcuno, somiglia un po’ a Bruno Cremer, l’attore.
Mi guarda dall’alto del suo metro e ..novanta (?) e inaspettato recita

- Kennst du das Land….
- Wo die Zitronen bluehn – rispondo

Lui ride ancora, alzando mezzo metro di sopracciglia , e annuisce, soddisfatto della piccola Mignon italiana che conosce il Goethe innamorato pazzo del Bel Paese (benedetta sia, in eterno, la mia noiosa prof di Tedesco!).
Lo riconosco, all’improvviso, ma che Cremer, è il mitico, inarrivabile Herr B., CEO della più importante banca d’affari tedesca, la cliente che ha commissionato il nostro innovativo prodotto finanziario.
Sicuramente è anche lui a Francoforte per la presentazione agli Americani.
Lo guardo andarsene verso gli ascensori, non oso seguirlo subito, non riuscirei a spiccicare altre parole.
Raggiungo la mia camera e trovo sul letto il programma delle riunioni di oggi organizzate dallo staff.
La giornata passa veloce, alle diciotto sono libera, con la testa confusa per aver dovuto ascoltare un sacco di gente che parla in inglese con le diverse cadenze europee.
Nel team di lavoro, che ho scoperto parecchio improvvisato ed impreparato, c’è della preoccupazione per la presentazione di un prodotto creato da altri e molto complicato.
Ci sono stati battibecchi durante le varie riunioni, ho assistito a scene quasi isteriche di chi dovrà esporsi in prima persona rappresentando l’Azienda ed il nostro cliente, ma che non ne è evidentemente all’altezza.
Io sono stata interpellata giusto un paio di volte.
Del resto sono donna in un mondo maschile, oltre a provenire dal paese che per molti è ancora solo “pizza e mandolino”.
Sono fiera però di aver incrociato per un attimo lo sguardo di Herr B., che ha presenziato per qualche minuto ad una riunione e l’ho visto annuire durante un mio intervento.
Non vedo l’ora di riposarmi, magari dormire fino a domani mattina.
Penso però ai bellissimi negozi che ho intravvisto nella hall, magari un giretto potrebbe rilassarmi.
Decido di scendere, con la carta di credito in tasca, perché no, un souvenir a carico dell’Azienda…
In corridoio mi viene incontro lui, ancora lui.
No, non sono pronta a parlargli!
E invece

- Signora, Mattei, giusto?
Dalla vostra sede mi hanno parlato di lei, come di tutto lo staff, a me piace conoscere chi lavora per me.

Mi parla in un italiano corretto, appena duro ma nello stesso tempo gentile, sorprendente in un uomo del suo livello.

- Ho invitato i suoi colleghi tedeschi ad un piccolo evento stasera, in una saletta riservata dell’hotel.
Venga, la prego, abbigliamento informale, “no-tie” (ride) ma lei non porta la cravatta, in ogni caso.
Le faccio recapitare in camera l’invito.

Sorrido, annuisco, mi gira la testa.
Lui mi fa un cenno e va verso la porta in fondo al corridoio, probabilmente quella della suite.
Come in un sogno prendo l’ascensore, scendo nella hall, guardo le vetrine scintillanti camminando in uno stato di trance.
Non penso nemmeno a comprare qualcosa, trovo un buffet e mi prendo due sandwiches da portare in camera.
Lì trovo già l’invito, è per mezzanotte!
Strano come orario, mi dico, ma mi permette di provare a fare un riposino.
Solo avvicinandomi al trolley appoggiato su di un tavolino, noto un grande mazzo di fiori in un vaso.
Non c’erano quando sono uscita!
In mezzo alle rose (rosse!) trovo un bigliettino

- Vai piccola, sono fiero di te!

Mi commuovo, stupefatta perché il mio Amore mi ha raggiunta fin qui.
Imposto la sveglia e mi butto sul letto.

Mezzanotte meno cinque.
Mi sono messa un tubino, niente di che, e scarpe con un po’ di tacco.
Appena un accenno di profumo e una controllatina ai capelli.
Raggiungo la sala che nell’invito è indicata all’ultimo piano, sulla porta due tipi muscolosi a guardia della privacy.
Entro e rimango senza fiato.
La stanza è in realtà grandissima, con tende di velluto rosso che ricoprono le pareti ed è quel colore il tema dominante: divani, poltrone, sedie , tovaglie sui tavoli, tutto è scarlatto, di un tono che ferisce quasi gli occhi.
Uomini, dappertutto, praticamente nudi, la maggior parte con pochi indumenti di pelle.
E collari borchiati, bracciali, gilet che rivestono toraci villosi.
E in fondo alla stanza, seduto come su di un trono, lui, Herr B.
E’ vestito solo con una specie di vestaglia di tessuto pesante aperta sul davanti a mostrare il torace e le parti intime.
Non so come, ma mi vede, mi fa cenno di avvicinarmi a lui, io invece vorrei solo scappare.
Al suo fianco una sedia, è lì che mi siedo.
Un cameriere mi porge un bicchiere, lo prendo sperando di non essere costretta a bere, dato che l’alcool mi disturba lo stomaco.
Lui però prende un calice e guardandomi fissa mi invita a brindare.
Devo assaggiare il vino per forza, scopro che è buono, fresco, scivola senza problemi nella mia gola quasi chiusa dall’imbarazzo.

- Non preoccuparti, tu sei ospite, loro invece sono qui per omaggiarmi, come sempre.

Appoggia il bicchiere e mi mette una mano appena sopra il ginocchio, ferma, pesante.
Con l’altra fa cenno ad un uomo che riconosco malgrado porti una mascherina sugli occhi, è il capo dello staff con cui ho lavorato oggi.
Si avvicina a testa bassa, si inginocchia davanti al “festeggiato” e gli bacia i piedi nudi, poi alza appena il capo verso l’uomo potente che guarda verso il basso e continua a sorridere.
Dalle pieghe della vestaglia fa uscire un cazzo ancora a riposo che finisce in quella bocca maschile che oggi ci parlava di borsa e finanza ma che ora è ripiena di lui.
E dopo, altri vengono ad omaggiare Herr B. davanti ai miei occhi increduli.
Lui mi stringe la coscia, ogni tanto mi sussurra qualcosa , commentando quel che succede, incitando talvolta qualche uomo ad amoreggiare con altri.
Nelle scene che ho davanti non c’è nulla di erotico, di gioioso, come ho visto in certe feste in cui sono stata invitata dai miei amici gay.
Lì si balla, si scherza, i ragazzi si provocano e poi fanno un sesso divertente, spesso brillo e appassionato che mi eccita e mi fa cercare il mio Amore, per divertirmi anch’io con lui.
No, questa è violenza, messa in scena, umiliazione.
E poi, le sue parole…

- Scegline uno, Mignon, ti farò leccare a tua volta.
Un bel diversivo, non credi?
Dimmi, hai un maritino fedele che ti aspetta a casa insieme ai vostri bambini?
Magari domani sera potrei invitare anche un po’ di ragazze…mi piacerebbe vederti scopata da una di loro, con un cazzo finto, grande, legato alla vita…eh?

Sento la nausea salire, il vino sta facendo il suo effetto, ripenso come in un flash ai fiori che mi attendono in camera e riesco a fuggire.
Nessuno mi ferma, mi pare di sentire una risata alle spalle, arrivo in camera, non so come, e chiudo a chiave la porta dietro di me.
Respiro, pian piano la nausea passa, una doccia mi rilassa e cado quasi svenuta sul letto.

Mi sveglio per il sole che penetra dalle tende lasciate un po’ aperte.
Guardo l’ora, accidenti sono le nove, il meeting dev’essere iniziato già da mezz’ora.
Non ho pensato ad impostare la sveglia, stanotte.
In cinque minuti raggiungo la sala riunioni ma non trovo nessuno: il grande tavolo ovale è vuoto, la lavagna luminosa spenta, le bottigliette d’acqua chiuse.
Non capisco, vado alla Reception per avere notizie, se per caso ne avessero.

- Sì, Frau Mattei, la vostra riunione è stata annullata, parte dei suoi colleghi sono già ripartiti.
Anche Herr B., se n’è andato ma ci ha lasciato un messaggio per lei.
Una busta e un biglietto: “ Perché sei scappata, eri il mio giocattolo nuovo…”
Rabbrividisco, penso allo scampato pericolo, ringrazio il vino che mi ha dato, stavolta, un aiuto.
Chiamo Milano per avere istruzioni.
L’AD non è in sede, la sua Segretaria mi dice di tornare con il primo aereo disponibile, paga l’Azienda il costo del cambio del biglietto.
Saluto Francoforte, portando con me i fiori, li stringo come a cercare sostegno.

Nei giorni successivi conosco la causa della fuga di tutti quei manager.
Ancora oggi quel fine settimana di settembre del 2008 è tra i peggiori ricordi nel mondo finanziario.
La bancarotta dichiarata da Lehman fu l’inizio di una crisi forse senza precedenti.
Mi chiedo ancora che fine abbia fatto Herr B. e così pure parte di quei maschi in carriera pronti a vendersi in quel modo.
Conservo invece, con cura, quel mazzo di fiori, ormai secco e quasi intoccabile.
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