trio
Cenerentola
di Cpcuriosa60
06.12.2023 |
5.586 |
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Mi mostrò un divanetto e usci' dalla stanza..."
Non avevo mai pensato al fascino che due piedi ben curati esercita su alcuni uomini.O forse su tutti, una donna trasandata non attrae i maschi...
Eravamo molto più giovani ma comunque molto birichini.
Ivo ogni tanto, allora come ora, veniva incuriosito da un'immagine, da un video o da qualche proposta particolare.
Ne sono nati incontri "speciali", peperoncino piccante per condire una relazione.
Era una sera d'estate quando mi invitò ad uscire e non certo per un gelato sul lago.
Stranamente mi chiese cosa avrei indossato e lo vidi rassicurato alla vista di un vestitino corto e dei sandali dal tacco alto.
Questo suo interesse aumentò la mia curiosità.
Ci dirigemmo verso la periferia di una città vicina e parcheggiammo nel cortile di una villetta.
Carlo mi piacque subito.
Poteva avere, allora, oltre 50 anni e impersonava il cliché dell'uomo maturo.
Brizzolato, la barba curata, abbigliamento casual ma non trasandato.
Vidi che mi guardava con interesse, sorridendo benevolo e già questo mi fece bagnare.
Si rivolse a me per prima, pur avendo scambiato con Ivo una stretta di mano ed un cenno d'intesa.
"Benvenuta, carissima.
Prima che ci sediamo posso chiederti quale numero di scarpe porti?"
Sorpresa dalla domanda ma fiera dei miei piedini di fata glielo dissi e lo vidi incupirsi.
"Oh, mi cogli impreparato, non mi è mai successo...
Accomodati allora, devo assentarmi un attimo."
Mi mostrò un divanetto e usci' dalla stanza.
Guardai Ivo in cerca di spiegazioni ma lui sorrideva sornione senza parlarmi.
Dopo pochi minuti il nostro ospite tornò con in mano una scatola.
"Permettimi, Loretta...."
E inginocchiato davanti a me mi sfilò i sandali.
"Scusami se ti ho fatto attendere e scusa anche se ti tolgo queste calzature deliziose ma vorrei vederti con questi..."
E dopo avermi baciato i piedi, mi mostrò dei bellissimi sandali, dalla zeppa altissima e dal tacco vertiginoso.
Alternando un bacetto ed un tocco, Carlo provvide ad accomodarli ed agganciare la cinghietta alla caviglia.
Mi stavano d'incanto e si intonavano perfettamente con il mio abito.
Venni fatta alzare ed esaminata nuovamente.
"Perfetta, davvero, non dico bugie"
E indirizzando la mia mano sulla sua patta mi fece sentire un'erezione notevole.
Mi guidò al centro della stanza dove c'era un tavolino alto come quelli di certi bar e mi fece appoggiare le mani sul bordo.
"Tieniti forte ma allo stesso tempo rilassati" mi sussurrò.
Lo vidi di nuovo abbassarsi e, con stupore, sdraiarsi per terra.
Iniziò a baciare e leccare i miei piedi, le dita rimaste in parte scoperte e disponibili ad un esame accurato della sua lingua.
Provavo un misto di piacere e solletico; guardavo Ivo seduto comodamente sul divano, sorridente ma già con l'uccello in mano.
"Allarga un po' le gambe, grazie, sì così...Oh, lui ti ha detto di non mettere gli slip, bravo...che spettacolo godo da qui sotto."
E risalendo pian piano le gambe, ed alzandosi da terra, raggiunse con la bocca la mia passera.
Allungando le mani fece scendere le spalline del vestito che cadde a terra.
La leggera guepiere che indossavo rimase invece al suo posto.
La lingua di Carlo mi esplorava, entrava ora nella fessura umida tra le labbra, ora nel solco tra le natiche.
Mi tenevo forte al tavolino, conscia che per l'eccitazione avrei potuto perdere l'equilibrio anche perchè sentii che le sue dita stavano prendendo il posto della lingua.
Era una mia impressione o l'interno delle cosce stava pian piano bagnandosi col mio piacere?
Carlo era in piedi dietro di me, strusciava il suo cazzo ora libero sul mio culo.
Mi spaventai un po' perché, senza vederlo, ne intuii le dimensioni.
Guardai Ivo e lo vedi avvicinarsi.
"Non ti preoccupare, lui sa le regole. Ci gioca, e basta!"
Tanto mi bastò per rilassarmi.
Mi gustai allora la sensazione del glande strofinato su fica e culo e l'asta fatta scorrere tra le labbra, bagnate tanto da inumidirlo per tutta la sua lunghezza.
Era la prima volta che qualcuno si prendeva queste libertà ed ero eccitata al massimo.
Carlo sapeva giocare col suo arnese ma anche con la sua bocca.
Succhiava i capezzoli così come l'incavo del collo, i lobi delle orecchie non trascurando ogni tanto di infilarmi la lingua in bocca.
Mi sovrastava col suo corpo, sensuale ma forte.
Finché le mani di Ivo non mi sollevarono per farmi stendere poi per terra.
E il suo cazzo non poteva più aspettare....
Anche Carlo era arrivato al limite.
Approfitto' della mia bocca socchiusa per farmi accogliere la punta del suo uccello da cui usci' in fretta un fiotto caldo.
Ero al settimo cielo.
Ed era il mio quarantacinquesimo compleanno.
Con il tempo divenni una delle indossatrici di scarpe preferite da Carlo.
Ci accompagnò qualche volta da coppie amiche, con grande delizia delle signore finché la sua professione non lo portò a lavorare lontano.
Chissà che fine hanno fatto tutti i suoi armadi pieni di splendide calzature femminili....
A noi sono rimasti dei bei ricordi e qualche fotografia (chi cerca, trova)
Ed un suo quadro, esposto in bella vista ma del quale solo noi conosciamo la storia.
Per chi se lo chiede, è un'esperienza vissuta davvero, forse la più eccitante che abbiamo provato
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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