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Il mio primo daddy 3


di Uonder24
08.02.2025    |    1.983    |    2 9.7
"Aprii la bocca il più possibile e accolsi quanto potevo di quel grosso cazzo e iniziai a succhiarlo, ero goloso come un bambino col gelato..."
Il mio rapporto con Gianluca diventava sempre più intenso. Mi sentivo completamente posseduto e al sicuro con lui. L’unica cosa che desideravo ormai era soddisfarlo, stare tra le sue braccia e avevo sempre un forte desiderio sessuale. Appena il clima diventava più caldo Gianluca amava moltissimo fare attività all’aperto. Gli piaceva molto fare quei “percorsi vita” che ci sono in alcuni parchi delle nostre zone. Un pomeriggio mi propose di raggiungerlo.
Mi preparai, doccino interno, lingerie, pantaloncini e una magliettina attillata ed ero pronto a raggiungere il mio maschio e stare con lui. Ero pronto a soddisfare le sue voglie, ubbidire ai suoi desideri.
Appena uscii di casa il calore mi assalii, mi chiesi come facesse a correre e fare esercizi con quella temperatura. Pensai a quanto avesse potuto sudare ed il mio cazzo divenne di marmo immaginando la mia lingua a leccare via tutto quel sudore. Anche il mio culetto comincio a pulsare e bagnarsi immaginandomi scopato dietro qualche cespuglio.
In pochi minuti raggiunsi il posto concordato e lo vidi. La canotta e gli shorts nascondevano poco del suo corpo muscoloso e definito, grondava sudore ma non sembrava affaticato. Guardai il suo viso e mi sorpresi di guardarlo con riverenza e amore. Mi guardò, mi sorrise e mi venne incontro. Mi prese per mano e mi portò dietro un albero dove subito mi infilò la lingua in bocca afferrandomi per bene le chiappe. Ci spostammo in una zona appartata del grande parco, all’ombra e ci sdraiammo su telo che lui aveva appositamente portato.
Nel frattempo, steso, si era portato le mani dietro la testa mettendo in mostra l'incavo delle sue ascelle con un invitante ciuffo di peli neri. La canotta era un pò fradicia, i pantaloncini mettevano in risalto il suo pacco.
Evidentemente si accorse del mio sguardo e con un tono di voce autoritario disse "Leccami!".
Diedi solo una rapida occhiata in giro, non passava nessuno dato che il parco era deserto sotto il solleone. Mi tuffai sulla sua ascella, il mio viso s'inumidii del suo sudore, il suo odore era magnifico, muschiato e in qualche modo dolce al contempo. Leccai con avidità, come fosse un gustoso ghiacciolo che mi recasse rinfresco. Lui sorrideva soddisfatto, con la sua mano staccò il mio viso da quel paradiso, la sua mano era grande, me ne resi conto solo in quel momento.
"Apri la bocca!"
Obbedii e iniziò a sputare dritto dentro la mia bocca due-tre volte. Ingoiai ogni goccia di quel nettare.
Poi mi baciò, un bacio più violento, specie quando mi mordeva le labbra. La sua lingua si muoveva nella mia bocca, sapore di succo di frutta ora lo distinguevo bene, doveva averne bevuto uno pochi minuti prima. Quello bacio stabiliva un dominio, potevo sentire la sua forza, la sua foga. Non mi sarei potuto opporre e non lo volevo comunque.
Si staccò dalle mie labbra.
Mi guardo fisso: “sei proprio una stupenda troietta”, e riprese quel bacio di dominio interrotto solo in quei momenti in cui sputava nella mia gola.
Con forza pur senza incontrare ostacolo da parte mia, dopo aver staccato le nostre bocche, indirizzò la mia bocca e la mia lingua sul suo petto. Respirai quel magnifico aroma, iniziando a leccargli i capezzoli.
Mi staccò all’improvviso, il suo sguardo era più duro adesso e carico di lussuria.
"Sei di mia proprietà, lo sai vero?" . Si tolse la canotta e la presso sul mio viso. Era bagnata di sudore ma l'odore di maschio era quanto di più buono avessi mai annusato. La gettò via e finalmente potei ammirarlo in tutto il suo splendore.
I pettorali prominenti, gli addominali definiti e quella pronuncia a forma di V che scendeva negli shorts mi tolse il fiato, come le altre volte.
Sapevo cosa fare. Iniziai a leccare ogni centimetro di quei muscoli lucidi dal sudore, succhiai avidamente i suoi capezzoli di nuovo come se da quel gesto dipendesse la mia stessa vita. Quel che la mia bocca percepiva era un sapore indimenticabile, gustavo il migliore afrodisiaco del mondo. Sostituì il sudore con la mia saliva, leccai e assaporai il suo corpo per non so quanti minuti. Mi staccò da lui e si mise seduto.
"Toglimi le scarpe"
Mi inginocchiai e presi il piede destro fra le mie mani. Slacciai i lacci della snikers nera e la tolsi. Dal suo piede si sprigionò un odore intenso. Non ne ero disgustato ma attratto. Mi toccò la coscia con l'altra scarpa e ripetei gli stessi movimenti col piede destro. Si distese di nuovo. Mi tolsi la maglietta, presi i suoi piedi e li portai sul mio petto: erano bollenti e un po umidi. Mi sentii di baciargli il piede destro. Dapprima lo baciai sul dorso e sulla pianta e poi con la lingua seguii il percorso dal tallone sino all'alluce. Lo leccai a lungo, succhiai ogni dito e poi, senza che lui me lo chiedesse passai al sinistro. Credo che mi dedicai ai suoi piedi per un dieci minuti. “sei una brava troia" mi disse e mi sentii orgoglioso di quell'apprezzamento. Era seduto di nuovo, io sempre in ginocchio, era il posto per me quello. Si sporse un po' e mi prese il viso con la mano, aprii la bocca automaticamente e lui vi sputò dentro due volte e poi mi diede un bacio sempre a ribadire sempre che ero suo. .
Si mise poi una mano sul pacco e notai che i pantaloncini non nascondevano il suo cazzo in erezione, dato che era grosso e lungo. Spinse la mia testa sul suo pacco in modo da farmi sentire la sua virilità, ero fiero di fargli quell'effetto.
Baciai il suo pacco, sentivo il calore del suo cazzo attraverso la stoffa leggera.
"Dedicati a lui adesso, è quello per cui sei nato”. Lentamente gli sfilai i pantaloncini e poi i boxer sottostanti, erano neri entrambi.
Il suo cazzo ora svettava imperioso.
L'odore che si sprigionava dal suo cazzo era forte ma non sapeva di sporco ma solo del sudore che si può accumulare correndo sotto il sole estivo.
Afferrai la sua asta e iniziai a leccare le sue palle, i peli erano accorciati come quelli sul pube, mi solleticavano la lingua. Leccai le sue grosse palle e le accolsi una alla volta in bocca. Salii poi lungo la sua asta, su e giù con la lingua più volte seguendo le vene in rilievo su quel cilindro di carne. Raggiunsi poi la grossa e violacea cappella, ne percorsi la forma e con delicatezza sfiorai il buchino già bagnato di precum. Aprii la bocca il più possibile e accolsi quanto potevo di quel grosso cazzo e iniziai a succhiarlo, ero goloso come un bambino col gelato. Lui gemeva, godeva del mio lavoro e ne ero felice. Mi lascio fare per un po' e poi con le sue mani prese a muovere e forzare la testa, il mio naso arrivò più volte ad essere pressato sui peli del suo pube. Col tempo avevo imparato ad ingoiare sempre più a fondo. Non so come ci riuscissi ma accoglievo tutto il suo cazzo, la sua forza nella mia bocca, rimanevo più volte senza respiro e lui sapeva quando allentare un po' per farmi riprendere fiato e poi affondare di nuovo. Lo sentii contrarre e capii che era pronto a lasciare un segno del suo dominio dentro il mio corpo. Accolsi gli schizzi del suo sperma, era tanto ma riuscii ad ingoiarlo quasi tutto, un po' ricadde sul suo cazzo. Quando lasciò la presa ripulii ogni residuo di sperma con la lingua, ammetto che avevo un po' di dolore alla gola e alla mascella ma lo ignorai.
Lo guardai negli occhi, era soddisfatto.
"Brava troia" mi disse "ma non credere che finisce qui". Si distese sulla pancia, le sue chiappe sembravano scolpite nel marmo.
"Leccami il culo!"
Stavolta tentennai un attimo, pensai potesse non essere pulito, potessero esserci odori o sapori sgradevoli, in fondo era fuori per correre, ma alla fine
ubbidii, in fondo era l'unica cosa che potevo fare dato che ero suo, ero la sua troietta, ero l'oggetto del suo piacere. Mi feci forza e mi avvicinai al suo sedere, carezzai le natiche. Trovai una posizione in cui potevo essere discretamente comodo per assolvere al mio dovere e allargando i glutei con le mani misi in mostra il suo ano. Era piccolo e stretto, credo che nella sua vita non vi sia entrato niente di più largo della punta di una lingua. Avvicinai il mio viso ed iniziai a leccarlo. Per fortuna mia era solo sudato e quello mi faceva piacere. Iniziai a leccare prima dolcemente e poi sempre più voracemente. Lui gemeva, segno evidente che gradiva il mio lavoro.
La punta della mia lingua scivolava dolcemente dentro il suo ano, la lingua piena leccava ogni centimetro di quel meraviglioso culo.
Il calore era intenso sudavo e sudava anche lui e con la lingua raccoglievo ogni goccia che potevo.
Continuai a praticare il rimming a lungo, ero fiero di sentirlo gemere, ero fiero di essere in grado di farlo godere.
La posizione che avevo era meno comoda di quanto pensassi ma mi sforzai d'ignorare il dolore alla schiena che iniziavo ad avvertire ed ignorai anche la stanchezza della mia lingua. Lui desiderava che leccassi il suo meraviglioso culo ed io dovevo solo obbedire, esistevo solo per dargli piacere, il mio dolore e la mia stanchezza non contavano nulla in quel momento.
Ancora una volta non sapevo quanto tempo fosse passato, immagino non pochi minuti ma avrei continuato, incurante di tutto, fino a che lui avesse voluto.
"Brava troietta, adesso puoi smettere"
Allontanai il viso dal suo sedere e lui si girò di schiena, il suo cazzo svettava di nuovo duro.
"Ti meriti un premio" disse con un leggero sogghigno.
Togliti i pantaloncini e mettiti 90, mi disse!"
Ubbidii. Tolsi i pantaloncini e rimasi con una mutandina leggera con filetto.
Si avvicinò a me e mi allargò le chiappe osservando il mio buco.
Lascio le mie chiappe ed iniziò a sculacciarmi a mano piena, ogni colpo era più forte del precedente. Arrivai a contarne una decina. Sentivo il sedere in fiamme.
Poi estrasse una boccetta dal suo zaino.
Sentii arrivare del gel gel sul mio buco, era freddo. Poi due sue dita iniziarono a spalmarlo e le fece entrare dentro iniziando a muoverle. Le tirò fuori e quando le reinserii ne aveva aggiunto un altro. Poi divennero quattro. Sentivo il mio ano allargato, mi piaceva, nessun dolore dato che oramai il mio culetto era ben allenato. Il mio cazzo pendeva in erezione e Gianluca l'afferrò e lo strinse forte. Quello mi fece male ma mi limitai ad un sommesso "ahi". Lui strinse ancora più forte e il mio gemito dolore risuonò più forte. Massaggiò il mio cazzo per qualche secondo e poi lo strinse di nuovo.
"Ahi" esclamai facendo meccanicamente il gesto di sollevarmi, in una frazione di secondo la sua mano destra, le cui dita erano ancora nel mio ano, uscii da dentro me e arrivò sulla mia schiena.
"Fermo!"
Riprese a massaggiare il mio cazzo come se lo stesse mungendo e qualche goccia di precum cominciò a spuntarmi sulla cappella.
Poi tornò sul mio culo e sentii la sua grossa cappella poggiare sul mio buco e in un attimo tutto il suo cazzo entrò in me.
Urlai, il dolore fu intenso.
Mi scopava con forza, non mi ero mai sentito così pieno e così dominato in vita mia.
Mi scopò a lungo sia in quella posizione sia stando entrambi completamente disteso, io sulla pancia e lui su di me. Adoravo questa seconda posizione, ero completamente sotto i suoi muscoli, lo sentivo arrivarmi fino in fondo e adoravo anche quando con una mano mi stringeva la gola o la premeva sul mio viso rendendolo difficile respirare. Mi rimise a pecora e continuo a scoparmi con forza, facendomi sentire pienamente la lunghezza del cazzo. Sentii un calore inesorabile risalirmi dal perineo e comincia a gemere intensamente, sentendo che per la prima volta, mentre ero scopato, dal cazzo cominciò ad uscirmi la sborra, a colare come con dei filamenti. Era tutto cosi intenso ma non troppo tempo dopo
lui venne e sentii il suo sperma riempirmi le viscere. Resto ancora alcuni secondi dentro e su di me, il suo cazzo non perse subito vigore.
"Seguimi!" Disse e mi condusse dietro ad un albero, mi fece inginocchiare nudo sull’erba. Il suo cazzo non era più eretto anche se non completamente moscio.
Prese il mio viso con la sua mano, aprii la bocca istintivamente.
"Bravo" disse avvicinando il suo cazzo alle mie labbra. Un getto caldo uscii dal suo cazzo e mi riempii la bocca. Non ingoia ma il piscio comincio a strabordare dalla bocca scendendomi sul mento e poi sul petto. Si interruppe. Poi il getto riprese fino a che la mia bocca fu di nuovo piena. Continuò fino a finire ed io avevo tutto il petto, la bocca ed il mento inondati di piscio caldo. Con la lingua ripulii anche le ultime gocce e cercai il piu possibile di asciugargli il cazzo con la bocca. Mi sentivo così troia, mi sentivo così suo. Mi fece sollevare, afferro le mie chiappe con forza e poi spinse la sua lingua nella mia bocca. Il suo cazzo era contro il mio corpo. Si staccò. “Sei la mia troietta speciale lo sai” mi disse. “voglio solo appartenerti” gli risposi, “voglio stare sempre tra le tue braccia”. Ritornammo, nudi, al nostro telo. Ci sdraiammo. Appoggiai la mia testa sul mio petto e accarezzavo il suo pelo, i suoi muscoli, il suo cazzo. Avevo ancora voglia di sborra, di sentire il suo cazzo in me…decisi però di vivermi quel momento di coccola. Ci sarebbero state altre occasioni
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