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Gay & Bisex

Cazzone nero a Capo Verde 2


di Uonder24
19.03.2025    |    262    |    0 9.6
"Da come lo sentivo ansimare, credo che il modo in cui gli stessi leccando il cazzo lo facesse godere alla grande..."
Ricordo quel giorno come se fosse ieri: ho ancora impresse nella memoria tutte le immagini e le sensazioni di quell'esperienza, che tanto avevo desiderato e che mi diede un enorme godimento. La vacanza a Capo Verde stava procedendo a gonfie vele e le mie giornate e quelle di Fede passavano velocemente in compagnia di Kolany e Joao. Prendere un cazzo di quelle dimensioni aveva dei risvolti fisici interessanti dato che soprattutto la mattina avevo un indolenzimento al buchetto ma nello stesso tempo quell’attività sessuale così intensa e gratificante era diventata anche una droga.
La pelle di Kolany, il suo odore, la sua muscolatura, tutto sembrava intonarsi perfettamente con l’atmosfera vacanziera e il calore isolano. In più notavo che era quasi molto più lui a cercare le mie attenzioni sessuali di quanto facessi io. Un pomeriggio Kolany mi propose di portarmi in giro per l’isola, da soli e lasciare Fede e Joao per i fatti loro. Devo dire che inizialmente ero titubante ma alla fine mi sono lasciato convincere.
Kolany aveva preparato una piacevole escursione alla spiaggia di Ervatao. Come tutte le zone di Boa Vista non c’era traccia di vegetazione ma la spiaggia e il mare erano stupendi. Era praticamente deserta e faceva molto caldo anche perché la zona orientale dell’isola era molto meno ventosa. Dopo aver goduto del sole e dell’acqua dell’oceano Kolany mi disse che a poca distanza da lì c’era un’oasi proprio in mezzo all’area desertica caratterizzata da palmeti ma anche altri tipi di piante dove avremmo potuto ripararci un po’ dal sole. Ci incamminammo sotto il sole cocente, circondati dall’area desertica. Lui mi faceva cenno di seguirlo e dopo altri 10 o 15 minuti di strada arrivammo ad una casetta molto carina color arancione circondata da un fittissimo palmeto.
Non era molto grande l’oasi ma la presenza di vegetazione creava indubbiamente lo stacco con il panorama desertico circostante. Mi spiegò che la casetta era abitata da persone che conosceva e come potevo vedere l’oasi era praticamente incontaminata e non ci veniva mai nessuno in questo periodo molto caldo. Mi portò dove il palmeto si faceva fitto, in una zona abbastanza appartata e coperta anche di questi cespugli di arbusti tipici dell’isola. Cominciò a spogliarsi. Osservare quel corpo muscoloso, mi stava come al solito quasi facendo girare la testa, era estremamente eccitante e volevo farlo mio di nuovo, a tutti i costi.
Aspettai che lui si sdraiasse sulla copertina che aveva portato, mi avvicinai e cominciai ad accarezzare il suo petto e quei capezzoli così eccitanti iniziando a stuzzicarli con la lingua: piano piano risalii con piccoli bacetti dal petto fino al collo e, vedendo che lui non faceva resistenza, baciai quelle labbra sexy. Lui non mi respinse ma, vedendo che non stava tirando fuori la lingua, provai a farlo io. Anche stavolta non ero sicuro che la cosa gli piacesse, ma dovetti ricredermi, perché invece fu di suo gradimento. Ricambiò con ardore e dopo pochi istanti si catapultò sopra di me, facendomi sentire la sua erezione.
"Così va decisamente meglio!" pensai tra me e me, mentre le nostre lingue si cercavano avidamente.
Dopo un po', però, la sua bocca non mi bastò più: volevo esplorare tutto quel corpo armonioso ed eccitante, per cui mi divincolai da quella specie di morsa e cominciai a passargli la lingua dappertutto, fino ad arrivare al cazzo. Era già in tiro dal primo bacio, ed era perfetto: di un colore leggermente più scuro del resto del corpo, con la sua una cappella rosa che aspettava solo di essere succhiata. Le mie labbra si schiusero e accolsero quella meravigliosa asta di carne bollente. Iniziai a leccarla tutta, dal basso verso l’alto. Le leccate erano molto umide e cercavo di lavargli ogni cm di pelle del cazzo. Da come lo sentivo ansimare, credo che il modo in cui gli stessi leccando il cazzo lo facesse godere alla grande.
Mi concentrai successivamente sulla cappella, utilizzando la lingua per limonarla letteralmente. Avevo già una certa predisposizione per i pompini e mi piaceva alternare momenti in cui avevo tutto il fallo in bocca, per succhiarlo con veemenza, ad altri in cui lo tiravo fuori e lo passavo lentamente con la lingua, partendo dalla cappella per scendere fino ai coglioni, per poi risalire e, una volta arrivato a solleticare la punta, riprenderlo di nuovo in bocca e fare su e giù con le labbra. Avrei potuto dedicarmi a quel cazzo perfetto ancora per molto tempo data la sua resistenza, ma Kolany era desideroso di esplorare la mia fichetta anale.
Con le braccia mi sollevo praticamente di peso trasportandomi in avanti e col culo ad altezza della sua bocca. Sentii la sua lingua cercare con foga il mio buchetto. Lo leccava avidamente, ci sputava sopra, mi stava letteralmente mangiando tutta la zona circostante. Intanto mi palpeggiava le chiappe e le sculacciava. Questo trattamento me lo fece diventare durissimo e mi sembrava gia che dovessi sborrare, dato che sentivo già un piccolo orgasmo con delle lievi colate di sperma molto liquido e trasparente.
Gli chiesi di scoparmi, avevo voglia di sentire il suo cazzone dentro di me. Eravamo abbastanza accaldati e il mio culo era bagnatissimo. Mi mise a pecora, sputò un paio di volte sul buco usando il pollice per spargere lo sputo dentro ed intorno al buchetto. Speravo che quella cappella, e il resto dell'asta, non mi facessero male entrando, inarcai per bene la schiena in modo da mettere il culo in perfetta posizione ed apertura ed attesi l'inizio delle danze.
Kolany appoggiò il suo arnese proprio davanti al mio orifizio e cominciò a spingere piano, facendosi strada dentro di me. Ci sapeva davvero fare: spingeva il suo cazzo durissimo dentro di me lentamente, un centimetro alla volta, ed io lo accoglievo nelle mie viscere come se quello fosse sempre stato il suo posto. Dopo qualche centimetro lo tirava fuori, per poi rimetterlo dentro più in profondità; io godevo già tantissimo ed avevo il cazzo duro e avevo una sensazione che percorreva tutto il cazzo come se dovessi pisciare o sborrare. Evitai di toccarmi, poiché ero sicuro che se mi fossi smanettato, sarei venuto in pochi secondi, vista l'enorme eccitazione. L'entrata era completa: il suo cazzo adesso era tutto dentro di me, facendomi sentire pieno e appagato come al solito. Cominciò stavolta a far roteare il bacino, sempre mantenendo il suo cazzone ben piantato nel mio culo, per far allargare un po' il mio buchetto e farlo abituare a quella nuova presenza, dopodiché, quando sentì il mio sfintere rilassarsi, cominciò a scoparmi con energia.
Fu davvero bello essere scopato all’ombra sotto quella calura: a ogni affondo godevo più del precedente, ogni volta sentivo le mie carni lacerarsi mentre lui si faceva strada in me, per poi avere una forte sensazione di vuoto quando lui si ritirava; sentivo Kolany godere rumorosamente rispetto alle altre volte, ma non potevo vederlo e questo mi dispiaceva un po', visto che guardare in faccia colui che mi sta scopando è sempre stata una cosa molto eccitante per me. Provai a proporgli di cambiare posizione ed egli accettò di buon grado: mi fece distendere sulla schiena, mi spinse indietro per le gambe in modo da alzare il mio sedere e, afferrandomi per le caviglie, mi sollevò fino a far combaciare il suo bacino col mio; entrò di nuovo in me e, sebbene non lo credessi possibile, mi penetrò ancora più in profondità. Più lo guardavo negli occhi e più vedevo il suo godimento, e di conseguenza mi eccitavo io ancora di più: il mio cazzo stava letteralmente scoppiando, sarebbe bastato sfiorarlo per far uscire una cascata di sborra, ma volevo aspettare che anche lui venisse, per godere insieme stavolta di un orgasmo potente e all'unisono.
Chiesi timidamente se stesse per venire, visto che mi stava scopando già da parecchio, ma lui disse che non era ancora il momento; non so di preciso per quanto tempo durò la penetrazione, lui aveva una grande resistenza e mi scopava a diversi ritmi. Il mio cazzo era ormai diventato così duro che mi faceva quasi male e il mio culo era praticamente ridotto a brandelli dalla furia dei suoi colpi tanto che dentro sentivo come addirittura un risucchio. All'improvviso sentii le sue mani stringere più forte le mie caviglie, lo guardai negli occhi e vidi il godimento esplodere nel suo volto e contemporaneamente estrasse il cazzo dal culo mentre stava iniziando a sborrare. Gli schizzi partirono così verso le mie palle, il mio cazzo, il culo e la pancia. Il suo orgasmo fu talmente potente che lo vidi letteralmente vibrare: volle a quel punto smanettarmi il cazzo sporco della sua sborra e appena mi tocco dopo 10 secondi mi fece raggiungere un orgasmo così intenso che gli schizzi di sborra mi arrivarono quasi al petto.
Rimanemmo così per un pochino, con lui che mi baciava le caviglie e i polpacci mentre la sborra ormai liquida faceva un piccolo laghetto intorno al mio ombelico. Strofinò poi la sua cappella sulla mia coscia come per ripulirla delle ultime gocce di sborra rimaste sul cazzo. Si volse a lato e si buttò sulla copertina con un fare fiero e il suo cazzo ancora barzotto che rimbalzava sulla pancia nel mentre si stendeva. Io rimasi lì accanto a lui, mi spalmai la sborra il piu possibile in modo da stenderla sul corpo a mo di crema.
Rimanemmo li così, ogni tanto la brezzolina che soffiava, faceva arrivare sotto il mio naso l’odore di sborra sul mio corpo. Kolany si girò verso di me dicendomi che odoravo di troia. Mi chiese se avessi ancora voglia. Avevo il culo indolenzito e che ancora un po’ bruciava, lo toccai ed era ancora aperto e con le labbra un po’ gonfie. Gli dissi che era meglio aspettare la sera.
“Pompami il cazzo”, mi disse.
“Ho voglia ancora”.
Non me lo feci ripetere e mi fiondai di nuovo sul suo cazzone. Gli feci una pompa feroce, tutta di bocca e gola. Niente mani, solo succhiate profonde, niente leccate solo ingoio. Mi faceva male la mandibola, dopo qualche minuto mi disse che stava per venire, presi in mano il cazzone ed iniziai a masturbarlo furiosamente fino a che lo vidi muovere il bacino, tremare ed ecco partire gli schizzi di sborra che andavano da tutte le parti. Più la sborra usciva più continuavo a masturbarlo. Finita la sborra continuai a segarlo mentre con la mano iniziai a strofinargli la cappella. Iniziò a stramazzare. Gli diedi infine tregua. Tornammo poi verso la spiaggia per fare un bagno e poi ci ricongiungemmo in paese a Fede e Joao.
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