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Gay & Bisex

Simone e il gioco Marito e Moglie 3


di Uonder24
13.01.2025    |    511    |    0 9.7
"L'atmosfera di scherzo coinvolse tutti..."
Erano ormai passati 9 mesi da quando io e Simone avevamo iniziato i nostri giochi porcelli di scoperta. Io stavo scoprendo sempre di più la mia natura, capivo già dentro di me che soddisfare i maschi mi dava grandissimo piacere. I momenti con lui erano bellissimi, la mia pelle era ormai stata chiazzata decide di volte dalla sua sborra calda. E lui era sempre piu attento nel farmi sentire suo. Ormai avevo compiuto i 13 anni e, una notte, ho avuto anche la mia prima vera eiaculazione dopo una sega. Cosi masturbarmi era diventata un'attività quotidiana, ricercando come potevo porno dove potessi vedere dei bellissimi cazzi schizzare o maschioni prendere ragazzi come me e farli godere.
Non ero un grande amante dell'oratorio ma quell'anno Simone decise di andare a fare la vacanza estiva di due settimane in Valcamonica. Così convinsi anche i miei a mandarmi. Nella mia testa già fantasticavo di stare nello stesso letto con lui e finalmente di poter succhiare il suo cazzo o di segarlo tutte le volte che volevo. Finimmo in 6 nella stessa camera. C'erano due letti a castello ai lati e un letto matrimoniale in mezzo. Eravamo tutti più o meno della stessa età, il più grande, Alessandro, aveva 15 anni.
Subito mi resi conto che non avremmo mai avuto la stessa intimità di casa e che sarebbe stato impossibile fare le nostre cose. Ma non immaginavo che altre interessanti esperienze si sarebbero sviluppate. La giornata più o meno si svolgeva così: escursioni mattutine, pranzo, momento relax o pisolino nelle camere, attività pomeridiane, cena e poi libertà serale. Da subito nella stanza si sviluppò una certa goliardia. Nessuno aveva problema a farsi vedere mezzo nudo, si scherzava ogni tanto tirando fuori il cazzo. A volte mi mettevo a pancia in giù sul lettone e Simone mi saltava sopra per scherzo ma intanto mi faceva sentire il suo cazzo duro attraverso i pantaloni.
Fu già il terzo giorno che rintanatici in camera tutti e 6 dopo pranzo cominciarono a partire certi discorsi su seghe, lunghezza dei cazzi, e via dicendo. Qualcuno mostrava il proprio cazzo per fare vedere le dimensioni o pure per far vedere la peluria già evidente. Io dal mio lettino cercavo sempre di osservare il piu possibile e dentro di me c'era una eccitazione incredibile. Fu a quel punto Alessandro a proporre di fare una gara di seghe, ovvero di vedere chi segandosi arrivava primo a sborrare. L'atmosfera di scherzo coinvolse tutti. Ci mettemmo tutti in mutande, ognuno sul suo letto. Simone stava sul matrimoniale e io sul letto a castello di sotto, a fianco a lui. Potevo osservare bene il suo cazzo, quello del suo compagno di letto e quello di Alessandro che stava sul letto a castello in alto dall'altra parte. Fui subito colpito ed eccitato dal cazzo di Alessandro. Era drittissimo, durissimo, 17cm poi scoprirò. Lui e Simone avevano i cazzi più lunghi e grossi. Parti la gara, tutti in silenzio, ansimando o ridacchiando. Ogni volta che qualcuno veniva si recava poi verso il bagno. Io sborrai per terzo insieme a Maurizio. Andammo insieme in bagno e ognuno guardò il cazzo sborrato dell'altro per verificare. Fu proprio Simone ad arrivare ultimo. Ricordo ancora oggi, l'odore di cazzo che si era diffuso nella stanza.
I giorni successivi videro ancora questi momenti di goliardia: Alessandro che faceva l'elicottero con l'uccello, Simone che faceva vedere come il suo cazzo duro sbatteva contro il ventre. Proseguirono anche le seghe in compagnia, magari non tutti e 6 insieme. Una volta ci mettemmo sul mio letto io, Maurizio e Riccardo, i tre piu piccoli, a segarci su un cuscino, facendo finta di sborrarci sopra.
Nei miei sogni però ormai il cazzo di Alessandro aveva lasciato il segno. Ecco perché, forse per la mia natura troietta, cercavo il piu possibile di stargli vicino ed assecondarlo. Un pomeriggio però rimanemmo in camera solo io, Simone e Alessandro. Alessandro estrasse il cazzo come suo solito per farsi il segone pomeridiano e Simone lo seguì a ruota. Io invece non ne avevo voglia e rimasi li a guardarli. Che belli, pensavo dentro di me. Mi immaginavo circondato dai loro due cazzoni. Alessandro a quel punto mi fece un cenno di avvicinarmi a lui. Mi alzai, passai sul letto di Simone e arrivai al letto a castello. Mi disse di salire dalla scaletta e di sedersi di fianco a lui. Mi ordinò poi di segarlo. Il suo tono di voce mi convinse subito. Gli presi in mano il cazzo ed iniziai a masturbarlo. Il cazzo, visto da vicino, era anche più bello. Duro come il marmo, una cappella bella rosa, una peluria nera già abbastanza folta. Lo feci sborrare, fece 5-6 schizzate potenti, una gli arrivò sul mento. Solo a quel punto mi girai verso il basso e vidi Simone discretamente incazzato, col cazzo ancora duro, ma che non si segava più. Alessandro si girò verso di lui e gli disse con tono sprezzante che non tutti potevano avere una mano amica per segarsi. Poi rivolto a me mi chiese di scendere ad aiutarlo che c'era rimasto male perché escluso. Mi avvicinai a Simone, gli presi in mano il cazzo ed iniziai a segarlo, ma la cosa non durò molto perché il suo cazzo pian pianino iniziò a smosciarsi ed Alessandro lo prese ancora per il culo, il che portò a terminare la cosa. Simone diventò distante da li in poi e faceva l'offeso con me. Io però non mi sentivo in colpa ed anzi pensavo che se lui mi desiderava doveva fare qualcosa per prendermi. Verso la fine della vacanza successe però l'episodio definitivo. Una sera, mentre eravamo in camera e stavamo per dormire Alessandro arriva e si infila nel mio letto silenziosamente. Si tolse le mutande e nell'orecchio mi chiede di fargli una sega fatta bene. Ero eccitatissimo. Mi mi si sul fianco mentre lui stava sdraiato, presi il suo cazzo duro e bollente e lo esplorai bene con tutte le dita. Massaggiai le palle e nel frattempo tenevo la mia testa sul suo petto. Lo segai benissimo, per dei minuti interminabile. Lui mi ansimava nell'orecchio, dandomi della troia. Lo feci sborrare sulla sua pancia, anche la mia mano si impiastrò. Poi segai il mio cazzo e gli venni sulla coscia. Lui mi lascio fare senza proferire parola. Ma Simone sentì tutto, me lo disse il giorno dopo. Tornati a casa le cose non furono più le stesse tra di noi. I nostri pomeriggi finirono. Ma intanto mi ero aperto una nuova strada, con un maschio che si sarebbe dimostrato ben più deciso: Alessandro
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